ʟ'ᴀʟʟɪᴀɴᴄᴇ | ᴋɴʏ ʀᴏʟᴇᴘʟᴀʏ - ᴍɪɴɪsᴄʜᴇᴅᴀ, ᴛᴀᴍᴏᴛsᴜ
« 𝐍𝐨𝐦𝐞 »
Tamotsu.
Il nome Tamotsu è di evidente origine giapponese e, scritto col kanji "保" assume il significato di "Che difende" o " Che protegge". Il nome è forse un augurio, un buon auspicio fatto dai genitori che desiderano un figlio forte e dal futuro radioso: "che protegge" può avere svariate interpretazioni, tutto dipende dal modo in cui si vuole vedere il futuro del bambino.
Se fosse nato in una famiglia umile, dei contadini, probabilmente il nome avrebbe assunto un significato legato più al difendete la famiglia dai briganti, dai criminali e portarla avanti nel momento del bisogno; se nato in una famiglia di samurai probabilmente avrebbe assunto un significato legato al difendere l'onore del clan o comunque qualcosa che si sarebbe collegato agli ideali seguiti dalla famiglia. Invece no: Tamotsu è nato non in un clan samurai qualunque, ma in uno dei trenta clan principali del periodo Sengoku- circa 1500-. Il nome Tamotsu era già stato usato nell'albero genealogico della famiglia: apparteneva ad un valoroso antenato vissuto qualche secolo prima ma la cui memoria era sempre rimasta vivida. Aveva combattuto nel 1281 contro gli invasori mongoli, che volevano assoggettare il Giappone. Il clan di Tamotsu vanta questa onorevole e antica discendenza tanto che il padre ha deciso di dare questo nome a suo figlio sperando che si ripetesse un evento importante che con la presenza di Tamorsu avrebbe portato ancora onore alla famiglia. Dire che Tamotsu non conosca il significato del proprio nome sarebbe alquanto scorretto, dopotutto in oriente è tradizione scegliere i nomi basandosi molto sul significato. Inoltre essendo in un clan anche abbastanza importante, Tamotsu ha sempre ricevuto elogi e apprezzamenti per l'onorevole nome che portava. Se apprezzi il proprio nome, in realtà, è qualcosa di attualmente impossibile da appurare: non ricorda più di tanto della sua storia e neppure di quella della propria famiglia, non ha più in mente il peso che significava portare quel nome quando ancora era un umano. A quel tempo ne andava fiero, questo è certo, ma ora sono trascorsi due secoli da quando si pavoneggiava per la propria stirpe, tanto che gli risulta quasi surreale associare il proprio nome ad un lontanissimo parente. Ormai il nome Tamotsu è noto per appartenere ad una delle temute e rispettate lune crescenti e a lui va più che bene così.
« 𝐂𝐨𝐠𝐧𝐨𝐦𝐞 »
Shigematsu.
Il cognome di Tamotsu è composto da due kanji e ironicamente fa rima col nome- anche se non vi è più nessuno in grado di fargli notare questo dettaglio: dopotutto ha smesso di usare il proprio cognome parecchio tempo fa, preferendo eliminare ogni legame con la propria famiglia umana. Tornando a noi: il primo kanji "重" significa "importante" oppure "rispettato" o "stimato"; il secondo kanji "松" significa "pino". Non conosco il significato simbolico del pino nella cultura giapponese feudale, in quella moderna è simbolo di longevità essendo un albero sempreverde, inoltre i pini sono considerati luoghi in cui le divinità scendono in terra, secondo lo shintoismo. Il significato del cognome, che può essere "importante pino" o "pino rispettato" magari ha qualche riferimento alle due simbologie appena citate. La famiglia Shigematsu era un importante clan del periodo Sengoku, sotto al nome di daimyo (in pratica i daimyo sono i potenti signori feudali propri del medioevo europeo, per fare un paragone che tutti possano comprendere) amministrava i propri possedimenti, possedendo persino un discreto esercito, dopo aver partecipato alla comune ribellione dei daimyo contro lo shogunnato Ashikaga. Comunque non è il caso di soffermarci troppo su questo aspetto, dopotutto ne parlerò meglio nella storia di Tamotsu. Il ramo principale del clan Shigematsu era composto da una famiglia di sei persone: Atsumori, il capofamiglia; Sadako, la moglie; Tamotsu, il primogenito; Masami, la secondogenita; Umeko, la terzogenita ed infine Yoshitaka, il figlio più piccolo. Era una famiglia numerosa, questo è certo, ma non è mai mancato l'affetto reciproco tra fratelli: Tamotsu, essendo il maggiore e avendo quattro anni più della secondogenita, aveva sempre ricevuto ammirazione da parte dei fratelli più piccoli, venendo visto come un esempio. A Tamotsu era sempre piaciuto sedersi in giardino e leggere a Masami le storie scritte sul suo libro preferito, cercando si trasmettere anche a lei la passione per la lettura. Fortubatamente per Tamotsu Masami incominciò ad avere i suoi stessi gusti e il tempo trascorso assieme divenne un modo per scambiarsi pareri sui libri, anche da bambini: si divertivano a parlare degli eroi del passato di cui avevano letto, dei personaggi mitici e leggendari. Tra Tamotsu e Umeko non vi erano molti punti in comune: fin da piccola aveva trovato interesse in altri campi, ignorando le richieste del fratello di leggere con lui o di passeggiare nel boschetto vicino a casa. Aveva sempre preferito trascorrere il tempo con le sue amiche, tanto da far arrivare Tamots ad affermare di non conoscere Masami se non per come ella si presentava ai pasti. Tra Tamotsu e Yoshitaka vi erano otto anni di differenza: seppur Yoshitaka fosse molto più piccolo del maggiore aveva sempre cercato la sua compagnia, facendosi aiutare da Tamotsu per qualsiasi cosa. Tamotsu non vedeva Yoshitaka come di grande compagnia, per lui era più un bambino a cui badare. A parte ciò, Tamotsu ha sempre avuto grande stima della propria famiglia, soprattutto del padre, Atsumori, nonché la persona con cui trascorreva la maggior parte del tempo. Amava molto i propri genitori e i propri fratelli, si fidava di loro e avrebbe lasciato la propria vita nelle loro mani. Peccato che questo profondo legame si sarebbe spezzato: attualmente il clan Shigematsu non esiste più da due secoli circa, completamente sterminato in una calda notte del 1568. Tamotsu non ricorda molto della propria vita da umano: quanto ricorda è la diffidenza nei confronti degli uomini, di cui non ci si può mai fidare. Chiedendogli di parlare dei suoi fratelli probabilmente avrebbe un momento di confusione, ma alla fine direbbe di star bene così, senza nessuno tra i piedi. Forse apparirebbe come una persona disinteressata alla famiglia, che non ha mai amato i fratelli e le sorelle.. in realtà non è vero, dopo la loro morte ha avuto un periodo di profonda crisi, terminatosi con la quasi totale perdita di memoria dei parenti. L'unica cosa che ricorda è di aver avuto una famiglia, nella sua mente vi sono persino i nomi dei familiari.. ma non ricorda più i loro volti, le loro immagini sono sbiadite e quasi del tutto cancellate.
