sᴇᴋᴀɪɴᴏ sᴏᴢᴏ, ʙɴʜᴀ ʀᴘ || ᴏʜᴀsʜɪ ᴛᴇᴛsᴜʏᴀ

Nome: Tetsuya.
Il nome appena riportato è composto da due kanji: "哲哉" i quali significano "saggezza e sofferenza" se accostati l'un l'altro. A primo impatto non sembra che il significato del nome del ragazzo abbia a che fare col suo carattere o con una peculiarità propria: non può essere definito "saggio" un ragazzo di appena diciotto anni e all'apparenza non vi è nemmeno "sofferenza". Per questo motivo il suo nome sembra non avere assolutamente nulla a che fare con lui. Prima di spiegare il motivo per cui, invece, il nome Testsuya sia perfetto per il ragazzo precisiamo che i genitori non lo hanno scelto considerando il suo significato anzi, a loro piaceva il modo con cui suonava associato al cognome del padre. Dopotutto dovevano scegliere tra il nome Tetsuya e il nome Yoshinori (scritto con i kanji "義則" che significano "legge corretta") che non hanno significati affini: il primo riguarda una caratteristica della personalità e una sensazione mentre il secondo si lega alla rettitudine e alle leggi. I suoi genitori non gli avrebbero mai augurato volontariamente una vita di sofferenze, avrebbero preferito avere un figlio saggio piuttosto che sofferente ma in un modo o nell'altro il significato del nome è risultato essere il più adatto per il giovane. Seppur parlerò più avanti del carattere, Testsuya è molto maturo dal punto di vista mentale e cerca di aiutare come meglio riesce e può, i vicini di casa spesso si complimentano con i suoi zii per la saggezza del loro nipote anche se lui non accetterebbe mai tale complimento, ritenendosi inadatto a tale aggettivo. Inoltre ritiene che non è possibile che un ragazzo di diciotto anni possa essere "saggio", tratto proprio delle persone anziane o che comunque hanno molte esperienze. Per quanto riguarda il significato "sofferenza", è una triste premonizione fatta sulla vita del povero Tetsuya: non è una sofferenza fisica bensì psicologica. Posso lasciarvi immaginare quanto possa essere triste e doloroso per un bambino perdere entrambi i genitori in un breve lasso di tempo, quanto può essere angosciante avere il terrore di toccare le altre persone per paura di ferirle, quanto può essere infelice essere circondato da persone che ripetutamente ti deridono, ti evitano con timore che tu possa far loro del male. Alla fine la "sofferenza" presente nel suo nome riguarda la sua vita, la sua infanzia e il tempo passato a scuola. Per quanto riguarda l'apprezzare o meno il nome, Tetsuya non si è mai soffermato a riflettere su tale banalità: rispetta la decisione dei genitori di chiamarlo Tetsuya e non cambierebbe mai il proprio nome, per rispetto nei loro confronti. Se dovesse essere onesto direbbe che avrebbe preferito chiamarsi Yoshinori ma Tetsuya non gli dispiace.
Prima di passare al cognome mi sembra giusto soffermarsi su una particolarità del ragazzo legata al nome: usa moltissimo il proprio soprannome. "Tsuya" è il modo con cui quasi tutti i suoi amici lo hanno sempre chiamato, per abbreviare il nome o per chiamarlo in modo affettuoso o amichevole. Non apprezza più di tanto le storpiature del nome o i nomignoli orrendi inventati per dar fastidio e prendere in giro, ma Tsuya gli piace davvero tanto.

Cognome: Ohashi.
Il cognome Ohashi appartiene al ramo paterno della famiglia di Tsuya ma prima di soffermarmi su di essa preferisco specificare il significato del cognome. Scritto con i kanji "大橋" significa "grande ponte" e può essere trascritto anche come "Ōhashi" o "Oohasi". Il primo kanji (大) in questo contesto assume il significato di "grande" mentre il secondo kanji (橋) significa "ponte". Se dovesse essere sincero non ha la più pallida idea del motivo per cui il suo cognome abbia tale significato, non si è nemmeno mai interessato ai propri parenti o a cercare la possibile origine del cognome, il motivo per cui il significato è "grande ponte". Tsuya non ha mai nutrito interesse per la propria famiglia, a malapena ricorda la voce del padre. Il cognome della madre, invece, è Nagao. Il cognome Nagao potrebbe avere svariati significati anche se i kanji rimangono uguali (永尾). Il significato più sensato è "lunga coda", infatti il primo kanji (永) significa "lungo" e il secondo (尾) significa "coda". La "lunga coda" a cui fa riferimento il significato del cognome non riguarda gli animali bensì la natura: fa riferimento al pendio inferiore delle montagne.
Seppur porti il cognome del padre, Tsuya non lo apprezza per niente, non sentendosi accettato e integrato nella famiglia; preferirebbe di gran lunga portare il cognome Nagao, quello della madre. Non sa bene cosa fare a riguardo, probabilmente in futuro si recherà dall'anagrafe per cambiare il cognome ma per ora non gli è concesso toccare il proprio nome e cognome, non volendo inimicarsi ulteriormente gli zii rispetta il loro volere di fargli portare il cognome Ohashi. Ora che ho esposto il cognome del padre e della madre di Tsuya, mi sembra giusto presentare i genitori. Il padre di Tsuya si chiamava Juzo Ohashi e aveva una vita piuttosto normale: lavorava come programmatore in un'azienda, non aveva mai avuto interesse nella vita degli eroi e aveva concentrato la propria vita sugli studi e sul crearsi una famiglia. La madre di Tsuya si chiamava Suzue Nagao e lavorava come medico, andando molto fiera del proprio lavoro dato che anche il suo, come quello degli eroi, aveva il fine di salvare delle vite. Lei, in confronto al marito, aveva maggior interesse nel mondo degli eroi tanto che fin da piccola era stata un grande fan di alcuni personaggi pubblici del suo tempo. Oltre ai genitori la famiglia Ohashi comprendeva tre figli: Ryoko, la sorella minore, Tsuya, e Seiichi, il fratello maggiore. Tra Tsuya e Seiichi c'erano quattro anni di differenza mentre tra Tsuya e Ryoko solo tre.

Età: 18 anni.
Tsuya ha la caratteristica di aver sempre avuto la particolarità di mostrare più anni di quanti ne avesse realmente, caratteristica che il fratello maggiore per esempio non aveva e che nemmeno la sorella minore ha. Coloro che conoscevano i suoi genitori affermano che egli sia molto simile a loro, soprattutto al padre, per la caratteristica di apparire più grande di quanto non sia. Fortunatamente ora che ha diciotto anni e che si sta avvicinando sempre di più alla maggiore età- che come ben sappiamo in Giappone si raggiunge ai ventun anni- non riceve più molti commenti che lo "invecchiano", al contrario di come accadeva prima. Ricorda bene che quando aveva tredici anni ha scattato una foto col fratello, che in quel momento aveva diciassette anni, e a dirla tutta sembravano avere la stessa età seppur avessero quattro anni di differenza. Come particolarità è strana, ma capita che vi siano persone che dimostrano molti più anni di quanti ne abbiano anche a dodici anni (parlo anche per esperienza, non mia ma di un'amica). Per quanto riguarda l'atteggiamento c'è molto da dire: Tsuya non ha mai avuto una vera e propria infanzia normale, è cresciuto praticamente da solo, sia perché per alcuni anni ha studiato da privatista sia perché non molti bambini erano interessati ad essere suoi amici. Da qui si pensa subito: se non è stato infantile da bambino allora lo sarà adesso! Ecco, no. Tsuya è la persona più lontana dall'essere infantile che si possa conoscere: quando ci si ritrova a perdere entrambi i genitori, il fratello maggiore e a vere con dei parenti che ti considerano più inutile di una formica allora si inizia a lasciar perdere molti desideri. Probabilmente chi lo ha conosciuto da prima della morte del fratello maggiore può affermare di come sia cambiato e diventato più maturo e serio, dopotutto deve praticamente badare a sé stesso e alla sorella minore. Non tutte le persone possono vantarsi di avere una vita felice, alcune possono solo essere felici di essere ancora vive e tra queste c'è anche Tsuya, anche se nel suo profondo sente di non esserselo meritato. Per quanto riguarda il carattere e il motivo per cui è così, però, ne parlerò meglio nelle apposite sezioni. Inoltre il suo compleanno è il 13 Marzo.

