𝐎𝐂 [𝐑𝐨𝐥𝐞𝐩𝐥𝐚𝐲] 𝐟𝐨𝐫: -iliade
𝐒𝐭𝐨𝐫𝐲: Way of Blood (Fantasy Roleplay)
𝐖𝐨𝐫𝐝𝐬 𝐂𝐨𝐮𝐧𝐭: 13.096 parole
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È un ruolo che scatena in lui emozioni contrastanti e diverse, quasi quanto i due lati per cui la sua famiglia è riconosciuta. Da una parte, rappresentare tale famiglia lo riempie d'orgoglio e riesce a dargli sicurezza, dall'altra lo carica di una pressione che è non sicuro di riuscire a sopportare. Quasi tutti ormai sono convinti della morte definitiva dei draghi e l'essere una delle prove viventi per negare questa affermazione lo fa sentire orgoglioso della sua stirpe, quasi come fosse una prova per cui né i draghi né i Targaryen moriranno mai, anche quando tutti li crederanno estinti. Dall'altra parte invece, se si dovesse venire a sapere di un loro ritorno, tutti gli occhi sarebbero puntati su di lui e sulle sue sorelle, e quasi sicuramente nessuno di quegli occhi riserverebbe loro uno sguardo benevolo. Oltre a dover mantenere in vita il nome della famiglia, bisogna anche riuscire a risollevarlo dopo il regno tirannico di Aerys II, il Re Folle, compito assai complesso viste tutte le voci che il sistema del padre aveva sparso per il regno riguardo i Targaryen e alla loro follia. Portatore del nome dello stesso pazzo che ha portato male voci a insudiciare il nome della sua Casata, Aerys deve rimuovere tutto il falso e tutte le colpe di cui i Draghi sono ritenuti colpevoli, senza però cadere nel ciclo vizioso della follia di cui anche il genitore vantava. Essere i figli del Drago porta con sé sia vantaggi che svantaggi e non mancano i momenti di paranoia dovuti alla propria posizione e al proprio ruolo, non sa infatti come farebbe senza le due sorelle sia in ambito psicologico sia governativo: probabilmente la follia prenderebbe il possesso dell'animo del giovane ancora prima che lui si imponga contro la sua ambivalente natura. Questi due sentimenti dovuti al suo essere Targaryen vengono però superati dal suo obiettivo, ovvero riportare la sua famiglia nel luogo che spetta loro di diritto di nascita e conquista, seduti sul Trono di Spade. Desidera eliminare l'usurpatore del trono di suo padre, sottrattogli con il tradimento e una pugnalata alle spalle, e riportare il regno sotto il governo giusto quale è sempre stato quello della sua famiglia, prima dell'arrivo del Re Folle. Non è una decisione che ha preso facilmente, anzi durante le varie fasi della sua vita l'opinione sul suo ruolo era molto diversa e mutevole. Per gli anni della adolescenza, che ora rivendica come il più buio e triste periodo della sua vita, riteneva che l'essere un Targaryen fosse una disgrazia e che portasse con sé solo sciagura, come il suo nome del resto. Riteneva "Targaryen" solo un nome, un'etichetta e, solo per il fatto di avere tale cognome, che di conseguenza ogni membro di quella famiglia avesse delle caratteristiche basi, come se fosse ormai solo una copia di tanti Targaryen prima di lui. Ora invece accusa quei suoi pensieri così sciocchi e a sua detta codardi e disfattisti, di un ragazzo che non aveva la forza di riprendere in mano le redini della sua casa. Ha di certo cambiato idea ma vuole in parte spezzare anche lui una leggenda, come suo padre prima di lui, ovvero quella che ogni Targaryen potesse essere o folle o grande. Lui vuole essere entrambi e nessuno, ma non si rende conto che la sua moneta è già caduta da molto tempo su un lato ben preciso. Tante sono state poi le idee che Aerys ha avuto sull'essere ciò che è. Ora che la tensione e i carichi che la sua mente deve sopportare stanno diventando troppo dolorosi da sopportare, la mente del Targaryen ondeggia tra il desiderio di abbandonare ogni cosa per cui aveva lottato per anni da una parte, mentre dall'altra non vorrebbe altro oltre al ripristinare l'antico nome di cui si sta facendo carico. Aerys, in cuor suo, tiene molto più a mente il dover eliminare le false voci sul fratello morto Rhaeghar che eliminare la memoria di suo padre. Lui stesso si sarebbe unito alla Ribellione, se fosse stato abbastanza adulto da poter comprendere chi fosse il genitore. Se chiamarsi come suo padre non potrà aiutarlo a farlo salire sul Trono o portare a termine i suoi obiettivi, Aerys non cederà nel riportare all'innocente Rhaeghar il buon nome che aveva sempre meritato di possedere e che gli era stato tolto per uno stupido capriccio infantile quale era un amore non corrisposto. In fatto di potere, andando avanti con il piano e durante il rapimento degli eredi, gli ideali di Aerys riguardo al Trono sono cambiati drasticamente. Il ragazzo non ha rinunciato al conquistare Westeros, ma non sa se sia effettivamente ciò che vuole. Ciò che non riesce a capire è se lui voglia davvero riprendere ciò che era di suo padre o se questo sia tutto una specie di "indottrinamento naturale". Cosa ci si aspetta da un erede cacciato dalla sua terra? Che riprenda il trono. Cosa ci si aspetta che una persona piena di rancore faccia verso coloro che gli hanno tolto tutto? Che provi forte desiderio di vendetta. Cosa ci si aspetta da un principe che, pur nonostante le ansie e le pressioni, riesce a portare avanti il suo ideale? Che dia coraggio alle altre persone con le sue parole, mostrandosi sempre forte. Cosa sta facendo lui? Tutte le cose che le persone si aspettano. Ciò su cui gli obiettivi di Aerys si basano è ciò che gli altri penserebbero o vorrebbero che lui facesse, che il Trono sia un suo vero desiderio o altro, nemmeno lui lo sa. Per ora, il potere è un'ossessione che sta corrodendo la mente di Aerys, distruggendo un animo già debole e stanco, che si fa uccidere dalla stessa cosa che desidera, rendendo la cura peggiore del male. L'eterna indecisione che sta facendo capolino nei pensieri di Aerys man mano che il piano procede sta portando l'erede della Casata dei Targaryen ad ammalarsi, portandolo a sviluppare la febbre psicosomatica. Più sta male a livello psicologico, peggio lui somatizza le sue emozioni, riducendosi così al minimo delle sue prestazioni, e costringendosi all'uso dell'Ombra della Sera per non collassare a causa dell'eccessivo affaticamento mentale e psicologico che il suo ruolo provoca.
In sintesi, sono quattro le visioni che Aerys ha nel portare il cognome dei Targaryen, oltre ad esserne l'unico erede maschio: l'onore, conferito dall'essere un drago e portarne le effigi; l'onere, i doveri che esserlo comporta, che spesso lo distruggono sia dall'interno che dall'esterno; la grandezza e l'orgoglio, dovuti al fatto che solo i Targaryen portino ancora i tratti della ormai distrutta Valyria, che solo abbiano domato i draghi e solo loro riescano a resistere al bacio del fuoco; l'ultimo è invece la follia che con molte probabilità attende chiunque sia un Targaryen a causa di quella leggenda che tanto si ostina ad odiare. L'animo di Aerys si trova attualmente in uno stato di stallo tra il cadere in balia della follia e restare a galla, ma lo sforzo che gli provoca esser folle e dovervi resistere è talmente spossante per il suo animo ricolmo di rabbia, da farlo andare in tentazione, per poi cambiare subito idea, temendo ciò che è in grado di fare quando la coscienza lascia la sua mente.
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Insane, inside the danger gets me high
Can't help myself got secrets I can't tell
I love the smell of gasoline
I light the match to taste the heat
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Questo nome ha origini tanto antiche quanto brutali, derivante dal nome di una dea maligna dell'antica Grecia.
Le origini del nome Aerys risalgono alla prima metà del V secolo a.C. in tutta l'Attica e derivano dal termine Έρις.
Eris nella mitologia greca è una divinità secondaria che trova diletto nel rovinare la gioia e la vita spensierata delle persone, motivo per cui viene sempre esclusa e ragione per cui compare in un unico, importante, poema: l'Iliade.
Fu proprio Eris infatti la causa primaria della guerra di Troia e anche delle conseguenze disastrose che questo comportò. Da allora il termine Έρις viene utilizzato sia per nominare la Dea Eris sia per indicare ciò che la presenza di costei comporta: discordia, termine che ora è la traduzione italiana dell'antica parola greca. Il nome Aerys quindi è un riadattamento latino del termine "discordia" greco per il prefisso -ae, munito anche di antico linguaggio Valyriano, caratterizzato dal suffisso -ys come termine dei nomi propri. Tristemente infatti anche il nome dell'erede della famiglia Targaryen è Aerys, ovvero "portatore di sventura", esattamente come suo padre. Il ragazzo però tenta di non vedere ciò come un punto a sfavore, ma anzi vuole utilizzarlo come opportunità per dimostrare che i Targaryen non sono ciò che l'immagine del Re Folle ha proiettato di loro, e vuole riuscire a dimostrare di essere in grado di regnare insieme alle sorelle in modo retto e giusto, pur portando un nome così sciagurato.
Ha deciso quindi di portare il nome di suo padre a testa alta, facendosi chiamare "Aerys III del suo nome", e di usare il nome del padre sia come strumento di conquista sia come strumento di redenzione, in modo tale da sanare i danni provocati dal genitore mediante il nome del genitore stesso. Purtroppo però, la stessa sciagura che il suo nome si è portato con sé è la stessa che caratterizzava anche il genitore, se infatti all'inizio Aerys si limitava a qualche rispostaccia o a qualche occasionale reazione esagerata, ora è ben visibile la follia che dimora nel suo sguardo, e tutto il suo agire è un eterno forse. Dopo uno scoppio della follia che sempre aveva dimorato nel suo animo, è partita una silenziosa "scommessa" a quando questo suo lato malato sarebbe uscito di nuovo o quando avrebbe preso il sopravvento. Le disgrazie del nome "Aerys" si sono viste subito con il padre del giovane e con lui stesso il quale, in preda ad un attimo di pazza rabbia, che pure da fuori era parso un malsano divertimento, aveva tolto la vita alla piccola erede di Casata Tully usando la sua stessa daga, incidendo il segno della casa dei Targaryen sulla fronte di lei prima di sgozzarlo, mentre l'erede dei Martell era caduto vittima delle fiamme di Meraxes, il drago di Aerys. Tali eventi sono circoscritti ad un periodo di terribile tensione, ma Aerys non vuole assolutamente ripetere un atto di tale genere, arrivando a promettere che nessuno avrebbe più sfiorato gli eredi sotto il suo comando, nonostante poi anche questa sua promessa venne a mancare, non per sua colpa.
