XIV- LA PRIMA VOLTA

Mi volto lentamente, dopo aver capito a chi appartenesse quella voce. La figura avanza verso di me ed è in quel preciso istante che affermo, sbalordito:
« Clara? Sei tu? Perché sei qui in questo posto, tutta sola e come mai sei apparsa insieme a quella luc...? Aspetta un momento n-non mi dire c-che sei un !?»
« Sì Eric, io sono lo spirito di Clara Denovo, una ragazza semplice, seppur di nobile casato, morta di una malattia rarissima a soli diciassette anni»
« Cosa? Nononono! Tu sei pazza, anzi sono io il folle che ti sto ascoltando. Io me ne vado! E tu vieni via con me se vuoi... Sempre che tu non preferisca rimanere in questo lugubre e tetro posto?»
Ma lei mi impedisce di andarmene posando la sua mano sul mio braccio.
« Ascoltami Eric, so che tutto questo può sembrarti assurdo, ma ti assicuro che ti sto dicendo la verità»
Le affermo sicuro di me:
« Io so che i fantasmi non hanno ricordi, quindi se ti sei inventata tutto perché vuoi che ti lasci in pace, dimmelo in faccia»
Lei con molta calma asserisce:
« Oggi ricorre l'anniversario della mia morte, è per questo che ricordo ogni cosa. Ricordo che avevo la passione della pittura, amavo dipingere, amavo la vita.
Ma purtroppo un brutto giorno mi ammalai, dopo un viaggio in Africa con mio padre.
Per anni sono stata costretta a letto e rimanere chiusa in casa non mi faceva di certo bene. Così ogni volta che potevo, di nascosto da tutti, fuggivo via per rifugiarmi nel mio mondo; un mondo dove mi piaceva abitare in mezzo ai colori alla luce e soprattutto alle cose belle.
I tuoi parenti, mi permettevano di poter entrare nel loro giardino, gli avevo chiesto se qualche volta potevo attraversare il loro cancello per dipingere e dimorare il quel luogo verde incantato.
Loro hanno detto subito di sì senza farmi domande. Nel frattempo potevo nascondermi anche da chi mi avrebbe cercato, una volta scoperta la mia fuga»
Ascolto tutto senza proferire parola, quello che mi sta raccontando Clara mi sa dell'incredibile.
Non posso credere che io sia così stupido da innamorarmi di un fantasma.
« Clara, non dire altro, perdonami non voglio farti ricordare il tuo doloroso passato. Io..»
Non faccio in tempo a finire la frase che lei mi fa cenno di tacere, si avvicina più a me coprendo le mie labbra con l'indice asserendo:
« Ssssh! »
« Clara... io ti amo»
« Lo so! »
« Non ho osato dirtelo perché sei...»
« Un fantasma?»
Mi chiede delusa.
Prontamente di rimando:
« No no, perché hai diciassette anni»
« Credi che mi importi qualcosa?»
« Hai ragione»
Rispondo convinto.
Lei mi guarda con i suoi meravigliosi occhi verdi e lentamente le nostre labbra si avvicinano fino a toccarsi per un casto bacio»
In quell'istante non mi importa di niente voglio solo tenerla con me, non le chiedo nemmeno del perché riusciamo a toccarci e che lei sembra reale.
Dopo il bacio, restiamo l'uno accanto all'altra seduti sul divano in un dolce abbraccio.
Improvvisamente si stacca da me, penso che sta per sparire come le altre volte invece si mette in ginocchio davanti a me poi mi annuncia:
« Eric, ho solo una possibilità ogni cento anni di tornare viva e oggi ho quell'opportunità»
Porto la testa indietro per guardarla, i suoi occhi smeraldo mi stanno chiedendo di non perdere l'occasione»
Le cingo i fianchi, lei si piega su di me e le nostre labbra si toccano, ma stavolta il nostro bacio non è casto, brucia di passione; parla di desiderio, di farla mia. Ora si alza in piedi e lentamente scioglie la fascia fucsia che le circonda la vita sottile.
Prende entrambe le mie mani, capisco che desidera che la segua.
In silenzio mi lascio trascinare da lei ovunque voglia portarmi. Si arresta quando ci troviamo accanto al caminetto spento, ma improvvisamente una calda fiamma arde al passaggio della sua mano, sotto di noi una pelliccia di orso bianco impedisce alla nostra pelle di avere un gelido contatto con il pavimento.
Lei siede davanti a me prende le mie mani e le posiziona sulle sue spalle, tiro giù piano un lato della scollatura del suo vestito e subito dopo anche l'altro lato fino a metà busto, riaffiorano i suoi piccoli seni. Mi fermo per osservarla.
Sottovoce emette un flebile suono pronunciando il mio nome:
« Eric»
Il suo è un invito a proseguire,
lentamente porto le mie labbra sulle sue, mentre le mani continuano ad abbassare il vestito che le rimane sui fianchi.
Le mie labbra si allontanano di poco dalle sue per scendere sul collo; bacio la spalla nuda.
La accompagno delicatamente a sdraiarsi proseguendo a lasciare dolci baci sul torso e sui seni, a ogni tocco delle mie mani lei geme e inarca la schiena.
Baci languidi lambiscono la sua pelle lattea.
Porto la mano sulla sua intimità, stuzzicandola per farla abituare a me. Ansima, rossa in volto si contorce, salgo sopra di lei facendo attenzione a non schiacciarla con il mio peso; lei che è così esile e delicata.
Continuo con i baci partendo dai suoi piedini per risalire fino all' inguine, afferro una sua gamba inizio a baciarla leccarla e morderla con delicatezza
all' interno per arrivare con la lingua fino alla cavità intima.
Il suo sapore è dolce come il miele, risalgo tuffando i miei occhi nei suoi entro dentro di lei dolcemente. Con lei non è il solito sesso, con lei è più di fare l'amore; con lei sono in estasi.
Questa notte Clara è completamente mia.

Quando siamo stati appagati dal massimo piacere, restiamo abbracciati non so per quanto, per me è sempre troppo poco il tempo trascorso con lei.
Da una delle finestre entra insistente un raggio di sole, a un certo punto Clara volge lo sguardo verso di me mi dà un ultimo dolcissimo lungo bacio e poi dichiara:
« Eric, l'amore con te è stato bellissimo, non dimenticarmi! »
« Non ti dimenticherò mai Clara... mai, te lo giuro!»
Lei mi regala un ultimo sorriso e poi pian piano comincia a divenire evanescente poi mi dice:
« Ti amo Eric, ti amo»
Quando inizio a non vederla quasi più le chiedo:
« Clara, ti rivedrò ancora...? Clara...! »
La sua dolce voce risponde:
" Cercami nei tuoi sogni Eric!"

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