DEUS EX MACHINA - Edelweiss Zimoy

-reminds me of the summertime,
on this winters day

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NOME: Edelweiss
Un nome freddo e tagliente, come il ghiaccio ed il vento di Stushevatsja. Se si ascolta bene però si riesce a sentire una certa delicatezza, appena accennata, simile a quella della neve che cade a fiocchi. "Edelweiss" è un termine franco-tedesco, che significa "bianco nobile", ma ormai è diventato d'uso comune in quasi tutte le lingue Europee: si usa infatti per riferirsi alla Stella Alpina, uno dei pochi fiori che riesce a sopravvivere nel gelo.

Edelweiss appoggia il viso alla porta, sbirciando con gli occhi attraverso la serratura. Non c'è nessuno nella stanza-proibita, quindi entra piano. È esattamente come se la ricordava, impolverata e affascinante, piena di oggetti legnosi e libri. Il suo preferito però è quello sotto la teca di cristallo sul fondo della stanza: non è sempre al suo posto, solamente quando sua madre è in casa, altrimenti sparisce. Edelweiss si avvicina a piccoli passi, e rimane ferma ad osservarlo dal basso verso l'alto: ne è attratta con ogni parte di sé, e non può fare a meno di ammirare il fiore bianco dal pistillo sbiadito che vi è minuziosamente rappresentato sopra.

La Stella Alpina è un elemento ricorrente nella famiglia di Edelweiss, soprattutto nel ramo materno. Rappresenta la purezza e la forza, grazie al bianco dei petali e alla resistenza al freddo. Tanto che nell'importantissimo ed immacolato Grimorio vi è ricamata sopra. La scelta del nome quindi pare scontata, anche se fu recepito dal resto della famiglia come un atto di arroganza da parte di sua madre: d'altronde chi era questa bambina per essere investita dall'importanza del simbolo di intere generazioni?

COGNOME: Zimoy
Nome voluto fortemente dalla madre, cognome ereditato dal padre. Zimoy è un cognome abbastanza importante a Stushevatsja, appartenuto a molti stregoni che si sono distinti per la loro potenza. Non è altro che una parola russa, lingua parlata nella regione, una come tante altre: significa "d'inverno". Il primo a portarlo fu un antichissimo avo di Edelweiss, che venne riconosciuto dagli abitanti delle altre regioni come colui che proviene da dove è sempre inverno. Edelweiss si sente rassicurata dall'idea di portare un cognome importante, quasi idealmente l'avvolgesse come un cappotto. È stata fin da piccola preceduta da una certa fama. Anche se ora se n'è costruita una tutta sua è certa che sarà per sempre avvolta da un'aurea di potenza.

FAMIGLIA: Arroganza
L'arroganza è il carattere che fa da principe nel quadro generale della famiglia di Edelweiss, sia che si parli di partenti paterni che materni. La madre, Arina, è una donna impostata e glaciale, mentre il padre, Liev, è un uomo metodico e pragmatico. Entrambi molto orgogliosi e confidenti, arroganti per l'appunto. Parlano poco, sono persone silenziose: l'uno non ritiene necessaria la parola, l'atra non ritiene le persone all'altezza dei suoi discorsi. Edelweiss ha pochi ricordi legati a loro che non siano i rimproveri, le lezioni di buona educazione o le tristi cene di famiglia imbandite sulla lunga tavolata. C'è da dire però, che ha sicuramente ereditato i tratti caratteriali peggiori di entrambi, o sotto altri punti di vista i migliori.