Aspetto: Yamanbagiri Kunihiro - Touken Ranbu
(Farò una descrizione appena imparerò a farle)

Carattere:
Tsuya è cambiato molto nel corso degli anni, sia in meglio che in peggio; potremmo dire che la sua vita lo ha influenzato molto e ancora ora, seppur stia cercando di superare alcuni fantasmi del suo passato, sta avendo fatica nel mostrare a tutti chi è veramente, sia per la troppa timidezza che per l'insicurezza. Tsuya prima della morte della madre e del padre era un bambino pieno di vita, coccoloso e affettuoso, sempre desideroso di ricevere abbracci e baci dalla madre. Adorava giocare all'aperto, gattonare in giro e farsi portare sulle spalle dal padre. Gli piaceva stare tra le braccia del fratello Seiichi, farsi spupazzare. A Tsuya piaceva molto il contatto fisico, per lui ogni scusa era buona per attaccarsi ai genitori e al fratello. Inoltre era un bambino attivo e giocoso, molto intelligente per la sua età e loquace, seppur fosse piccolo. Tsuya era veramente allegro, sorridente e desideroso di attenzioni. Probabilmente se avessero avuto un cagnolino sarebbero andati d'accordissimo. La nascita della sorellina minore per lui fu il miglior regalo del mondo: avrebbe potuto abbracciarla e coccolarla come faceva Seiichi con lui. Tsuya era sicuro che sarebbero stati una famiglia felicissima e allegra. La morte della madre, però, fu un colpo durissimo per il bambino: aveva sempre amato entrambi i genitori e vedersene portare via uno in questo modo andò a ferire l'orgoglio infantile del piccolo Tsuya. Inutile dire che da quel giorno sentì un vuoto nel suo piccolo cuoricino, si era sentito abbandonato dalla madre ma cercò di supportare Seiichi, stando accanto a lui e abbracciandolo, confortandolo tra le lacrime. Cercò di donare tutto il suo affetto anche al padre, desiderando vedere sul suo volto di nuovo un sorriso sincero e non un sorriso triste. Quello era il suo obbiettivo e il suo sogno. Ma ecco che successe un'altra tragedia in famiglia e quello fu il colpo più duro che Tsuya potesse subire. Quando scoprì del suo quirk comprese di essere stato lui: aveva solo quattro anni ma sentiva un troppo pesante fardello dentro di sé. Si sentiva sprofondare. Inoltre gli zii non aiutavano: fin da subito lo zio lo aveva accusato di aver ucciso il padre, di essere un assassino e di meritarsi solo la morte, così sarebbe potuto andare a dire ai genitori quanto gli dispiacesse e quanto gli mancassero. Tsuya era troppo piccolo per reagire e le tragedie in famiglia avevano lentamente distrutto quella vena di giocosità e divertimento che aveva avuto fino a quel periodo. Seiichi se ne accorse e cercò di aiutarlo a tornare a sorridere ma Tsuya, più il tempo passava più il bambino perdeva la scintilla nello sguardo che aveva vivacizzato il suo sorriso per i primi anni della sua vita. Vivere tra insulti, risate e umiliazioni non aiutò il ragazzo, che lentamente si chiuse in sé stesso, allontanandosi persino dal fratello Seiichi e dalla sorellina Ryoko. Era sempre rannicchiato su sé stesso, guardandosi attorno con sguardo triste e malinconico, vuoto e inespressivo. Dentro di sé sapeva di non essere così, di voler tornare a sorridere ma ogni volta che provava a tirarsi su e avvicinarsi alla porta per uscire a giocare col fratello, gli zii lo fermavano e dopo avergli ricordato quanto il suo quirk fosse orribile e pericoloso gli indicavano le scale, dicendogli di tornare su a fare i compiti. Tsuya per anni della sua vita perse la voglia di reagire, di tirarsi su da quella situazione: nessuno lo aiutava, tutti si allontanavano e lui stesso rifiutava aiuto dagli altri. Aveva deciso che la sua vita sarebbe stata triste e deprimente, ogni volta che sentiva parlare di eroi si sentiva scivolare nello sconforto: al mondo c'erano eroi che combattevano per salvare persone come lui. Lui non si meritava che gli eroi difendessero le città anche per lui. Smise di provare interesse nella comunità degli eroi, smise di sognare e si rassegnò ad un grigio e solitario futuro. Quando riprese ad andare a scuola la situazione non fece altro che peggiorare: essendo una persona silenziosa e solitaria nessuno gli si avvicinava, nessuno voleva parlargli. Si nascondeva sempre nel suo cappuccio della felpa, rannicchiandosi in fondo alla classe, stando seduto al suo banco ad ascoltare le risate dei compagni mentre lui, privo di obbiettivi e sogni, sperava solo che un giorno quello che gli aveva detto lo zio si sarebbe avverato. Ci fu bisogno dell'intervento di un vero e proprio angelo, così ha deciso di definirlo, per far migliorare la propria condizione. Il suo silenzio e il suo sguardo triste lentamente lasciarono spazio a qualche timida battuta, a qualche leggero sorriso felice. Quel ragazzo che si era intromesso con tanta determinazione nella sua piccola cella di solitudine, che da solo si era creato, risultò essere il motivo per cui Tsuya riprese a guardare il mondo con gli occhi di un ragazzo e non di una persona che aspettava solo il momento della propria morte per porre fine agli insulti, alla solitudine a alla tristezza. Attualmente Tsuya deve ringraziare il suo migliore amico per avergli fatto aprire gli occhi e riprendere in mano la sua vita.
Ora Tsuya è un ragazzo molto tranquillo, silenzioso ma non solo: accetta la compagnia delle altre persone, è contendo di aver qualcuno anche con cui trascorrere del tempo e sorride di più. Nei suoi occhi, da quando ha capito che il mondo gli stesse dando una possibilità con cui ripartire, è tornata una scintilla di luce molto simile a quella che aveva da piccolo e che era sparita a lungo. Rimane comunque la timidezza causata dall'imbarazzo nel socializzare, dopotutto dopo anni di solitudine si può comprendere la difficoltà di una persona nell'aprirsi agli altri. Si imbarazza facilmente, non è abituato ai complimenti e a venir elogiato, tantomeno incitato a migliorare. Ora è più sicuro di sé, ha meno difficoltà nel parlare con gli altri e con l'usare il proprio quirk, che per tanto tempo aveva nascosto in modo quasi ossessivo. Non è molto scherzoso, comunque è una persona seria e calma e non è nemmeno bravo con le battute divertenti, non riuscendo a trovare comicità in certe scemate. Spesso pare anche fuori dal mondo, non comprendendo alcuni termini del linguaggio colloquiale: dopotutto non è un tipo troppo sociale. Non è nemmeno un ragazzo spericolato anzi, è molto attento e deciso a trovare un modo sicuro per fare qualsiasi cosa, in modo che nessuno si faccia male. È quasi protettivo nei confronti dei propri amici, come se ci fosse sempre una minaccia dietro l'angolo. Inoltre è molto interessato ai buoni voti e allo studio, accompagnando il proprio percorso scolastico con le passioni extracurricolari. Da quando Seiichi è morto, Tsuya ha scoperto un nuovo modo in cui vivere la propria vita e al proprio cambiamento ha aggiunto un codice di vita su cui basarsi. Ha scoperto che legare la propria condotta ad un codice ti aiuta a non perdere troppo la via che vuoi seguire e facendo ciò è riuscito a rimanere fisso sui propri obbiettivi anche quando si trovava in difficoltà. Onestà e Giustizia (義), questo principio, il primo principio del bushido, gli impone di essere sempre onesto nei rapporti con le altre persone, sia sconosciute che conoscenti, e di credere sempre e comunque nella giustizia infatti non bisogna avere dubbi: per un samurai- ciò a cui Tsuya vuole assomigliare vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Non vie di mezzo. Diciamo che per lui la giustizia è il difendere i diritti e la libertà delle persone, dopotutto è anche il suo obbiettivo come eroe. Il secondo principio è quello dell'Eroico Coraggio (勇)che gli impone di agire quando serve e non di scappare come un codardo davanti ai pericoli e ai problemi: deve agire in modo intelligente e con forza, non lasciarsi trasportare dalle emozioni, che oscurano solo la mente. Tsuya cerca sempre di agire quando può e gli è concesso, cercando di non arretrare mai: non vuole più che la gente gli metta i piedi in testa. Vuole combattere e dimostrare che tutti possono essere forti. Il terzo principio è quello della Compassione (仁) che consiste nell'avere il dovere di aiutare gli altri, in qualsiasi occasione. Tsuya ha scelto di diventare un eroe e ciò comprende il mettere la sicurezza dei civili prima di qualsiasi altra cosa e lui va a braccetto con questo concetto, considerando la salute degli altri più importante della sua. Il quarto principio è quello della Gentil Cortesia (礼) che gli impone di non comportarsi in modo crudele e di non combattere solo per mostrare la propria forza, per questo motivo deve essere rispettoso anche verso i nemici: deve essere rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come si comporta con gli altri. Come dice il detto giapponese "il miglior combattimento è quello evitato". Tsuya sa che i villains non rinunceranno a combattere e che gli eroi hanno il dovere di combatterli ma ha deciso di portare rispetto verso i propri nemici: non li insulterà, non li aggredirà con violenza ma sarà ligio al proprio dovere senza tentennare. Dopotutto Tsuya ha un animo gentile e dolce, per questo motivo gli viene facile comportarsi bene anche coi nemici. Ed ecco che si passa al quinto principio, la Completa Sincerità (誠), che impone di rispettare la parola data: se si dice che farà una cosa non c'è bisogno che lo prometta, lui la porterà a termine qualunque cosa costi. Diciamo che Tsuya promette comunque, non è abituato a non dare la propria parola, per questo motivo ogni tanto dopo aver promesso lo si vede mettersi una mano in fronte e sospirare, perché si ricorda di aver fatto qualcosa contro il bushido. Passiamo al sesto principio: l'Onore (名誉), secondo questo principio le proprie azioni rispecchiano la persona che le compie. Tsuya, per questo motivo, cerca sempre di comportarsi al meglio e non arrabbiarsi mai (anche perché è difficile farlo arrabbiare, ha una grandissima pazienza questo povero cristo). Ed infine l'ultimo precetto che segue: Dovere e Lealtà (忠義), secondo questo precetto Tsuya deve prendersi tutta la responsabilità delle proprie azioni, cosa che fa sempre, e deve essere leale. Tsuya non tradirebbe mai i propri compagni, non si sognerebbe nemmeno di farlo: deve troppo ad ognuno di loro per poter anche solo pensare di tradirli. Il nostro eroe dal cuore d'oro e dal comportamento timido e impacciato cerca sempre di dare il meglio di sé, qualsiasi cosa stia succedendo.