« 𝐞𝐭𝐚' »
230 anni.
Dire che Tamotsu dimostri i suoi duecento anni sarebbe un po' come dargli del vecchio decrepito, qualità che non ha per nulla. Ma tornando a noi: egli è nato nel 1542, nel periodo Sengoku, in Giappone. Il giorno della sua nascita è il 18 Yayoi (il mese del calendario wareki- in uso fino al 1873- che sta per Marzo): per essere marzo faceva anche abbastanza caldo, il cielo era sereno e vi era un piacevole venticello che scuoteva con delicatezza le cime degli alberi. Non ha mai trovato interessante sapere cosa fosse successo il giorno della propria nascita: aveva molte altre cose a cui pensare e infilare nella propria mente delle informazioni di tale inutilità non gli sembrava il caso. Magari gli è stato anche raccontato, ma poiché i ricordi della sua vita umana sono pochi e confusi è normale che questo genere d'informazione sia andata persa nei meandri della sua mente. Il rituale del compleanno per lui è sempre stato pura formalità: aveva il solo significato di avvicinarsi all'età adatta per poter eventualmente sostituire il padre nel ruolo di capofamiglia, nonché ciò che sognava. Oramai ha smesso di pensare ai compleanni come a qualcosa di piacevole e interessante: ha davanti l'eternità- a meno che un demon slayer lo decapiti prima- e pensare a quanti anni ha sulle spalle lo farebbe sentire solo vecchio. Inoltre detesta sentirsi vecchio, gli cigolano le ossa al solo pensiero.
Tamotsu ha interrotto la propria vita da umano a 26 anni, nel 1568, ma solo qualche mese dopo ha assunto a tutti gli effetti l'aspetto che ha tutt'ora, dopo essersi allontanato definitivamente dalla famiglia e da tutti i ricordi del passato. Il suo aspetto attuale è giovane, pare un ragazzo, proprio perché non ha intenzione di sembrare un vecchietto decrepito.
Sperando di aver fatto i calcoli giusti, il segno zodiacale di Tamotsu- secondo lo zodiaco cinese nonché quello usato in oriente- è il cane. Secondo l'oroscopo cinese, le persone nate sotto il segno del Cane sono di natura leali ed oneste, hanno comportamenti gentili e amabili, ma sono caute e prudenti, valutando con attenzione la situazione. A causa del loro forte senso di lealtà e sincerità, le persone nate nell'anno del cane farebbero qualunque cosa per coloro che ritengono importanti nella propria vita. Non sono abili ad esprimersi, quindi è difficile per loro condividere i pensieri con gli altri e per tale motivo, tendono a sembrare alquanto testardi. Queste persone non tendono a cercare guadagni disonesti ma cercano una vita tranquilla e una bella famiglia stabile. Quando si trovano in difficoltà, i nati sotto il segno del Cane pensano che il mondo ce l'abbia con loro e reputano complicato uscire da quella situazione di difficoltà. Sono anche molto critici quando commentano qualche cosa, giudicando tutto secondo la loro visione pessimistica. Ma non si tirano mai indietro dall'aiutare gli altri è spesso trascurano i propri interessi, soffrendo molto se vengono traditi.