Aerys si è anche preparato un secondo nome in caso fosse necessario nascondere la propria identità al resto del mondo, ovvero Faenyris. Essendo molto piccolo quando lo scelse, non pensò a cosa questo significasse né all'inizio capiva perché non potesse più farsi chiamare con il suo nome. Dovendo fuggire da Approdo del Re ed essendo anche ricercato dai soldati dei Baratheon, non ci si poteva permettere che l'erede venisse riconosciuto, e dopo che gli furono fatti tagliare i capelli, tinti e coprire gli occhi uno con una benda e l'altro arrossato di con fastidiosissime polveri, il piccolo erede necessitava un altro nome che non attirasse su di lui l'attenzione che invece aveva il nuovo re verso la sua morte. Esattamente come il nome del padre, anche Faenyris ha origine dal greco antico e presente in sé il seme dell'antica Valyria. Questo nome deriva dal greco antico Φοίνιξ, tradotto come "Fenice". Aerys ha scelto questo nome inconsapevolmente, dicendo l'unico che si ricordava, ma questa scelta fece sì che, presentandosi, Aerys rivelasse indirettamente il suo obiettivo: come una fenice risorge dalle proprie ceneri, il suo scopo era fare rinascere il nome della famiglia Targaryen tra il fuoco e le fiamme. La Fenice inoltre, oltre ad essere un animale sigillato nel fuoco, rappresenta anche la pace ed un ritorno alla vita, e questo rappresenta più un ammonimento e un promemoria nei confronti di Aerys, ovvero quello di non regnare come il padre e di non fare cadere la moneta dalla parte sbagliata, come rischia che gli possa capire.
A volte, nei suoi scoppi di rabbia, quando torna il disprezzo per suo padre, non vuole farsi chiamare con il suo vero nome nemmeno dalle sorelle. Eppure, oltre a questi rari momenti, Aerys è stato subito felice di sapere di non dover più usare un acronimo come quello che si era scelto, non tanto perché non si sentisse sé stesso, aveva solo sette anni allora e non poteva comprendere concetti complicati come l'identità del nome, ma perché tutta la situazione del camuffarsi lo spaventava ancora di più di quanto lui non fosse, soprattutto perché non capiva cosa avesse fatto di male per essere costretto all'esilio.
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I've always liked to play with fire
Play with fire. I've always liked to play with fire. I ride the edge. My speed goes in the red. Hot blood, these veins
My pleasure is their pain
I love to watch the castles burn
These golden ashes turn to dirt
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•𝑺𝑒𝑙𝑓 𝑜𝑝𝑖𝑛𝑖𝑜𝑛: Targaryen, tra le più antiche e rinomate casate di tutti i sette regni ed ex detentrice del Trono di Spade. La casa dei Targaryen fu la prima a nascere nei Sette Regni e l'ultima che abbia collegamenti con l'antica Valyria. I membri di casa Targaryen, unica famiglia che abbia mai avuto veri contatti con i draghi e che vi abbia instaurato un legame, porta i tratti caratteristici degli abitanti della città da cui loro provenivano, Valyria, ovvero gli occhi viola chiaro e i capelli biondo platino. Questa famiglia ha una storia alle spalle degna delle più importanti canzoni e portare un simile cognome, oltre che un onore, è anche un onere. Dire di avere una discendenza diretta con la famiglia dei Draghi fa di sicuro il suo effetto, ma doverne portare le redini per farla rinascere dalle ceneri ha un effetto sulla psiche ancora maggiore.
Essere conosciuti come i detentori dei Draghi, coloro che non bruciano col bacio del fuoco e portatori del sangue della ormai scomparsa Valyria per poi non essere in grado di compiere gesta eroiche è qualcosa di molto altisonante, e non è ciò che Aerys desidera.
Un cognome importante fa molto spesso strada spianata quando si tratta di salita al potere, ma l'abito non fa il monaco e non può di certo essere solo un nome, ormai infamato, a riuscire a restituire la gloria dell'antica casa.
Soddisfare le aspettative di tale cognome è un'impresa molto difficile per Aerys, visto che desidera di fatto anche spezzare questa leggenda della moneta, che etichetta i membri della sua famiglia ancora prima che questi nascano. Non sa se queste sia una storia vera, e il Re Folle è una prova su mille Targaryen, quindi non può essere di certo valida.
I Targaryen, nonostante le peripezie e le disgrazie abbattutesi su tale nome, rimangono la famiglia più rimarcata e particolare di Westeros, gli unici sopravvissuti di Valyria, gli unici ad aver domato e cavalcato i draghi, gli unici ad essere sulla bocca di tutti, sia da vivi che da morti, e di conseguenza gli unici degni di sedere su un Trono costruito da un loro antenato con le fiamme di un drago.
•𝑻𝑖𝑡𝑜𝑙𝑖 𝑁𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑎𝑟𝑖: Signori di Roccia del Drago, Re degli Andali, i Rhoynar e i Primi Uomini, Signori dei Sette Regni
•𝑴𝑜𝑡𝑡𝑜: Fire and Blood
•𝑯𝑜𝑢𝑠𝑒 𝐵𝑎𝑐𝑘𝑠𝑡𝑜𝑟𝑦: Casa Targaryen di Roccia del Drago è una nobile famiglia di origine valyriana che un tempo governava i sette regni di Westeros . Il sigillo Targaryen è un drago a tre teste che respira fiamme, rosso su nero. Il motto della casa, che riprende i metodi di conquista di Aegon, è "Fuoco e Sangue". Alla fine divenne la prima casa reale dei Sette Regni ,come Casa Targaryen di Approdo del Re.
L'unica famiglia di signori dei draghi sopravvissuta al Destino della Valiria , i Targaryen lasciò la Terra di Valyria dodici anni prima del Destino. Essi risiedevano per più di un secolo a Roccia del Drago sull'isola omonima, fino a quando Aegon il Conquistatore e le sorella-mogli, Visenya e Rhaenys, hanno iniziato la prima delle guerre di conquista in 2 aC. Durante la conquista di Aegon, la famiglia costruì l'Aegonfort nella nuova capitale di Approdo del Re. L'Aegonfort fu in seguito demolito e sostituito dal mastio rosso, che rimase il loro posto principale per la durata della loro dinastia e che ospitò il Trono di Spade. Il loro castello originale fu quasi sempre consegnato all'erede al trono, il Principe di Roccia del Drago. Alla fine i Targaryen costruirono la residenza estiva denominata "Summerhall", che è stata donata a diversi figli più giovani della famiglia nel tempo.
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I've always liked to play with fire
Play with fire. Play with fire
Fire, fire. I've always liked to play with fire
Oh, watching as the flames get higher
Oh, I've always liked to play with (mm)
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Aerys ha venticinque anni ormai inoltrati. Nonostante la giovane età, ci sono attimi in cui sente pesare come un macigno quei suoi pochi anni, e momenti in cui gli sembra di essere ancora bambino. Non sa dire se lui di preciso abbia seriamente vissuto quel periodo di vita che viene chiamato infanzia, perché lui ha sempre avuto un'età mentale molto diversa da quella degli altri ragazzi. Mentre da bambini i giovani di corte ancora si dilettavano nei giochi e nella spensieratezza, lui fuggiva da Westeros senza sapere se mai ci sarebbe tornato. Non ha mai avuto il privilegio di poter avere la sua età: quando era bambino doveva fuggire e nascondersi per mettere in salvo la sua vita, riconosciuto da tutti come l'ultima minaccia per il Trono di Spade; da ragazzo invece, essendo dovuto crescere da un giorno all'altro, aveva sentito il bisogno di riprendersi la spensieratezza che non gli era stato concesso di avere e aveva ripudiato il suo nome e ciò che essere un Targaryen comportava.
A quasi ventisei anni, è una persona che si alterna tra l'essere un ragazzo già uomo ed un uomo ancora ragazzo, mostrando maturità e sicurezza davanti agli altri e condividendo gli interessi di tutte le persone della sua età, concentrandosi attimo di pausa e solitudine, a volte utilizzando la scusa di voler correre per allenarsi per invece andare a sfogarsi e rievocare i giochi che faceva con gli altri bambini. Ci sono momenti in cui nemmeno lui è conscio della sua età, mostra degli slanci di maturità un minuto e non vuole più sapere nulla riguardo a niente e nessuno il minuto dopo. Ci sono dei momenti in cui Aerys si spacca a metà tra il voler tornare un bambino e il curarsi troppo del mondo adulto. Ad esempio, occupa tutto il tempo a sua disposizione nel completamento dell'attività politica, e tende a sentirsi a disagio o in imbarazzo davanti a situazioni che rivelano un comportamento più fanciullesco, come gli scherzi o il poter ridere senza preoccupazioni. Seppur una parte di lui non desideri altro che separarsi da queste pesantezze del governo, non riesce più a trovare la gioia che vorrebbe negli attimi liberi, considerandosi non più adatto a dei divertimenti del genere.
Un altro suo atteggiamento, questa volta infantile, è invece quello di cercare sempre l'approvazione degli altri. Aerys tende a plasmarsi in base alle persone a cui vuole bene o che ammira, in un indiretto modo di sentirsi accettato. Una sua inconscia abitudine è quella di cercare sempre una determinata persona con gli occhi e chiederle silenziosamente se Aerys stia facendo la scelta giusta, oppure cerca di fare ciò che non potrebbe o non vorrebbe portare a termine per poter sembrare anche più apprezzato dagli occhi di qualcuno che già dovrebbe averlo a cuore. Il giuramento di non obbligare Saoirse a fare qualsiasi cosa lei non volesse, nonostante condannasse a morte l'intera Casata in caso di fallimento, venne stipulato da Aerys senza quasi alcun ripensamento, sia perché non voleva "mettere in catene" la sorella alla sua volontà, sia perché in parte sperava che quel gesto potesse farlo "preferire".