"Edelweiss" dice Arina, e lei alza lo sguardo. Sua madre ha le spalle dritte ed il petto in fuori, con la fronte corrugata e gli occhi scuri come dei pozzi di catrame fissi su di lei. È rientrata a casa da pochi minuti, con il cappotto fradicio e le ginocchia scorticate. Sapeva che si sarebbero arrabbiati, ma la neve fresca era una tentazione troppo grande. Sua madre ha la stessa espressione di sempre, ma lei sa che è furibonda: "Starai una settimana chiusa in casa, il tempo per riflettere e per farti comprare da tuo padre un cappotto nuovo-" lo ha detto ad alta voce, pensa Edelweiss, così che la senta anche papà e che mi sgridi pure lui "-vai in camera, sparisci" termina Arina. Edelweiss sospira, ed incrocia lo sguardo deluso e rimproverante di suo padre, ripiegato a causa della sua spropositata altezza, emerso dal silenzio del suo studio.

Di contatti con il resto della famiglia Edelweiss ne ha avuti ben pochi: la famiglia della madre, come già detto, la vede semplicemente come un atto di arroganza da parte di Arina, eccezion fatta per lo zio Maksim che sporadicamente passa a farle visita. Lui stesso le ha insegnato i rudimenti della magia, facendola esercitare su quello che Edelweiss oggi custodisce come suo Grimorio vero e proprio.

Il tintinnio del campanello la fa sussultare. Chiusa nella sua stanza Edelweiss stava contando quanti bottoni avesse la sua nuova giacca, ma non era un'attività esattamente appassionante. Scende dal letto e spalanca delicatamente la porta, la nonna Lidia odia i rumori troppo forti. Scende dalle scale che sovrastano il salone fino a trovarsi davanti la figura snelle a alta di suo zio. Ha gli occhi infossati e scuri, ma l'espressione rilassata, al contrario di sua madre. "Zio Maksim!" Dice contenta, e gli si avvicina. Non ha intenzione di abbracciarlo, gli abbracci non sono una cosa ritenuta consona nella sua famiglia. Lo zio gli sorride appena, e decide di scompigliarle dolcemente i capelli: "Edelweiss, hai fatto comprare a papà una nuova giacca?" le dice alzando un sopracciglio. Lei si fa tutta rossa e abbassa lo sguardo. Lo zio Maksim è decisamente la sua persona preferita.

Il padre è figlio unico invece, cresciuto senza una figura paterna e con una madre affetta da demenza senile che vive nella soffitta di casa loro: Lidia si chiama, e la ragazza l'ha sempre vista come una donna buffa inadatta all'ambiente ostile di Stushevatsja, sempre chinata sull'uncinetto e ben disposta a regalare dolcetti alla sua nipotina. Gli avi più antichi sono visti da Edelweiss con gli stessi occhi con cui li ammirava da bambina. Sono distanti, sia nel tempo che concettualmente nello spazio, quasi fossero irraggiungibili per la loro potenza. Furono gli scrittori dei due Grimori di famiglia, "la stella alpina" e "la civetta bianca", e durante i suoi percorsi di studi delle arti magiche ha imparato ad ammirarli.

TITOLO: Strega bianca

Edelweiss il suo titolo lo merita, su questo non c'è nulla da dire. Sicuramente però non ha dovuto faticare per ottenerlo: come già detto, è sempre stata preceduta da una certa fama e anche una certa ammirazione da parte degli abitanti di Stushevatsja. Tuttavia è indubbio che fra i suoi coetanei si sia distinta fin da giovane per la sua ottima padronanza delle arti oscure, tanto da farsi notare dall'Ordine dei Fratelli e delle Sorelle d'inverno.

Edelweiss sta sfilando nella via principale del paese vicino a casa sua, mentre la neve cade a fiocchi spessi sopra al suo mantello. La civetta bianca le ronza attorno, sfiorandole ogni tanto il capo. Non si guarda attorno, ma avverte i nasi dei bambini appiccicati alle finestre e i loro fiati pesanti che creano condensa. "Quella è la Strega bianca" dice un signore di una certa età, avvicinandosi al viso della moglie, forse per non farsi sentire dall'interessata.