Ma ora che vi ho presentato il profilo psicologico dei nati nell'anno del Cane, pensiamo un po' a quello di Tamotsu, se veramente rispecchia ciò che ho appena scritto. Per quanto riguarda la lealtà ed onestà, Tamotsu è un punto interrogativo: da umano la sua lealtà era certamente rivolta a suo padre, da quando è un demone si può dire che alterni fedeltà a Muzan alla lealtà ai propri bisogni. Sì, per essere una delle dodici lune demoniache la sua lealtà a Muzan pare essere quasi assente- grande errore: Tamotsu rispetta profondamente le decisioni e gli ordini del proprio signore, anche se pare sempre farsi i fatti propri. Questi "fatti propri", casualmente spesso comprendono anche gli ordini imposti da Muzan stesso. L'onestà, invece, non è mai stato un tratto di cui si potesse vantare: fin da piccolo mentiva, nascondeva la verità ai propri genitori e lo ha continuato a fare anche crescendo, tenendo per sé stesso sempre più cose. Per quanto riguarda l'essere gentile e amabile.. forse lo era da piccolo, crescendo è diventato autorevole e freddo, distaccato, comportandosi spesso in modo infantile e viziato: dire che fosse amabile non è coretto. Inoltre era una persona individualista ed egoista, non avrebbe mai perso tempo per aiutare le persone. Lui non era gentile. Ciò che ha più più è il lato cauto e prudente: Tamotsu era un prodigio, un vero e proprio genio; era in grado di valutare le possibilità createsi da un'azione in poco tempo. Prima di agire valutava sempre la possibilità di riuscita o meno, diventando sempre più abile a fare questi ragionamenti da farli involontariamente e autonomamente, a qualsiasi orario del giorno e della notte (spoiler: poi è impazzito, aveva troppe informazioni da analizzare e troppo poco tempo/spazio nella sua mente.. quindi è impazzito). Ad essere sinceri Tamotsu non sprecherebbe un minuto del suo tempo per star dietro ad altre persone, attualmente si scoccia anche se gli viene ordinato di aiutare qualcuno di grado inferiore al suo- senza offesa alle lune calanti-, ma Tamotsu ritiene di non aver abbastanza tempo per star dietro alle bambinate degli altri demoni- come se lui non fosse un bambino nel corpo di un adulto-. Se per guadagni disonesti intendiamo illegalità allora no, in vita Tamotsu non cercava di ottenere vantaggi facendo uso di illegalità, ma forse conta anche l'essere un demone.. in tal caso allora non rispetterebbe quanto detto, poiché possiamo vedere la sua decisione di accettare l'offerta di Muzan come una scappatoia dai propri problemi, no? Inoltre quando si trova in difficoltà non si mette a lamentarsi col mondo ma fa in modo di togliersi da tale condizione: ha abbastanza neuroni per pensare ad una soluzione rapida.
« 𝐫𝐮𝐨𝐥𝐨 »
Quinta Luna Crescente.
« 𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚' »
Giapponese, Shogunnato di Tokugawa.
La nazionalità di Tamotsu sarà divisa in due parti: Periodo Edo, nonché Shogunnato di Tokugawa, e il Periodo Sengoku. Partiamo dal primo: nel 1772 si è circa a metà del periodo Edo, iniziato nel 1603 e conclusosi nel 1868, e in questo periodo vi è al comando il clan Tokugawa, che aveva preso il potere in seguito ad aspre contese avvenute prima dell'inizio del periodo. Non vi sono guerre eccessivamente devastanti, il Giappone crebbe moltissimo in questi tempi, la crescita demografica fu straordinaria; ma se vi sono momenti positivi ve ne sono altri negativi. È il periodo di massima chiusura del Giappone, di disprezzo verso la cultura occidentale tanto da cacciare e uccidere i cristiani presenti nel territorio, rifiutare la presenza di europei ad eccezione degli olandesi. La classe dominante era sempre composta dai samurai, cioè il 5% della popolazione del tempo, ed erano gli unici a portare un cognome. Onestamente Tamotsu non ha avuto la possibilità di viaggiare per il Giappone in modo tanto libero, ha sempre avuto ordini da seguire e tempo limitato per spostarsi, per questo motivo preferiva rimanere in certe particolari zone, in modo da non dover sprecare troppo tempo a viaggiare.
Il periodo in cui Tamotsu è nato è il Periodo Sengoku, un periodo in cui le guerre e le battaglie erano all'ordine del giorno a causa della precaria condizione politica del Giappone. Il personaggio più importante del tempo fu sicuro Oda Nobunaga, il cui nome è ben noto, come colui che aveva cercato di unificare sotto di sé il Giappone. Il periodo si estende dal 1467 al 1615 ed è caratterizzato dalla presenza di tanti feudi autonomi, i daimyo, che avevano il controllo delle loro piccole regioni.
Tamotsu ha sempre apprezzato vivere in Giappone, ritiene il suo paese natale molto elegante e apprezzabile- anche se guarda un po' storto lo shogunnato, sarà perché è nato in un periodo d'indipendenza dei daimiyo e non è un tipo a cui piace avere un capo-. Inoltre ha sempre creduto nello shintoismo, che prevede l'adorazione dei "kami", cioè divinità, spiriti naturali o semplicemente presenze spirituali tipiche dei territori. Da quando è diventato demone ha iniziato a lasciar perdere la religione, preferendo concentrarsi sul cercare di sopravvivere e di non farsi ammazzare dai demon slayer, almeno all'inizio, quando i demon slayer lo preoccupavano ancora.
