❝Heyo. Come vedrai la precedente scheda di Riccardo è scomparsa, perché è stata completamente eliminata, se non nelle mie note, in cui la conserverò letteralmente per sempre. Molto banalmente, il mio stile di scrittura usato in quel contesto non mi piaceva più e correggere da capo una scheda è molto più lungo e stancante di rifarla del tutto, quindi eccomi qui. Spero in generale possa piacere come nuova versione, anche se non so se verrà letta perché di fatto di Riccardo e di Ester si sa vita, morte e miracoli. In questa scheda più "giovane" mi sono impegnata nel vedere i lati più interni della sua famiglia più diretta per i motivi che ben si sanno. E nulla, spero che questa scrittura più inclusiva (nella parte della storia almeno) sia di vostro gradimento. Si consiglia l'ascolto delle due canzoni, ma è solo uno sfizio.❞
𝐎𝐂 [𝐑𝐨𝐥𝐞𝐩𝐥𝐚𝐲] 𝐟𝐨𝐫: ITSxMExBITCH
𝐒𝐭𝐨𝐫𝐲: Back To The Beginning
𝐖𝐨𝐫𝐝𝐬: 8.905
𝐒𝐨𝐧𝐠: Figli d'Arte ; Cover: Caparezza
𝐎𝐭𝐡𝐞𝐫 𝐓𝐚𝐠𝐬: Tessa_Dragneel_ ; DinFuckingDjarin ; Green_wood04 ; Black_Riddle ; m-mikaelakun
【ꗃNᴏᴍᴇꗄ;; Rɪᴄᴄᴀʀᴅᴏ】
Dalla famiglia di antiche origini, Riccardo è l'unico a non portare il nome di un antico poeta, grande scrittore o un famoso mago. Con suo estremo piacere, ha spezzato quella lunga catena generazionale in cui ogni suo parente si chiamava "Niccolò" come Machiavelli, "Giacomo" come Leopardi e via dicendo. Invero, Riccardo ha fatto ricerche sul suo primo nome, non ha alcun tipo di interesse nel farlo, il suo cognome gli è più che sufficiente per ricordarsi del fatto di esser "nobile", come al padre piace tanto ostentare, ma sapere di non stare reinterpretando una persona realmente vissuta, ma al contrario di aver lo stesso nome di un personaggio di Shakespeare, è rassicurante. Riccardo è un nome di origini germaniche, utilizzato prevalentemente nell'età medievale e romana con i tanti piccoli sovrani in cui il popolo era diviso. A livello di significato e di valori che l'antica popolazione aveva, Riccardo, o le sue antiche varianti, era la scelta migliore per risaltare una persona tra le altre. È composto dai termini "ric" (potere; dominio) ed "hard" (forte; coraggioso; audace), che danno al nome Riccardo il valore di una persona presente nelle situazioni più ardue, coraggiosa fino a rasentare la stupidità, valoroso negli scontri, nobile e solidale nelle altre situazioni. Peccato per il ragazzo, era stato proprio il padre a decidere che lui avesse un nome diverso perché, a seguito del suo diploma, portasse tutta la famiglia in un clima differente, risollevandola dalla complicata situazione creatasi dopo i vari "scandali" che avevano coinvolto il genitore. Allo stesso modo del personaggio di Shakespeare con cui condivide il nome, Riccardo non è minimamente una persona che mostra le sue caratteristiche in modo normale, come le persone vorrebbero che facesse. Il coraggio è solo impulsività rabbiosa, in cui i dettagli vengono calcolati con maniacalità nei momenti di calma, per esser mandati all'aria appena il ragazzo si scalda. La nobiltà e solidarietà sono semplice mal disposizione nei confronti di tutti, supportato da un ferreo rispetto di quelli che lui definisce "i suoi ideali", che agli occhi altrui lo rendono, in un mondo fantasioso o nell'altro, una persona "nobile". Nel mondo della musica, cui il ragazzo è molto vicino, Riccardo è associato al virtuosismo, al massimo impegno ed esaltazione di sé stessi, soprattutto con strumenti come il pianoforte e il contrabbasso, con cui si diletta a suonare da anni. La sensibilità associata a Riccardo e alla musica si esprime, tuttavia, solo nell'emulare una pentola a pressione, o in momenti in cui le sue emozioni si moltiplicano, avvicinati da altri in cui non prova nulla. A livello colloquiale, il nome Riccardo prevede una vasta gamma di soprannomi di gusto chiaramente discutibile, con i quali non desidera essere etichettato: è una persona, non un animale da compagnia. Si chiama Riccardo, non "Ric", non "Ricky", non "Piccolo Dante", non "Platinette". Poteva esser una forma di amicizia per alcuni, per lui, era solo fantasia sprecata; preferiva che ci si rivolgesse a lui con il suo secondo nome Federico, chiaramente di stampo poetico, piuttosto che con abbreviazioni scomode e fastidiose.
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【ꗃCᴏɢɴᴏᴍᴇꗄ;; Aʟɪɢʜɪᴇʀɪ】
C'è un motivo se alcuni ragazzi si divertono a chiamare Riccardo "Piccolo Dante", come c'è un motivo per cui il ragazzo non ama esser associato a scrittori e poeti. Il cognome Alighieri non è un semplice scherzo della fortuna, dove per puro caso si è ritrovato ad avere familiarità con il famoso Alighieri; la famiglia del poeta non si è mai estinta, la sua genealogia è continuata fino ai giorni nostri: gli attuali eredi del fiorentino sono figli del Conte Sperello di Selego, risiedente a Perugia. Ebbene, viene immediatamente da chiedersi se il parente fosse un mago: la risposta è no, decisamente. Era un umano babbano come tutti gli altri, il suo viaggio nelle tre terre era una storia di fantasia e non un prodotto magico. È capitato che, come è stato certificato dagli studi condotti anche dall'Ospedale dei Maghi, il gene portante la magia sia, nel caso di anomalie genetiche, estremamente recessivo: può non comparire per tante, tante generazioni filiali (non limitandosi a sparire solo alla seconda) e tutt'un tratto, ricomparire senza una logica. Questo fenomeno è stato soprattutto verificato nei nati babbani, ma è accaduto in alcuni casi anche in purosangue e mezzosangue. Ciò non toglie che alla famiglia Alighieri non è potuto per nulla dispiacere di aver questa caratteristica e in poche generazioni si sono immischiati all'interno del Ministero Italiano, a causa del loro cognome e della loro forza magica, nata dall'aver una generazione magica lunga di almeno un paio di secoli. Sapere di far parte di una tra le più influenti famiglie italiane sia nel mondo babbano che magico non ha portato a grandi miglioramenti nella vita del ragazzo, che era venuto a scoprire che il padre non nutriva per nulla buoni rapporti con una famiglia molto legata alla scuola in cui sarebbe andato a studiare, gli Altieri. Si chiede spesso perché non lo avesse mandato in un'altra scuola, anche all'estero. Si chiede perché non lo mandasse da un'altra parte se metà studenti non gli piacevano. Economicamente poteva benissimo permetterselo e avere un posto negli uffici sulle Leggi e Applicazione della Magia rendeva il tutto molto più semplice. Ma no, lui doveva andare a CastelBruno, insieme ai rampolli di famiglie che il genitore non sopportava, andando per lo più allo stesso anno, e molto spesso nelle stesse classi, della figlia del diretto interessato Altieri. Per lui, fare parte di quella famiglia è solo uno stress: stress per i voti eccellenti, stress per le opinioni del padre, stress per i rapporti e i pregiudizi sui "figli di papà, stress per le rivalità che andavano a generarsi, stress per ogni cosa. Doveva portare il sigillo della sua famiglia, un uomo dal corpo di albero con un corpo poggiato sui rami, sempre con sé e tenere a mente gli studi sulle Arti Oscure, perché tutti coloro che si inficiavano con l'Applicazione della Magia prima o poi ci avevano a che fare. Suo padre voleva che lui la sapesse già riconoscere e, in extremis, applicare, in caso vi fossero stati problemi. Che fosse per nobili ragioni o meno, per renderlo più maturo riguardo il secondo volto della magia o meno, gli Alighieri avevano reso Riccardo uno studente sia di magia che di magia oscura, e rimaneva che dovesse scegliere lui quale parte prediligere.
