XV- L'ISPIRAZIONE

Dopo la sparizione di Clara, decido di lasciare la villa. Amareggiato da una parte e felice dall'altra. Felice perché è stata mia e l'altra metà mi lascia con l'amaro in bocca, perché so che non la rivedrò più.
Volgo un ultimo sguardo a quel posto, al camino spento che mi riporta per un attimo ai meravigliosi momenti appena trascorsi con lei.

Prima di uscire vado al pianoforte, picchietto sui tasti dicendo a testa bassa per guardarli mentre strimpello una sorta di motivetto triste e vuoto, esattamente come mi sento io adesso:
« Addio mia Musa ispiratrice»
Una lacrima solca il mio volto.
Io che non piango mai adesso sto piangendo per lei.

Esco dalla villa, mesto scendo i gradini della scalinata avanzo superando il cancello.
Proseguo senza voltarmi indietro tenendo con una mano la tracolla dello zaino e torno a casa.
Per la strada ripenso alla fantastica notte che mi ha regalato Clara, sono stato felice per qualche ora.
Ma ora ho la morte nel cuore.

Rientro piano per non svegliare Shawn, non che io abbia timore che sappia che sono uscito, ma mi farebbe un sacco di domande e di mentirgli non mi va , perciò gli dovrei raccontare la verità.
A parte che non mi crederebbe, poi questa è una cosa mia, un segreto che custodirò nel mio cuore finché avrò vita.
Quando arrivo fino in camera mia, chiudo la porta mi infilo nel letto pensando:
" Dovrei fare una doccia, ma poi toglierei il suo profumo di dosso a me.
I suoi bellissimi capelli che odorano di fiori di campo" .

Fletto da una parte del letto per aprire l'ultimo cassetto che cela il diario di Clara. Lo afferro tra le mani per leggerlo, ma poi mi ricordo che è chiuso da un lucchetto e io non possiedo la chiave.
Mi dispiacerebbe danneggiarlo, è appartenuto a lei, lo ha toccato con le sue mani.
Quelle mani delicate dalle dita affusolate e ben curate.
"Oh Clara! Quanto mi manchi vorrei rivederti un'ultima volta. Ma so che questo è impossibile".

Ripongo il diario all' interno del cassetto mentre penso " Troverò un altro modo per aprirlo, per adesso lo metto al sicuro" .
Richiudo il cassetto, prendo il pacchetto delle sigarette e ne sfilo una, la accendo rimanendo fermo davanti alla finestra chiusa a osservare il posto dove l'ho conosciuta, l'ho vista la prima volta; seduta su quello sgabello in legno chiaro lucido provvisto di poggiapiedi, dove lei metteva i suoi sempre scalzi.
Vestita di cielo e di sole, in mezzo a quel verde; sembrava una fata delle fiabe.
Vicino al grande albero, quell'arbusto che stamattina sta piangendo proprio come me.

Finisco la sigaretta affermando:
« Questa è l'ultima giuro»
Afferro il portatile è inizio a scrivere senza pause.
Quando entra Shawn per darmi il buongiorno e portarmi il caffè, mi trova seduto alla mia scrivania a scrivere senza sosta.
Capisce che non deve interrompermi e senza emettere un fiato lascia la tazza sul ripiano e esce, chiudendo la porta.

Finisco il libro in quattro settimane.
Io e Shawn, lasciamo Napoli per tornare a New York.
Ho già avvisato Selene di aver terminato la storia, lei ha dichiarato per telefono:
« Non vedo l'ora di leggerla»
Mentre siamo sull'aereo attendendo di decollare, il mio amico mi comunica:
« Che tristezza lasciare l'Italia non è vero Eric?»
« Sì, è vero! »
Shawn, mi guarda ha capito che non sono come al mio solito, ma non mi chiede niente e non ha più insistito da quando mi ha chiesto di poterlo leggere e io gli ho asserito:
« Lo leggerai dopo che sarà pubblicato»
« Quanto mistero amico. Ok come vuoi. Importa che l' hai finito no?! Ma come hai fatto a sconfiggere il blocco che avevi?»
« Ho trovato la mia Musa ispiratrice»