Aerys ha l'infantile istinto di cercare sempre di essere approvato, motivo per cui gli approcci con gli eredi aumentarono in seguito alla notte della fuga, non perché volesse guardare il loro stato di salute, ma perché voleva cancellare ciò che aveva fatto e tentare non di entrare nelle loro grazie, ma solo di farsi accettare. Tante delle promesse fatte, dalle più sciocche come un arco o una punizione per qualche mercenario fino ad arrivare ad "annullare" gli obblighi di un regnante o cercare un traditori, erano dovute solo al suo desiderio di non essere messo in cattiva luce o essere disapprovato, non per un suo qualche obbligo morale. Anche suoi altri comportamenti, visibili solo nei momenti di rabbia, come scoppiare in lacrime o farsi venire il pianto per ogni minima parola, sono gesti che vengono fuori solo con le persone a lui più care e di cui si fida, dal momento che non vuole essere per loro oggetto di delusione o fallimento. Non inizierebbe mai a piangere davanti ad altre persone a meno che non abbia un minimo di controllo della situazione, poiché la riterebbe un'azione troppo infantile.
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Right of passage classic havoc
Match in the gas tank
Ooh that's ratchet
Unstoppable legendary animals (mm)
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°•--𝑨𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑓𝑖𝑠𝑖𝑐𝑜--•°
Aerys è un ragazzo dall'indiscutibile bellezza tipica dei tratti di Valyria, che presenta ancora alcuni lineamenti infantili e morbidi, nonostante i ripetuti allenamenti e controlli.
È piuttosto alto, supera il metro e ottantacinque di un paio di centimetri, e ha un fisico più proporzionato e lineare, che non lascia intravedere i muscoli, ancora leggermente indefiniti.
Alla vista infatti Aerys non si può di certo ritenere un ragazzo robusto e muscolarmente forte, ma è molto magro e snello, il che lo rende un avversario difficile da prendere.
Avendo sempre preferito allenarsi con lunghe lance a doppia punta o armi che consentissero una maggiore distanza dall'avversario, ha sempre tenuto in allenamento gli addominali per bilanciare il peso del corpo e le braccia per riuscire a spostare armi molto più pesanti di lui. I muscoli, nonostante questo, non sono visibili, al massimo leggermente accennati sulle spalle, ma per lui non è un problema, l'importante è essere consapevoli delle proprie capacità e non mettersi in mostra.
La pelle di Aerys è molto pallida e facilmente ustionabile, per questo preferisce sempre coprirsi ed evitare troppi contatti con la luce solare. Il colore chiaro della pelle, oltre a combaciare con i capelli, rende molto più visibili le cicatrici che ha sul corpo, che lui detesta e non riesce a vedere. Sono di un bianco cadaverico e sembrano segni incisi, gli danno fastidio.
La più facile è una piccola cicatrice sulla guancia destra, che si è procurato durante la fuga da Westeros, mentre le altre sono costellate per tutto il suo corpo e sono dovute ai motivi più vari, alcune se le è procurate durante gli allenamenti, altre quando giocava da piccolo e si tagliava con nulla, altre in qualche suo scoppio di rabbia e lanciava oggetti di vetro.
Gli occhi sono il suo punto forte quando si tratta di farsi riconoscere e il suo punto debole quando deve nascondere la sua identità, visto il loro colore ormai scomparso. Sono grandi e di un colore viola sfumato leggermente acceso, che rispecchia i tratti della sua terra d'origine. Solo i Targaryen presentano ancora questi tratti di Valyria, quindi essere identificato per lui è molto più semplice, in caso qualcuno lo dovesse guardare in faccia. Anche in questo caso, per lui non sono un vero problema, è fiero di portare un colore così raro e che tra l'altro rappresenta così tanto, e basta un cappuccio e guardare a testa bassa per non farsi vedere negli occhi.
I capelli sono lisci e corti, di un colore biondo platinato molto chiaro. Per tradizione tutti i Targaryen hanno portato sempre i capelli molto lunghi, fino alle spalle o poco oltre, e anche lui per un primo periodo lo ha fatto. Quando era bambino e non aveva preoccupazioni aveva i capelli lunghi quanto quelli del padre, ma quando dovette fuggire se li tagliò, anche se controvoglia. Era sempre in fuga e non poteva permettere che qualche ciocca platino ribelle si intravedesse dal lungo cappuccio che portava, perché sarebbe significato morte certa. Ora che ha a disposizione un esercito e la Baia dei Draghi non teme più di mostrare il suo aspetto da Targaryen, anzi non manca mai di far vedere i tratti dell'antica Valyria, infatti non nasconde più gli occhi viola e i capelli arrivano quasi alle spalle. Da bambino, durante la fuga, il suo aspetto era molto diverso: gli erano stati tagliati i capelli con disordine e fretta, li avevano tinti con alcune sostanze a lui sconosciute, avevano coperto un occhio con una benda e nell'altro erano state gettate delle polveri estremamente urticanti che facevano quasi del tutto sparire il colore viola, lasciando un alone rosso confuso, uno dei motivi per cui non tiene convulsamente al suo aspetto, ma non lascia che qualcuno al di fuori di Aerys stesso si prenda cura di lui.
꧁𝐴 𝒇𝒐𝒐𝒍 𝑖𝑠 𝑛𝑜𝑡 𝑎𝑤𝑎𝑟𝑒 𝑜𝑓 𝑏𝑒𝑖𝑛𝑔 𝒎𝒂𝒅, 𝑠𝑜 𝑤ℎ𝑦 𝑠ℎ𝑜𝑢𝑙𝑑 𝑦𝑜𝑢 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟 𝑦𝑜𝑢𝑟𝑠𝑒𝑙𝑓 𝒈𝒓𝒆𝒂𝒕 𝑜𝑛𝑙𝑦 𝑓𝑜𝑟 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝒔𝒖𝒓𝒏𝒂𝒎𝒆, 𝑤ℎ𝑒𝑛 𝑦𝑜𝑢 𝑑𝑜𝑛'𝑡 𝑘𝑛𝑜𝑤 𝑦𝑜𝑢 𝑎𝑟𝑒 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑙𝑦 𝒘𝒐𝒓𝒕𝒉𝒚?꧂
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Digital justice
Now you're gonna know us
Hail to the king and queen of the ruckus
Yacht Money wired
No denying
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Aerys ha da sempre avuto un carattere piuttosto strano, tanto che certe volte nemmeno lui riesce ad inquadrare quale sia realmente la sua situazione.
Trova spesso molta difficoltà nel capire quale sia il suo vero regime di comportamento, dato che si è sempre visto incoerente su molti punti sin dalla prima infanzia. Non è mai riuscito a descriversi caratterialmente in modo esaustivo, dato che ha dei comportamenti ambivalenti ed opposti riguardo le stesse cose.
È un ragazzo molto cauto e alquanto pignolo, non agisce prima di avere ogni minimo dettaglio sotto controllo, e tende a cercare di supervisionare ogni possibile avvenimento prima di considerare un vero piano d'azione riguardo a qualsiasi cosa, il che lo rende molto spesso nervoso o paranoico.
Non mancano tuttavia le volte in cui, preso dalla rabbia o da qualche altro sentimento negativo, manda all'aria tutto il piano o il discorso che si era preparato, andando a rotta di collo e agendo in modo impulsivo, dicendo ciò che pensa o non dovrebbe dire.
Sono scatti di rabbia che sono sempre stati presenti nella sua vita e che lui ha sempre cercato di calmare tenendo tutto sotto il più maniacale controllo, non c'era motivo di scaldarsi se si era a conoscenza di ogni minimo particolare, e che quindi non si stava trascurando niente. Non è cosciente del fatto che questo suo metodo non faccia altro che aumentare i motivi per cui lui possa perdere le staffe, dato che sin da bambino è sempre stato un ragazzo molto preciso.
Tuttavia, quando sa che ogni cosa è al suo posto o quasi, riesce a ragionare in molto calmo e oggettivo, senza mettere in mezzo alcune sue situazioni personali o stati d'animo, e si concentra nell'agire o nel pensare in modo razionale e preciso, senza preferenze o altro.
Dall'altra parte c'è la giustizia, la tanto rinomata giustizia. Aerys vuole tentare di pensare in modo razionale e giusto proprio per non incappare nell'errore del padre, che pensava ai suoi interessi e alle sue angoscie. Aerys III vuole essere giusto anche contro coloro che vanno contro il suo strano carattere. Per suo difetto personale, quando va in antipatia con una persona è difficile che tale opinione cambi, e tende a non nascondere il suo astio verso qualcuno e tante volte da ragazzo gli è capitato di fare preferenze dettate unicamente dalla simpatia. È un errore che vuole tentare di correre con ogni mezzo ma, arrivando al suo carattere ambivalente, non è raro che durante i suoi scoppi tutti i suoi buoni propositi vadano in fumo e non riesca più a concepire l'idea di uguaglianza incondizionata ed oggettiva, talvolta con qualche pensiero realmente oscuro che si annida nella sua testa.
Sa essere tanto amabile quanto detestabile e, per quanto lui si sforzi di non giudicare le persone al primo sguardo, resta a tratti il ragazzo impulsivo e infantile che era da piccolo. Ci mette pochi secondi a farsi un'idea delle persone, per quanto questa possa essere superficiale e nascondere il fastidio non è di certo il suo forte, così come non mostrare particolare gioia per dover parlare con persone a lui poco gradite, caratteristiche tipiche delle persone ancora troppo infantili.
Cercare di mantenere una certa equità mentale è piuttosto difficile, con un caratteraccio del genere.
Da un'altra parte ancora c'è l'onore e l'orgoglio, i tratti tanto necessari per incoronare un sovrano quanto per spodestarlo. Il primo onore e orgoglio all'interno dell'animo di Aerys è certamente il suo cognome, Targaryen. Essere un erede di tale famiglia lo infiamma e lo fa sentire in parte quasi superiore agli altri, chi altri al mondo può dire di discendere dalla famiglia dei Draghi, ultimi superstiti e rappresentanti dell'ormai scomparsa Valyria, e coloro che non bruciano al bacio del fuoco? Anche qui, Aerys ha un'opione bivalente. Non ritiene un eccessivo problema essere fiero della propria famiglia, perché non si può cercare di risollevare il nome di una casa a cui non si è fieri di appartenere, mentre cerca di fare sì che questo orgoglio non lo intralci. Come già detto, il cognome fa il suo effetto ma questo non fa sì che Aerys abbia tutto già per dato, e pretendere troppo per il proprio nome fa sì che si rimanga con nulla.
L'altra sua opinione ancora è l'onore e l'onere di avere tale ruolo. Essendo già di per sé una persona alquanto paranoica e tendente a perdere la pazienza in certi momenti, la pressione che sente sulle spalle non migliora di certo la sua situazione, al contatto non fa altro che farlo stare peggio. Sente tale responsabilità come un macigno che pesa sulla coscienza e non sa come abbia fatto a non crollare. Per quanto tenti di mostrarsi tranquillo e per quanto odi essere compatito e farsi vedere vulnerabile, senza la presenza delle sorelle non sarebbe riuscito a reggere un giorno.