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【ꗃEᴛᴀ́ ᴇᴅ Aɴɴᴏꗄ;; 17 ʏ.ᴏ.|sᴇsᴛᴏ ᴀɴɴᴏ】
Riccardo deve iniziare il suo sesto anno a CastelBruno. Invero, la scuola gli piace, fornisce studi e materie che le altre scuole di magia non hanno, che hanno contribuito a distanziarlo dalle idee del padre riguardo l'istituto. Se non fosse stato per il continuo peso sulle spalle di dover eccellere, l'obbligo di dover frequentare molti corsi per farsi riconoscere sarebbe stato, da parte sua, più un bene che un male. Si era concentrato su tutte le materie triennali, di cui aveva già un'infarinatura grazie alle elementari, trascorse assieme ai babbani. Latino e Greco furono le novità del sistema, ma al padre incredibilmente non aveva infastidito: il suo antenato aveva studiato latino, e sapere il greco era parecchio d'aiuto per molte facoltà e conoscenze generali. Tuttavia, preferì il greco, il latino era condito di una politica che lo annoiava. Il suo percorso alla ricerca del massimo venne cercato anche nei club scolastici, in cui si impegna fino a non avere un momento di libertà. Dal Quidditch, al Club dei Duellanti e quello di Teatro, la scuola dispone di tante attività che lo appassionano e a nessuna di queste vuole rinunciare. Con la giusta organizzazione, riesce a fare tutto, non hai mai avuto bisogno di troppo tempo con gli amici. Il ragazzo ha 17 anni, nato il 10 giugno, di notte. A livello mentale, la maturità in Riccardo è sempre stata un concetto alquanto controverso; vi sono momenti in cui non si avvicina minimamente ai comportamenti tipici di un adolescente, altri ancora in cui non pare tanto più maturo di un bambino. Il primo di questi casi si vede soprattutto nella cura con cui analizza i dettagli e nell'organizzazione che lo contraddistingue con tutti i suoi impegni, mentre il secondo è riconoscibile nel suo modo di relazionarsi, nella facilità con cui si offende e si inimica qualcuno. Non è molto semplice dire se la sua storia e il suo passato lo abbiano portato a maturare: spesso ciò che dovrebbe fare crescere, se colpisce troppo forte una persona, porta solo a un degrado mentale, al ritorno ad un'infantilità perduta. In ogni caso, a Riccardo basta sapere di non esser né grande né piccolo: aspetta l'ultimo anno per poter dire di essere uno dei più grandi, se non il più grande, anche se alla fine del sesto anno sarà di fatto il più adulto tra i suoi coetanei. Incontrare ragazzi più grandi lo fa sentire più piccolo, meno importante, quindi preferisce sapere di sembrare adulto anche solo nell'aspetto, per esser rispettato e non incontrare persone fastidiose, irritanti.
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【ꗃCᴀsᴀᴛᴀꗄ;; Aʀɢᴇɴᴛᴜᴍ Nᴀʀᴄɪssɪ】
Riccardo, con sua enorme sorpresa, è il primo membro della famiglia a fare parte degli Argentum Narcissi: il padre era una Purpura Malva (casata che non riesce per nulla ad associare a lui, nonostante la sua saggezza), mentre il nonno era un Laurea Dori. Al momento dello smistamento, si era trovato davanti quattro oggetti, ma a distanza di anni, se gli avessero domandato quali fossero i monili sul tavolo, non avrebbe saputo elencarli tutti. Si era concentrato su quello specchio dal manico ricurvo. È interessante, vedere quanti significati un solo specchio possa avere. Quando ci si specchia, si può vedere sé stessi per come si è, una versione storpiata e orribile di sé che il cervello ci manda, vedersi e non riconoscersi affatto. Il manico ricurvo, a sua detta, simboleggiava proprio il fatto che fosse appunto curvato il modo in cui molti si vedevano, molti si specchiavano: terrore di sé stessi, rigetto della propria persona, incapacità di esser felici di quello che si è. In quello specchio, lui si era visto dritto, completamente, ma buio. Non fisicamente, era sempre lo stesso, solo scuro, insoddisfatto, diviso a metà tra due voleri diversi. E così era nata la curiosità di capire perché lo specchio lo facesse vedere in quel modo; non vi era dubbio che i Narcisi fossero i suoi compagni. Si trova bene, all'interno di quell'ambiente: la competitività, mista ad un'amicizia rivale, è il clima migliore per Riccardo. Essere amici ma cercare di superarsi a vicenda, fare battute, divertirsi e puntare sempre al podio. Prima di esser diventata un'imposizione del padre, la competitività già era il massimo ideale del ragazzo. Sono a tutti gli effetti la sua Casa, nonostante si senta, come in tanti momenti quando si trova insieme a parecchie persone, escluso. Quando le altre Casate e gli studenti in generale hanno da mettere bocca sul proprio modo di fare e sulla sua famiglia, essere un Narciso diventava abbastanza difficile. Il fatto di essere il primo della sua famiglia a indossare le vesti d'argento non ha migliorato la situazione, ma Riccardo rimane e rimarrà sempre fedele e orgoglioso di quella scelta. Dopotutto, ha ancora dei conti in sospeso con quello specchio.