Quirk: Ichor.
Il nome del quirk di Tsuya non è giapponese, come penso si sia chiaramente compreso, ma è di origine europea, e gli è stato suggerito dal medico di famiglia che era anche un amico della madre e aveva proposto i nomi anche dei quirk del fratello maggiore e della sorella minore, quando si sono manifestati. Non era abbastanza grande per poter comprendere il significato del nome del quirk, né tantomeno collegarlo con una mitologia a lui totalmente estranea come quella greca, per questo motivo non ha criticato la scelta del dottore e ha affibbiato ad un quirk da lui considerato tanto "pessimo" un nome legato agli Dei greci. Spero sia noto a tutti il significato di "Ichor", che in italiano si traduce con "icore". L'icore, nella mitologia greca, è un minerale che si trova nel sangue delle creature immortali, degli Dei per esempio, ed è proprio il motivo per cui il sangue degli immortali è velenoso per i mortali. Viene generalmente usato il termine "icore" per definire anche il sangue dei demoni- ma questa è una storia che non ci riguarda dato che l'idea del medico era legata alla mitologia greca. Tsuya per gran parte della sua breve vita non ha apprezzato il nome del proprio quirk: ogni volta che leggeva sui propri fascicoli medici, scolastici e chi più ne ha più ne metta il nome del quirk si sentiva fuori posto, come al solito. È cresciuto nella convinzione di non valere niente, di essere solo un pericolo pubblico; per questo motivo non riteneva sensato associare il proprio quirk agli immortali, che fossero di una mitologia diversa da quella giapponese a lui non importava, sarebbe stato un insulto alla mitologia greca lo stesso. Ma ora parliamo del quirk: innanzitutto è un quirk di tipo mutazione, di conseguenza è costantemente attivo e causa una mutazione nel corpo del ragazzo. Seppur la mutazione non sia visibile ad occhio nudo, cosa che lo rende alquanto "diverso" dagli altri possessori di quirk del suo stesso tipo, è sempre presente e per lui impossibile da controllare su base volontaria: la mutazione in questione è presente all'interno del proprio corpo e riguarda il suo sangue. Il sangue di Tsuya non può nemmeno essere definito propriamente "sangue" poiché è a tutti gli effetti un veleno e seppur a lui non faccia effetti, poiché il suo corpo è sviluppato in modo da contrastare gli effetti del veleno da lui stesso prodotto, sugli altri può avere spiacevoli reazioni- in casi rarissimi anche gravi. Prima di spiegare meglio l'effetto del quirk è necessario dire che in famiglia nessuno ha quirk legati al sangue o ai veleni e che il fatto che lui sia nato con una singolarità simile ha sorpreso tutti, inquietato anche: questo è il motivo per cui è sempre stato visto male da alcuni parenti. Ora torniamo al quirk: in pratica il suo sangue è sotto ogni aspetto un veleno vero e proprio con la sola differenza che è di colore rosso e se sugli altri ha reazioni negative, nel suo corpo svolge lo stesso identico ruolo del sangue. La particolarità del suo sangue è che in modo casuale l'effetto del veleno che riproduce può cambiare e questa è la particolarità principale, peccato che lui non sia in grado controllare volontariamente la variazione del proprio sangue e ciò ha portato a varie occasioni spiacevoli nel corso della sua vita. Solo di recente e su richiesta dello stesso ragazzo verso il proprio medico di fiducia Tsuya è riuscito ad ottenere, dopo una serie di test medici e studi sulle reazioni nel suo sangue, delle pastiglie che se ingerite spingono il corpo del ragazzo a produrre sangue con un certo tipo di tossine: l'effetto è immediato ma prima che tutto il sangue che ha in corpo converta il proprio effetto devono passare un po' di minuti, per questo motivo tende ad osservare a lungo il proprio avversario prima di agire o comunque scendere in campo conoscendo contro chi stia combattendo, così che possa scegliere bene la pastiglia da prendere. I medici gli consigliano di non prenderne più di due al giorno, se ne prendesse di più rischierebbe di confondere il proprio organismo, che non sarebbe in grado di immunizzarsi al veleno sul momento e Tsuya risentirebbe lui stesso degli effetti assunti dal suo sangue. Comunque l'effetto del sangue varia solo per quello che ha in corpo, se qualcuno è stato già ferito col sangue paralizzante e poi lui decide di cambiare l'effetto ad allucinogeno (per fare un esempio) per subire anche l'effetto allucinogeno dovrà essere colpito di nuovo. Questo è il motivo per cui se dopo la seconda pastiglia il suo sangue non ha effetto corrosivo allora ci si può dire al sicuro, non userà una terza pastiglia per cambiare l'effetto ancora una volta o sì sconfiggerebbe l'avversario ma crollerebbe dopo pochissimo rischiando di morire a causa degli organi corrosi dall'interno. Ma ora, passiamo agli effetti del quirk.
- Paralizzante.
Il primo effetto che il sangue di Tsuya è in grado di replicare è quello dei veleni paralizzanti. In particolare sembra riprodurre gli effetti causati da un alcaloide, veleno che ricopre le rane freccia (molto velenose, non toccatele): le batracotossine. Questo veleno, e quindi anche il sangue di Tsuya con questo effetto, agisce immediatamente una volta a contatto con l'altra persona: impedisce ai nervi di trasmettere gli impulsi motori, lasciando i muscoli in uno stato inattivo di contrazione. Poiché il sangue di Tsuya non diventa in tutto e per tutto il veleno che sembra imitare, i suoi effetti spesso sono limitati ad alcuni campi e non sono letali. In questo caso, per essere letale, dovrebbe praticamente far bere una bottiglietta del suo sangue alla persona in questione, che morirebbe dopo pochi istanti soffocata per insufficienza respiratoria poiché i neuroni non trasmetterebbero più alcun impulso, non solo quello motorio, che viene attaccato per primo. Per ottenere questo tipo di effetto sul proprio avversario, a Tsuya basta toccare la persona col sangue, senza necessariamente ferirla. Il tempo per cui si rimane paralizzati varia dalla quantità di sangue con cui si è entrati in contatto ma di solito, considerando quella che si trova sulla lama ad inizio combattimento, il massimo è un quarto d'ora.
- Allucinogeno.
Passiamo al secondo effetto che il sangue di Tsuya è in grado di replicare e causare. Parliamo di DMT (dimetiltriptammina), una sostanza presente in alcuni tipi di piante e in piccole quantità anche nel fluido cerebrospinale degli uomini. I suoi effetti sono molto più potenti e realistici rispetto agli altri tipi di triptammine ma ha una durata molto breve. Chi fa uso di DMT racconta di aver avuto visioni di esseri divini, demoni o soprannaturali e di aver avuto la sensazione di aver visitato una realtà parallela superiore alla nostra, ricordando vividamente i discorsi fatti con quelle creature incontrate nella visione. Poiché il sangue di Tsuya non riproduce il veleno in tutto e per tutto, che dovrebbe essere inalato, al ragazzo basta tagliare una persona con la lama della katana ricoperta del suo sangue con lo specifico effetto allucinogeno, in modo da far attivare le reazioni allucinogene all'interno del corpo dell'avversario. Chi si trova sotto l'effetto del suo sangue allucinogeno ha per circa cinque/dieci minuti (a seconda della profondità del taglio fatto). L'effetto principale è quello di allucinazioni visive vivide, di maggiore nitidezza e brillantezza dei colori, di alterazione di ciò che l'utilizzatore vede e in generale di tutti gli organi di senso, della presenza di un ronzio/fischio ad alte frequenze. A seconda della quantità di sangue di Tsuya con cui si è venuti a contatto, ciò che ho appena descritto può essere riscontrato come unico effetto, se la dose di sangue è maggiore rispetto al normale (sempre l'esempio di bere una bottiglietta del suo sangue) la persona passa a uno stato semi-dormiente del corpo, in cui si è immobili, caratterizzato dalla visione di figure geometriche perfette coloratissime e fluorescenti.
- Acido/Corrosivo.
Eccoci arrivati all'ultimo tipo di sangue, che casualmente è quello che Tsuya disprezza di più, nonché quello che gli ha sempre creato più problemi. Possiamo associare l'effetto del sangue all'acido fenico (o fenolo) anche se questo agisce non solo sugli esseri organici ma anche sulla materia inanimata. Per far sì che il suo effetto funzioni, basta che il sangue entri direttamente a contatto con la pelle della persona, senza la necessità di ferirla o farle ingerire il liquido. Il fenolo ha un effetto acido e corrosivo per la sua capacità di reazione con le proteine e il contatto prolungato con esso causa ustioni gravi, dermatiti ed effetti nocivi al sistema nervoso e agli organi. La velocità con cui il sangue di Tsuya viene assorbito dalla materia organica e non è molto elevata, per questo è estremamente pericoloso e lo stesso Tsuya cerca di limitare il più possibile l'uso di questa particolarità del suo quirk, soprattutto perché non può controllare fino a dove arrivi la corrosione e rischierebbe di fare gravi danni alle persone attorno a lui o all'ambiente. Seppur il veleno nel sangue di Tsuya prenda spunto di base dal fenolo, il suo effetto è molto più letale e nocivo: se la quantità di sangue è elevata può sul serio uccidere qualcuno. Un esempio molto chiaro è: se Tsuya ipoteticamente ricoprisse la lama della katana del sangue corrosivo e ferisse una persona con un taglio molto profondo, il sangue sulla lama, entrato a contatto col corpo dell'altra persona, inizierebbe a creare forti bruciori, espandendosi sempre più in profondità, se la ferita è all'addome, per esempio, il consiglio di un esperto è quello di volare all'ospedale subito o si rischiano di corrodere- anche poco ma in modo grave- gli organi. Tsuya cerca di evitare di usare questo tipo di sangue in battaglia, di solito ne fa uso quando deve distruggere qualcosa che blocca la strada, tagliandosi il palmo della mano lo passa, per esempio, su una porta e si vedrà come questa, lentamente, si corroderà. Esatto: sul corpo umano l'effetto è molto più veloce, sugli oggetti inanimati è più lento. Comunque non facciamoci strane idee: non può mica corrodere un muro di un palazzo o un pavimento, sono troppo spessi.
••Svantaggi:
• Come già detto, Tsuya non ha un controllo su base volontaria del tipo di sangue che ha in corpo, non può nemmeno sapere quale è il tipo che ha senza prima tagliarsi e vedere la reazione. Per lui questo è davvero scomodo, soprattutto se la mattina si sveglia con quello corrosivo, che è costretto a cambiare usando una delle pastiglie. Il fatto di non poter decidere con quale effetto del sangue svegliarsi non è mai molto piacevole, soprattutto perché fino a quando non farà il test facendo cadere qualche goccia del proprio sangue su un fazzoletto per vedere la reazione non lo saprà. E poi a Tsuya non piacciono le sorprese, per questo lo scoccia molto.
• Un problema enorme è il dissanguamento. In pratica Tsuya deve sempre usare del proprio sangue e ciò, nel bene e nel male, gli causa gravi problemi legati al fatto di avere sempre troppo poco sangue in corpo o comunque di dover passare in infermeria molto spesso. Quasi quasi batte il record di Deku, che è sempre in infermeria dopo aver usato l'One for All. Dopo combattimenti seri, Tsuya ha bisogno di trasfusione oppure di un paio di giorni di totale riposo senza fare eccessivi sforzi in modo da dare tempo al proprio corpo di tornare ad uno stato normale. Il fatto che abbia spesso poco sangue in corpo, sia perché fa esami del sangue, sia perché fa riempire con il proprio sangue dei piccoli contenitori con cui riempire il fodero della spada (spiego meglio nella parte del costume) o cose simili. Per questi motivi non è raro vederlo molto pallido o debole fisicamente, soprattutto in seguito ai combattimenti.
• Per usare il proprio quirk deve obbligatoriamente tagliarsi e questo all'inizio era un problema, soprattutto psicologico. Una persona di solito non si taglia volontariamente e Tsuya non ha istinti autolesionisti, tantomeno voglia di morire. Per questo motivo aveva difficoltà nel fare tagli netti; attualmente non è più così e riesce a farlo senza problemi ma rimane comunque un problema il fatto che i tagli non guariscano subito e che il sangue continui a colare anche dopo un po'. Inoltre ha un'alta resistenza al dolore e ciò non lo aiuta, soprattutto per accorgersi dei taglietti in giro per il corpo. Comunque spesso ha le braccia coperte da bende, non bisogna preoccuparsi più di tanto.
•• Vantaggi:
• Uno dei principali vantaggi del quirk di Tsuya è la sua immunità alle malattie legate al sangue, trasmissibili per mezzo di esso e tutto. Entrare a contatto col suo sangue non causa malattie, in pratica è come entrare a contatto con un normale veleno. Il fatto che sia immune a questo tipo di malattie non impedisce a Tsuya di ammalarsi, semplicemente è sicuro di non potersi prendere AIDS o simili.
• L'altro vantaggio principale datogli dal suo quirk è legato al fatto di essere immune alla maggior parte dei veleni non mortali o comunque che non causano immediatamente la morte. Se gli dessero dell'arsenico o del cianuro probabilmente morirebbe come una persona normale, ma se per caso toccasse una rana freccia non morirebbe anzi, potrebbe tenerla in mano senza problemi.