Ad Edelweiss il suo titolo piace, la fa sentire potente, e questo non l'ha mai negato. Sapere di incutere timore nelle persone è una cosa incredibilmente soddisfacente dal suo punto di vista, è uno di quei momenti in cui la sua spina dorsale è attraversata da un brivido isterico di frenesia. Non sa esattamente dove e quando sia nato questo soprannome, e nemmeno il perché: forse per il pallore della sua pelle, forse perché ha sempre vissuto in mezzo alla nave. Tuttavia, come le piace dire, il popolo lo ha democraticamente scelto, e lei lo ha accettato di buon grado.

NAZIONALITÁ: Stushevatsja
Freddo, ghiaccio, neve, aridità. Edelweiss è cresciuta della terra dell'eterno inverno, in una villa adagiata in mezzo ad una landa ghiacciata ad un'ora a piedi dal paese più vicino. Come ci si può aspettare sicuramente i rapporti umani non sono la specialità della ragazza. La neve fin da bambina però l'è sempre piaciuta, sepolti nella sua memoria ha dei piacevoli ricordi di pupazzi di neve costruiti di nascosto. Il ghiaccio invece l'affascina, concettualmente trova assurdo come dell'acqua possa arrampicarsi che decine e decine di metri verso il cielo e rimanere sempre compatta, solamente perché fa freddo. Infatti, nonostante gli stregoni abbiano poco a che fare con gli elementi naturali, ha sempre cercato di padroneggiare incantesimi che potessero legarla ai ghiacciai in qualche modo. Tutto sommato Stushevatsja l'apprezza, con i suoi pochi paesi, la sua poca gente silenziosa, e il suo tanto freddo. Ha viaggiato relativamente poco, mettendo il naso sporadiche volte oltre alla coltre innevata della sua regione. Edelweiss non vuole viaggiare, non le interessa cosa si trova oltre la landa ghiacciata che è Stushevatsja. Vuole semplicemente esportare ciò che caratterizza la sua cultura, vuole che gli altri si rendano conto della potenza delle sue divinità.

❝ETÁ: 201 anni
201 anni sono tanti anche per uno stregone, e lo sa anche lei. Le sue abilità da mutaforma però le hanno sempre consentito e ancora le consentono di mantenere un aspetto fresco e giovane. Ha visto molte persone morire attorno a lei, anche quei pochi parenti e quei pochi compagni di scuola dai quali si era lasciata circondare. Tuttavia, non ha mai accusato fin troppo il colpo della solitudine. Superati i suoi 50 anni no ricorda di aver mai ricevuto un augurio di buon compleanno, anche se forse le avrebbe fatto piacere.

❝RAZZA: Stregone
Edelweiss appartiene alla discendenza delle divinità della distruzione, e questa cosa la riempie di orgoglio. Gli stregoni nell'ideale della ragazza sono ciò a cui tutti dovrebbero cercare di aspirare, con la loro lunga vita e i loro poteri innati. Gli stregoni non hanno bisogno di studiare per apprendere la magia, la maledizione. Loro con il potere nascono, e con il potere un giorno moriranno, e questa cosa gli fa onore. Proprio per questo Edelweiss vuole riportare sulla sua terra le proprie divinità, per dimostrare al resto del mondo cosa sia il vero potere, perché lei è perfettamente consapevole che nonostante le sue abilità non riuscirà mai ad eguagliare coloro che l'hanno generata. Non è difficile dunque sbilanciarsi nel dire che Edelweiss ritiene anche in maniera apertamente razzista inferiori le altre razze, riconoscendo ovviamente come suoi "pari" gli altri figli delle divinità della distruzione.

❝ASPETTO: purezza

Edelweiss si ritiene bella, ed effettivamente lo è. I lunghi capelli biondi presi dal padre, gli occhi piccoli e scuri della madre. Ha il viso magro e pulito, decorato da qualche tatuaggio di tradizione familiare. La pelle è candida, e si sposa perfettamente con i toni freddi di Stushevatsja. Il corpo è longilineo e snello, non è troppo alta ma neanche troppo bassa.

