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Giuliano Barberini Γ¨ un Signore di Venezia, sulla trentina, nato il 3 aprile 1704 nella medesima cittΓ . "Giuliano" Γ¨ una variante del nome "Giulio", il quale deriva dal latino Iulius, il nome gentilizio di un'antica e nobile famiglia romana, la Gens Iulia, il cui piΓΉ illustre rappresentante fu Gaio Giulio Cesare; gli Iulii si vantavano di discendere da Ascanio, figlio di Enea, chiamato anche "Iulo" (dal greco hylΓ©, "bosco", oppure dal nome di Ilio). Ma al di lΓ  della leggenda, piΓΉ probabilmente il nome trae origine dalla forma arcaica Iovilios o Jovilios, che significa "sacro a Giove" o "discendente da Giove" (Iovis), oppure dal greco ιουλος (ioulos), che vuol dire "lanuginoso", "dalla barba lanuginosa" o "dalla capigliatura crespa". L'origine di Giuliano non Γ¨ affatto da sottovalutare. I Barberini, originari di Barberino Val d'Elsa in Toscana, furono un'influente famiglia principesca e papale italiana, nota sin dalla prima metΓ  dell'XI secolo. La famiglia raggiunse il picco massimo con il cardinale Maffeo Barberini, che nel 1623 venne eletto papa con il nome di Urbano VIII. Furono inoltre grandi mecenati e protettori delle arti, circondandosi di grandi artisti come Bernini, Borromini, Pietro.

βžͺ πšŠπš›πš’πšŽπšœ: nell'astrologia esoterica il segno dell'Ariete Γ¨ il simbolo dell'inizio, quello che avvia le cose e le origina. Per questo motivo il segno dell'Ariete viene paragonato alla nascita. Inoltre, essendo anche il primo segno dello zodiaco Γ¨ anche paragonato alla Primavera che ha inizio quando arriva l'equinozio. L'Ariete Γ¨ un segno cardinale, di fuoco, e la sua fiamma deriva dalla prima scintilla: Γ¨ tenue ma forte, non effimero e non devastante che ha davanti a se solo energia, ma non ha esperienza, segue l'istinto e come i bambini impara man mano. Il segno dell'Ariete Γ¨ legato al mito del Vello d'Oro e degli Argonauti. Si narra infatti che un ariete dal mantello dorato venne mandato in aiuto di Frisso, il quale perΓ², dopo un lungo volo in sella all'animale, lo sacrificΓ² a Zeus che non gradΓ¬ e lo lasciΓ² morire. Fu poi l'Oracolo di Delfi che mandΓ² Giasone e gli Argonauti per riportare in patria il Vello d'Oro e Frisso. Per conoscere esattamente le caratteristiche astrologiche di una persona, oltre al segno zodiacale, Γ¨ bene conoscere anche l'ascendente. Questo rappresenta, infatti, la prima impressione che di sΓ© viene data agli altri e il modo in cui l'individuo si relaziona con il mondo. Proprio a causa delle vicende legate al Vello'd'Oro, si puΓ² dire che i nati sotto il segno dell'Ariete risultano essere, spesso e volentieri, impulsivi e impazienti. Molto viscerali nei rapporti amorosi, spesso agiscono senza pensare, rischiando e sfidando la sorte. Coloro che nascono sotto il segno dell'Ariete sono persone che a volte tendono a reprimere le proprie energie le quali poi sfociano spesso in nevrosi. Si interessano a moltissime materie, ma il piΓΉ delle volte non riescono a focalizzarsi veramente su nessuna senza che vi sia un aiuto esterno. Gli Ariete amano le sfide e gli sport adrenalinici come le corse delle auto o delle moto. Il nato nel segno dell'Ariete non porta rancore, ma sicuramente non "manda a dire le cose": se vede un torto deve porvi rimedio. Anche a rischio di commettere errori, si butta in imprese titaniche finalizzate a difendere le proprie idee. Questo segno, in apparenza, non Γ¨ elegante nΓ© fascinoso, riversando il suo interesse piΓΉ verso la sostanza che l'apparenza. Infatti, il suo modo di vestire Γ¨ piuttosto sobrio preferendo abiti funzionali e comodi. In amore il segno dell'Ariete Γ¨ profondamente geloso, volubile e non gli piace la monotonia. Nonostante tutta la sua focositΓ  non Γ¨ un ottimo amante perchΓ© rimane sempre troppo concentrato su se stesso. È forse anche per questo motivo che all'Ariete piace cambiare partner piuttosto spesso associandolo ad una preda, un trofeo da esibire. Quando, perΓ², si instaura una relazione seria dandole un significato importante dona tutto se stesso in modo passionale e intenso. Come per tutti gli altri segni dello Zodiaco anche l'Ariete, nei rapporti di coppia, ha segni con cui riesce ad avere una perfetta armonia, e altri, invece, con i quali non riesce a costruire un rapporto duraturo. In alcuni casi, dove equilibrio e serenitΓ  sono i pilastri fondamentali di un rapporto di coppia in altri, questo binomio diventa una vera e propria chimera.