Storia: Vorrei un attimo partire a parlare della storia di Tsuya dai genitori: Juzo e Suzue. Entrambi i genitori non hanno mai intrapreso la carriera di eroi e non lo hanno mai voluto fare, sia per disinteresse che per incapacità. La madre, soprattutto, ha scelto di fare il medico per poter essere anche lei un'eroina, in modo diverso da coloro che combattono il crimine, ma comunque una persona che lavora per salvare le vite delle persone. Il padre, invece, ha scelto di lavorare come programmatore in un'azienda di produzione di videogiochi anche abbastanza nota e famosa. Aveva sempre avuto un interesse legato ai videogiochi, fin da piccolo ne era stato un fan e la sua grande fantasia lo aveva spinto ad entrare nel settore. Juzo e Suzue si conobbero all'università, più precisamente in un bar dell'università in cui entrambi andavano a bere il caffè e fare i compiti prima di tornare a casa, dopo i corsi. Frequentavano lo stesso istituto, lo stesso bar ma nessuno dei due aveva il coraggio di parlare all'altro: si osservavano cautamente da lontano fino a quando il migliore amico di Suzue, che si era da poco laureato e aveva iniziato a lavorare come medico, decise di andare a parlare con Juzo, finendo per organizzare una serata fuori, loro tre. Inutile dire che poi lui non si presentò e rimasero Suzue e Juzo. I due raccontavano di quella serata come "la migliore della loro vita" e conservavano amorevolmente le fotografie stampate fatte quel giorno. A quel tempo avevano entrambi vent'anni ma si sarebbero sposati soltanto quattro anni dopo. Seiichi, il fratello maggiore di Tsuya, nacque due anni dopo, coronando il loro sogno di una famiglia felice. Entrambi i genitori avevano quirk: quello di Suzue consisteva nel creare piccole scariche elettriche, la cui massima potenza riusciva ad equiparare quella di un defibrillatore (infatti la usavano principalmente come defibrillatore, in casi di emergenza); Juzo invece aveva come quirk la capacità di aumentare la lunghezza dei propri arti superiori, tanto che Tsuya ricorda che scherzosamente gli tirava uno scappellotto stando nella stanza accanto e allungando una mano. Avrebbero potuto crescere solo Seiichi, che si scoprì aver ereditato un quirk simile a quello del padre con la capacità di alterare la forma degli oggetti che teneva in mano al contrario di alterare la lunghezza dei propri arti. Questo si scoprì il giorno prima della nascita di Tsuya: Suzue voleva proprio un altro figlio e Seiichi sembrava estremamente felice di poter avere un fratellino minore. Il fratello maggiore era così contento della nascita di Tsuya che, seppur avesse quattro anni, non la smetteva di domandare ai genitori di tenerlo in braccio. Alla fine Suzue scattò una fotografia a Juzo che, seduto sul divano, teneva in braccio Seiichi che a sua volta teneva un Tetsuya nato da qualche giorno, addormentato. Tsuya non ha vividi ricordi dei primi tre anni della sua vita anzi, tutto ciò che sa è grazie all'album fotografico fatto dalla madre, che era appassionata di fotografia. Era stato Seiichi ad aiutare Tsuya a fare i primi passi, a dargli il soprannome che tutt'ora usa e a leggergli le storielle della buona notte. Erano sempre stati inseparabili, quei due bambini. Tre anni dopo nacque anche la sorellina Ryoko e la loro famiglia felice si allargò ulteriormente. Purtroppo, sarebbero rimasti per poco una grande famiglia felice. Suzue, durante un'operazione in ospedale, collassò per terra davanti agli occhi di tutti: un infarto improvviso, senza alcun preannuncio. Riuscirono a rianimarla ma le sue condizioni non migliorarono e il giorno dopo morì. Erano passati solo due mesi dalla nascita di Ryoko e già erano senza madre mentre Juzo era senza moglie. Tsuya non prese molto bene la morte della madre, Seiichi, che aveva sette anni nemmeno e la povera Ryoko non sarebbe nemmeno stata in grado di ricordare il volto della donna se non vi fossero state tante sue foto. Cinque mesi dopo il quarto compleanno di Tsuya successe il finimondo: era a giocare al parco con gli amici, un sabato pomeriggio, e con lui c'era il padre. Seiichi era a casa di un suo compagno di classe mentre Ryoko era lì, nel passeggino, accanto alla panchina su cui era seduto il loro padre. Il nostro adorato bambino, Tsuya, cadde per terra mentre rincorreva un suo amico giocando ad acchiapparella: cadde sull'asfalto poiché si erano allontanati dall'area gioco e si fece male al ginocchio. Juzo si accorse subito della caduta del figlio e corse da lui, prendendolo in braccio subito e cercando di consolarlo, dopo essere tornato a prendere Ryoko tornò subito a casa per disinfettare la ferita del figlio, dalla quale usciva un'anomala quantità di sangue. Diciamo che era corso a casa subito proprio per questo: nemmeno con i fazzolettini era riuscito a fermare l'uscita del sangue anzi, ogni volta che ne appoggiava uno sulla ferita questo si corrodeva subito. Fu un suo errore, in realtà: non si accorse del fatto che i fazzoletti si stessero corrodendo e prese lo stesso in braccio il figlio. Saltiamo ciò che è inutile e passiamo alle cose importanti: inconsapevolmente Juzo, tenendo stretto il figlio, aveva fatto premere la gamba del bambino sul suo addome e nella fretta non si era nemmeno accorto che la camicia che stava indossando si era a sua volta corrosa, mettendo a contatto direttamente il sangue del bambino con il suo corpo. Fu un suo errore, questo è certo, ma fu trovato la mattina dopo dal figlio Seiichi, che si era svegliato presto, in un pessimo stato. Perché non si era accorto del dolore causato dalla corrosione? In realtà questo è legato ad un problema dell'uomo che aveva avuto fin da piccolo: l'insensibilità al dolore. Non era il primo in famiglia ad avere questo problema, anche suo padre e sua nonna da parte materna. Possiamo dire che sia stato un misto di casualità, fatto sta che Juzo sarebbe morto due giorni dopo in seguito ad un intervento. Gli si era corroso il fegato e parte dello stomaco a causa del prolungato contatto con il sangue del figlio. Il tutto passò come uno strano incidente, dopotutto non si sapeva ancora del quirk del bambino, ma Juzo, che più o meno aveva compreso, in uno stato di semi coscienza aveva detto, mentre veniva portato in ambulanza, di essere entrato a contatto con una sostanza corrosiva per errore, senza mai citare il figlio. Ed ecco che i tre poveri bambini si ritrovarono nel giro di un anno senza il padre e la madre. Il giudice il affidò allo zio materno, che solo Seiichi aveva visto e che la madre aveva sempre disprezzato a causa della sua insensibilità. Lo zio era sposato ma senza figli poiché la moglie non era interessata ad avere figli, sembrava più propensa ad adottarli. Inutile dire che quando scoprirono del quirk del bambino, in seguito ad esami del sangue e cose varie, l'uomo iniziò subito ad accusare Tsuya, che aveva solo quattro anni, di aver ucciso suo padre, avendo collegato il fatto della ferita al parco ecc. Da quel momento la vita del ragazzo peggiorò soltanto: non solo tutti iniziarono ad evitarlo per lo strano ed inquietante quirk, ma lo zio lo insultava e lo maltrattava anche davanti ai fratelli che, però, non avevano voce in capitolo. Gli zii col tempo iniziarono a ritenere Seiichi il loro preferito, lasciando sempre più solo Tsuya che, ovunque andasse, era guardato male dagli altri bambini (anche se nessuno ha mai osato alzare un dito su di lui, soprattutto dopo che un bambino è rimasto paralizzato dopo avergli tirato un pugno in faccia e avergli fatto uscire sangue dal naso). Ignorato, maltrattato e insultato, Tsuya aveva totalmente perso l'interesse negli altri, emarginandosi anche da solo. Quei pochi di non lo prendevano in giro e non lo maltrattavano furono allontanati dallo stesso Tsuya con le testuali parole "andatevene prima che faccia del male anche a voi". Perché questo era il modo in cui la gente lo vedeva: pericoloso per gli altri, un "villain" per certi termini. Smise di andare a scuola dalla prima elementare fino alla quarta: gli zii ritenevano che fosse pericoloso farlo stare con altri bambini, soprattutto per la giovane età. Studiava da casa e mentre vedeva i bambini giocare fuori dalla finestra a lui era concesso uscire solo in presenza degli zii. Nel mentre Ryoko lo confortava, cercando affetto dal fratello maggiore, affetto che riceveva in scarsissime quantità poiché Tsuya aveva iniziato a temere il contatto fisico, dopo averle per errore causato una leggera ustione (a causa del sangue corrosivo) per essersi tagliato con la carta. Seppur lo zio lo detestasse, ed era evidente, non aveva mai alzato le mani verso il bambino o almeno, fino in prima media. In quel periodo l'uomo aveva iniziato a bere a causa di insoddisfazioni in ambito lavorativo ed era diventato violento: poiché Seiichi era il suo preferito, Ryoko era la preferita della moglie e amava sua moglie, l'unico su cui poteva scaricarsi era il povero Tsuya, che non doveva difendersi, dopotutto facendo ciò avrebbe ferito qualcun altro (reference ad una rissa in cui era finito in quinta elementare e che si era conclusa con l'altro bambino che era stato portato a casa prima da scuola per colpa di forti allucinazioni e mal di testa, causati dall'essere entrato in contatto con un taglietto sul braccio del bambino). Si presentò più volte a scuola con un occhio nero e fu costretto a dire alle professoresse di aver litigato col fratello maggiore, cosa non vera dato che andavano d'accordissimo. Poi, improvvisamente, l'anno dopo la sua vita cambiò: fu merito di un nuovo compagno di classe, trasferitosi lì da poco e che, ignaro di aver a che fare con un "pericolo pubblico", aveva subito cercato di fare amicizia con lui. Anche se Tsuya cercava di allontanarlo, quello non voleva lasciar perdere. Fu in realtà quel ragazzo ad aiutare Tsuya ad ignorare gli altri, a pensare più a sé stesso e a superare quella condizione di emarginazione che aveva ormai accettato. Kohaku Ueno, così si chiama quel ragazzo, divenne poi il suo migliore amico e lo aiutò a farsi qualche amico in più, ritenendo che il quirk da tutti considerato "pericoloso" fosse in realtà "fighissimo" che se gli altri non la pensavano così voleva dire che erano tutti stupidi. Tsuya deve molto di più di quello che dimostra ad Haku (soprannome con cui Tsuya chiama Kohaku), forse è per questo che è l'unica persona che ha il permesso di abbracciarlo o di toccarlo- anche quando ha la maglietta a maniche corte. Il fatto che entrambi siano entrati alla Yuuei per Tsuya è fantastico, soprattutto perché sono ancora compagni di classe e ha qualcuno su cui contare anche lì. O almeno, all'inizio pensava così, ora ritiene che la propria classe, la 3A, sia favolosa: lì nessuno lo ha giudicato apertamente e si è comunque sentito accettato e gli fa piacere ciò. Ma prima di citare la vita da studente delle superiori, c'è bisogno di parlare dell'avvenimento che più di recente ha segnato la vita di Tsuya, che lo ha incentivato a migliorarsi. Mentre Tsuya viveva una situazione sempre migliore grazie alla compagnia del suo amico Haku, in Giappone la situazione stava lentamente peggiorando a causa della Lega Dorei, dei suoi attacchi alla Yuuei e agli eroi. La guerra tra eroi e Lega Dorei infuriava già da un anno e onestamente Tsuya sperava di non aver niente a che fare con quello che stava succedendo, credeva di aver già pagato abbastanza e di non meritarsi altro. Indovinate un po' che cosa è successo? Sono morti gli zii- no ok, sarebbe stato bello per Tsuya ma purtroppo le sue gioie sono troppe poche. Durante uno degli attacchi dei villains è rimasto coinvolto il centro abitato in cui studiava Seiichi, che si era trasferito da poco per poter frequentare la facoltà di università che voleva seguire. Quando Tsuya e Ryoko seppero della notizia dell'attacco e del coinvolgimento di edifici pubblici e luoghi di aggregazione rimasero in ansia sperando che loro fratello stesse bene e che scrivesse loro appena possibile. Inutile dire che il messaggio non arrivò mai, al suo posto il nome di Seiichi Ohashi fu citato al telegiornale tra i morti dell'attacco della Lega Dorei. La morte del fratello maggiore fu un durissimo colpo per Ryoko e Tsuya, che ormai avevano perso tutto e rimanevano ufficialmente da soli con gli zii. Per un po' Tsuya fu costretto a subirsi la frustrazione dell'uomo per la morte del suo nipote preferito ma quando riuscì ad essere ammesso alla Yuuei, contro il loro stesso volere, l'uomo non alzò più un dito verso il ragazzo, soprattutto perché Tsuya aveva trovato finalmente il coraggio di tener testa all'uomo che lo aveva sempre tormentato e lo aveva avvertito che se lo avesse toccato ancora una volta sarebbe andato a denunciarlo alla polizia, se loro non lo avessero ascoltato avrebbe chiesto aiuto ai propri professori che come eroi sicuramente non gli avrebbero voltato le spalle. Attualmente, ora che sono passati tre anni, la relazione con i suoi zii sembra essere migliorata: lo ignorano e lui fa di tutto perché sia così. Inoltre cerca di trascorrere il proprio tempo libero con Ryoko per non lasciarla da sola con gli zii e supportarla nei suoi studi; anche lei avrebbe voluto iscriversi alla Yuuei come il fratello ma aveva optato, su stesso suggerimento di Tsuya, per una scuola meno in vista e meno pericolosa. Dopotutto altri morti in famiglia avrebbero distrutto il ragazzo che in quel momento stava cercando a tutti i costi di tener stretta a sé quella pace e tranquillità generatasi attorno a lui.