Il suo vero aspetto però non lo conosce nessuno: questa è solamente la forma con cui le piace presentarsi adesso che un po' vecchia lo è diventata, forse per nascondere le rughe che sul volto una volta immacolato stanno iniziando a farsi strada. Se c'è una cosa su cui però non ha mai mentito quelli sono i colori contrastanti che la caratterizzano.

❝CARATTERE: narcisismo
Edelweiss è arrogante. Appena conosciuta la prima cosa che si nota dea ragazza è proprio la sua arroganza, e probabilmente è anche l'ultima. Edelweiss ha sempre ragione, Edelweiss sa sempre tutto, Edelweiss avrebbe saputo fare meglio, Edelweiss è meglio. L'arroganza ovviamente è la riflessione di un'incredibile sicurezza e confidenza; Edelweiss infatti fin da bambina ha sempre creduto molto nelle sue potenzialità, e nonostante non fosse aiutata dai genitori assenti ha imparato a gonfiare in maniera spropositata il proprio ego, fino a sviluppare una sorta di disturbo narcisistico. In tutti gli ambiti della sua vita Edelweiss dimostra la sicurezza che ha di sé, dalla camminata a larghe falcate allo sguardo tagliente. Si sente superiore agli altri, non per un motivo in particolare, tutto quello che la riguarda è un valido motivo per sbandierare la sua predominanza sugli altri. Ha bisogno di essere la prima, di sentirsi la più forse, la migliore appunto. È per prima cosa, ha imparato a sentirsi la migliore per sé stessa. Preoccupante appunto è questo suo bisogno di primeggiare, che la porta a compiere gesti e sacrifici del tutto impensabili per conseguire i suoi obbiettivi. Dote particolarmente apprezzata però dalla confraternita dei Fratelli e dee Sorelle d'inverno, che sanno di poter sempre contare su di lei. Non si tratta tanto di testardaggine, ma forse più di orgoglio. Un orgoglio spropositato che per forza di cose deve essere l'accompagnatore di un'autostima spropositata. Non è neanche necessario dire che mai capiterà vedere Edelweiss dare ragione a qualcun altro, o rifiutate una sfida, o abbandonare uno scontro. L'espressione con cui più spesso la si sente attaccare durante una discussione è "scommettiamo?" perché è perfettamente consapevole che vincerà. Dalla sua parte però, oltre alla confidenza, gioca anche una grande padronanza della parola, che le permette molto spesso di portare i dibattiti a suo vantaggio. I rapporti interpersonali, appunto, sono ben poco sviluppati, proprio perché la maggior parte delle persone o la reputano antipatica per questa sua grande autostima o sono spaventati da questo suo bisogno continuo di scavalcare gli altri. Altra caratteristica determinante della sua vita è questo amore per la consapevolezza di essere potente: sapere di esercitare forza, di avere un controllo su quello che la circonda, le piace da morire. E proprio per questo le piace intimorire la gente o essere chiamata Strega bianca. Si sente come se tenesse il mondo in un palmo della mano, e contemporaneamente avesse gli occhi di tutti puntati su di sé. Edelweiss ha un incredibile voglia e bisogno di attenzioni, forse per compensare quelle che la famiglia non le ha mai dato o forse perché si ritiene meritevole di riceverne a dismisura. Edelweiss è fiera di sé, lo è sempre, o almeno lo sarà fino a quando saprà di essere potente agli occhi degli altri.