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【ꗃSᴀɴɢᴜᴇꗄ;; Iɢɴᴏᴛᴏ】
Il caso della famiglia di Riccardo è particolare: il gene dei maghi è comparso nella genealogia dantesca, ma allora non era naturalmente possibile capire se fosse nato babbano, mezzosangue o purosangue. Andando avanti con i secoli, a seguito di quella comparsa, nessun discendente si è rivelato esser un semplice babbano, cosa che fece pensare subito di scartare l'ipotesi del nato babbano. Se fosse stato tale, infatti, vi sarebbero stati con altissima probabilità altri salti generazionali prima di trovare un altro mago in famiglia. Rimane che tutt'ora Riccardo, avendo entrambi i genitori maghi, non sappia se dire di essere purosangue o mezzosangue. Grave? Di certo non per lui, non gli interessa. Anche il padre, come lui, si proclama purosangue, pur non avendo certezza di ciò. Poiché la madre è purosangue, anche se il padre fosse stato mezzosangue il ragazzo si sarebbe sempre avvicinato molto di più all'essere un puro che un "ibrido". Era più semplice risolvere tutto dicendo che fosse un "tre quarti", come lui diceva ironicamente. In quel caso, era la madre che rivendicava la purezza del sangue, poiché nemmeno il padre ne era certo, era meno attaccato a quel dettaglio: si dichiarava in un modo, finché al Ministero gli credevano, il genitore non indagava oltre. Riccardo ha sempre vissuto nell'ombra dell'ignoto, in questo, pur avendo statistiche che tendevano da una parte precisa, quindi l'interesse nella purezza del sangue, maghi da generazioni senza babbani non persiste. Invero, non capisce perché sua madre tenga tanto al fatto che per secoli la sua famiglia sia stata solo con purosangue, quando lei stessa ha spostato una persona che di fatto non si sa da che parte stesse. Forse contava che almeno il "mezzo" ci fosse. Dal canto suo, era stato un ottimo modo per sventare molte dicerie sul suo conto: il figlio di papà della famiglia Alighieri non aveva alcun tipo di pregiudizio verso i nati babbani e mezzosangue. Come avrebbe, anche volendo, potuto farlo, con la sua migliore amica nata babbana? Sarebbe stata una contraddizione più che grossa, di una mentalità degna del suo predecessore - che di ideali ristretti ne aveva tanti, troppi - ; semplicemente, ritiene futile attaccarsi a dettagli così inutili: non gli piacciono le persone che devono trovare un modo per elevarsi e schiacciare gli altri su qualcosa che non possono controllare, come la nascita in una famiglia. In ogni caso, se devono domandargli "di che sangue sia" la risposta più probabile è "non lo so, tra mezzosangue e purosangue". Ora, con l'evoluzione del mondo magico, sono possibili dei test tramite il controllo dell'albero genealogico. Ha chiesto al padre di farli per risolvere il dubbio, lui ha accettato, ora attende i risultati.
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【ꗃAsᴘᴇᴛᴛᴏ Fɪsɪᴄᴏꗄ;; Lᴜᴄᴋʏ Bʟᴜᴇ】
Fisicamente, Riccardo dimostra più di diciassette anni; non ha l'aria di esser tanto più grande, ma viene spesso scambiato per uno studente dell'ultimo anno, soprattutto per l'altezza e il modo di comportarsi. Già al primo anno, a dodici anni, raggiungeva già il metro e sessanta; ora che ne ha diciassette è arrivato a sfiorare il metro e ottantadue ed è molto probabile che cresca ancora di qualche centimetro anche negli anni successivi. Per lui questo dettaglio è sempre stato utile, decisamente: sembrare più adulto e "incutere timore" gli garantisce un modo per stare lontano da chi può infastidirlo o trarre conclusioni troppo affrettate. Come il perfetto Argentum Narcissi si direbbe essere, non è fisicato, non si vedono muscoli evidenti: si allena per il Quidditch, quindi un aumento della forza è presente e i suoi muscoli sono definiti. In vita sua tuttavia Riccardo non può aspirare ad aver grandi prestanze fisiche od essere fuori della norma a causa di alcuni problemi di ipotensione e ipotiroidismo, che lo fanno stancare molto velocemente. La pelle è parecchio chiara e molto facile a scottarsi, per questo tende a coprirsi spesso. Non ha molte cicatrici se non un ristretto numero che si è ritrovato ad avere a causa dei suoi allenamenti o del Club dei Duellanti, ma non sono queste il motivo per cui non spesso lo si vede infastidito all'idea di indossare abiti più scoprenti. Non è, semplicemente, tanto narcisista da farlo, anzi non trova un motivo di mostrarsi nonostante, inconsciamente, molti suoi atteggiamenti risultino provocanti. Pur con questo fraintendimento, chiunque sia avvicinato a Riccardo dal suo aspetto, viene inesorabilmente allontanato dal suo carattere. Il viso è ovale, con i tratti ancora morbidi degli adolescenti, dalla mascella prolungata. Bocca piccola, naso leggermente sporgente, ma tutto sommato proporzionato con il volto. Gli occhi sono chiari, di una tonalità verde sfumato all'acqua marina, forse la sua parte del corpo preferita, in quanto la più particolare. I capelli sono corti, con un ciuffo sul davanti che gli ricade sulla fronte, di un colore biondo molto chiaro ereditato dalla madre, di origini russe.
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【ꗃCᴀʀᴀᴛᴛᴇʀᴇꗄ;; Sᴛʀᴀɴᴏ】Song: Cover
In principio era il Verbo, gerundio, Innuendo. Il giocoliere dei pianeti in pieno allenamento. Creò la terra, fragile come quella degli Yes. Leggenda come Bob nel very best. Poi l'uomo e la donna nudi, Two Virgins. Nove mesi e l'ostetrica: "Su, spingi". Dal piacere sconosciuto e condiviso. Il mio cuore pulsa come la pulsar dei Joy Division
Riccardo non è un ragazzo che è solito sbandierare le sue doti o la fama della sua famiglia, anche perché questa gli provoca già abbastanza problemi. Al contrario, ritiene molto arretrati coloro che si divertono ad offenderlo chiamandolo "Piccolo Dante" o facendo riferimenti al suo antenato, alla sua vicinanza alle arti oscure o qualsiasi motivazione possa passare in testa per dargli fastidio; naturalmente, sa come rispondere a modo utilizzando le parole rivolte contro di lui, contro coloro che gliele avevano rivolte, ma non per questo si diverte a litigare. È molto intelligente e furbo: è abbastanza difficile mentirgli e nascondergli qualcosa; dicono tutti la verità con lui davanti, a meno che non vogliano che vada a dire a tutta la scuola che sono dei grandi bugiardi, motivo per il quale tende ad approcciarsi con le altre persone manifestando, di primo acchito, molta sicurezza, più dovuta al fatto di saper riconoscere le menzogne che per la fiducia in vista di un buon rapporto o di una nuova amicizia. Viene infatti considerato da tutti altezzoso per la sua famiglia, il suo aspetto e il suo carattere, ma molte persone condividono queste opinioni senza veramente conoscerlo. Riccardo tende a dimostrare la sua incertezza nelle relazioni con una continua manifestazione di fastidio o distacco dal resto delle altre compagnie, come se gli avvenimenti e le emozioni del mondo accanto a lui non possano minimamente toccarlo o scalfirlo. Nonostante rimanga calmo, nel migliore dei casi, anche quando risponde alle critiche, non può nascondere che non sia immune alle provocazioni e che queste facciano effetto su di lui, per questo cerca sempre di usare un tono tranquillo, quasi cordiale, se lo si vuole metter sul sarcastico, e lasciare alla crudità delle sue parole tutto il resto.