Paure:
- Claustrofobia.
La claustrofobia è la paura di trovarsi in luoghi stretti o comunque chiusi e in cui si fa "fatica a respirare". Questa sua paura, che può causargli anche dei momentanei minuti di panico, si verifica con effetti aumentati qualora vi sia una condizione particolare: la presenza di altre persone. Mettiamo bene in chiaro che non ha paura delle altre persone anzi, apprezza la compagnia altrui molto più di quanto non sembri, ma quando è costretto a stare vicino a qualcuno, chiunque, senza potersi allontanare a causa del troppo poco spazio inizia ad andare in panico. Già di suo ha paura dei luoghi stretti, soprattutto perché lo zio quando doveva punirlo per qualcosa- che poteva essere un brutto voto come aver disubbidito- lo chiudeva in uno sgabuzzino alquanto stretto e lo lasciava lì per ore. Probabilmente ora sfonderebbe la porta per il panico se lo zio lo facesse ancora, ma questi sono dettagli. Il motivo per cui il suo panico aumenti talmente tanto in presenza altrui è dovuto ad un'altra delle sue più grandi paure: ferire gli altri, far loro del male involontariamente. Gli è successo troppe volte e non vuole che accada di nuovo, per questo motivo limita il più possibile i contatti fisici o la vicinanza con le altre persone. Quando è bloccato in un luogo stretto e chiuso con qualcuno gli viene il terrore di ferire per errore l'altra persona e per questo motivo il suo panico aumenta ulteriormente. Un esempio: non prende mai l'ascensore e se fosse costretto a prenderlo lo farebbe solo ed esclusivamente da solo.
- Paura di far del male agli altri.
Ecco la seconda paura che da sempre lo terrorizza, forse in assoluto la paura più grande per il ragazzo. Per Tsuya oltre che una fobia è una sorta di ossessione: fa sempre di tutto per evitare che una cosa possibile succeda, persino in battaglia. Gli viene detto da molti che la sua più grande debolezza negli scontri è controllare che gli alleati non si siano feriti a causa del suo quirk: non riesce a fare a meno di preoccuparsi ogni volta che qualcuno gli si avvicina mentre impugna la propria katana con la lama ricoperta del proprio sangue, oppure quando ha qualche anche piccolo taglietto aperto. Purtroppo questa sua fobia affonda le sue radici a quando ancora Tsuya prendeva alla leggera il proprio quirk o quantomeno era troppo piccolo per comprendere la sua pericolosità. Secondo lui sono successi troppi incidenti che lo riguardavano: avrebbe dato qualsiasi cosa per poter non avere tale quirk ma non era uno di quelli che si attivano e disattivano a piacimento, il suo quirk è costantemente attivo, sempre, anche se a lui non fa piacere. Ha spiegato in tutti i modi alle persone che conosce di star il più possibile lontano da lui, di cercare di limitare il contatto fisico per evitare di venir feriti da lui. Ha sempre paura di essere tagliato da qualche parte senza saperlo- dopotutto ha un'altissima resistenza al dolore, i piccoli taglietti non li sente nemmeno, considerando che per combattere si taglia da solo, se non fosse estremamente resistente al dolore non potrebbe farlo-. Quando qualcuno gli si avvicina troppo mentre è consapevole di aver ferite aperte si può vedere nei suoi occhi non solo paura: terrore, terrore di ferire ancora una volta inconsapevolmente. Le sue principali reazioni dovute a questa fobia sono movimenti improvvisi, usati per allontanarsi, che lo fanno sembrare anche terrorizzato dalle persone in generale- cosa non vera- e semplice confusione: inizia ad avere difficoltà nel formulare frasi di senso compiuto e di parlare senza balbettare. Inoltre si distrae troppo, finendo per dimenticarsi di essere magari in un'esercitazione.
- Aphenphosfobia.
Io ho riportato il nome della fobia anche se questa è solo una paura legata a quella appena riportata: la sua quasi ossessione rivolta al non ferire i propri alleati lo porta ad avere paura di essere toccato dagli altri. Seppur lui sappia bene che il suo sangue per causare la morte deve entrare a contatto con un'altra persona in gran quantità- cosa che di solito neanche volendo potrebbe riuscire a fare dato che deve stare attento a non dissanguarsi e comunque fa uso del proprio sangue durante tutto il combattimento-, la paura anche solo di causare reazioni insignificanti lo spaventa. Non è che se qualcuno lo tocca gli viene una crisi isterica e scappa urlando, semplicemente tende a chiedere di non essere toccato, di allontanarsi e ad irrigidirsi. Concede agli altri di toccarlo solo quando è sicuro di non avere tagli in giro per il corpo o quando indossa due o più indumenti a coprirgli la pelle (quindi in inverno quando indossa la camicia della divisa e la giacca si lascia anche abbracciare purché non gli si tocchino le mani). Inoltre questa paura ha una seconda faccia: tende ad essere sempre sulla difensiva quando qualcuno si avvicina per paura di venir colpito o comunque picchiato. Suo zio non era proprio una brava persona e la morte del fratello maggiore- che era anche il loro preferito- ha aumentato drasticamente il tempo passato dall'uomo con una bottiglia in mano. Ancora ora, seppur abbia diciotto anni, quando si trova a casa degli zii tende a chiudere la porta della sua stanza a chiave per paura che lo zio entri. A causa di questo se qualcuno alza la mano anche solo per dargli il cinque lui tende a ritrarsi su sé stesso, come un riccio spaventato.
- Ophidiofobia.
Una delle paure che ha sempre avuto è quella dei serpenti: fin da bambino quando andava allo zoo e veniva portato al rettilario si copriva gli occhi, avendo paura anche solo di guardare i serpenti. Tsuya ha sempre avuto paura di venir morso da uno di quei rettili, seppur sia quasi del tutto immune ai veleni è terrorizzato anche al pensiero. Inoltre quei serpenti giganteschi e capaci di uccidere anche gli uomini non aiutano di certo a ridurre la sua paura. Una volta stava camminando per casa mentre lo zio stava guardando un documentario sui serpenti e ha sentito di un uomo che se ne è ritrovato uno velenosissimo e pericolosissimo nel water la mattina e che non è stato morso per grazia divina. Inutile dire che per un paio di anni ha controllato che non ci fossero serpenti nel water prima di usarlo. Quando va a camminare in montagna, nei boschi fuori città o comunque in spazi verdi, ha sempre paura di avvicinarsi a rocce o muretti: non vuole essere attaccato da serpenti irritati dalla sua presenza.

