X - LA MUSA
Faccio una doccia e mi preparo per uscire, una maglia a girocollo azzurra con maniche lunghe, un jeans nero lacerato in una sola gamba; stivaletti marrone scuro in pelle scamosciata e giubbotto stesso colore e materiale.
Quando sono pronto di tutto punto, informo Shawn:
« Io sto scendendo, sbrigati»
Vado giù in cucina, metto del caffè in una tazzina, lo bevo e mi accendo una sigaretta.
Shawn, nel frattempo scende giù. Insieme ci accingiamo a uscire dalla porta e dirigerci presso una pizzeria.
Penso “ Stiamo a Napoli, sarà pieno di pizzerie. Sono sicuro che non faremo molta strada”.
Infatti non appena entriamo in piazza, vedo locali di pizzeria da ambo due i lati.
« Abbiamo l'imbarazzo della scelta amico»
Dichiara Shawn, alzando le spalle e strofinandosi le mani.
Dico al mio amico:
« Entriamo in quella»
Sto per avanzare quando lui con un gesto della mano arresta la camminata:
« Aspetta, quel locale non mi sembra tanto pieno»
« Meglio non vi sarà da aspettare. Andiamo, muoio di fame»
Latro.
« Tu non capisci, una volta mi hanno detto che se un locale ha pochi clienti significa che ciò che offrono è scadente»
« Sì, ora che mi ci fai pensare, anche a me una volta mio nonno mi ha detto qualcosa del genere. Ma non ricordo se si riferisse a un locale. Allora andiamo da un'altra parte dai!»
Cinque metri più in là, un'altra pizzeria; e questa è gremita di persone. Riferisco a Shawn:
« Fantastico, qui ci sarà sicuramente da attendere»
Infatti essendone consapevole, mi guarda, stringe le labbra in un mezzo sorriso, alza le spalle allargando le braccia.
Poi asserisce:
« Aspettiamo!»
Infatti parliamo con la ragazza addetta ai tavoli:
« Scusa, possiamo sederci?»
« Mi dispiace, dovete aspettare che si liberi un tavolo»
Usciamo fuori dal locale, sedendoci sul muretto dirimpetto che offre una magnifica vista. Di fronte è tutto illuminato.
«Chissà cosa sarà ciò che stiamo vedendo adesso»
« Il Vomero!» Risponde una voce di donna.
Io e Shawn, ruotiamo i busti per vedere a chi appartenesse quella voce.
Davanti a noi una bellissima donna, dai lunghi capelli neri e dagli occhi verdi e con un neo sotto l'occhio sinistro, molto sexy.
Sembra una femme-fatale, per come è abbigliata e dai suoi atteggiamenti.
Addirittura fuma la sigaretta dentro il bocchino. Sarà una pazza che si crede una famosissima attrice Hollywoodiana degli anni "60 "70. Peccato però perché è una bellissima donna.
Intanto il mio amico non perde tempo ad approcciarsi con lei.
Mi accosto a lui e all'orecchio gli comunico, senza farmi sentire dalla donna:
« Shawn, non avrai mica intenzione di... Potrebbe essere una pazza»
« Farò attenzione»
Mentre lei lo tiene per la mano trascinandolo, lui si allontana strizzando l'occhio.
Con disappunto e anche abbastanza contrariato gli urlo dietro:
«Guarda che non ti aspetto, se non sei qui prima che ci liberiino il tavolo, io mangio e poi torno a casa. Hai capito?!»
È proprio un pazzo, nemmeno la conosce, potrebbe essere una pazza furiosa o avere un complice. Potrebbero fargli seriamente male o p... Meglio non pensarci, se la vede lui. Io non sono il suo baby-sitter e lui non è un minorenne; è minorato.
Fanculo a Shawn, se gli succede qualcosa se l' è voluta.
Poi ci impensierito e preoccupato mi dico:
“ Invece spero che si diverta e che torni presto sano e salvo”.
Intanto la ragazza della pizzeria mi fa cenno di entrare avvisandomi che si è liberato un posto.
Entro e ordino per uno “ sono da solo”!
Mangio, bevo pago il conto e esco per tornare a casa. Non ho ancora avuto nessuna notizia di Shawn. E non posso neanche chiamarlo, non vorrei interromperlo sul più bello.
Durante il percorso sostenuto a piedi sulla strada del ritorno, penso che ho fatto benissimo a non parlargli di Clara.
Spero che stia bene e che torni presto.
Quando arrivo al cancello, apro e mentre percorro il vialetto per entrare in casa, volto il capo a destra verso l'albero. Tristemente penso: “ Non credo che a quest' ora sia qui!? È buio e non avrebbe abbastanza luce per dipingere”.
Difatti non c'è.
Sfiduciato rientro, mi fiondo sul letto e mi addormento.
Mi sveglio che sono le tre, il mio pensiero va a Shawn, mi dirigo in camera sua e per fortuna lo vedo sotto le coperte che dorme.
“ Adesso che ho visto che è a casa sono più tranquillo”.
Mi rimetto a letto sperando di riaddormentarmi, ma dopo vari tentativi e cambi di posizioni, il sonno non accenna a venire.
Così mi alzo, prendo il mio portatile e inizio a scrivere.
La storia inizia con un uomo frustrato e schiacciato dalla pressione dello stress, decide di partire in un' altra città.
Si trasferisce a casa di un suo lontano parente che morendo gli lascia una bella villa a due piani...
Si scriverò di lei, scriverò di Clara. Perché è lei la mia Musa ispiratrice.
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