Il parto nella piscina è andato bene, sai
Ci ho trovato pure il dollaro di Nevermind
Per i fumetti il primo dei miei tragitti:
"Signora Janis mi dia le strips di Cheap Thrills". In classe mangio una banana che mi da 15 minuti di notorietà, Underground Velvet. Foto di gruppo ma non vedrai rappers. La mia scuola si chiama Sgt Pepper's
Riccardo non vuole fare avvicinare le persone in alcun modo, non sono amicizie che sia in grado di gestire, e a causa dei tanti giudizi si è fissato sull'idea che qualsiasi cosa che gli venga detta sia a suo modo una critica o una presa in giro, quindi è parecchio mal disposto verso ogni tipo di conversazione o scambio di opinioni: Riccardo tende infatti ad esprimere la sua reale e sincera opinione nei momenti di rabbia, durante un litigio o una discussione, ma è molto riluttante nel farlo, infatti quando gli viene chiesto di esprimersi raramente risponde. Per causa delle dicerie nei suoi confronti, non ha mai avuto moltissimi amici e non riesce nemmeno a credere di averne. Il suo è un carattere difficile, che riesce ad allontanare ogni persona per poi farlo ingelosire delle amicizie altrui. Riccardo ha sempre sostenuto di non aver mai avuto bisogno di altri amici oltre ai suoi, ma silenziosamente è molto invidioso di tutte le persone che legano facilmente con gli altri, come se non ci volesse nulla, mentre il ragazzo impiega anni per dare fiducia ad una singola persona. Prima del suo arrivo a Castelbruno, non si era mai chiesto se il problema fosse lui e aveva sempre usato la scusa di stare bene con il suo carattere e che se la gente voleva avvicinarsi a lui, doveva sapere con chi stava per andare a parlare e doveva essere pronta a fare il primo passo, perché Riccardo non avanza per vedere la persona davanti a lui indietreggiare. Anche con gli amici mantiene un comportamento piuttosto calmo e pseudo infastidito; non dimostra il suo affetto apertamente o con dimostrazioni evidenti, ma preferisce dare messaggi più indiretti. Non è un ragazzo a cui importino molti i principi morali, esterni ai suoi almeno, infatti in una discussione si schiera sempre dalla parte della persona a cui tiene, ignorando se questa abbia sbagliato o meno. Riccardo è molto indiretto, utilizza soltanto messaggi subliminali per far intendere un suo pensiero più personale, e, se se li lascia sfuggire, lo fa soltanto per sbaglio. È una persona chiusa, che non ama parlare dei suoi problemi a chiunque ma solo alle poche persone verso le quali nutre fiducia; essendo poi figlio di un uomo importante, spesso la gente pensa che qualunque cosa lui dica serva solo per attirare l'attenzione su di lui e sulla sua casa, vista da tutti come quella formata dai membri più altezzosi, motivo per cui è ancora più recidivo all'idea di parlare degli affari più interni della sua vita. Riccardo mette uno schermo tra sé stesso e gli altri, non mostrando nulla per evitare di essere importunato con domande riguardo al suo stato emotivo, ma arrabbiandosi se al momento opportuno gli altri non lo capiscono.
Cover, I was born and I grew up, I was dead under the cover. I raise my head and I realized that all my life was on a cover. Crescere diventa una tortura come col voodoo. Ho gli occhi del ragazzino di War, U2. Meno sognanti, più disillusi più tristi. Il mondo mi da le spalle come Bruce Springsteen. Paura del buio che non cede. Demoni sugli alberi come gli Iron Maiden. Nella dannata adolescenza che ora mi dipinge. Come un cazzone con i jeans, Sticky Fingers
Recita spesso la parte del bambino offeso, che si distanzia dalle sue compagnie abitudinarie o respinge un qualsiasi tipo di contatto, quando il suo unico obiettivo o desiderio è quello che le persone gli parlino e cerchino di comprenderlo; respinge sperando che queste tentino, nonostante tutto, di avvicinarsi. Si dice che le persone compensino ciò che gli manca con il suo opposto, motivo per cui Riccardo è patologicamente orgoglioso. In parte, molto in parte, è un suo difetto naturale, quello di avere un ego senza pari e offendersi per nulla, dall'altra invece indossa quella maschera di superiorità o per convinzione personale o per mascherare altre emozioni. Riccardo non ha mai avuto un campo in cui eccellere oltre alle arti oscure, motivo per cui si è visto sempre superato da altre persone, cosa che per una persona orgogliosa equivale ad un colpo al cuore. Il padre, con le sue richieste di eccellenza, non era d'aiuto. A causa di ciò, Riccardo ha sempre cercato di trovare un metodo per essere utile a chi gli sta intorno, pur mantenendo il suo carattere, agendo in modo imparziale e maturo quando si tratta di pianificare e lasciandosi andare ad un fastidioso egocentrismo in tutte le altre occasioni. Non ha mai detto a nessuno di avere questi complessi di mancanza di fiducia in ogni persona che incontra, motivo per cui molti non lo capiscono e ragione per cui lui si arrabbia se queste non lo fanno. Quando si sente dire che il suo sia solo un brutto carattere e che non vi sia altro, il ragazzo non fa altro che infuriarsi. Anche a causa di tutti questi difetti, gli amici di Riccardo si sono sempre potuti contare sulle dita di una mano: essendo incline ad allontanare le persone ad avendo sempre un giudizio troppo affrettato, sono poche le anime pie che decidono di sopportarlo. Riccardo ci mette un paio di secondi per decidere se una persona gli piaccia o meno, e raramente il ragazzo ha una buona impressione di coloro che lo circondano. Se la gente pensa che con il tempo lui possa cambiare idea, si sbaglia, perché è molto raro che Riccardo cambi il suo punto di vista su qualcuno quando lo ha etichettato come "fastidioso", anzi, è molto probabile che la sua opinione di lui peggiori. Riccardo, quando si inimica qualcuno, è in grado di intestardirsi così tanto da arrivare a litigare per un semplice saluto o richiesta di opinione. Da questo non è difficile capire quante poche siano le conversazioni civili avute dal ragazzo in periodo scolastico, ovvero realmente infime. Per questo, Riccardo è estremamente geloso delle sue amicizie, non vuole privare una persona della sua vita sociale, ma rimane comunque molto possessivo e, pur concedendo qualsiasi cosa, gli dà fastidio che le sue poche compagnie abbiano altri legami oltre a lui, ragione per cui, insieme a tante altre, si offende molto spesso. Riccardo è una persona che sa gestire le sue emozioni e la paura solo quando in mezzo non c'è una sua questione personale. Non ama farsi vedere in difficoltà, essendo un amante del controllo e di mostrarsi sempre come un giovane calcolatore, forse anche troppo paranoico.