Per tutto il volo non ho fatto altro che pensare a Clara, quella ragazza... ma che dico quell' adorabile fantasma rimarrà per sempre nel mio cuore e nei miei ricordi.
Mi alzo per dirigermi in bagno, entro e chiudo la porta.
Mi porto al lavandino in acciaio, con entrambe le mani lo stringo forte osservando la mia immagine allo specchio, posizionato sopra il lavello.
I miei occhi bruciano, si arrossano divenendo lucidi.
La rabbia dentro di me è incontenibile. Per questo motivo sono entrato qui dentro, non posso e non voglio fare vedere a nessuno il mio stato d'animo.
Chiedo a me stesso, rimirando i miei occhi tristi e malinconici :
« Perché... perché il destino ha giocato con me, ha portato sulla mia strada la donna giusta.
Lei, ha fatto il suo ingresso nella mia vita come un raggio di sole per illuminarla e come pulviscolo si è volatilizzata! »
Distoglie i miei pensieri, l'insistente bussare alla porta di qualcuno che deve entrare.
Spero che non sia da tanto che stanno bussando, altrimenti sarei al centro dell'attenzione e non è certo ciò che voglio in questo momento.

Mi ricompongo sciacquando il viso sotto la fontana mi asciugo con una salvietta di carta, la getto nel cestino e esco.
« Scusi! »
Asserisco all'uomo che sta dietro insieme all'assistente di volo.
Riprendo posto accanto a Shawn, quando mi vede mi chiede preoccupato:
« Che hai Eric, stai male per caso?»
« No, non preoccuparti avevo bisogno solo di sgranchire le gambe»
Mi fissa e senza chiedere altro torna a rimettersi gli auricolari.

Dopo qualche ora di volo finalmente atterriamo. Ci impossessiamo dei nostri bagagli per poi dirigerci alle nostre auto.
Facciamo un po di strada insieme, poi Shawn dà un colpetto di clacson per salutarmi e ognuno di noi due, torna alla propria abitazione.

Sono le nove del mattino per tutta la notte non ho chiuso occhio, ho preso sonno alle prime ore
dell' alba.
Faccio una doccia veloce, mi vesto indossando un maglione a dolcevita bianco, jeans strappati e stivaletti neri e mi dirigo alla Casa Editrice, dove ho appuntamento con Selene.
Prendo l'ascensore che mi porta al piano stabilito.
Quando entro lei mi aspetta seduta alla sua scrivania con una minigonna in pelle nera, le sue gambe accavallate con scarpe dai tacchi alti e una camicetta bianca senza bottoni, che ad ogni suo movimento, lascia intravedere i suoi seni.
Si alza dalla sua poltrona venendo verso di me portando le sue mani attorno al mio collo affermando:
« Mi sei mancato»
Delicatamente le faccio scivolare scostandomi e cambiando discorso. Così le annuncio:
« Dai un'occhiata al mio libro, siamo qui per questo»
Selene, mi fissa perplessa, poi raggiunge la sua scrivania sciogliendo il nastro della carpetta che contiene il manoscritto.
Man mano che legge, la vedo interessata e senza distogliere gli occhi dai fogli annuncia:
« Hai cambiato genere vedo»
« Sì»
Quando arriva a metà libro mi comunica:
« Spero che ti sia divertito in Italia, perchè il libro che hai scritto e alquanto triste e malinconico»
« Allora? L'hai letto, cosa ne pensi?»
Le urlo.
« Rilassati Eric. Non è il tuo solito genere e neanche quello che ti avevo chiesto, ma tutto sommato mi piace. Ottimo lavoro, come sempre! »
« Grazie»
« Chiederò di pubblicarlo immediatamente e vediamo che ne pensano i tuoi lettori»
« Ok, torno a casa allora»
Sto per aprire la porta del suo ufficio per uscire quando mi arresto per un attimo, alla sua domanda:
« Eric, chi è Clara?»
« Senza volgerle nessuno sguardo dichiaro:
« La musa che mi ha ispirato»

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