Vuole mostrarsi indipendente ma si appoggia alle spalle delle due gemelle in modo indiretto, e vede la loro presenza come una manna dal cielo. Sono le uniche che lo riescano a capire e le uniche con le quali lui sia in grado di restare calmo. Per quanto le leggi preferiscano un Re invece che una Regina, Aerys è consapevolissimo che le due sorelle sarebbero molte più adatte di lui a regnare, un re che ha costante bisogno dell'appoggio di qualcuno e che non sa nemmeno descriversi rischia di diventare un pericolo per gli altri.
È per questo che Aerys ha sempre trovato molto difficile riuscire a inquadrarsi. Ha dei comportamenti molto incoerenti tra loro e spesso opposti ai modi in cui si comportava prima. Talvolta riconduce tutto questo alla famosa leggenda della moneta che tanto vuole spezzare: il suo carattere oscilla in quello di un uomo destinato ad essere grande, nel tentativo di essere buono e giusto, e in quello di un uomo folle, che si rispecchia nei suoi scoppi.
Quello che Aerys non ha preso in considerazione è che i tratti del suo carattere associabili ad un uomo grande non sono realmente parte del suo carattere, ma ostentazioni. Aerys non è una persona giusta con tutti viste le sue antipatie, ma tenta di esserlo; non è sempre calmo e razionale ma finge di esserlo davanti agli altri. Nulla di lui rispecchia l'immagine di una persona la cui moneta è caduta dalla parte della grandezza, ma il suo non credere a questo mito non gli ha fatto ancora capire che è molto più legato al padre di quanto lui non dica, e non solo per il nome.
La rabbia è sempre presente nell'animo di Aerys, sia con una motivazione sia senza che ci sia qualcuno di preciso a a farlo scatenare. A causa della facilità con cui si innervosisce, non è difficile che anche le piccole cose a fargli perdere la pazienza e spesso il ragazzo deve ricorrere a vari metodi per calmare la sua tendenza ad infuriarsi. Aerys ha una natura violenta difficile da placare e con l'arrivo della rabbia ha sempre l'impulso di rompere oggetti o alzare le mani sulla persona che si trova davanti, quindi tende a ficcare le unghie sulla carne della mano, giocare con l'orlo della veste, camminare nervosamente, battere le mani, fare rumore o fare qualsiasi altra cosa che lo tengano impegnato e gli impediscano di scoppiare.
Quando la rabbia trabocca si può vedere distintamente negli occhi del ragazzo il passaggio di Aerys dalla rabbia contenuta e alla formalità che usava per restare calmo, ad una persona animalesca e iraconda, che urla senza motivo, parla tranquillante e poi strilla, minaccia di fare del male o di uccidere, parla con tono ironico di argomenti seri, inizia a ridere nervosamente per qualsiasi cosa o arriva veramente a fare male, persino ad uccidere.
Aerys è una persona sempre stanca a causa dei continui sforzi che deve fare: seppur possa sembrare intoccabile o estremamente calmo dal tono di voce, nella sua mente digrigna i denti per sopportare la rabbia che cresce e fa in ogni modo per non perdere la calma. Si arrabbia con nulla, una risposta sbagliata o una provocazione sono sufficienti per mandarlo in bestia, quindi deve continuamente soffocare ogni sentimento di fastidio, arrivando ad accumulare tantissima rabbia repressa. Se si potesse descrivere ciò che prova Aerys ogni istante, è lo stesso iracondo fastidio che si prova nello sbagliare continuamente un esercizio pur dopo aver tentato tantissime volte, essersi fatto spiegare il procedimento eppure non capir nulla; quell'esasperante desiderio di prendere e lanciare per il fastidio tutto ciò che ti capita davanti solo per sfogare l'immenso fastidio che rode dall'interno e fa desiderare di urlare. Aerys è una persona che soffre d'ansia per ogni cosa che fuoriesca dalla sua rigida scala di controllo, e spesso lui stesso tende a contraddire le sue stesse paranoie. Se può essere una persona severa e rigida, che punisce chi deve e anche in modo severo, ma si dimostra anche una persona assai scostante. Se per esempio ordina una prigionia molto rigida, imponendo e ricordando ciò che va fatto, dopo un periodo di tempo anche lui tende ad alleggerire il tutto fino a far sparire la punizione.
Uno dei suoi difetti peggiori è quello di rinfacciare alle persone ciò che fanno, ma ovviamente anche questo rientra tra le azioni che compie solo e soltanto nell'ambito privato. Vi è infatti un'enorme differenza tra la persona che si mostra e la persona che è: alcune volte capita che l'ansia trapeli fuori da una corazza che si sta sempre di più spaccando, ma sono momenti che odia. Un re o un principe non possono permettersi di mostrarsi in ansia o in difficoltà di fronte a delle persone che confidano nel loro buon senso. Una sua caratteristica è inoltre quella di cercare sempre l'approvazione delle persone a cui lui tiene, il suo lato bambino che pretende le attenzioni che un piccolo necessita. Aerys, essendo state le sorelle la sua unica ancora di salvezza, vi è molto affezionato e non riuscirebbe a tirare avanti se queste dovessero morire, al contrario, ha affermato più volte che si toglierebbe la vita. Per questo, quando agisce, subito dopo aver dato un ordine, fatto un discorso o qualsiasi altra cosa, cerca sempre gli occhi di qualcuno a lui fedele e lo fissa quasi implorante di un sorriso o di un cenno di approvazione, per sapere di aver fatto la cosa giusta. Se Aerys è normalmente una persona che ragiona con la sua testa, quando si tratta delle persone a cui tiene questo concetto non vale. Avendo paura di essere abbandonato, da sempre ragione a ciò che dicono gli altri, almeno inconsciamente, e non anche se lui pensa una cosa diversa. Se lui prima non è d'accordo con le sue parole, poi subito si convince che questi abbia ragione e lui torto, spesso plasmandosi in base a ciò che gli altri dicono, adattandosi al loro pensiero o spesso imitandolo, come nella speranza che, in caso il suo modo di riflettere si avvicinasse a quello degli altri, loro lo avrebbero accettato.
C'è poi un altro tratto di Aerys che è purtroppo inconfondibile, ed è dovuto al suo desiderare di dare l'ideale della perfezione agli altri, ovvero la febbre psicologica o psicosomatica. Si tratta di un disturbo che affligge i più ansiosi o chi soffre di particolari disturbi a livello psicotico, che consiste nel debilitare il corpo di una persona. Più è agitato psicologicamente, peggio sta fisicamente, arrivando ad "ammalarsi di sé stesso", somatizzando la pressione che lui prova e trasformandola nel malessere che poi gli metterà ancora più pressione, in un ciclo senza fine.Aerys inoltre è contraddistinto da una grande incapacità nel suggellare dei rapporti umani: oltre ai mentori e alle sorelle, non ha mai conosciuto nessuno. Quindi, quando per la prima volta si è trovato a rapportarsi con i suoi coetanei, si è mostrato impacciato, timido, e anche troppo propenso a fidarsi senza ragione delle persone. Aerys è un ragazzo chiuso, che fatica a mostrare i suoi sentimenti, che non capisce minimamente il divertimento e incapace di sciogliersi e rilassarsi. Non dirà mai direttamente di voler bene ad una persona perché non sa da cosa si capisca che lui provi un sentimento simile, non è minimamente in grado di dare voce alle sue emozioni, sotto ogni aspetto. Solo per i mentori si capisce subito quanto egli sia attaccato a loro, ma già dal comportamento dei suoi tre tutori si capisce perché Aerys abbia queste difficoltà. I genitori di lui non lo hanno mai curato a dovere e per Aerys i genitori sono coloro che ti crescono, non che ti danno alla luce, e i suoi mentori erano quell'esatto caso. Purtroppo, il primo mentore lo aveva cresciuto solo per amore della defunta madre del ragazzo, il secondo non mostrava il benché minimo affetto nei suoi confronti (quando Aerys lo aveva chiamato "padre", il mentore si era limitato ad aggrottare la fronte), mentre il terzo lo aveva cresciuto solo come una sfida. Nessuno vede Aerys come lui vede le persone a cui tiene, e la stessa cosa vale per le sue sorelle, quindi il ragazzo aleggia in un perenne senso di inadeguatezza verso tutti. Aerys sa di essere cresciuto in un bozzolo dentro al quale tutti, volenti o nolenti, lo amavano, ma non sapeva se al di fuori di questa bolla ci fosse qualcuno disposto ad amarlo. Quando infatti lui e le sorelle erano cresciuti abbastanza da essere indipendenti, quella pace si era spezzata ed entrambe le sorelle avevano iniziato ad odiarlo. Ciò non aveva fatto altro che convincerlo che nessuno potesse mai voler bene ad una persona come lui, quindi esprimere anche solo una sua idea verso un rapporto umano gli è impossibile. A causa della sua storia, non ha mai nemmeno avuto amici e, nonostante le sue incapacità nel rapportarsi con gli altri, cerca costantemente una qualsiasi forma d'affetto nei suoi confronti, per sconfiggere la sua paranoia di inutilità come persona e utilità come regnante. È stato solo per molti anni e, dato che tutte le spalle su cui si era appoggiato si sono allontanate da lui appena ne hanno avuto l'occasione, ha iniziato a temere di essere una persona odiosa anche verso coloro per cui sacrificherebbe la vita. Sono pensieri e paranoie che nessuno conosce, Aerys non ne parla mai con nessuno. Sono brutte bestie con cui si confronta da solo piangendo, la notte, mentre combatte con le paranoie delle guerra e il dolore della perdita della sua famiglia.
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°•--𝑩𝑎𝑐𝑘𝑠𝑡𝑜𝑟𝑦--•°
Aerys nacque a Roccia del Drago, pochi anni prima che il Regno del padre venisse totalmente stravolto. Passò il suo primo anno di vita nell'isola insieme alla madre, di cui ora fatica a ricordare i tratti del viso.