Tutto ciò che so è che bramo il microfono dell'Eminem Show. Suonare musica per le masse. Da casse rosse come quelle dei Depeche Mode. Fare concerti così fighi che li rivedrei. Tra rock e circo, Doors, Strange Days. Hot Rats capelli ricci da dove sbuchi?. Non lo so ma sono esploso, Green Day, Dookie. Cover, I was born and I grew up, I was dead under the cover
I raise my head and I realized that all my life was on a cover, cover
Cover over me
Tende a comportarsi come una pentola a pressione, ingabbiando tutto ciò che riesce fino a quando non si spaventa, perde il controllo e si lascia andare all'impulsività, l'altro lato più prominente di lui dopo il mostrarsi sempre fastidioso. È un ragazzo suscettibile, che agisce con calma e ansia quando vuole per poi mandare all'aria ogni buon proposito. Spesso, a causa di tutta la rabbia raggruppata e repressa in tutti gli anni, tende ad arrabbiarsi e fare tragedie per un nulla di fatto, ingrandendo situazioni di per sé stupide, che si potrebbero risolvere con una semplice discussione. I suoi comportamenti "tipici" di un momento di instabilità sono soprattutto l'utilizzo di incantesimi illeciti, una risata quasi folle, dire cose che lui non pensa. Infatti, pur pretendendo fiducia, è spesso il primo che rischia di tradirla per rabbia, per non essere esattamente buono, e poi pentirsene. Vive spesso nei suoi ricordi, basandosi maggiormente su questi che sul presente, o ricordando momenti passati e continuando a pentirsi per questi. I suoi problemi di salute, inoltre, lo hanno reso debole il bastevole da fargli cercare una sua utilità in ogni altro campo esterno a quello fisico. In sintesi, Riccardo è un ragazzo strano, che trova molto difficile relazionarsi con le altre persone, spesso non sente il bisogno di avere nuove amicizie ma è geloso di chi lega facilmente con gli altri mentre per lui è molto complesso. È una persona che si mostra sempre scocciata, pare infatti sempre infastidita da tutto e tutti; giudica una persona in dieci secondi ed è difficile fargli cambiare idea su qualcuno una volta che si è impuntato sull'antipatia nei confronti di una persona. Usa sempre un tono stufo, infastidito o scocciato e il sarcasmo è un'arma che non gli serve usare perché sa benissimo offendere le persone, ferirle e litigarci. Riccardo è una persona molto rigida, non gli piacciono molto le battute e si può dire che sia "timido" su un certo punto di vista: non ama scatenarsi o mostrarsi ballare e fare lo scemo davanti agli altri, non crede di essere abbastanza sciolto per farlo e non riesce a lasciarsi andare. È un ragazzo antipatico verso tutti, che mostra i suoi sentimenti solo alle persone a cui tiene, che sono letteralmente due di numero. Con loro non cambia carattere, è sempre rigido, ma sorride e ha comportamenti più sciolti che non ha con gli altri. Con la sua amata si mostra affettuoso, dolce, anche quasi coccoloso, dato che concede e da l'affetto fisico che lui solitamente odia. Riccardo si schiera sempre della parte di quelli a cui tiene, anche se questi sono dalla parte del torto. Si arrabbia molto facilmente e provocarlo è semplicissimo, tanto che quasi tutti quelli che lo conoscono ci hanno litigato moltissime volte.
Gli adulti sono grassi e malinconici
Spesso prendono granchi più dei Prodigy
Ma io mi spezzerei la schiena in ogni kermesse. Pur di fare un passo avanti come i Madness. Ho un bel sound ma poi lo perdo e passo l'estate. A dar mangiare alle capre, Pet Sounds. Infelice mi imbarco in uno di questi Boeing
Che si schianterà pilotato dai Beastie Boys. Infatti perde quota e qui rischio
L'espressione del primo disco dei King Crimson. Mi metto a pregare ma dall'84 il mio angelo è fuori a fumare. Con i Van Halen. Casomai mi cercaste, sono tra le carcasse di Master of Puppets
Come uno spettro veglierò su di voi
Dalla faccia oscura della luna dei Pink Floyd
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【ꗃSᴛᴏʀɪᴀꗄ;; Sᴇɢʀᴇᴛᴏ】Song: Figli d'Arte
Sposto la tenda poi guardo fuori, tutti quei fan con gli striscioni,
Tutti quei fotografi a cavalcioni,
Aspettano mio padre per godere di lui,
Io sono figlio di un cantautore,
Che sembra felice e poi cambia umore,
In un anno l'avrò visto un paio d'ore,
Una volta dentro un cigno nome alla televisione. Chi se ne frega! Io voglio un padre che mi sostenga! Che sia presente qui, non in video! E che detesti tutta la gente tranne me!
Riccardo nacque la notte del 10 di giugno, a Perugia, dalla ricca e rinomata famiglia di maghi Alighieri. Era una città italiana in cui la magia era quasi totalmente assente, motivo per cui fare mescolare il neonato tra i babbani fu una semplice impresa per i genitori, aiutati anche dal fatto che i poteri non iniziassero a manifestarsi prima dei sette anni di vita. Il piccolo Alighieri non ha ricordi della sua città natale; iniziò ad avere memoria e coscienza a quattro anni, quando i genitori si trasferirono nella bella città di Agrigento a causa del lavoro della madre. Fu dal momento in cui arrivò in quella città piena di maghi che iniziò a capire il mondo in cui si trovava e le difficoltà che avrebbe incontrato. Il signor Sperello Alighieri era un membro degli Uffici delle Applicazioni delle Leggi Magiche, ex Auror, di cui erano riconosciute alcune scorribande non del tutto legali, ma di cui era riconosciuto anche grande bravura e destrezza nel suo campo. La madre era un Auror che serviva il Ministero della Magia in Russia dopo aver frequentato la scuola di Durmstrang, traferitasi in Italia anni prima per lavoro. Il primo un uomo addestrato una vita intera a prendere le redini della famiglia nobiliare, la seconda una donna dal passato molto triste, i due insegnarono subito che il mondo in cui si trovava per la sua vita avrebbe fatto solo da sfondo. Non gli parlarono subito della magia; era un bene che il bambino già alle elementari avesse a che fare con dei babbani e vi andasse d'accordo, almeno per Sperello. La madre, figlia di un'ideale di purezza molto stretto come quello che vigeva in Russia, non era minimamente dello stesso avviso, ma non poteva evitare che Riccardo facesse le scuole dell'obbligo nel mondo babbano. Arrivarono presto i sette anni dell'Alighieri. Riccardo non si era fatto tanti amici, nemmeno alle elementari: aveva un gruppo di compagni con cui giocava, mentre scappava da altri che lo infastidivano per alcuni sintomi che solitamente mostrava. Durante una visita alla Valle dei Templi, ecco che gli scherzi dei bimbi ricominciarono, Riccardo si arrabbiò e, senza che potesse controllarlo, un masso dietro ad uno dei bulletti scoppiò, facendo terrorizzare sia il piccolo mago che l'altro bambino. Non fu l'unico problema a cui Riccardo andò incontro, in quel periodo. I sintomi per cui veniva attaccato erano molteplici: stanchezza e sonnolenza innaturali, pallore eccessivo della pelle, debolezza e crampi muscolari.