Nome da Hero: Shogun, "Il Difensore"
Tsuya è un grande fan della storia giapponese e della sua mitologia, soprattutto di quest'ultima, ma per il proprio nome da eroe ha deciso di rifarsi ad un titolo onorifico ed ereditario conferito ai militari che comandarono il Giappone per parecchi secoli. Seppur venisse attribuito a dei dittatori, perché questo erano, in origine era un titolo onorifico dato ai generali che combatterono un popolo ribelle all'imperatore giapponese. All'inizio non era sicuro del nome da eroe ma non riusciva a togliersi dalla mente il titolo "shogun" che aveva letto di recente nei libri di storia del fratello. Alla fine optò per diventare il "Difensore", dopotutto il motivo per cui si è iscritto alla Yuuei è proprio quello di dimostrare che anche chi viene etichettato come "debole" o "inutile" può diventare un eroe, esattamente come lui. Tsuya combatte per difendere chi non può farlo, chi non è in grado di reagire, e per dimostrare che lui non abbandonerà il proprio obbiettivo di diventare un eroe, ma soprattutto che anche dopo una vita difficile se lui si è riuscito a rialzare tutti possono farcela, col giusto aiuto. Il suo sogno, ora come ora, è diventare qualcuno a cui le persone guardino quando sono in difficoltà, magari anche non per colpa di villains veri e propri... nella vita di tutti ci sono dei "villains", per Tsuya erano gli zii e alla fine è riuscito ad affrontarli. Inoltre il nome Shogun si adattava al costume da eroe ad ispirazione samurai e alla sua katana.