« 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 »
Ryomen Sukuna/Itadori Yuji- Jujutsu Kaisen
« 𝐛𝐚𝐜𝐤𝐬𝐭𝐨𝐫𝐲 »
Tamotsu è nato come figlio primogenito del daimyo Atsumori, del Clan Shigematsu. Figlio del matrimonio tra il capoclan e Sadako, sorella di un altro daimyo che voleva un'alleanza con il clan Shigematsu, Tamotsu ha sempre vissuto in una condizione di lusso: poteva fare ciò che voleva, ogni sua richiesta era un ordine, aveva tempo in abbondanza e la gente si interessava a lui qualsiasi cosa facesse. Fin da piccolo fu cresciuto secondo la via del bushido, nonché il codice del samurai, in modo che un giorno avrebbe potuto sostituire il padre Atsumori come capoclan dei Shigematsu. Tamotsu era un talento naturale in quasi qualsiasi cosa facesse: scherma, lettura, scrittura, memorizzazione dei codici ecc. Era un bambino prodigio, noi lo avremmo definito così: sia Atsumori che Sadako ritenevano di essere stati benedetti dai kami con un figlio dalle eccezionali doti. Senza considerare la sua spiccata intelligenza e capacità di ragionamento: nulla era impossibile alla sua mente, gli serviva solo un po' di tempo per ragionare e ogni risposta aveva un risultato. Inutile dire che gli stessi membri della famiglia iniziaronona sfruttare questa sua intelligenza, continuando a chiedergli di aiutarli in certe faccende, di ragionare su alcune decisioni. Le probabilità erano ciò su cui brillava di più: datagli una situazione di partenza era in grado di esporre dettagliatamente quello che sarebbe successo se si fosse fatta una o un'altra cosa. All'inizio si divertiva ad aiutare la famiglia mettendo al servizio dei parenti la propria intelligenza, ma col tempo ciò che trovava divertente divenne una sofferenza: le domande aumentavano, il tempo per ragionare diminuiva e la gente pretendeva che trovasse soluzioni a quesiti sempre più complessi. Non aveva abbastanza tempo per rispondere a tutto, non aveva abbastanza spazio nella mente per ragionare a così tante cose: iniziò a prendere appunti, quando finiva la carta scriveva sulle sue stesse braccia, sul suo corpo, fino a quando non finiva un ragionamento. A volte usciva dalla propria stanza con scritte su tutti gli arti. All'inizio nessuno si accorse di quanto fosse in difficoltà, l'attenzione della madre si posò su di lui solo quando si rese conto che il figlio stava lentamente perdendo il lume della ragione: parlava da solo, stava sveglio fino a tardi e ogni tanto lo si sentiva ridere nel cuore della notte. Non era raro che si svegliasse improvvisamente urlando di non riuscire più a ragionare e di aver paura di venir ignorato una volta che le persone avrebbero capito che anche lui aveva dei limiti. Seppur la donna si stesse preoccupando per il figlio, nemmeno Atsumori sembrò interessarsi di cosa stesse succedendo: a lui sembrava che stesse bene. Lo vedeva allenarsi con regolarità, trascorrere del tempo con i soldati e aiutare chi gli poneva domande.
La salute mentale di Tamotsu lentamente andava a deteriorarsi: sempre di più aveva la sensazione di soffocare, si tirava i capelli come se lo aiutasse a pensare. Lentamente il ragazzo iniziò a cambiare: aveva bisogno di divertimento e svago, i ragionamenti non lo divertivano più, lo stavano lentamente uccidendo e seppur non ne fosse consapevole non li trovava abbastanza soddisfacenti. Iniziò a divertirsi ponendo domande e quesiti alle persone, vedendole ragionare; quei quesiti si trasformarono in ordini, diceva alla gente di fare certe cose mentre lui osservava e rideva, seduto.. fino ad arrivare al culmine: in modo subdolo prendeva decisioni suicide, che avrebbero causato la morte di varie persone senza che si pensasse a lui. Lui era il grande e bravo figlio del daimyo, no? Non avrebbe mai fatto del male alla propria gente. Eppure l'adrenalina di vedere i propri sottoposti arrancare e trovarsi in difficoltà lo entusiasmava: ne voleva ancora, sempre di più.
Ma il tempo non era abbastanza.
Fu Muzan a proporgli di avere tempo infinito e infinite persone con cui divertirsi: perché dire di no? Ad essere sinceri Tamotsu non ci pensò proprio su: aveva quasi del tutto perso il lume della ragione, si avvicinava sempre di più all'assomigliare ad un pazzo e basta.
Era il 1568, aveva ventisei anni, quando divenne un demone, accettando il patto col diavolo, con Muzan: all'inizio rimase a casa sua, nascondendosi nella propria stanza ed uscendo di notte. Non molti sembrarono stupirsi del suo comportamento: era normale vederlo uscire di notte, per ragionare e sfruttare il proprio tempo al meglio. Nessuno sospettò più di troppo del suo cambiamento: avrebbe potuto vivere in eterno e divertirsi fino alla fine dei tempi.
Avrebbe anche potuto vivere con la propria famiglia fino alla loro morte.. ma suo zio aveva altri piani. Il fratello di Atsumori, Atsushi, non sopportava che il figlio pazzo di Atsumori- così lo aveva chiamato- ricevesse apprezzamenti e gloria per le sue capacità mentali. Una congiura? Tamotsu non ha ben capito, fattostà che una notte, mentre osservava i fiori in giardino, si è avvicinato suo zio Atsushi. Inizialmente avevano parlato, si erano scambiati cordiali saluti e suggerimenti su come eseguire al meglio i propri doveri; sembrava sul serio una serata normale, piacevole persino per Tamotsu, che ritenendo di avere l'eternità davanti aveva lentamente ripreso a ragionare con calma, limitando gli sfoghi di stress e tornando ad essere più calmo e distaccato. Lo zio aveva piani ben chiari: avrebbe ucciso Tamotsu, avrebbe accusato Atsumori e avrebbe preso il potere, sostituendo la sua famiglia a quella del fratello. Peccato non avesse fatto i conti col primogenito del fratello, che in quel momento non poteva essere ucciso da una lama comune. Sangue, Tamotsu ricorda solo sangue e il corpo dello zio per terra: per la rabbia, la rabbia di essere stato tradito e pugnalato alle spalle dalla sua stessa famiglia, aveva reagito d'impulso e stringendo sempre di più la presa sul collo dello zio, lo aveva soffocato ed infine gli sveva staccato la testa, buttandolo per terra come un gioco rotto.
Nella sua mente vi era una sola cosa, non più ragionamenti e possibilità: "la mia famiglia mi ha tradito".