A due anni venne portato ad Approdo del Re, nella corte di suo padre. Allora era ancora troppo piccolo per poter capire che tipo di persona egli fosse, quindi si limitava ad ammirarlo come se fosse un eroe. Ricorda benissimo che, quando era piccolo, il padre gli pareva così grande e imponente seduto su quel Trono, che avrebbe potuto fare invidia alle più grandi divinità celesti e che avrebbe potuto terminare i suoi nemici solo con il pensiero. Il che non era molto distante dalla realtà, visto che bastava essere nelle antipatie del sovrano per sparire magicamente dalla vista del mondo. Passò pochi anni nella Capitale e a corte, visto ciò che accadde dopo. Venne portato quando era ancora un bambino, a sette anni, via dalla Capitale per mano di un alleato di suo padre, il quale lo ricondusse d'emergenza a Roccia del Drago. La fuga fu tanto rapida che nemmeno capì cosa stesse accadendo, ma sentì il rigido rumore di un'armatura che crollava al suolo. Lui non voleva lasciare suo padre, il genitore era sempre molto impegnato e non gli rivolgeva mai troppe attenzioni, e poi suo padre, ancora simile ad un dio ai suoi occhi, doveva essere molto angosciato per qualche tradimento, visto che il piccolo dalla finestra di camera sua riusciva a vedere grandi fiammate verdi spargersi per un grande perimetro della città. Fu in quegli anni di stanziamento ad Approdo del Re che apparentemente nacque la prima stilla di follia nel giovane Aerys, il quale vedeva lo "spettacolo di fiamme verdi" come qualche annuncio di una festa, visto che era sempre susseguito da grida di tutta la città. Il piccolo non capiva che l'alto fuoco non poteva di certo essere l'annuncio di una qualche parata ed un segnale di morti ingiuste per mano dell'angoscia e follia del genitore, ma lui si divertiva tanto a vederli perché ai suoi occhi ancora immaturi era tutto un gioco, oltre che normale quotidianità.
꧁"𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑠𝑎𝑟𝑜' 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒, 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑟𝑒𝑔𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑚𝑖𝑜 𝒑𝒂𝒅𝒓𝒆, 𝑙𝑎 𝑐𝑖𝑡𝑡𝑎' 𝑒' 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝒑𝒂𝒄𝒆 𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑏𝑖𝑡𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑓𝑒𝑠𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑞𝑢𝑎𝑠𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒"
𝐷𝑖𝑠𝑠𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑖𝑐𝑐𝑜𝑙𝑜, 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑠𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑒𝑐𝑐𝑖𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑛𝑢𝑏𝑒 𝑣𝑒𝑟𝑑𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑖𝑒𝑙𝑜, 𝑡𝑟𝑜𝑝𝑝𝑜 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒' 𝑖𝑙 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑜 𝑣𝑒𝑑𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑙'𝑒𝑑𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖𝑜 𝑐𝑟𝑜𝑙𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑎 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑖𝑎𝑚𝑚𝑒꧂
Ovviamente il bambino non capiva quello che stesse accadendo, ne comprendeva che la pace potesse trovarsi ovunque tranne che nella testa del genitore. Quando venne a sapere della sua morte per mano di un suo alleato, non riuscì a credere a quanto fosse corrotta tutta la corte e di quanto suo padre fosse detestato e di quanto amore e terrore siano facili da scambiarsi. Il ragazzo ebbe la fortuna di poter conoscere, per modo di dire, la sua casa, ovvero Westeros, anche se i suoi ricordi si limitano unicamente alla capitale. Qualche giorno prima della nascita delle sue sorelle, gli venne raccontato ciò che era realmente suo padre e cosa fossero veramente tutte quelle fiammate e strane processioni. Quella triste chiacchierata era l'unico ricordo che conservava di tutti quei mesi: la fuga era stata molto frenetica e non riusciva a capire cosa stesse succedendo, vedeva cavalieri e li sentiva parlare di rivolte, colpi di stato, assassini, ribellione, e di uno strano cervo che era riuscito ad uccidere un drago. Per un attimo quell'affermazione gli era sembrata insensata: un drago non può essere ucciso da un semplice cervo.
La nascita delle due gemelle, quando aveva otto anni, fu il suo unico punto di luce in quegli anni così confusi, e ogni volta che le guardava, le vedeva così immacolate e pure che non riusciva a credere che suo padre fosse realmente il mostro che era gli era stato descritto. Come poteva una persona simile dare al mondo le sue piccole sorelle? Poi la madre morì e le rimasero solo le due piccole neonate e qualche alleato che non conosceva o di cui non aveva mai sentito parlare in tutta la sua vita. E ancora, sopraggiunse la morte di Rhaeghar, suo fratello maggiore e suo compagno di giochi alla Capitale. Poche furono le volte in cui Aerys pianse nel corso della sua vita, e le uniche di cui porta ancora memoria sono proprio i momenti in cui sia la madre che il fratello, che aveva per lo meno potuto conoscere, lo lasciarono da solo.
L'adolescenza fu il periodo più straziante per lui. Ora che era più cresciuto aveva iniziato ad assimilare ciò che gli era stato detto di suo padre e si sentiva sporco all'idea di essersi divertito a vedere l'alto fuoco e ad ammirare un nostro simile, mentre una parte di lui ancora non si capacitava di ciò che suo padre aveva fatto. Fu proprio in balia di tali pensieri e della sua infanzia strappata che per un paio di anni Aerys ripudiò il nome della sua famiglia, ritenendolo una sventura peggiore del suo nome. Durante l'adolescenza e gli ultimi anni da bambino egli dovette anche affrontare la cruda realtà di essere l'erede maschio, quindi il primo che veniva puntato. Per anni arrivarono mercenari e soldati a tentare di ucciderlo, la maggior parte dei quali venivano uccisi dai suoi alleati prima che potessero toccare lui o le due gemelline. Solo uno, di cui ancora ricorda volto e nome, riuscì, a dodici anni, a raggiungerlo. Aerys era cresciuto di qualche anno dalla fuga ma ancora non sapeva destreggiarsi, e riponeva sé stesso ancora nell'infantile fiducia che la sua vita potesse tornare a come era prima. I capelli erano nascosti ma per suo capriccio non portava la benda su un occhio né si era gettato la polvere nell'altro, ritenendola troppo dolorosa, risultando quindi molto semplice da poter riconoscere. Quel mercenario si propose di essere suo amico, unica cosa che il bambino desiderasse in quel momento, e quando furono in un luogo dove non poteva chiamare nessuno, egli si trovò una spada puntata alla gola. Anche in quell'occasione pianse, ma non se lo ricorda. In realtà erano poche le scene chiare nella sua mente riguardo a quel giorno, si ricordava che la cicatrice molto piccola sulla guancia fosse dovuta a quello e, dopo essere stato ferito ad una gamba, era riuscito a raccogliere un masso, che violentemente batté contro la testa del suo assalitore, uccidendo così la sua prima vittima e facendo brillare la fiamma di follia che era sempre dimorata dentro di lui, prima che il suo pianto attirasse l'attenzione di qualcuno e lo portasse in salvo.
Fu solo arrivato ai diciotto anni che si riscosse e accusò il suo comportamento da ragazzino disfattista. Aveva passato una vita a fuggire da persone che non conosceva e che avevano servito il suo genitore prima di assassinarlo alle spalle, e iniziò a crescere in lui il desiderio di riprendersi ciò che era loro di diritto, e di farla pagare a chi aveva ridotto il nome del Drago ad un animale che si faceva sottomettere da un semplice cervo. Partì così il piano di rapire gli eredi, fomentato dalla sua enorme felicità nell'avere accanto sia le sorelle sia i draghi, ma anche quella si mostrò più ardua. Dopo il suo primo omicidio, Aerys si era limitato a degli scoppi di rabbia occasionali, ma di nuovo la sua follia venne fuori, portandolo così ad uccidere due eredi senza un reale motivo. Insieme al passare dei mesi, iniziò anche la sua attenzione verso quel lato che non aveva mai considerato a pieno, poiché quasi mai presente nella sua mente o nel suo animo, prima che questo esplodesse tutto in una volta, insieme alle ansie e alle paranoie, riducendolo in ginocchio.
꧁---------------------«𑁍»----------------------꧂
°•--𝑪𝑢𝑟𝑖𝑜𝑠𝑖𝑡𝑎'--•°
[⸙] 𝑹𝐴𝐶𝐶𝑂𝑁𝑇𝐼 𝐷𝐸𝐿 𝑃𝐴𝐷𝑅𝐸
Quando era piccolo e viveva con il padre, questi gli raccontava che, se un giorno avesse bevuto l'alto fuoco o avesse vissuto a stretto contatto con le fiamme, sarebbe rinato sotto forma di drago. Aerys era rimasto talmente colpito e ammaliato da quelle parole che, quando aveva quattro anni, aveva cercato di afferrare con entrambe le mani le fiamme di una torcia. I servitori erano rimasti terrorizzati e lo avevano allontanato, ma lui non si era fatto niente
[⸙] 𝑳𝐸𝐺𝐺𝐸𝑁𝐷𝐸
La poca educazione che ricevette a corte si basava sull'imparare i nomi di tutti i Draghi, farsi rispettare dai nobili e di farsi raccontare dal genitore storie assurde quali creature che dormivano nel ghiaccio per millenni per poi rinascere annullando i confini tra la vita e la morte. Solo da ragazzo si rese conto che quasi tutto quello che aveva imparato a corte erano pura conseguenza della follia di suo padre e leggende
[⸙]𝑫𝐼𝑆𝐿𝐸𝑆𝑆𝐼𝐴
Sin da piccolo ha avuto molta difficoltà nell'imparare a leggere quindi si faceva raccontare le storie, anche da ragazzo ci mise anni per riuscire a vedere le lettere in modo corretto, senza che queste si mettessero a correre da una parte all'altra del foglio. Anche ora che sa leggere bene, preferisce evitare di farlo davanti ad altri o ad alta voce
[⸙]𝑳𝐸 𝑆𝑇𝑂𝑅𝐼𝐸 𝐷𝐸𝐿 𝑁𝑂𝑅𝐷
Ricorda di aver quasi fatto strappare la barba al maestro di corte dall'esasperazione per farsi raccontare le leggende delle casate che vivevano nel ghiaccio invece che nel fuoco, visto che ne era molto incuriosito
[⸙]𝑪𝑂𝐿𝐿𝐴𝑁𝐴 𝐷𝐸𝐿 𝐹𝑅𝐴𝑇𝐸𝐿𝐿𝑂
L'unico oggetto che si è portato via da Approdo del Re è uno strano gioiello simile ad una mezza collana a forma di mezza luna, con inciso un lungo drago dalle ali spiegate. Non lo indossa quasi mai perché per lui ha un legame affettivo molto forte, ma gli riporta alla mente ricordi tristi
[⸙]𝑬𝑆𝑃𝐿𝑂𝑅𝐴𝑅𝐸
Un suo desiderio, oltre a quello di salire al Trono, sarebbe quello di non avere nessuna responsabilità e poter vivere come un ragazzo normale, ed esplorare tutto quel continente che dice di conoscere solo perché ci ha vissuto un paio di anni. "Conoscere Westeros? Ci ho abitato troppo poco per poter anche solo dire di averci fatto un salto".