Molti lo raccontano come un uomo affascinante, di successo ed in alcune occasioni misterioso. Altri preferiscono non descriverlo. La sua persona è conosciuta lungo tutte le terre circostanti la città, e anche oltre, fin quasi al meridione. E' l'uomo sulla bocca di tutti, l'oggetto dei pettegolezzi durante il mercato. Il suo nome è soprattutto presente tra il chiacchiericcio delle nobildonne, lungo le strette vie della sua amata Venezia, ma questo non vuol dire che gli uomini non parlino del signor Barberini, anzi, è molto popolare anche verso i loro occhi, per alcuni a causa di motivi diversi, ma non è di certo ignorato. I lunghi e mossi capelli castani, i quali gli toccano le spalle, incorniciano il viso dell'uomo accompagnati da una folta e curata barba, molto di moda per l'epoca. Ma non è questo il punto di forza del Signor Barberini, bensì gli occhi, di un azzurro intenso, quasi sul verde, penetrano nell'anima delle persone, sono il suo punto di spicco. Fisicamente infatti, non è molto diverso dai suoi coetanei dell'epoca, è però ben tenuto, si tiene in allenamento spesso gioca a scherma, accompagnato dal suo insegnante. Egli però non è solo un appassionato di sport, è più un hobby, infatti la sua vera fiamma è l'arte: spesso si diletta a dipingere su tela le proprie amanti, come per conservarne il ricordo. Questa sua passione lo ha portato ad essere, proprio come la sua famiglia, uno dei più importanti committenti dell'epoca. Per quanto riguarda l'abbigliamento, durante la vita quotidiana preferisce attenersi agli standard del suo ceto sociale, sempre ben vestito, in ordine, mentre durante il carnevale, com'è giusto che sia, rompe gli schemi, utilizzando abiti e
costumi altamente stravaganti, ma sempre sui toni scuri. Al contrario, la sua maschera, la bauta, Γ¨ ornata da colori molto accesi, come ad esempio il rosso e l'oro.

꧁  𝙿 𝙻 𝙰 𝚈  -Β  𝚊  πšœπš˜πš—πšΒ  πš‹πš’Β  πš‹πšŽπšπšπšŠΒ  πš•πšŽπš–πš–πšŽ ꧂
꧁ 𝙼 𝙰 𝙻 𝙴 𝙳 πš„ 𝙲 𝙰 πšƒ 𝙰  -Β  πšŠπšŒπš‘πš’πš•πš•πšŽ πš•πšŠπšžπš›πš˜ ꧂
꧁ 𝙷 𝙴 𝙰 πšƒ 𝙷 𝙴 𝚁  -Β  πšœπš˜πš—πšΒ  πš‹πš’ πšŒπš˜πš—πšŠπš— πšπš›πšŠπš’ ꧂