Sono figlio di un uomo che parla di pace nel mondo ma non mi ama!
Per lui siamo tutti fratelli o mille fratelli ma non ci ama!
Quell'uomo non mi ama!
Quell'uomo non mi caga!
Quell'uomo non mi ama!
Tiene più a voi, che a me!
Questi erano solo quelli visibili da dei bambini, ma i genitori poterono vedere nel bimbo anche a casa lunghi momenti di pseudo depressione infantile, attimi di tachicardia e febbre, nonché scompensi di pressione eccessivi. Sperello e Nadja, preoccupati, avevano portato Riccardo a fare ogni visita possibile, perché temevano che si trattasse di una caratteristica dell'anomalia genetica emersa con il tempo. Venne fuori, al contrario, che Riccardo aveva due patologie babbane: ipotiroidismo, che causava tutti i sintomi più preoccupanti e ipotensione arteriosa, che causava i capogiri. La magia poteva esser utile fino ad un certo punto, si trattava di questioni entro cui questa non operava: non era una malattia data da magia, ferite gravi o altro, era una questione diversa. Gli vennero prescritte pastiglie di iodio per compensare l'ipotiroidismo e specifici integratori per la pressione. Iniziò la sua nuova vita da mago, che visse per i primi anni con un ristretto obbligo di non utilizzare i suoi poteri magici, cosa che il bambino non fu in grado di fare per tanto tempo. A nove anni i litigi con i compagni erano diventati più cattivi, così come fisicamente i bulletti erano diventati più forti e resistenti di lui. In una botta di rabbia, Riccardo aveva fatto un volo all'indietro a tutti quei ragazzi, senza farlo intenzionalmente. A Nadja quell'azione non aveva turbato, aveva fatto bene, a sua detta; il padre, invece, a causa di quell'aggressione a così tanti babbani in una volta sola, pur essendo un caso limitato ad un bimbo delle elementari, preferì evitare sospetti e richiedere un trasferimento nella città di Palermo. Era una cittadina tranquilla, che trovava meno caotica, non era fatta per le famiglie benestanti, quindi poteva benissimo andare in giro vestito in modo normale, fingendo di non esser chi era. Ai genitori, alla madre soprattutto, poteva non stare bene, ma per Riccardo bambino fu liberatorio. Durante l'ultimo anno di elementari infatti, fu in quelle circostanze che conobbe una ragazzina. Anche in quella situazione si era creato un gruppo di amici, che gli avevano chiesto se volesse andare con loro a conoscere un altro gruppo di bambine, tra cui c'era la sorellina di uno dei suoi compagni. Quando si erano incrociati, aveva subito capito che qualcosa in una delle bambine non andava. Era diversa, esattamente come lo era lui: Ester aveva sette anni, età in cui la magia si mostrava per la prima volta, e quando vide una foglia tra le sue mani iniziare a levitare, capì che fosse come lui.
Fissa il Pueblo con l'aria stregata,
Io non ricevo nemmeno un'occhiata!
Lui dal colluttore per la prima serata,
Io dallo psicologo e poi dallo psichiatra!
E temevo il buio già quand'ero bambino,
Lo chiamavo buio ma era l'ombra del divo. Che frequento meno di un antidepressivo. Sarei stato molto meglio dentro il suo preservativo! E se cantassi, dovrei subire a vita il confronto,
Sentirmi dire che non son pronto,
La scena indie mi sfancula come lui!
La prese da parte appena possibile, qualche settimana dopo per darle modo di vederlo più spesso prima che le parlasse la prima volta, poi le chiese se volesse venire a casa sua per giocare. Era il luogo più sicuro dove usare la magia, vista la presenza dei suoi genitori, che li avrebbero coperti anche dal divieto di usare la magia per i minorenni. Ester, con suo estremo stupore, aveva accettato quella richiesta, e appena Riccardo aveva trovato suo padre, gli aveva chiesto di fare ciò che aveva fatto la sua nuova compagna, e dopo un incantesimo di cui aveva capito solo il nome, la foglia che gli aveva portato si alzò in aria. Al padre quella nuova amicizia fu indifferente, era contento che avesse trovato anche qualcuno del sesso opposto con cui parlare; la madre invece, quando il bambino le parlò di Ester, si sentì solo sibilare contro che fosse nata babbana. Passarono due anni e arrivò l'estate che prevedeva la partenza di Riccardo per la scuola di CastelBruno. Un'estate in cui accadde di tutto in pochissimo tempo. Durante quel periodo, aveva iniziato a studiare l'arte oscura per ordine del genitore e aveva imparato la triste verità del passare quasi tutti i giorni da solo o con le balie, dal momento che i genitori erano sempre via per impegni o missioni e tornavano di rado. Il padre, era sempre agitato, perché parlava male della scuola, di chi aveva dato i fondi per questa, e perché, a quanto pareva, a lavoro si sospettava di nuovo che avesse commesso degli sbagli o sistemato delle questioni in modo poco legale. Quelli che si pensava fossero solo sospetti, divennero certi una notte di luglio, in cui i due erano a casa da soli. Una persona era riuscita ad entrare in casa del ragazzo, chiedendo rabbiosamente di suo padre, ma si trovò davanti solo due bambini.
Sono figlio di un uomo che parla di pace nel mondo ma non mi ama!
Per lui siamo tutti fratelli o mille fratelli ma non ci ama!
Quell'uomo non mi ama!
Quell'uomo non mi caga!
Quell'uomo non mi ama!
Tiene più a voi, che a me!
Aveva una bacchetta impugnata tra le mani, che puntava contro di loro, che iniziarono rapidamente a scappare, fino a quando non si trovarono con le spalle al muro. Avevano corso per la casa, erano scappati su per le scale, nascosti da varie parti, per paura che potesse capitare loro qualcosa. A causa della fatica, del grande caldo e dello spavento, l'Alighieri ebbe uno scompenso di pressione. Una cosa che Riccardo aveva subito compreso da quando aveva conosciuto Ester, era che la ragazza era decisamente più forte e abile di lui con la magia, pur essendo nata babbana. Quando leggeva con lui i libri di magia oscura, per fargli compagnia mentre studiava, lei capiva molto di più di Riccardo. Il ragazzo era riuscito solo a bruciacchiarlo un po', parecchio invero, se si contava il modo in cui erano ridotti i vestiti, ma era stata Ester a fare ciò che aveva segnato tutto. Allo sconosciuto non interessava lei, perché non era la figlia di Sperello. Era stato un gesto dettato dalla tensione, si era messa in mezzo tra l'amico e l'assalitore, e dopo un solo incantesimo questi casse giù per le scale, senza muoversi o respirare. Nadja fu la prima a tornare a casa, e non batté ciglio nel vedere un cadavere. Piuttosto, corse a vedere le condizioni dei ragazzi e per la prima volta, Riccardo vide che stava preoccupandosi anche per Ester. L'averlo soccorso ed essersi messa in mezzo doveva averle fatto passare sopra la sua natura di nata babbana. La notte che passò fu orribile: Ester era diventata una criminale, entrambi temevano di esser giudicati dal tribunale, di venire incarcerati, di esser ricercati, che la loro vita fosse finita con quella, ma fu proprio il ruolo del padre all'interno del Ministero a salvarli. Riuscirono a insabbiare la questione, accordando che la causa del decesso fosse stata la caduta dalle scale, non un incantesimo. Per giorni non poterono vedersi e Riccardo rimase chiuso a casa sua, attaccato alla madre fino a quando, ad agosto, lei non partì per una missione. Si fece viva solo due settimane dopo, in seguito ad un'assenza durata tanto che avevano iniziato a pensare fosse morta, prima che tornasse, debilitata da un incidente avvenuto sul campo. Era viva, non aveva cicatrici, ma le gambe funzionavano male, non avrebbe più potuto correre. Sarebbe rimasta un Auror, ma si sarebbe occupata solo di indagini teoriche.