In quella notte l'intero clan Shigematsu fu sterminato: né Atsumori, né Sadako, né Masami.. nessuno sopravvisse.
Furono trovati tutti morti, uccisi da una lama. L'arma del delitto era a terra, davanti alla porta della stanza di Tamotsu è quando entrarono ciò che trovarono fu solo sangue, sangue sulle pareti e sul pavimento, ma del ragazzo nessuna traccia. Si pensò ad un improvviso attacco nemico, ad un'infame mossa di criminali e banditi che volevano rubare al clan Shigematsu, nessuno sospettò di Tamotsu, il primogenito scomparso nel nulla. Voci dicevano che quella casa era stata infestata da un demone, lo stesso che aveva sterminato il clan: voci vere, dopotutto.
Tamotsu non è mai più tornato nel luogo in cui è nato e cresciuto, si è rifiutato di mettere piede nel luogo in cui la sua vita ha preso una piega che non si sarebbe mai aspettato. Trascorse un po' di tempo in lutto: si rifiutava anche di camminare in giro. Si nascondeva in un piccolo boschetto, stando seduto su una roccia a riflettere sul fatto di aver ucciso tutta la propria famiglia senza battere ciglio. Il suo sogno era diventare capoclan.. ora non c'era più una famiglia su cui comandare. Muzan lo aveva avvisato: gli uomini sono creature inaffidabili, crudeli e opportuniste. Lui era stato ingenuo, aveva creduto di poter controllare la situazione, ma aveva fallito.
Per andare avanti si aggrappò ad una sola cosa: la ricerca di divertimento. Nel corso degli anni iniziò ad andare in giro per il Giappone divertendosi a terrorizzare e uccidere le persone, trasformando luoghi anche piacevoli in veri e propri cimiteri. Cercava sfogo e divertimento nella tortura e nell'omicidio: per lui era tutto un gioco, come se fosse una grande partita. Se ne sarebbe stato in pace e tranquillità a tormentare la vita delle persone, distruggendo famiglie e spaventando interi villaggi, ma mancava ancora qualcosa. Lui voleva divertirsi, questo sì, ma voleva di più: voleva potere.
Fu Muzan, ancora una volta, a far insinuare nella sua mente l'idea di poter aver di più: doveva solo diventare forte, abbastanza forte da poter sconfiggere chiunque. Le tentazioni del Re dei Demoni avevano attirato la sua attenzione: da quel momento iniziò anche a cercare di raggiungere il proprio obbiettivo. Alla fine possiamo dire che sia riuscito ad ottenere il potere tanto bramato: certo, non era il primo tra tutti ma la posizione che ricopre gli fa alquanto piacere. Per ottenere il grado di quinta luna crescente, Tamotsu, su consiglio dello stesso Muzan- perché evidentemente Michael Jackson non si fa i fattacci suoi-, sfidò la precedente luna demoniaca: un duello interessante, tra uno spadaccino e un combattente con arti marziali. In quel caso, la raffinata ed elegante tecnica di Tamotsu ebbe la meglio sulle antiche arti marziali, sconfiggendo l'avversario anche senza usare la propria abilità vampirica. Questo circa un secolo e mezzo fa, circa vent'anni dopo Tamotsu trovò un altro degno avversario: lo divertiva, era uno spasso vederlo combattere. Tamotsu voleva a tutti costi affrontarlo: il giapponese ex pilastro del tuono, Enmei Kouki. A detta di Tamotsu fu un duello "straordinario": continua a dire di non aver mai combattuto qualcino tanto divertente e appassionante come Enmei. Quel pilastro aveva talmente catturato la sua attenzuone che Tamotsu non vedeva l'ora di mettergli un piede in testa, mentre era agonizzante per terra e chiedeva pietà: voleva che quella scena si avverasse talmente tanto che lo sconfisse, anche a costo di rompere la propria katana, dopo essersi fatto sfidare a duello da lui. Lo uccise? Sì. Non ha mai provato tanto piacere nell'uccidere un cacciatore di demoni tanto quanto ne ha provato colpendo a morte Enmei. Da quel momento, poiché la sua katana si era spezzata, ha iniziato ad usare la katana di Enmei, per non dimenticarsi mai dell'unico uomo che è riuscito a farlo divertire talmente tanto da essere soddisfatto del duello ancora dopo un secolo.
« 𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚' 𝐯𝐚𝐦𝐩𝐢𝐫𝐢𝐜𝐚 »
Shōgi.
L'abilità vampirica di Tamotsu è molto ironica, in realtà: in vita ha sempre cercato svaghi e modi per impegnare la mente e divertirla, da demone ha ottenuto un'abilità che gli permettesse di divertirsi come un matto e uccidere allo stesso tempo. Potremmo paragonare la sua abilità ad un gioco da tavolo come jumanji oppure a D&D, la differenza che ha con i giochi a cui tutti noi giochiamo è una: si può morire, quando si perde si diventa automaticamente- in certi casi- la cena del demone.