Costume da Hero:
Il suo costume è cambiato nel corso del tempo: in prima superiore sembrava a tutti gli effetti una completa armatura samurai, senza elmo e meno pomposa, ma ha deciso di cambiare design poiché risultava scomoda e inadeguata al suo tipo di quirk. Attualmente il suo costume è molto semplice, per certi aspetti e consiste come base in una normale uniforme, tanto che la seconda versione del suo costume sembrava veramente un'uniforme scolastica. Oltre alla fascia rossa legata in fronte, andando in ordine si vedono una camicia bianca e una cravatta blu, il tutto coperto da un golf azzurro. Da qui il costume diventa di nuovo ispirato all'armatura dei samurai: immancabili sono i sode (spallacci) in lamine di ferro agganciati sopra alla giacca della divisa, dal colore blu scuro con righe verticali più chiare; l'haidate (cosciale) in lamine di ferro che è presente solo sul retro della gamba, non davanti, in modo da non ostacolare i movimenti e proteggere le gambe dal retro poiché per lui difendere quella parte del corpo è ben difficile; infine vi è il kote, che consiste in un bracciale di stoffa ricoperto da un'unica lamina metallica, che gli copre tutto il braccio, anche la parte coperta dalla manica della giacca dell'uniforme, che di solito è arrotolata. La stessa lamina che ricopre il braccio è usata per coprire dal ginocchio in giù, fino a metà del piede, per permettere movimenti più fluidi. A coronare il tutto vi è l'immancabile jinbaori dai colori blu, oro e nella parte interna rosso(è una sopraveste lunga fino al ginocchio che di solito viene indossata sopra all'armatura ma poiché di armatura vi sono solo dei pezzi, Tsuya la indossa tra la giacca e il golf). Infine la parte principale: la katana e il fodero. Prima di concludere voglio specificare che il costume da eroe di Tsuya è stato creato usando fibre del corpo di Tsuya stesso, in particolare si è tagliato i capelli e la parte tagliata l'ha lasciata a chi doveva creare il costume, in modo che questo non risenta degli effetti del veleno, in particolare quelli corrosivi. Inoltre ha fatto aggiungere all'interno della giacca una tasca con la cerniera per contenere la scatoletta con le pastiglie da usare per regolare la produzione di tossine nel suo sangue. La katana, che è fondamentale nella tecnica del ragazzo, è a sua volta creata in modo da poter sostenere gli effetti causati dal suo sangue senza corrodersi o perdere la sua perfetta forma affilata e letale. Il fodero della katana è stato creato in modo che se Tsuya versa del suo sangue in una piccola apertura che si trova sul bordo superiore, questo colerà lungo tutto l'interno del fodero ricoprendo la lama della katana, così che prima di ogni combattimento Tsuya non debba tagliarsi e mettersi a ricoprire del suo sangue la lama. Anche perché sarebbe decisamente inquietante.
Di solito, se si trova in una missione di soccorso o tra civili, sopra al suo costume indossa un mantello bianco col cappuccio, in modo da proteggere le altre persone dal sangue che potrebbe uscire da possibili tagli. Prima usava tantissimo il mantello, ora sta cercando di limitare il suo uso a operazioni di soccorso e allenamenti. Prima di concludere c'è un'altra cosa: non è raro che in combattimento si tagli da solo per poter ricoprire la katana del suo sangue e continuare a combattere, per fare ciò, avendo il corpo quasi del tutto coperto, deve slacciare una delle protezioni lungo le braccia, di solito lo fa con la sinistra. Inoltre le lamiere di ferro che compongono l'armatura sono più pesanti di quanto non sembrino, in realtà è Tsuya che è abituato ad indossarle e non sente il peso.

Cosa pensa dei villains?:
Tsuya non detesta i villains, non li vuole morti e nemmeno li vuole combattere per fama e gloria anzi, per lui sono persone normalissime. Per gran parte della propria vita si è sentito chiamare lui stesso "villain" seppur non avesse mai fatto veramente nulla per essere definito tale. Essendo cresciuto con l'etichetta di "villain" ha sviluppato una certa comprensione per i villains: c'è chi viene discriminato per colpa del proprio quirk, chi per una mutazione del proprio corpo e chi più ne ha più ne metta. Tsuya comprende la sensazione di sentirsi esclusi e allontanati dalla società, costretti a commettere crimini per sopravvivere. Queste persone le tollera, vorrebbe aiutarle e far capire loro che vi sono altre strade. Non riesce a scusare, invece, coloro che pur avendo tutto decidono di commettere crimini o chi si lascia trascinare da proprie conoscenze. Seppur provi una certa empatia per i villains, generalmente, ritiene che la scelta di darsi alla criminalità sia comunque sbagliata e che chiunque avrebbe potuto provare a cambiare la propria situazione, esattamente come aveva fatto lui. Per questo motivo non si farà problemi a combattere villains seppur nel profondo lui speri in un cambiamento in quest'ultimi anche se lui di per sé non può fare nulla: quale villain ascolterebbe un ragazzino che vuole fare l'eroe?

Perché si è iscritto alla UA?:
Tsuya non avrebbe mai pensato di iscriversi alla prestigiosa Yuuei, onestamente per tutta la sua vita non è mai stato guardato come qualcuno capace di diventare un eroe, è sempre stato etichettato come qualcuno da evitare perché possessore di un quirk comunemente ritenuto "da villain". Se quando si trovava alla scuola elementare di primo grado qualcuno gli avesse detto che sarebbe riuscito a passare le selezioni per la sezione A della Yuuei si sarebbe messo a ridere, ritenendo la cosa decisamente surreale. Ma non divaghiamo: perché ha voluto iscriversi alla Yuuei? Innanzitutto fare il test d'ammissione non era sua intenzione, è stato semplicemente convinto per aver perso una scommessa con dei compagni di classe: sì, è una cosa alquanto triste. Probabilmente, però, se vi fosse stata solo la scommessa a muoverlo non avrebbe fatto nemmeno un punto. Qualche mese prima del test d'ammissione tra lui e i suoi zii si accese una forte discussione sul futuro del ragazzo: mentre lui cercava di convincerli a lasciargli fare una scuola senza sezioni per eroi ma comunque che gli avrebbe dato ottime possibilità future, gli zii si rifiutavano di spendere soldi per lui considerandolo una nullità e sminuendolo fino a quando, per la prima volta nella sua vita, Tsuya si rese conto di quanto per lui fosse importante avere un futuro almeno decoroso: se non poteva essere un eroe allora sarebbe diventato qualcuno che si sarebbe guadagnato da vivere discretamente e secondo i suoi zii questo non sarebbe stato possibile solo perché lui era.. beh... lui. Penso possiate capire come una persona che ha passato la vita a subire senza mai reagire si renda conto di non poterne più delle persone che la insultano e sostengono tanto fermamente che questa non potrà fare niente nella propria vita. Tsuya decise che avrebbe fatto capire a tutti quelli che lo avevano sempre deriso come anche lui sarebbe stato capace di diventare qualcuno di importante e cosa c'era di meglio se non passare il test d'ammissione per la Yuuei? Voleva dimostrare a tutti che anche una persona con un quirk "da villain" potesse essere un eroe, che anche lui che era sempre stato secondo a tutti avrebbe potuto dimostrare di essere forte. Fu costretto a chiedere aiuto ad un amico di vecchia data del padre per farsi suggerire un modo per sfruttare al meglio il proprio quirk e alla fine dopo essersi allenato come mai nella propria vita si presentò al test d'ammissione e riuscì anche a passarlo dato che attualmente si trova in 3A. C'è chi ha la passione di fare l'eroe, c'è chi vuole diventare famoso e c'è chi, come Tsuya, vuole solo dimostrare al mondo che i pregiudizi uccidono e che chiunque possa diventare grande e importante se è ciò che desidera e soprattutto che non bisogna farsi sminuire dagli altri. Mai.