Caratterialmente non si differisce molto dalla massa di uomini dell'epoca, almeno all'apparenza, all'esterno. Sembra comportarsi in modo superficiale, ma ciΓ² varia giustamente dal contesto in cui lo si pone. Durante la vita di tutti i giorni, ad esempio, Γ¨ un uomo relativamente raffinato, elegante, che guarda spesso alle apparenze, e che cerca comunque di tenersi tutto per se. CiΓ² nonostante ha la "nobile" fama di essere un romantico e loquace donnaiolo: si vocifera che ogni sera, a Palazzo Barberini, si sentano le urla di una donna diversa. Ma queste, ovviamente sono voci popolari infondate, in parte. Infatti queste non cambiano ogni notte, ma ogni due, o tre. Durante il carnevale, perΓ², da il meglio di se! Lascia uscire il suo istinto animale piΓΉ primordiale, che non si limita solamente al genere femminile: perchΓ© tagliarsi le gambe se il carnevale Γ¨, per l'appunto, la festa del divertimento sfrenato? Su di lui girano molte voci, ed Γ¨ per questo che non si riesce a concepire perfettamente il carattere del Signore di Venezia. Una delle poche sicure, e veritiere, Γ¨ quella che Giuliano, prima di portare nella propria stanza le giovani donzelle, le corteggi, anche per ore e in seguito ritragga la loro bellezza su tela: sotto questo aspetto puΓ² sembrare molto romantico, ma Γ¨ una cosa a cui tiene particolarmente. Questo lato della sua vita Γ¨ molto attivo. Per lui questo Γ¨ un modo per esprimersi, anche...creativamente. Dal punto di vista relazionale Γ¨ perΓ² diffidente, ha pochi amici ristretti, la maggior parte artisti, pittori, musicisti, attori. Ancora piΓΉ attivo Γ¨ il lato artistico del giovane, non solo commissiona opere d'arte, ma le crea, sotto consiglio dei piΓΉ grandi artisti dell'epoca. E' un uomo di cultura. Almeno una volta a settimana si reca a teatro, del quale Γ¨ un gran beneficiario. In particolare Γ¨ un appassionato di Shakespeare, le sue tragedie lo coinvolgono molto, tanto che ogni qual volta che sono rappresentate a teatro, la prima serata, compra tutti i biglietti dello spettacolo, per contemplarlo in silenzio. Si puΓ² dire che abbia memorizzato quasi tutte le sue opere. In questo senso non ha paura della solitudine, anzi, la brama, l'arte gli basta. Egli ne prova spavento sotto altri punti di vista: il contatto con le persone, fuori dal teatro o dalla sua stanza dei dipinti, Γ¨ fondamentale, deve avere sempre qualcuno accanto a se, che sia la gran folla lungo i canali durante il carnevale, o che sia la piacevole compagnia a letto. Non Γ¨ perΓ² alla ricerca di una moglie, per il momento ha giΓ  troppi modi, per provare piacere e compagnia, che lo soddisfano, una donna fissa sarebbe una limitazione per la sua creativitΓ . Giuliano aspira a diventare un artista, il patrimonio che ha lo dedica all'arte e non riesce ad immaginare la coesistenza di due amori. Non puΓ² essere innamorato dell'arte e di qualcun altro, dev'esserci una scelta, Γ¨ quella scelta non sarebbe di certo una donna. Perdere l'arte Γ¨ una paura ancora piΓΉ grande, se possibile, della solitudine.