Innanzitutto Tamotsu deve tracciare il perimetro del tabellone: la misura non deve essere eccessiva poiché ha la necessità di avere un totale controllo di quello che accade nel gioco; per avere il tabellone pronto deve solo tracciare il perimetro col proprio sangue. Una volta chiuso il perimetro il sangue verrà istantaneamente assorbito nel terreno e creerà una sorta di barriera, attivabile solo di notte e con la "partita" attiva. Il perimetro non può essere cancellato ma ogni quattro giorni deve essere rinforzato, se viene usata l'abilità vampirica più volte nella stessa notte il perimetro andrà rinforzato il giorno dopo. Durante il giorno la linea di sangue può essere attraversata senza problemi, di notte in realtà pure- anche se è sconsigliato: se vi è il tabellone vi è anche il proprietario del gioco-. L'unico problema sorge quando si attraversa il perimetro, di notte, e compare la scritta "ポーン" (che significa "pedina") accompagnata da un forte bruciore sul dorso della mano, la scritta sarà sempre in giapponese e sempre nello stesso posto, con un carattere elegante e comprensibile, con inchiostro nero. Da quando compare il simbolo si ha un'ora e in questo periodo di tempo non può essere rimosso: se viene tagliata la mano la parola cambierà posizione. Sul piano teorico vi possono essere un numero infinito di pedine anche se di solito Tamotsu arriva ad un massimo di dieci, se ha a che fare con demon slayer, e di quindici se sono civili quelli coinvolti. Quando inizia la partita si sentirà un improvviso bruciore in corrispondenza della scritta "pedina" sulla mano e anche se si volesse tornare indietro non si riuscirebbe ad attraversare il perimetro della mappa. Prima di spiegare in cosa consiste il gioco, ecco le regole che ogni pedina sentirà durante i primi minuti di gioco; infatti Tamotsu si presenterà in veste di organizzatore della partita- sarà come intangibile, come se non fosse nemmeno lì- ed esporrà le regole con queste parole:
1. I giocatori non possono uscire dal tabellone fino alla fine della partita. Tentar non nuoce, ma ad ogni tentativo il marchio sulla vostra mano inizierà a bruciare sempre più forte e verrete respinti indietro. Il consiglio è di non perdere tempo a cercare di scappare: non vi sono vie di fuga.
2. Per poter uscire dal tabellone di gioco potete solo vincere o perdere, non vi sono vie di mezzo. Perdendo, però, diventerete automaticamente la mia cena e anche lottando con tutte le forze che vi sono rimaste non potrete andar contro al fato che vi attende. Per vincere la partita dovete sopravvivere per un'ora: sono allo scadere del tempo sarete in grado di andarvene.
3. È assolutamente vietato tirarsi indietro: una volta pronunciate le parole "no, non voglio giocare" verrete automaticamente marchiati come perdenti, poiché vi sarete arresi. La vostra sorte sarà uguale a coloro che perderanno nel corso del gioco! In pratica sarete anche voi la mia cena!
4. Come per qualsiasi cosa, è ammesso barare. Potete cercare di chiedere consiglio a chi è fuori dal perimetro oppure potete cercare di evitare le prove, ignorarle... sappiate che se verrete sorpresi a barare la vostra punizione sarà la morte per mano mia, Tamotsu! Se ora non potete toccarmi, quando mi presenterò a punire i trasgressori sarò ben tangibile. Non sopporto chi cerca scappatoie.
5. Coloro che si trovano al di fuori del tabellone non possono cercare di suggerire, la pena è la morte per i giocatori. Se vogliono possono scommettere sui risultati, qualora la scommessa sia di esito positivo mi congratulerò io stesso!
6. Per affrontare il gioco e le sue sfide avete la possibilità di adoperare ogni oggetto in vostro possesso purché sia all'interno del tabellone. Potete prestarvi le armi, scambiarvi oggetti purché questi fossero con voi fin dall'inizio del gioco.
7. Potete giocare in gruppo o singolarmente, qualsiasi sia la scelta che farete sappiate che il livello delle sfide da affrontare si alzerà se sarete in gruppo, se sarete singoli il livello delle sfide sarà al vostro pari. Sono onesto, io non baro: statisticamente avrete il 50% di possibilità in ogni prova! Qualora si decida di giocare in gruppo, è del tutto accettabile il tradire i compagni per la propria sopravvivenza.
8. Sul tabellone non ci saranno sempre e solo "pedine", potrete incontrare altri personaggi, definiamoli così, che non parteciperanno al gioco bensì vi osserveranno e avranno la possibilità di decidere se aiutarvi o meno. Questi personaggi possono essere miei collaboratori o persone che sono entrate nel tabellone ma non le considero pedine.
9. Purtroppo non potrò intervenire in partita a meno che bariate. La mia presenza, qualora mi vediate accanto a voi, sarà reale anche se al vostro tocco resterò intangibile. Questo è per evitare che i furbetti mi attacchino mentre mi godo lo spettacolo.
10. I danni che subirete nel corso della partita saranno reali. Anche se scadrà l'ora, le ferite subite non guariranno.
Inoltre la partita può essere interrotta in due modi: una sfida rivolta a me in un duello faccia a faccia; io stesso riterrò che i giocatori saranno degni di poter sopravvivere e li lascerò andare.
Dopo aver esposto le regole, Tamotsu sparirà dalla vista dei giocatori, che dovranno ovviamente muoversi nella mappa. Restare nello stesso punto non cambierà niente: verranno comunque sottoposti a prove, sposate in quel preciso luogo da Tamotsu stesso. Dopo aver fallito le proprie prove o essere stati sconfitti in un combattimento, ci si ritroverà perfettamente coscienti distesi per terra. Questa condizione di coscienza persisterà anche mentre Tamotsu starà cenando col corpo del perdente, tanto per divertire Tamotsu nel guardare le espressioni sconvolte delle persone. Il centro del tabellone di solito è segnalato dalla presenza di un personaggio non giocante dall'aspetto e voce di Tamotsu, seduto da qualche parte. Questo personaggio è lì solo per scena e a differenza degli altri può essere tranquillamente abbattuto e distrutto, anche se non ha un gran senso farlo.