[⸙]𝑨𝐺𝐼𝐿𝐼𝑇𝐴'
È dotato di uno straordinario equilibrio e velocità. Le sue attività preferite nel tempo libero sono la danza e la corsa nei boschi, quindi ha sviluppato queste due qualità che gli tornano molto utili anche in battaglia
[⸙]𝑽𝐴𝐿𝑌𝑅𝐼𝐴𝑁𝑂
Gli è stato insegnato l'alto Valyriano e popolare quando era bambino, non solo era la lingua madre della sua famiglia, ma gli piaceva anche molto. Talvolta durante i suoi scoppi d'ira o quando è sovrappensiero, comincia a parlare in Valyriano senza rendersene conto
[⸙]𝑫𝑅𝐴𝐺𝐻𝐼
É molto orgoglioso dei tre draghi che lui e le sorelle hanno cresciuto come se fossero loro figli, vi è molto attaccato, in particolar modo al suo. Per tale ragione, seppur le creature siano molto utili in una battaglia, ha sempre paura che questi vengano feriti o uccisi nel corso dello scontro
[⸙] 𝑶𝑀𝐵𝑅𝐴 𝐷𝐸𝐿𝐿𝐴 𝑆𝐸𝑅𝐴
Con l'arrivo delle paranoie e delle ansie, ha iniziato a fare uso di Ombra della Sera per restare sveglio e usufruire di questa sostanza anche per dormire quelle poche ore che lo separano dallo svegliarsi
[⸙]𝑰𝑁𝐶𝑈𝐵𝐼
I suoi sogni non sono mai stati tranquilli da quando è fuggito ad Essos: questi hanno raggiunto un momento di calma alla nascita delle sorelle e il dono delle uova di drago, ma sono poi riprecipitato, costringendolo a star sveglio. I più comuni sono essere tradito come suo padre, essere ucciso da un mercenario, essere rapito e torturato, suicidarsi, oppure, il peggiore, vede la morte delle sorelle e dei draghi
[⸙]𝑴𝑈𝑆𝐼𝐶𝐴
Nel poco tempo libero di cui dispone, solitamente si chiude nelle sue stanze e danza per scaricare la tensione, usando una lancia di cui incendia le punte, legge libri che prende dalla biblioteca della Piramide, suona la lira o la cetra, oppure, nei casi più rari, riesce anche a riservarsi qualche ora di sonno
[⸙]𝑺𝐹𝑂𝐺𝐻𝐼
Aerys parla con il suo drago. Dal momento che ha sempre visto quelle creature come una benedizione e che le sorelle sono distanti da lui, si appoggia molto alla sua Meraxes, parlando con lei e confidandole i suoi problemi, i suoi fastidi, le sue opinioni sulle persone o semplicemente si accovaccia accanto a lei e si riposa, conscio di essere al sicuro grazie all'istinto materno che il drago femmina, seppur "sterile", prova nei suoi confronti
[⸙]𝑬𝑀𝑂𝐹𝑂𝐵𝐼𝐴
Aerys ha la fobia del sangue, vederlo gli causa conati di vomito, capogiri e attacchi di panico, motivo per cui si tiene molto distante dalle Fosse di Combattimento e motivo per cui non uccide se non è strettamente necessario. Quando perde il controllo di sé stesso però, Aerys trova gioia e calma nel vederlo e nell'essere lui a farlo scorrere. È una fobia che cerca sempre di domare, perché lo porta a ingigantire i suoi stessi sbagli, e non esiste guerra senza spargimento di sangue.
[⸙]𝑨𝑈𝑇𝑂𝐹𝑂𝐵𝐼𝐴
L'autofobia è un disturbo che può avere due diversi significati: la paura di passe il resto della propria vita da soli e la paura di sé stessi, e per Aerys valgono entrambi i casi. Da un lato, è convinto che le persone lo amino solo perché sono costrette a farlo e che, al primo momento, se ne vadano e lo lascino solo, ed è quello che in parte è successo al ragazzo, quando le sorelle si sono allontanate da lui, prima Rheyne, ignorandolo senza apparente motivo e poi Saoirse, che gli rese palese cinque mesi dopo l'odio che aveva provato nei suoi confronti e che probabilmente continuava a provare. Già di suo si sente terribilmente solo, ogni persona che si era avvicinata a lui al di fuori del suo bozzolo se ne erano andati o avevano cominciato ad odiarlo, e non vuole pensare all'idea di passare il resto della sua vita senza nessuno. La morte dei suoi genitori e di suo fratello avevano lasciato già un vuoto abbastanza grande perché altre persone se ne andassero, ampliando tutto. Sintomi di ciò sono anche ansia, depressione e mancanza di sonno. L'altro lato è la paura di sé stessi. Aerys aveva una paura tremenda dell'essere che dimorava in lui, della persona che traeva sollievo nel vedere le persone uccise e divorato dalle paranoie, tanto da non fidarsi nemmeno di sé stesso. Era terribile l'idea di diventare una persona simile, di essere cosciente di ciò che sta facendo nel suo momento di follia, ma di non avere il contratto del suo corpo e della sua bocca. Aerys aveva paura di diventare come suo padre e la sola idea di poter impazzire di nuovo lo porta alle stesse paranoie che vorrebbe evitare, portandolo sempre sull'orlo di un esaurimento nervoso. Del suo timore verso sé stesso e quello che potrebbe diventare sono a conoscenza davvero pochissime persone e nessuna di queste lo sa perché è stata il ragazzo a dirlo, ma perché lo aveva lasciato intuire. Della sua solitudine e paura di stare da solo invece nessuno è al corrente. Crede che le reazioni degli altri nel sapere di una cosa del genere siano tutt'altro che positive e di essere additato come infantile o sciocco.
[⸙]𝑭𝐴𝑆𝐼 𝐷𝐸𝑃𝑅𝐸𝑆𝑆𝐼𝑉𝐸
Durante un periodo della sua adolescenza, Aerys cadde in quella che fu definita dal suo guaritore la prima di altre possibili depressioni. Ciò iniziò quando il ragazzo aveva compiuto tredici anni, l'anno dopo in cui l'unico mercenario che era riuscito a raggiungerlo aveva tentato di ucciderlo. Fino ad allora Aerys sapeva solo della morte di tutti i suoi parenti, in particolare di quella della madre, dal momento che l'aveva vista di persona, ma non aveva ben chiara la situazione politica della faccenda. Era triste e segnato dall'idea che i mercenari non si fermassero e quasi tutti i membri della sua famiglia fossero morti, ma in quegli anni venne a sapere chi fosse realmente suo padre. Un pazzo che ammazzava le persone senza motivazione, che arrivava pure a minacciare di diseredare Rhaeghar per delle sue assurde teorie. Venuto a conoscenza di ciò, Aerys entrò in una fase di rigetto ed odio verso la sua famiglia e verso suo padre, causa di tutto quello che stava passando. Faceva bene Lance a volerlo morto, pensava. Si era totalmente rifiutato di ascoltare i propositi della riconquista del trono e si trovò da solo a dover digerire il fatto di essere il figlio di un pazzo e di aver ereditato la sua follia. Testimone ne era quel mercenario, che aveva lapidato lui stesso per poter fuggire. La morte della madre e del fratello pesarono molto di più su di lui, come la consapevolezza che, se si fosse fatto catturare, le sorelle non avrebbero corso nessuno dei rischi a cui stavano andando incontro. Passava le giornate chiuso in camera sua a pensare in che schifo di famiglia fosse nato e a rimuginare sul fatto che portasse solo disgrazie: tutti quelli che amava erano morti, i pochi rimasti in vita stavano soffrendo a causa sua. Faticava a mangiare, a dormire, a rilassarsi e stare tranquillo e ogni giorno era un terribile incubo di brutti pensieri e mancanza di forze fisiche e mentali. La vicinanza delle sorelle e dei mentori e delle sorelle fu indispensabile per poterlo tirare su da quella brutta situazione, a quasi diciassette anni, ma il guaritore aveva già informato che si trattava di una condizione che sarebbe potuta tornare, anche grazie al disordine mentale di Aerys.
[⸙]𝑵𝐸𝑆𝑆𝑈𝑁𝑂
Per obblighi politici, ha sempre dovuto conoscere quale religione fosse presente in una determinata città di Essos, culto dei Mille Volti compresi. Pur non avendone la certezza, è possibile che abbia incontrato un Uomo senza Volto, durante il suo viaggio di conquista. Ad Astapor vi fu uno scontro in una delle piazze in cui il maestro schiavista aveva proposto al Targaryen di incontrarsi. Gli Immacolati, che ancora obbedivano solo agli ordini, puntavano la armi con chiunque nella piazza. Impedì che si accanissero contro un ragazzo, perché non voleva che una persona così giovane rischiasse di morire in un simile ambiente. Egli gli disse che aveva salvato, anche se quel verbo "salvare" venne pronunciato con sarcasmo, e che quindi per mantenere l'equilibrio doveva esserne strappata un'altra. Con scetticismo, Aerys domando che venisse ucciso il mercante di schiavi, ma non era fiducioso. Il giorno dopo, il mercante fu trovato con la gola mozzata.
꧁---------------------«𑁍»----------------------꧂
°•--𝑨𝑏𝑏𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜--•°
Quando era a corte era solito indossare abiti che lui definiva scomodi. Erano fatti di ottimi tessuti certo, ma li sentiva troppo pesanti con tutti quegli ornamenti, quelle decorazioni, quelle pesanti cinture che per poco non pesavano più di lui.
Arrivato ad Essos invece iniziò ad indossare abiti definiti da lui molto più confortevoli, fatti di lino e tessuti più soffici e freschi, che lo facevano sentire molto più leggero. Erano abiti che non necessitavano grandi decorazioni, pesanti gemme o cinturoni dorati per essere comunque pregiati, ed una tunica era decisamente più comoda per allenarsi che una scomoda armatura. Con il passare del tempo e l'arrivo della malattia, ha iniziato a preferire tessuti più caldi e invernali e mantelli più pesanti poiché, nonostante il clima di Essos sia comunque abbastanza afoso, Aerys sente sempre freddo.