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La Baùta è la più tipica maschera del Carnevale di Venezia, città nella quale comparve tra il XV ed il XVI secolo. Tra tutte le maschere di Venezia la bauta era quella che aveva il maggior permesso di vagare per calli e campi: anche nei giorni di San Marco e dell'Ascensione, per l'elezione di dogi e procuratori, quando le altre maschere erano bandite. La maschera in genere viene associata ad un mantello lungo fino in vita, dal tricorno e dalla maschera vera e propria; peculiarità della bauta è il labbro superiore deformato ed allungato in modo da deformare anche la voce di chi la indossa, per non farsi riconoscere. La conformazione della maschera permette anche di bere e mangiare, senza essere tolta, questo per mantenere il totale anonimato. Era utilizzata sia dagli uomini che dalle donne, ed era costume salutare gentilmente chiunque la indossasse, non potendo sapere chi si nasconde sotto ad essa. È creata dagli artigiani o maschereri su misura del volto della persona che la andrà ad indossare per favorire la comodità. La bauta era la maschera più popolare e quella che garantiva un maggiore anonimato. Nessuno era riconoscibile, potendo confondersi con mille altri riflessi di sé stesso. È stata a lungo usata anche al di fuori dei periodi strettamente carnevaleschi, consentendo
a nobili e popolani, stranieri e veneziani,
cortigiane e monache di mescolarsi
e di incontrarsi in una sorta di
livellamento in cui tutte le etΓ  e
tutti i ceti sociali erano rappresentati.

Nato a Venezia, nella residenza estiva di famiglia, il 3 aprile 1704, Giuliano è il primo di cinque figli. Egli non visse però lì per tutta la sua infanzia, ma la famiglia si trasferì definitivamente a Venezia solo da adulto. La madre Lucrezia e il padre Carlo l'attesero a lungo, ed essendo il primogenito -maschio per giunta- fu il centro del loro mondo fino all'arrivo degli altri fratelli. L'unica figlia femmina era Anna, deceduta però in giovane età, per cause ignote al pubblico. La sua infanzia è stata tutto sommato tranquilla, escludendo il singolo accadimento citato prima, passava la maggior parte del suo tempo a giocare con i fratelli, anche se la sua passione per l'arte fa breccia in giovane età nel suo cuore: la famiglia Barberini era, per l'appunto, composta da grandi committenti, tanto che nel palazzo dove viveva il giovane Giuliano era ornato da grandi opere d'arte, gli enormi quadri, appesi alle pareti della sala da pranzo , le statue in stile classico non mancavano di certo nella villa di famiglia. Non ha ancora preso moglie, né ha figli, e ciò per un uomo dell'epoca è alquanto insolito. Spesso le persone, fino anche al XX secolo, si sposavano in giovane età, ma lui non era affatto di quella scuola di pensiero. La madre aveva spesso provato a convincerlo, per lei e per la sua fede era importante, ma Giuliano non la pensava allo stesso modo; inoltre ha abbandonato, o perso, la fede in seguito alla morte della sorella, la quale fu proprio la causa del suo, voleva cambiare aria. Con il tempo si è allontanato dalla famiglia, sia fisicamente che emotivamente, non ha più rapporti con loro. Ma ciò non influenza minimamente la sua vita pubblica. La prima persona che conobbe, una volta tornato nella sua città natale, fu proprio Veronica. I due si incontrarono lo stesso giorno in cui Giuliano sì trasferì, in quel caffè che egli avrebbe poi frequentato per anni. Lei lavorava lì. Per quanto possa sembrare assurdo, il loro era un rapporto completamente platonico, passavano intere giornate a chiacchierare, lui parlava d'arte e lei lo ascoltava, era una grande ascoltatrice. Era un altro tipo di svago per l'uomo, ed è questo il motivo per il quale poi vi passerà gran parte delle sue giornate. E tutto ciò durante il carnevale si ampliava, tra una persona sconosciuta e l'altra, trovava sempre un po' di tempo da dedicare a Veronica. Inutile dire che la avesse ritratta, qualche volta, nei suoi dipinti, ma tra loro non successe nulla di più di questo. Sapeva moltissime cose di lui, dei suoi segreti, e
della sua arte, più di quante ne sapesse la sua famiglia. Perdere anche lei non ha giovato nè alla sua salute fisica, né mentale.

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