IV - UNA PIACEVOLE DISTRAZIONE
Shawn, mi convince a uscire con lui e con il suo potere persuasivo, anche a finire la serata in discoteca.
Mentre siamo intenti a ballare, si accostano a noi due belle donne, sulla quarantina, una con capelli corti e ciuffo biondo platino. L'altra mora capelli lunghi e lisci, entrambe abbigliate in maniera succinta e orecchini vistosi, con il solo intento di provocare.
Infatti nel ballo sono parecchio provocanti e sexy.
Si strusciano di spalle, andando su e giù, ai nostri corpi; mio e di Shawn.
Lui ci stà, appoggia le mani sui fianchi della mora, che avvinghia il suo collo con le braccia continuando a stargli di spalle e ripetendo il sinuoso sali e scendi; con movimenti lenti.
Io, invece mi allontano dalla pista, lasciando la bionda attonita e vado a sedermi sul divano in velluto rosso.
Nell'immediato me la ritrovo seduta accanto, con quella confusione, non mi ero nemmeno accorto che mi stava seguendo.
Subitaneamente, sento le sue mani sui miei pettorali e lentamente scendere giù, interrompo l'arte seduttiva, annunciandole ad alta voce:
« Vado a prendere qualcosa da bere, cosa ti porto. Immagino avrai sete anche tu?»
« Sì grazie, una birra »
Sbuffando.
« Hai preferenze?»
« Indifferente»
Risponde indispettita.
Mi dirigo al bancone e ordino due Heineken.
Mentre avanzo con i due bicchieri in mano, mi accorgo di essere stati raggiunti, me e Anonima Uno, anche da Shawn e... Anonima Due; gli ho dato questi nomignoli, perché ancora non hanno rivelato i loro veri nomi.
Giunto al tavolo replico al mio amico:
« Dovevate presentarvi prima, queste due birre sono per me e...»
Le porgo il bicchiere, mentre la interrogo con lo sguardo di dirmi il suo nome.
Lei afferra delicatamente l'oggetto con la bevanda e a voce alta proclama il suo nome:
« Heather»
« Io sono Eric e lui é il mio amico Shawn. E tu?»
Chiedo rivolgendomi alla sua accompagnatrice.
« Melanie»
Dopo esserci presentati, restiamo al tavolo a bere e chiacchierare urlando, visto il luogo nel quale ci troviamo.
Alchè Shawn propone di uscire per andare da qualche altra parte a chiacchierare tranquilli.
Usciamo dal locale con le due donne al seguito e ci apprestiamo a raggiungere la macchina. Stretti nei nostri soprabiti, per ripararci dal forte vento.
Raggiunta l'auto Shawn aziona il comando a distanza per aprirla poi mi lancia le chiavi affermando:
« Guida tu!»
Ci fiondiamo dentro l'abitacolo, lui dietro con Melanie e io alla guida con Heather al lato passeggero.
Avvio il motore e partiamo, mentre guido sento arrivare degli strani suoni dal sedile posteriore. Come mugugnii e schiocchi di baci.
Butto un'occhiata allo specchietto retrovisore e vedo il mio amico darsi da fare con la mora.
" Comprendo ora il motivo del perché mi abbia chiesto di guidare io".
Distolgo lo sguardo dall'imbarazzante scena cercando di intraprendere una conversazione con la donna che ho accanto.
Tuttavia, nonostante alzassi la voce nel dialogo con lei, lasciandola interdetta, i versi dell'amplesso che si sta consumando nel sedile dietro di noi; si odono ugualmente. Imbarazzato decido di posteggiare e invitare la donna a fare una passeggiata. Lei accetta di buon grado. Ci allontaniamo, lasciando soli i due.
Parliamo per tutta la notte.
Mentre la ascolto, mi devo ricredere per averla giudicata prematuratamente.
Mi racconta di lei, del marito e del suo matrimonio che sta andando in pezzi. Che questa sarebbe la prima volta che tradisce il marito e che è stata trascinata dall'amica, per distrarsi.
Mentre parla, mi guarda, i nostri visi così vicini al punto che, sotto i bagliori luminosi della luna, posso notare i suoi meravigliosi occhi nocciola, con pagliuzze verdi che circondano l'iride. Luccicanti da lacrime trattenute. La punta lucida del suo naso alla francese e le labbra carnose naturali ben definite.
L'istinto di baciarla in quel momento è forte e così appoggio delicatamente le mie labbra alle sue, per un fugace bacio.
Lei, con uno scatto mi spinge via, ammutolisce osservandomi.
Per poi subitaneamente, attirarmi a sé baciandomi con passione.
Le nostre lingue si intrecciano in turbinìo di eccitazione.
La afferro per i fianchi inserendo entrambi le mani dentro il cappotto di pelle nera con collo in pelliccia del medesimo colore. Le sfilo le mutandine e, dentro quel palazzo in disuso usato da noi come riparo dal forte vento, entro dentro di lei. Ricordo i suoi occhi, colmi di stupore e eccitazione.
Quando finimmo, nessuno dei due proferisce parola nel ricomporsi e percorrendo la strada di ritorno. Quando arriviamo vicino all'auto, gli occupanti ci chiedono:
« Ma dove eravate finiti?»
Rispondo calmo:
« Abbiamo notato che eravate "affaccendati" e per nulla di compagnia e abbiamo preferito lasciarvi soli»
« Grazie, ma potevate stare nei dintorni?»
Chiede Shawn. Ma poi sorride sornione insinuando:
« Oppure anche voi eravate "affaccendati"»
Asserisce dandomi delle gomitate.
Heather, prontamente afferma nervosamente:
« Abbiamo solo parlato»
Io, invece ho risposto qualcosa di simile:
« Abbiamo solo passeggiato»
Per fortuna sembra soddisfare i due.
La serata prosegue serenamente all'insegna del divertimento, fino alle cinque del mattino. L' ora, che accompagniamo alle loro abitazioni le due belle donne.
Shawn, saluta velocemente la mora. Quando è il momento della bionda, essendo sposata ci chiede di lasciarla qualche isolato prima. Io mi offro di accompagnarla a piedi, data l'ora. Lei mi ringrazia pregandomi di esaudire la sua richiesta.
« Va bene Heather, come vuoi tu». Esclamo.
Giunti sul luogo desiderato, lei scende e lo stesso io, le chiedo:
« T-ti rivedrò ancora?»
« Non credo, grazie a te Eric, ho capito di volere recuperare il rapporto con mio marito. È stato bello conoscerti. Buonanotte!»
Mi dona un casto bacio sulle labbra e sparisce un isolato dopo.
Shawn, mentre mi sta accompagnando a casa, mi interroga per tutto il tragitto su cosa è successo con Heather quando ci siamo allontanati.
Di solito rispondo al mio amico senza problemi, vantandomi, ma stavolta no, non con Heather; lei è diversa.
Perciò decido di mentirgli ( in parte).
« Niente Shawn, abbiamo solo fatto una lunga passeggiata e parlato. Adesso per favore portami a casa che devo prepararmi per partire»
« Partire? Non mi hai detto niente!»
« Non me ne hai dato il tempo, andrò in Italia a Napoli, nella casa del mio nonno materno. Anzi perché non vieni con me?!»
« Mi piacerebbe, ma come faccio con il mio lavoro. Non ho neanche giorni da prendere fino alla prossima estate. Mi spiace»
« Fa niente partirò da solo, chissà che il mio " blocco dello scrittore" non decida di abbandonarmi in quel luogo»
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