꧁---------------------«𑁍»----------------------꧂
°•--𝑻𝑖𝑡𝑜𝑙𝑖--•°
Il ragazzo, oltre al padre, ha perso anche tutti i titoli nobiliari di rito e anche tutte le altre motivazioni per cui qualcuno potesse dargli anche solo un soprannome. Tutti ritengono i Targaryen morti, e quei pochi che li sanno vivi, non li vedono di certo di buon occhio, anzi, li vorrebbero morti. Nonostante questo, ai Targaryen sono rimasti alcuni titoli detti "onorari" per la loro famiglia e per il loro passato, che a loro vengono associati più per abitudine che perché ora possano dire di potersi rivestire di tali cariche.
꧁Figlio del Drago꧂
Titolo che non serve nemmeno essere spiegato, la famiglia Targaryen discende dall'antica Valyria e sono stati gli unici ad essersi avvicinati ai draghi, averli cavalcati ed essere sopravvissuti al loro fuoco. Per darsi forza durante la fuga continuava a ripetersi di essere il figlio del Drago e che quindi non poteva essere sconfitto. Non sapeva nemmeno lui perché lo dicesse, visto che non sapeva nemmeno il significato di quelle parole, ma suo padre le pronunciava sempre e ogni volta che lo faceva il suo potere sembrava aumentare, quindi sperava che ripetere le sue parole gli desse forza.
꧁Danzatore di fuoco꧂
Soprannome alquanto strano che non deriva dal passato dei Targaryen, ma da qualche sua esperienza quando era ragazzo. La danza, seppur considerata un'attività femminile, lo aveva sempre attratto, in particolare quella di Essos e Dorne, molto più elegante e complessa dei classici giri e rotazioni di quella a Westeros. La danza del continente orientale prevede più equilibrio e abilità, più movimento e leggiadria, ed è qualcosa che si diverte a fare spesso quando è agitato. Il soprannome "di fuoco" è derivato dal fatto che, dopo aver visto che le fiamme non potevano fargli male, si allenava nel combattimento con le punte delle lance infuocate, oppure danzava con qualche bastone in fiamme, o qualche volta metteva entrambe le mani nelle torce lasciando che qualche fiamma incendiasse le decorazioni finali delle maniche delle vesti, così da creare dei giochi di luce. È stato più volte punito per questo comportamento ritenuto infantile e pericoloso quando si parlava di danzare, ma nessuno ha mai detto una parola di fastidio quando si allenava a combattere i nemici con le fiamme.
꧁Assassino꧂
Tra tutti di certo il meno onorifico, è purtroppo quello con cui maggiormente viene riconosciuto. Si è "guadagnato" tale soprannome la notte della fuga degli eredi, durante la quale uccise di sua stessa mano la giovane erede Tully, sporcandosi prima del suo sangue e delle lacrime della piccola, e quando le fiamme del suo drago, anche senza suo ordine, sciolsero le carni di Kiran Martell, uccidendo allora l'unico erede legittimo. Da allora per molto tempo l'unico modo in cui venne nominato, sia da alcuni eredi sia dalla sua stessa mente, fu questa denotazione, che venne accompagnata con il pesante da sopportare appello di "infanticida".
꧁---------------------«𑁍»----------------------꧂
°•--𝑶𝑝𝑖𝑛𝑖𝑜𝑛𝑖--•°
[⸙]Aerys non ha mai avuto tempo per assimilare del tutto le conoscenze che ha su Westeros, e ci ha vissuto decisamente troppo poco per poter capire anche solo cosa ci sia sulla bocca di tutti e perché tutti ne parlino.
Suo padre quando era bambino era solito raccontargli di alcuni esseri denominati Estranei, che non vivevano sotto il dominio del fuoco ma del ghiaccio, dentro al quale dormivano per secoli, se non addirittura millenni, e poi tornavano in vita, cancellando i confini tra vita e morte. A difesa degli uomini da questi esseri c'era un Ordine denominato Guardiani della Notte. Aerys non ha mai realmente creduto a nulla di tutto ciò, erano storie che gli venivano raccontate prima di morire e tali sono rimaste per lui, pure e semplici storie, così come i Bruti. Sa dell'esistenza dei Guardiani della Notte perché suo padre aveva accennato a loro, ma non ne parlava mai bene, diceva che le persone non meritavano una seconda possibilità di vita per i loro crimini, se a gente prima di loro non era stata data.
Aerys è cresciuto vedendo un mondo molto meno fantastico di altri, che invece erano convintissimi dell'esistenza di tali mostri, ma per il ragazzo non sono mai stati un problema. Lui non si trovava nemmeno a Essos, quindi non riusciva a capire dove potesse essere il rischio che gli Estranei venissero da lui in particolare.
[⸙]Sulla rivolta del padre preferisce non esprimersi direttamente. Per molti anni si è rifiutato di credere che Aerys II fosse un mostro e che ad essere i bugiardi fossero tutti gli altri. Durante l'adolescenza lo capì e iniziò in parte a disprezzare il genitore, ma mai del tutto. Si meritava il suo soprannome ma lui aveva comunque perso un padre e l'unica figura di eroe che avesse mai avuto nella sua vita. Anche ritenendo che la fine del genitore fosse giusta, cosa che lui non ritiene, non vedeva il motivo di trucidare tutti gli altri suoi parenti, zii, cugini e fratelli come se fossero delle bestie. Il solo pensare al fatto di aver parlato così poco con i suoi parenti a corte gli fa spezzare il cuore. Potevano aver ucciso il Re Folle per le sue azioni ma i neonati, i neonati loro cosa avevano fatto? Anche a venticinque anni gli salgono le lacrime al ricordo dei suoi tempi a corte e del modo in cui sono stati uccisi i suoi parenti. Non lo ha visto in prima persona, ma sono bastati i racconti per farlo star male. Ad Aerys più della disgrazia del padre, che lui stesso ha detto di non sopportare, ammettendo che si sarebbe schierato contro di lui se solo non fosse stato un bambino, fa male sapere il triste destino toccato alla memoria del fratello Rhaeghar. Essendo che il padre era occupato nell'essere il sovrano, erano il fratello con la sua consorte ad essere la sua unica fonte di contatto con il mondo e la sua famiglia, e Aerys si è visto il fratello non solo ucciso, ma macchiato di un peccato turpe e vergognoso che non aveva compiuto: dicevano avesse rapito e stuprato Lyanna Stark. Essendo vicino al fratello, Aerys ha sempre saputo la realtà e tutt'ora pensare ad un'ingiustizia del genere lo fa ribollire di quella rabbia repressa che tanto teme di sopprimere. Aerys III quindi non ha interesse nella Ribellione, il suo interesse principale, non verso il trono ma verso la sua famiglia, è quello di togliere le infamie affibiate al fratello e mostrare a tutti quale era stato il vero motivo che aveva portato Re Lance ad andare contro i Targaryen: un amore non corrisposto, una motivazione talmente infantile e sciocca che nemmeno il Re Folle sarebbe riuscito a prendere un provvedimento più sciocco e senza motivazioni serie.
[⸙]La nuova regina, così come il Re, non è altro che un'usurpatrice, una persona che occupa qualcosa che non gli appartiene, strappata ai legittimi proprietari con il massacro. Non la conosce e non vorrebbe giudicarla così, ma non può ignorare il fatto che lei decida di sposare un uomo così viscido quale l'usurpatore del Trono di Spade, che non si fece problemi a sterminare una famiglia o ad avere tante altre mogli prima di lei. Non gli serve conoscerla per provare odio nei suoi confronti, è abbastanza possessivo da voler rivendicare ciò che è suo di diritto. Le uniche meritevoli di essere regine sono le sue sorelle e non altre donne che non hanno fatto nulla per meritarsi di sedere sul Trono costruito con le fiamme di un drago. Solo i draghi possono toccare le fiamme e il sangue dei draghi e non altri.
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[Faccio pena nel descrivere le relazioni, abbiate venia]
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Aerys è molto legato ad entrambe le sue sorelle e sono sempre state per lui l'unico punto di luce in tutta la sua vita, dalla fuga in poi. Con Saoirse ha sempre avuto un rapporto piuttosto strano, sono entrambi molto affezionati l'uno all'altra ma finivano sempre per litigare ogni volta che uno dei due scoppiava.
Sono cresciuti tra scherzi, bisticciate e piccoli litigi. Saoirse era un piccolo demone da bambina e tutt'ora fa scherzi alle altre persone, qualche volta da ragazzi Aerys faceva da suo complice in qualche tiro mancino della più piccola, mentre ora si limita ad un sorriso di finta esasperazione. In qualche suo momento di ritorno all'infantilità, Aerys si è unito alla ragazza in qualche suo scherzo, li trova sempre divertenti ma hanno perso la leggerezza di una volta. Con "l'arrivo" di Lewyn a corte, le comunicazioni tra i due si interruppero, diventando uno scambio di battute privo di qualsiasi sfumatura, per una motivazione che ad Aerys è ancora sconosciuta. Vedendo le due sorelle come le uniche sue speranze rimaste, soffre molto della distanza di Saoirse e del suo astio nei suoi confronti.
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Con la seconda gemella forse Aerys ha un rapporto più stabile, e molto diverso rispetto a quello con Saoirse.
Sia lui che la sorella condividono, a differenza di Saoirse, l'enorme desiderio di riconquistare il Trono di Spade e vedono questa missione come un obiettivo quasi primario. Entrambi tengono molto l'uno all'altra e si vedono l'uno come l'ancora di salvezza dell'altra. La loro famiglia è già stata spezzata e non possono permettersi anche loro di dividersi, quindi si aiutano a vicenda, fanno da spalla su cui piangere in caso di necessità e cercano di non lasciarsi mai indietro. Aerys tiene in equal modo ad entrambe le gemelle ma vede Rheyne più profonda di Saoirse dal punto di vista di ambizione e legame alla famiglia Targaryen e desiderio di conquista.
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Le opinioni di Aerys su Artys si sono spaccate in due visioni contrapposte. Dapprima non si fidava, come ovviamente era normale, poiché si trattava di un erede che aveva rapito, ma con il passare del tempo commise l'errore di iniziare a fidarsi, sbaglio che solo alla sua ingenuità va additato, la quale lo portò a nutrite fiducia in una persona che giustamente non ricambiava, guidato dalla tranquillità data dal fatto che anche nell'Arryn dimorasse la follia. Oltre al senso dell'umorismo dell'Arryn, Aerys ha sempre mostrato rispetto verso Artys, chiamandolo Arryn ancora prima che questo venisse legittimato, per poi trasformare in odio ogni suo sentimento precedente, ritenendo l'erede colpevole di un tradimento che non poteva essergli addossato, essendo derivato tutto da uno sbaglio del Targaryen, che però non ammette di aver commesso.