La particolarità di questa grande partita è che non vi è un vero e proprio arrivo: anche se raggiungi il centro del tabellone, la partita continuerà ad andare avanti ad oltranza fino allo scadere del tempo o alla completa eliminazione di tutti i partecipanti. Tamotsu può decidere di interrompere prima la partita per concedere la grazia a chi reputa degno di sopravvivere, può inoltre interromperla se si sta avvicinando l'alba. Come già detto, la partita di media dura un'ora e può essere ricominciata dopo due ore di totale inattività da parte del perimetro del tabellone. A Tamotsu non conviene fare uso della propria abilità vampirica più di una volta a notte- anche perché ormai è abituato ad usarla solo una volta, eliminando la maggior parte dei nemici. Sopravvivere all'ora di gioco non significa essere salvi: anche se si ha superato il tempo massimo bisogna ricordare che Tamotsu è un demone e venir assaliti a tradimento pensando di essere salvi è normale. Non molte persone fino ad ora hanno vinto la partita e quelle poche persone, ad eccezione di un paio, sono state uccise subito dopo per dissanguamento ed emorragie. Lui non può attaccare i vincitori della partita a meno che questi non attacchino lui. Le ferite e i danni riportati nella partita sono reali, esattamente come i nemici che ci si ritrova ad affrontare: non è un'illusione, è tutto parte del gioco ma è molto reale.
Prima di concludere presentiamo le quattro tipologie di giochi che Tamotsu si diverte a porre davanti ai giocatori: sono tutte sfide, alcune possono essere direttamente mortali, altre solo mentali- ma se sbagliate più di tre volte portano automaticamente ad una delle sfide speciali. Eccovi le classificazioni delle sfide:
1. Combattimento. Sono semplici combattimenti tra i giocatori e dei nemici di scarsa-media forza: questi nemici sono persone o demoni incontrati e sconfitti da Tamotsu durante la propria vita (sì, se gli girava faceva fuori anche altri demoni) ma che poiché hanno catturato la sua attenzione sono rimasti ben impressi nella mente del demone e di conseguenza sono presenti nel suo grande gioco. I nemici sono di solito contrassegnati da una fascia rossa in testa con su scritto "敵" (nemico) in nero, la fascia può essere distrutta e in tal caso il simbolo comparirà direttamente sulla fronte dei personaggi. La forza dei nemici è aumentata o diminuita in base ai giocatori, come già detto Tamotsu fa in modo che quasi ogni sfida dia il 50% di possibilità di riuscita e sopravvivenza: se si gioca singolarmente il nemico di solito sarà uno alla stessa forza del giocatore, se si è in gruppo i nemici saranno la metà dei partecipanti ma avranno una forza maggiore poiché saranno sempre 2v1. Inoltre i nemici possono essere demoni, cacciatori di demoni, samurai, soldati. Questi sono i combattimenti mortali, in cui si può morire se colpiti dal nemico in modo grave o in punti vitali.
2. Giochi di logica e strategia.
Si parla di semplici giochetti di logica e strategia, come se fossero divertenti rompicapi o ingegnosi ragionamenti. Sono le sfide meno violente e quelle che piacciono di più a Tamotsu: se si vuole venir graziati bisogna sorprenderlo in questa tipologia di sfide, dopotutto lui ha sempre adorato ciò che aiuta a distrarre la mente- la sua stessa abilità vampirica è nata dalla sua necessità di divertirsi. Se si sbaglia più di 3 giochetti di logica in tutta la partita Tamotsu attiverà in automatico le sfide speciali.
3. Indovinelli.
Non pensate che si presenti davanti a voi a porvi le domande in rima, assolutamente: ci sono alcune sfide che consistono nel rispondere a tre indovinelli di fila. Si ha un margine di errore e se le risposte sbagliate sono due il personaggio non giocante che porrà la domanda attaccherà a sorpresa i giocatori: la forza di questo personaggio è poco sotto a quella di un pilastro dei cacciatori dei demoni, cosa decisa da Tamotsu per evitare che chi commette due errori riesca a passarla franca. Come sa quale sia la forza dei pilastri? Ovviamente ne ha affrontato qualcuno nella sua vita e ciò viene anche dimostrato nelle sfide speciali.
4. Le sfide speciali.
Sono le sfide più violente di tutte e possono consistere in un normale combattimento tra giocatori e "nemici" oppure possono essere combattimenti tra Pedine. Queste sfide speciali cambiano in base a come le pedine stanno giocando la partita: se sono in gruppo è più probabile che il gruppo venga diviso in due squadre e sia costretto a combattere l'uno contro l'altro- se dopo dieci minuti si rifiutano ancora di combattere, sceglierà Tamotsu chi eliminare, facendo bruciare il marchio della pedina sulla mano delle persone scelte, che si immobilizzeranno e cadranno a terra, come morti (anche se magari sono solo paralizzati). I combattimenti contro i nemici, invece, sono molto piu difficili degli altri combattimenti: i nemici sono i più forti che Tamotsu abbia incontrato nella sua vita e sono due i nemici da combattere. Non sempre si sfida uno dei due alla volta, se Tamotsu vuole possono combattere assieme contro i giocatori. Questi due nemici sono l'ex quinta luna crescente- uccisa da Tamotsu a duello per poter prendere il suo posto- e il pilastro del tuono dei cacciatori dei demoni, ucciso poco più di un secolo prima, in combattimento, in Giappone. Se l'ex quinta luna crescente non è in grado di usare la propria abilità vampirica- essendo solo una memoria di Tamotsu- ha una forza ben superiore a quella dei pilastri e combatte a mani nude, usando varie forme di combattimento corpo a corpo. L'ex pilastro, invece, farà uso dei propri kata. Ovviamente a questi nemici non è concessa libertà di movimento e pensiero, sono solo memorie personificate, questo però comprende una cosa assai triste: le ultime parole della ex luna e dell'ex pilastro, dopo aver saputo che fine avrebbero fatto. La luna di solito non parla, anche se ogni tanto ride dietro agli avverdari; l'ex pilastro come unica frase ha "Liberate la mia anima", supplicando i giocatori di uccidere Tamotsu e lasciarlo riposare in pace.