Conoscenze:
(work in progress)

Stage: Amethist Warrior.
Tsuya ha sempre ammirato gli eroi anche se non si è mai fermato ad osservarli più di tanto pensando a come lui, ignorato e lasciato solo da tutti, non avrebbe mai nemmeno avuto l'occasione di chiedere l'autografo ad uno di loro. Per questo motivo, quando ha iniziato a frequentare la Yuuei si è trovato in difficoltà sia per le sue scarse conoscenze sul mondo degli eroi sia per la difficoltà che aveva nel cercare di diventare uno di loro. Ha sempre tenuto un basso profilo, persino al festival sportivo, e ha cercato in tutti i modi di lasciare spazio a persone più talentuose di lui o che riteneva si meritassero la scena. Onestamente non ha ben capito come mai sia stato Amethist Warrior, l'eroe numero quindici in classifica, a inviargli la richiesta di tirocinio e stage ma a lui va benissimo, dopotutto ha ammesso più volte che sia il suo eroe preferito e che lo ammiri moltissimo. Tsuya è onorato di poter fare lo stage dal suo eroe preferito ed è altrettanto felice del rapporto che ha con il proprio capo: dire amichevole sarebbe esagerato ma è molto cordiale e cortese la relazione tra lo studente e l'eroe, cosa che a Tsuya dà sempre un motivo in più per fare del suo meglio. In effetti da quando fa lo stage presso la sua agenzia cerca sempre di superare i propri limiti e concludere al meglio gli incarichi che gli vengono assegnati. Inoltre considera Amethist Warrior un esempio da seguire e un ottimo insegnante per quanto riguarda l'uso del proprio quirk: fare lo stage con lui lo ha aiutato molto più di quanto ammetta e lo continua a fare.

Orientamento sessuale: Asessuale Biromantico.
Tsuya ha compreso quanto per lui sia importante la salute delle persone che gli stanno accanto e non permetterebbe mai che il proprio quirk faccia del male, ancora, agli altri. Oltre alla sua costante paura di ferire le persone attorno a lui anche involontariamente, Tsuya non ha mai trovato piacere nel contato fisico, sentendosi spesso a disagio. Diciamo che si trova ad un'età in cui è normale avere relazioni sentimentali e comprende bene la necessità dei suoi coetanei si svagarsi e cose varie ma lui, dopo un'attenta riflessione, ha deciso di rivelare ai propri amici il fatto di essere asessuale. Oltre a tutti i problemi legati al contatto fisico, Tsuya ha riscontrato di non provare attrazione fisica per nessuno: certo, se in termini canonici qualcuno è bello non può dire il contrario, ma la tipica attrazione da "beh, ci andrei a letto con gioia" per lui non c'è. Inoltre si considera Biromantico, cioè interessato romanticamente sia al sesso maschile che a quello femminile. Per lui in una relazione è importante che l'altro/a comprenda il suo non voler avere rapporti fisici e che accetti che da Tsuya possa ricevere solo interesse romantico. Sì, ha fatto coming out anche per la questione dell'essere biromantico anche se ha chiesto esplicitamente alle persone a cui lo ha detto di non farne parole in possibile presenza degli zii o comunque di parenti. Se è disponibile a relazioni? Sì ma buona fortuna a gestirvi questo patato con i complessoni.

Curiosità:
- Origini straniere.
In realtà quasi nessuno si accorge delle origini straniere della famiglia del ragazzo, soprattutto perché in tutta la famiglia hanno nomi giapponesi e hanno le usanze tipiche dello stato nipponico. Lo stesso Tsuya, nato e cresciuto in Giappone, spesso non cita nemmeno le sue origini europee. Esatto: Tsuya ha origini europee, precisamente del Belgio. La famiglia di Tsuya da parte paterna è giapponese, da parte materna, invece no: la madre di Suzue era di Bruxelles, il padre giapponese. I tratti belga, in realtà, sono molto più evidenti di quanto Tsuya non faccia sembrare: innanzitutto in famiglia sono tutti biondi (lui, Seiichi aveva i capelli platinati, Ryoko è bionda e anche Suzue lo era) e hanno gli occhi chiari (Tsuya li ha color verde acqua, Seiichi li aveva blu, Ryoko verdi e Suzue azzurri), inoltre il colore della loro pelle è di un roseo proprio dell'Europa del nord.
- Lingue.
Tsuya, contro ogni aspettativa, parla più lingue oltre al giapponese. È sempre stato portato per le lingue e per questo attualmente ne parla altre due con un altissimo livello e una in modo più o meno discreto. L'inglese è forse la lingua che usa più spesso oltre al giapponese, principalmente perché la studia a scuola. Il suo accento, seppur sia nato in Giappone, non risente troppo della pronuncia del luogo, probabilmente per la sua innata capacità di parlare le lingue. Sì, forse al posto dell'eroe avrebbe dovuto fare il traduttore. Oltre all'inglese parla molto bene il tedesco, imparato per pura necessità legata al comunicare con i parenti europei. L'altra lingua in questione è l'olandese, imparato solo perché alcuni parenti attualmente abitano in Olanda e parlano solo l'olandese. Non è una cima in questa lingua ma se la cava, quanto basta per poter interagire con i cugini.
- Combattimento con la katana.
Tsuya non apprezza il combattimento corpo a corpo e seppur si sia allenato con meticolosità e precisione, provando e riprovando le mosse, lo ritiene pericoloso sia per sé stesso che per i propri avversari. Col tempo ha sviluppato un modo di combattere tutto suo, mischiando quel poco che aveva appreso della scherma con quello che riguardava la katana. Ha passato molto tempo a studiare le posizioni, le tattiche e i movimenti e alla fine si è persino ispirato alla scherma medievale. Attualmente combatte in modo molto preciso con la propria katana, creata appositamente per lui e per sopportare l'effetto del suo sangue. Ha chiesto aiuto ai professori e si è fatto aiutare per migliorare le proprie abilità. Poiché non ha studiato molto l'arte della katana ha ancora qualche lacuna dal punto di vista stilistico ma le compensa parecchio col movimento del corpo e con le mosse di combattimento corpo a corpo che tanto disprezza, ma finché ha in mano la katana si sente più sicuro anche a ridurre la vicinanza con l'avversario.
- Relazioni coi parenti.
Si è capito come Tsuya non abbia buoni rapporti con i propri zii, ma non è che sia disprezzato da tutta la famiglia. I suoi zii da parte materna lo vedono come un mostro, un assassino ecc. ma in famiglia Tsuya è anche apprezzato. Il problema è che molti dei parenti abitano molto lontano da lui e si sentono semplicemente via telefono o come massimo in estate qualcuno ogni tanto passa in Giappone a fare le vacanze e salutare. Tsuya ha parecchi amici tra i suoi cugini, la persona con cui ha legato di più è un cugino belga di secondo grado di nome Julien: adora la cultura giapponese e ha più volte trascorso le vacanze con cuginiOhashi.
- Vestiario.
La particolarità più evidente in Tsuya riguarda il modo in cui si veste: ormai sono anni che cerca il più possibile di ridurre le parti del corpo scoperte e se il passamontagna non gli desse così fastidio probabilmente lo userebbe anche. Tsuya indossa sempre le maniche lunghe, in estate è raro vederlo indossare magliette a maniche corte o vederlo in costume, in piscina di solito sta seduto sul bordo con la tuta da immersione. Di solito indossa una felpa col cappuccio al di sotto della giacca dell'uniforme scolastica in modo da potersi coprire il capo e ridurre le zone di contatto della propria pelle con gli altri. Inoltre indossa anche i guanti, ogni tanto, anche se non è raro vederlo senza. I pantaloni, ovviamente, sono sempre lunghi. Ha chiesto ai professori in prima il permesso di tenere il cappuccio sempre alzato e nessuno si è mai lamentato, perciò continua a farlo.
- Codice Samurai.
Tsuya è un vero e proprio fan della storia giapponese, soprattutto del Giappone feudale. La morte del fratello maggiore Seiichi, che per lui rappresentava un vero e proprio idolo da seguire, lo ha spinto a riprendere in mano i libri di Seiichi e tra quelli, per caso, ha trovato uno sul "bushido", nonché il codice di condotta e di stile di vita dei samurai (paragonabile a quello di cavalleria). Ci sono sette principi nel bushido: Onestà e Giustizia, Eroico Coraggio, Compassione, Gentile Cortesia, Completa Sincerità, Onore, Dovere e Lealtà. Ha deciso di iniziare la scuola superiore vivendo con un nuovo codice di vita, in onore a Sceicchi, e per rendere la propria immagine più interessante: dopotutto lo shogun era un samurai, no?
- Usando il sistema di misura occidentale, Tsuya sarebbe alto 172 cm e peserebbe circa 65 kg.

• Etty's space •

OKAY OKAY, CI SIAMO. Ci ho messo solo duecento anni ma alla fine la scheda intera di Tsuya sono riuscita a farla. Per la roleplay di ITSxMExBITCH, dangershindoulover e Tessa_Dragneel_
Ci ho lavorato tantissimo, spero vada bene sigh. In realtà per me è stato un parto ma allo stesso tempo una tragedia, mi sono commossa da sola scrivendo la storia e sembravo un po' una pirla ieri sera mentre tutti ridevano per il film cringe e io piagnucolavo. Comunque sì, ora finisco la mini-scheda del bimbo di prima e ho finito! (Per finire oggi ieri sono andata a dormire tardi e mi sono pure messa a litigare con mia madre lol, solo per questo mi merito i money).
Tag tattico per -lycxris che ha creato Haku e che ho citato 929292 volte nella scheda.
E altro tag tattico per TAMVMO :)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top