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Essendo anch'egli uno degli eredi, non si può dire che si nutrisse un rapporto di amicizia o fiducia, come era normale che fosse. L'erede Tyrell però mostra una psicologia assai diversa rispetto a quella degli altri suoi compagni ad Essos, ed è stato proprio quel carattere così particolare ad aver attirato l'attenzione del Targaryen, dapprima come semplice interesse e curiosità, poi come ammirazione. Poche furono le volte in cui aveva parlato con il Tyrell, e la prima fu nel peggiore degli scenari, la notte della fuga, durante la quale Urien riuscì a zittire Aerys, che mai in vita sua si era visto rispondere in un modo a cui non fosse in grado di poter controbattere. Le successive furono situazioni più tranquille, dove era riuscito a parlare di argomenti importanti e si era per la prima volta confrontato con qualcuno che differisse dalle sorelle o dai suoi consiglieri. Oltre all'articolata psicologia, anche le opinioni del Tyrell e la serietà con cui le esprimeva catturarono l'ammirazione del Targaryen, che silenziosamente iniziò a preferirlo agli altri. Poi non ricorda occasioni in cui avessero potuto parlare oltre al momento in cui rivelò al Tyrell chi fosse l'uomo che aveva attentato alla sua vita, che aveva giurato di punire più perché tra tutti avessi attaccato l'unico erede per cui nutrisse simpatia, che perché egli avesse disobbedito ad un suo ordine.
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Il primo sentimento di Aerys verso Rodrik non fu né di ammirazione né di odio, bensì del più puro e assoluto stupore. Incontratolo per la prima volta dopo che il tentativo di fuga venne sventato, l'erede Stark non pareva minimamente toccato dagli omicidi compiuti da Aerys né gli addossava la colpa per ciò che aveva fatto, bensì gli aveva consigliato di farsi seguire da qualcuno per risolvere i suoi problemi, senza prenderlo in giro. La sua prima impressione fu quindi un totale spiazzo rispetto a quella coinvolta degli altri eredi e, oltre al non piacevole scherzo fatto dall'erede nel fingere di cadere dal suo drago o la continua insistenza nel provare a farlo ubriacare, Rodrik si era mostrato molto più imparziale nell'esporre i fatti. Che fosse perché l'opinione dello Stark tendeva alla sua "innocenza" o perché Rodrik avesse riconosciuto ogni suo problema senza difficoltà, Aerys iniziò ad avere una strana visione di lui. In parte lo ha preso in simpatia e la sua schiettezza, oltre che i suoi strani consigli che lo facevano sorridere, mentre dall'altra prova sentimenti senza nome, che non definisce né come amore né come disinteresse, bensì una via di mezza tra interesse caratteriale e comportamentale, a cui non sa dare una spiegazione precise e motivata.
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Inizialmente e ancora adesso si tratta quasi soprattutto di un'alleanza politica. I maggiori dubbi di Aerys si incentrano tutti sull'età di Monterys, da lui giudicato troppo piccolo per guidare la sua flotta non tanto per mancanza di capacità quanto di esperienza in fatto di guerra. A livello personale, Aerys vede nell'età di Monterys i momenti in cui aveva perso la sua famiglia e dal momento che anche il bambino ha dovuto affrontare un dolore del genere, quindi sperava che volesse stare lontano dal rischiare la vita per quei pochi anni prima che il sistema iniziasse ad opprimere anche lui. Dal momento che lo conosce da troppo poco, non ha una vera opinione su di lui, lo infastidisce nel sentire il tono che utilizza alcune volte e in qualche momento ritorna il suo istinto di fratello maggiore che aveva quando era bambino, ma ancora non sa propriamente definirsi nei suoi confronti
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Syras è molto più giovane rispetto ad Aerys, ma non per questo egli ha sospetti nei suoi confronti. Non si fida del suo Guaritore personale, non tanto perché non sia capace ma perché non è in ottimi rapporti con lui. Oltre al fatto che Aerys rubi dalle scorte del suo Guaritore da un mese a quella parte, ritiene Syras molto più capace, motivo per cui ha insistito che fosse lui a prendersi cura della sua salute, in cambio dello studio dei draghi.
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Dal momento che lui, insieme al governatore di Meereen, lo hanno cresciuto insieme alle sue sorelle, Aerys nutre verso di lui grandissima fiducia. Dopo aver perso il padre e aver ripudiato la persona che era, una volta saputo come si comportasse il genitore, non ha perso una figura paterna solo a causa della morte, ma anche a livello emotivo, negando che un uomo del genere fosse suo padre. Aerys quindi vede in colui che ora è il suo primo informatore una figura paterna reale, che si è realmente preso cura di lui, crescendolo secondo degli ideali giusti e standogli molto vicino, più di quanto non stia con le sue sorelle. Con il suo informatore quindi non si fa molte paranoie nel comportarsi come un bambino, nello sfogarsi riguardo a ciò che lo fa star male, nel lamentarsi o nello scoppiare a piangere come un bambino.
Avendolo sempre visto come una figura da cui prendere esempio e sulla quale basarsi, Aerys cerca in ogni modo di risultare "accettato" e di voler sempre una dimostrazione di aver fatto la cosa giusta, o di prendersi un rimprovero in caso contrario.
[Altre in seguito]
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Gli Dèi hanno sempre fatto da sfondo nella sua vita. I Targaryen credono nel culto dei Nuovi Sette Dèi da generazioni ma Aerys non riesce a dire di aver mai veramente creduto in loro.
Si può dire che lui credesse in questo dèi solo per imposizione di famiglia, per rispettare le tradizioni, perché non c'è mai stato un momento della sua vita in cui gli dèi avessero mai avuto importanza, per lui sono solo dei nomi vuoti. Al contrario, arrivato ad Essos, si è interessato molto ad un culto di uno strano dio che non aveva mai sentito nominare a Westeros, il Dio dai Mille Volti. Aveva letto dei loro servitori, che si facevano denominare "nessuno" perché di fatto chi può essere chiunque non è in realtà nessuno di concreto. È un culto che lo affascina molto e sa tutto ciò che è scritto su di loro al riguardo, per un po' da ragazzo aveva persino fantasticato sul diventare nessuno, così da potersi liberare da ogni peso derivato dal suo ruolo. Da una parte, Aerys non crede minimamente negli Déi. Dov'erano i tanto rinomati Dèi quando la sua Casata stava venendo sterminata? Preferisce non credere in loro perché, se mai dovesse riconoscersi come religioso, probabilmente li odierebbe. Anche i Sacerdoti Rossi e R'hllor sono una questione a cui è legato solo per comodità e affari personali, non nutre alcun tipo di fiducia o fede né verso il Dio Rosso né verso qualsiasi altra divinità esistente e professata. Il fatto che lui in un certo senso odi gli Dèi non vuol dire che però egli manchi loro di rispetto, il suo non è un agnostico timore della loro possibile esistenza, ma semplicemente mancanza di senso nell'offendere qualcuno in cui non si crede o del quale non si riconosce l'esitenza. In più Aerys preferisce evitare di professare la sua mancanza di fede senza sapere se la persona davanti a lui creda in loro o meno, perché non vuole rischiare di poter offendere qualcuno che ha fede, solo per il fatto che lui non ce l'abbia.
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È un pensiero che lo assilla spesso. Come Targaryen devono per forza mettere su famiglia per poter mantenere non solo la sopravvivenza della casata, ma anche una linea di successione. Quello che lo preoccupa è la linea di sangue: i Targaryen si sono sempre accoppiati tra di loro per mantenere vivi i tratti di Valyria, che sopravvivono solo nella loro famiglia. I Black Fire hanno compiuto lo scempio di mischiarsi con altre case ed infatti sono scomparsi. Non sa come porsi davanti ad un matrimonio anche perché non conosce l'opinione delle sorelle al riguardo, non è detto che a Rheyne o Saoirse, la seconda soprattutto, importi di mantenere pura la loro linea di sangue e mantenere nulla la loro mescolanza con le altre case.
Prima di pensare ad un eventuale matrimonio, vuole fare luce su questo punto. Con tutti i problemi che sta affrontando poi il matrimonio è l'ultimo di tutti i suoi pensieri e problemi.
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°•--𝑶𝑟𝑖𝑒𝑛𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑠𝑒𝑠𝑠𝑢𝑎𝑙𝑒--•°
Aerys non ha mai conosciuto una vera concezione dell'amore. L'amore del padre era piuttosto controverso e decisamente poco simile all'ideale di amore che hanno tutti, e quello che prova verso le sorelle, seppur sia un sentimento fortissimo, non riesce a definirlo amore come lo intendono gli altri. In realtà non è nemmeno certo di sapere come gli altri vedano l'amore. Dato che lui non ha mai avuto una vera prova di questo sentimento, vede l'amore di un'altra persona al di fuori delle sorelle unicamente a scopo politico e non per altro. Non ha provato attrazione verso uomini e non mette in dubbio che possa provare verso di loro un qualche tipo di sentimento, ma non vede nulla di male in questo, non hanno fatto in tempo a insegnargli che secondo la loro cultura amare qualcuno del proprio stesso sesso sia un abominio. Non si esprime chiaramente a livello di orientamento, sa che di sicuro dovrà sposare una donna ma non ha nulla di certo in quanto a preferenze. Di fatto nemmeno lui sa cosa voglia o cosa preferisca, dal momento che verso l'amore si è sempre comportato con i piedi di piombo, non perché non si fidasse, ma non perché non sa come approcciarsi a questo sentimento. Egli mostra la pudicizia di un bambino quando si tratta di parlare di argomenti come amore e sesso, non riesce ad essere tranquillo in tali ambiti, non perché in vita sua avesse passato eventi traumatici, ma perché è molto rigido quando si tratta di aprirsi anche dal punto di vista sentimentale. Il suo primo e ultimo bacio è stato dato dal mercenario, che non ebbe intenzione di fargli del male in quel campo, ma solo di spaventarlo, non incise nella sua mente, ma nonostante quel gesto non avesse influito al suo comportamento, egli è vergognoso come un bambino a livello di amore, chiuso a relazioni perché anche abbastanza riluttante nell'aprirsi, più per vergogna, imbarazzo e mancanza di esperienza che per qualche trauma passato o comportamenti inconsci.
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