Tamotsu non può sottoporre i giocatori a più di 4 prove: di solito è una prova per ogni categoria, ma può capitare che le sfide speciali non vengano minimamente presentate ai giocatori e vengano svolte due serie di indovinelli o due serie di test logici o due combattimenti.
C'è un modo molto più veloce per concludere la partita prima del necessario: costringere Tamotsu ad interromperla o ucciderlo. Per far ciò bisogna sfidarlo a duello, cosa che può essere fatta in un solo modo: trovando l'unico personaggio non giocante che è sempre presente sul tabellone, nonché l'unico personaggio che aiuta sempre e in ogni caso i giocatori. Questo personaggio è la personificazione dell'umanità di Tamotsu, poca ma rimasta, e assume l'aspetto di Masami, la sorella minore. Solo ed esclusivamente se posta la domanda "Dov'è Tamotsu?" O qualcosa di simile, Masami si mostrerà sorridente e amichevole, scambiando il giocatore che ha posto la domanda per un vecchio amico del fratello maggiore e dirà "Lo vado a chiamare subito, aspetta qui". Dopo ciò la partita si interromperà per tutti, qualsiasi sfida si stesse svolgendo e Tamotsu si presenterà in carne ed ossa davanti a colui/colei che ha rivolto la domanda a Masami. Facendo così, a quella persona è concesso sfidare Tamotsu in un combattimento 1v1, combattimento in cui è proibito interferire. Se qualcuno prova a farlo, il marchio della pedina presente sul dorso della mano respingerà la persona, allontanandola. Dopotutto la partita si è solo interrotta, non è conclusa. Il duello 1v1 sarà un duello senza trucchetti e senza abilità vampirica di Tamotsu, che sarà armato di katana- nonché l'arma con cui combatteva da umano, quando era un samurai. Questo duello si interromperebbe, di solito, con la morte di uno dei due, ma se si è vicini all'alba Tamotsu ha il permesso di tirarsi indietro. Può anche scappare se ritiene che l'avversario sia troppo forte.
• Punti di forza dell'abilità:
- Può essere usata più volte durante la notte
- Durante la partita Tamotsu è intangibile
- Tecnicamente potrebbe spargere il proprio sangue in combattimento per terra attorno a sè e all'avversario, facendosi supportare in combattimento da uno dei "nemici" del gioco. È raro ma non impossibile.
• Debolezze dell'abilità
- Far iniziare la partita costringe Tamotsu a sprecare molte energie, di solito la prima mezz'ora di gioco la passa seduto ad osservare i progressi delle persone e a mangiare chi viene ucciso, proprio per ricaricare le proprie energie.
- Per poter creare il tabellone deve usare il proprio sangue e deve chiudere il perimetro. In combattimento normale non avrebbe tempo di farlo.
- Se Tamotsu abbandona il tabellone l'abilità si disattiva automaticamente. Per uscire lui stesso dal tabellone deve liberare le pedine.
- Non può costringere le persone a rispondere agli indovinelli o ai quiz di logica, può incentivarle col dolore del marchio ma se non rispondono non può farci niente.
- Seppur sappia sempre dove sono le pedine in gioco, se non si trova accanto a loro non può sentire cosa dicono.
- Sfidarlo all'1v1 durante la prima metà di gioco costringerebbe Tamotsu a combattere senza essere al massimo delle proprie forze. Per questo motivo nelle regole non parla del personaggio di sua sorella.
- Il personaggio di Masami risponderà ad ogni domanda: può essere una domanda su Tamotsu, sul suo passato, sulle Lune o sullo stesso Muzan. Non essendo lei Tamotsu, ma solo la personificazione della sua umanità, lui non può vietarle di parlare.
- Più sono le pedine e meno è in grado di controllarle con rigidità: per questo preferisce partite con poche persone.
- Più è grande il perimetro e più persone sono coinvolte nel gioco, più spreca energie nel creare sfide. In poche parole: tende a creare un tabellone non troppo grande e ad avere un numero contenuto di giocatori o non sarebbe in grado di sostenere un 1v1 contro una pedina se lo sfidasse.
- Le regole del gioco non possono cambiare una volta esposte ai giocatori. Nemmeno lui può decidere di cambiarle.
- Si può barare senza venir scoperti, in tal caso tutto sarebbe a vantaggio della pedina. Tamotsu, se non ci accorge della mossa scorretta, non può intervenire.
• 𝐄𝐭𝐭𝐲'𝐬 𝐬𝐩𝐚𝐜𝐞 •
Innanzitutto questa minischeda è tipo stra lunga lol, sono 6700 parole. A parte questo dettaglio voglio dire una cosa: ho trascorso gli ultimi 4 giorni solo pensando all'abilità vampirica, il resto del personaggio era già bello che sviluppato.
Chiedo comunque scusa per la pubblicazione della minischeda invece della scheda.
Inoltre vorrei dire solo che questo personaggio per me è troppo un meme- un insieme tra il tizio che si trucca da clown e la schedina con scritto "simp card".
Chiedo scusa per il cringe dell'oc a DemiGod_06 e a l-lovely- che dovrebbero subirsi sto idiota in role.
Ma prima di andarmene voglio condividere con voi la cosa più cute che abbia mai visto (per te, s-salem, così lo puoi chiamare mini).
Con ciò io ho finito e posso andare a morire in pace e a finire le schede.
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