Ricordo quando mio padre mi disse
"Vieni e senti! L'arte meno banale degli esseri viventi! La mia missione è darle vita senza mai una pausa! La tua missione è mollarti per una giusta causa!
Ora rimani là solo, là solo!"
A causa di tutti quegli avvenimenti in due mesi il ragazzo di era chiuso in sé stesso abbastanza perché il padre chiedesse un permesso per farlo entrare a CastelBruno l'anno dopo. In quel modo, riuscì a passare altro tempo con Ester e solo un anno di scuola lo avrebbe separato dall'arrivo della ragazza. Dal giorno successivo all'incidente della madre tuttavia, non fu più in grado di riconoscere suo padre. Anche quell'estate continuarono le lezioni e ricevette una testa così di consigli sul tenersi lontano da una ragazza, perché a quanto pareva, il padre sapeva ciò che aveva fatto. La sorte voleva che, se fosse entrato nell'anno giusto, sarebbe stato più grande di Diana e non avrebbe partecipato assieme alla compagna alla Cerimonia di Smistamento. Quella ragazza, agli inizi, gli fece immediatamente antipatia: Laurea Dori, che pareva la Casata dei protagonisti egocentrici nelle storie d'avventura, solare, con il suo cognome che non attirava alcun tipo di fastidio. Aveva passato il primo anno in solitudine, con la caduca compagnia delle medicine che doveva prendere e i suoi nuovi "coinquilini". Solo il secondo si poté dire che iniziò a vivere pienamente la sua scuola: sperava che Ester fosse nella sua stessa casata, ma almeno poteva vederla e parlarle. Ora che la ragazza temeva l'uso della magia, sentiva ancora più il bisogno di essergli attaccato. Riuscì grazie a ciò a ignorare completamente la presenza della Dori nella scuola. Fu al terzo anno che i problemi iniziarono: aveva ricevuto un gufo del padre parecchio preoccupante su qualcosa che aveva intenzione di fare, per distogliere l'attenzione delle 'grandi potenze della scuola'. Gli era solo stata detta una cosa: dirigersi alla Selva Tanaria, un luogo che lui voleva evitare con tutto sé stesso. Suo padre aveva parlato di una brutta idea: sabotare la scuola con la comparsa di un lupo mannaro. Non aveva idea di cosa lo portasse a voler commettere un gesto del genere. Doveva provare a fermarlo, anche se la Selva era il luogo peggiore in cui andare per le sue condizioni di salute. Era corso nella selva, la bacchetta stretta tra le mani e aveva trovato davanti a sé non uno ma due lupi mannari. Non aveva modo di riconoscere quale dei due fosse quello inviato da suo padre se non farsi vivo, cosa che comunque non poteva permettersi di fare, non quando aveva visto uno di questi ferire un ragazzo prima, cosa che sarebbe potuta accadere di nuovo visto che Enea era a portata di tiro: le velocità dei lupi mannari erano spaventose. L'unica opzione che gli venne in mente fu quella di calmare il respiro, puntare la bacchetta e lasciare che il patronus di una piccola viverna passasse di fronte ai due mostri. Suo padre e tutti coloro che erano sotto di lui sapevano che quello fosse il suo potere, sperava che, chiunque egli fosse, capisse chi c'era dietro. Non poté fare altro se non fuggire dalla Selva e sgattaiolare all'interno della scuola il prima possibile, per non esser scoperto. Il primo incontro con Diana Altieri arrivò insieme al quinto anno: li aveva visto avvicinarsi ad un piano della scuola chiuso agli studenti, lui ed Ester avevano deciso di seguirli e insieme a loro si erano ritrovati bloccati. A lui non erano mai piaciuti gli indovinelli, ma era riuscito a trovare la risposta a quello che serviva loro per uscire e non finire annegati. La storia del ragazzo, al momento, termina in questo momento. Al termine dell'anno tornò a casa dalla sua famiglia insieme ad Ester, giusto in tempo per festeggiare il giorno del suo compleanno e del raggiungimento della maturità. Nel mondo magico, con la maggior età ai diciassette anni, Riccardo avrebbe iniziato un sesto anno da "adulto", almeno a livello legale e sociale.
Sono figlio di un uomo che parla di pace nel mondo ma non mi ama!
Per lui siamo tutti fratelli o mille fratelli ma non ci ama! E' pieno di vita sul palco e diventa uno zombie quando entra in casa! Quell'uomo non sa cosa vuole, mi mette alla luce ma poi si spara!
Quell'uomo non mi ama!
Quell'uomo non mi caga!
Quell'uomo non mi ama!
Tiene più a voi, che a me!
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【ꗃCᴏɴᴏsᴄᴇɴᴢᴇꗄ;; Dɪsᴘᴏɴɪʙɪʟᴇ】
⸙】Esᴛᴇʀ Bɪᴀɴᴄʜɪ
Ester è stata sotto ogni punto di vista la prima vera amicizia di Riccardo. Tiene molto alla ragazza e spesso tende a rivestirla da una strana aura di protezione, che lo porta a mettersi in mezzo tra lei ed ogni tipo di persona esterna. L'Alighieri non sempre comprende che quell'istinto di vedersi le spalle sia scambievole e che molto spesso sia di fatto Ester quella che lo controlla, lo tiene lontano da pericoli e situazioni preoccupanti. Tra i due, la mora è la più coraggiosa, quella dal carattere, nonostante tutto, più forte, mentre Riccardo funge solo da elemento intimidatorio di facciata, con la sua altezza e il suo aspetto. Prova un forte senso di colpa poiché, a seguito di quello che era accaduto oramai sei anni prima, Ester abbia paura e provi rigetto nei confronti della magia, che non la utilizzi se non quando le lezioni lo richiedono. È una maga forte, potente, e accusa pienamente il fatto che, se lui fosse stato più preparato avrebbe potuto evitare un triste epilogo di quello stampo. Può solo quindi limitarsi a starle vicino e tentare di farsi perdonare, nonostante Ester non sembra faccia ricadere su di lui alcuna colpa del delitto passato sui giornali magici come "lo scandalo Alighieri".
⸙】Cᴏɴᴏsᴄᴇɴᴛɪ ᴅɪ ᴠɪsᴛᴀ
•Enea Rossi
•Marta Rossi
•Diana Altieri
•Azzurra Santoro
⸙】Work in Progress ->
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【ꗃBᴀᴄᴄʜᴇᴛᴛᴀꗄ;; Hʏᴘɴᴏʀɪsʏs】
Riccardo ha sempre imparato ad utilizzare la magia con una bacchetta come tramite e dubita riuscirà mai a separarsene. Si tratta di una lunga e fine bacchetta in legno di quercia scuro, dal colore nero pece, con impugnatura e decorazioni fatti in lastre argentee, dello stesso colore della sua Casata, e azzurre, a ricordare l'effetto del ghiaccio. Il nucleo è in corde di cuore di drago; elemento, stranamente ma non così tanto, molto vicino al suo Patronus. È lunga dieci pollici, in legno rigido. È la sua prima e unica bacchetta, non riuscirà mai a sentire lo stesso legame che ha percepito tra questa e lui, con altre bacchette. Per lui come per tutto il mondo magico, magia significa avere una bacchetta, solo la magia incontrollata può esser in qualche modo dominata senza la necessità di un intermedio. Con il tempo e con l'esercizio sta iniziando ad acquisire esperienza con gli incantesimi non verbali, in grado di dargli un maggiore vantaggio ed effetto sorpresa, soprattutto negli scontri del Club dei Duellanti, ma oltre a questo, non è mai riuscito ad andare oltre con l'uso della magia. Il suo primo tentativo di incantesimo senza bacchetta è terminato con le sue forze che si prosciugavano mentre tentava di sollevare un vaso da terra con l'imposizione delle mani. Se mai riuscisse a utilizzare la magia senza l'aiuto della bacchetta, non per questo deciderebbe mai di rinunciarvi. Si tratta di una sicurezza in più che chi non ha una bacchetta non può comprendere: è molto semplice che un incantesimo privo di ausilio venga sempre corretto, anzi fare cilecca è semplice, tanto semplice che Riccardo non tiene minimamente alla possibilità di sbagliare e stancarsi inutilmente. Ha sperimentato la fatica di chi non ha l'aiuto di una bacchetta, ma per la sua pazienza e la sua condizione di salute, trovarsi sfinito ad ogni tentativo non era il massimo. Comprende che l'esser abituati da una vita senza di essa abbia in qualche modo reso quelle persone più "abituate" al controllo dei propri poteri automatici, ma ha molti dubbi riguardo al poter prima o poi stare al passo con l'aumento della fatica a seguito dell'aumento delle difficoltà degli incantesimi.
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【ꗃBᴀʙʙᴀɴɪꗄ;; Pʀᴏ】
Riccardo fortunatamente non ha mai condiviso gli stretti ideali della madre riguardo la purezza del sangue, né gli è mai interessato sapere se qualcuno fosse nato babbano, mezzosangue o purosangue: mago era e mago restava indipendentemente da tutto e la potenza della magia di qualcuno non variava in base a quanti parenti maghi avesse avuto in vita. Essendo anche Ester una nata babbana, sarebbe stato invero abbastanza incongruente da parte sua provare un qualche tipo di astio nei suoi confronti. Semplicemente, non sopporta che vi siano queste inutili differenze e che qualcuno debba sempre trovare un modo per mettersi su un piedistallo. Nessuno era diverso per il sangue ed era provato che niente fosse influito da questo, eppure su queste parole molti si costruiscono ideali, teorie, correnti oppressive...A livello familiare, se gli Alighieri avessero rinnegato i nati babbani avrebbero di conseguenza anche disconosciuto il poeta che adesso è lo stemma della loro importanza, così come avrebbero insabbiato anni e anni di storia e generazioni solo per un gene manifestatosi dopo molto tempo. In Russia invece, riguardo la madre, simili permessi non erano concessi: nata e cresciuta in un ambiente rigido, è divenuta rigida lei stessa, addolcendosi solo con le varie missioni fatte insieme agli Auror e all'aver sposato una persona che non si sapeva se fosse mezzosangue o purosangue. Nella famiglia Alighieri la discriminazione sparì lo stesso giorno dell'attacco, dove la madre rinunciò ad ogni astio riguardo i nati babbani, grazie ad Ester che aveva salvato suo figlio.
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【ꗃCᴜʀɪᴏsɪᴛᴀ́ꗄ;;】
⸙】Lingue straniere: Riccardo sa parlare l'italiano e l'inglese per mera istruzione scolastica, ma ha studiato e imparato a parlare da autodidatta il russo. Era una lingua che sua madre utilizzava ancora, in alcuni momenti, e il suono secco e diretto che aveva lo affascinava, quindi ha deciso di prendere vari libri ed iniziare ad esercitarsi. Ora, anche se sbagliando un po' sul campo dell'accento, riesce a parlarlo con scioltezza.
⸙】Medicine: A causa dell'ipotiroidismo e dell'ipotensione, Riccardo non gira mai senza avere degli integratori o delle pastiglie di iodio; gli scompensi di pressione arrivano senza preavviso in ogni attimo e non vuole mai rischiare di esser senza, perché può sempre essergli necessaria una pastiglia di emergenza.
⸙】Strumenti: Sa suonare il pianoforte e il contrabbasso. Purtroppo non c'è spazio nelle varie stanze per tutte e due, quindi solitamente si porta zaini con incantesimo di profondità perché potesse portare almeno una tastiera e un contrabbasso con sé senza occupare troppo spazio. Suonare lo rilassa, è uno dei pochi metodi che ha per addormentarsi senza impiegare ore.
⸙】Sincope: Sempre per la sua pressione, a Riccardo capita più di una vita di perder conoscenza e di sentirsi male. È qualcosa che può spaventare, fino a quando non ci si fa l'abitudine. Sicuramente Riccardo non dirà mai ad una sua conoscenza di questo problema, è molto più probabile che i diretti interessati se ne accorgano dopo che è crollato davanti ai loro occhi.
⸙】Patronus: Il Patronus di Riccardo ha la forma di un piccolo drago. Ha impiegato tempo e fatica per riuscire a farne uno solo a quattordici anni, per questo il padre gli ha detto che il drago rappresentato "non è grande". Dal momento che i Patronus possono cambiare insieme alla persona, a detta del genitore è possibile che il drago del suo Patronus cresca assieme a lui.
⸙】Abiti: Per abitudine, quando non dev'essere in uniforme scolastica, indossa sempre abiti eleganti, oppure pantaloni con camicia. Il colore che predilige è il nero, perché è più coprente; lo fa sentire più sicuro di sé stesso sia ai suoi occhi sia a quelli degli altri.
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