❝STORIA: solitudine
Edelweiss è nata sola, e sola morirà anche, o almeno così pensa. Nella pancia di sua madre erano nate e cresciute due gemelle, una Edelweiss e all'altra nemmeno era stato dato un nome. Non ce ne fu grosso bisogno: al momento del parto si scoprì che era morta. E così iniziava la vita della ragazza, durante una tempesta di neve dopo che il destino le aveva portato via sua sorella. La grande villa per una bambina piccola e piena di energie com'era lei è sempre risultata vuota e amara. Edelweiss ricorda di aver passato la maggior parte del suo tempo a giocare con la neve, o a cercare di introdursi nella stanza-proibita di sua madre e nello studio di suo padre, dov'erano custoditi rispettivamente il Grimorio con sopra ricamata la stella alpina e quello con sopra ricamata un'elegante civetta. I genitori si limitavano a sgridarla e a chiamarla per andare a letto. Se Edelweiss non si fosse presentata a pranzo nessuno se ne sarebbe curato, sarebbe stata poi lei a pagarne le conseguenze. Le cose si fecero sia interessanti sia noiose al compimento dei suoi 20 anni: con sua madre iniziarono le lezioni di galateo, con suo zio Maksim quelle si stregoneria per apprendere i due incantesimi di famiglia. Ovviamente lo zio le fece ereditare il Grimorio dalla stella alpina, nonostante lunghe discussioni con il padre a riguardo. Terminati gli insegnamenti rudimentali, Edelweiss venne iscritta ad una sorta di scuola di stregoneria, dove semplicemente era tenuta a duellare con altri stregoni e a trascorre le sue giornate in polverose biblioteche. Qui si distinse come la migliore, senza ombra di dubbio, e sempre qui nacque la fama della Strega bianca. Edelweiss se ne andò di casa a 74 anni, e pochi anni dopo entrambi i suoi genitori morirono, a distanza di un mese e sette giorni: non pianse al funerale di entrambi, non le mancarono neanche un istante e tutt'oggi non rimpiange gli anni con loro trascorsi. Edelweiss ha sempre cercato di emergere nella sua vita, questo è indubbio. E poco tempo fa arrivò la conferma che i suoi sforzi erano stati tutt'altro che vani: la confraternita dei Fratelli e delle Sorelle d'inverno si era finalmente messa in contatto con lei. La storia della Strega bianca è una storia breve, senza troppe montagne russe emotive, se non negli ultimi strascichi della sua vita: così come l'espressione rimane glaciale, Edelweiss cerca di rimanere glaciale anche dentro.

❝POTERI: Tradizione
Come da tradizione, la famiglia di sua madre tramanda tre incantesimi, che suo zio le insegnò da bambina. Ovviamente tutti e tre questi incantesimi sono prettamente legati alle arti oscure e alla magia nera. Il primo fra tutti è l'arte di mutare il proprio aspetto in quello di un altro umano, e si chiama "khimera", ovvero (banalmente) "chimera". Chimera perché la Chimera è un animale composto da diversi animali, così come uno stregone che muta la sua forma è uno stregone "composto" da più volti. Non è una caratteristica comune a tutti gli stregoni, infatti molti si limitano a trasformarsi in animali o simili, abilità comunque degna di ammirazione. Edelweiss è particolarmente pratica in questo incantesimo, tanto che lo usa costantemente per camuffare il proprio vero aspetto. Il secondo incantesimo è legato invece alla manipolazione mentale, e si lega alle capacità dialettiche di Edelweiss: si chiama "ostry yazyk", ovvero "lingua tagliente". Questo incantesimo permette alle parole di chi lo pronuncia di insinuarsi all'interno della mente dell'interlocutore, e di fare leva su certe debolezze emotive affinché sia più facile la manipolazione. Un'arte subdola e soprattutto immorale, ma che Edelweiss adora praticare. L'ultimo incantesimo insegnatole dallo zio è quello che le permette l'invisibilità: "nevidimy". È stato il più difficile da apprendere per la ragazza, ed indubbiamente anche oggi è quello che le risulta meno immediato da praticare. Infatti, se si osserva bene, un tremolio definisce il contorno della Strega bianca anche quando ad un primo sguardo risulterebbe essere sparita del tutto. Autonomamente Edelweiss ha imparato a creare il ghiaccio mediante l'acqua, un incantesimo abbastanza banale ma decisamente scenografico, e più utile di quanto non possa sembrare: nelle zone umide, dal punto di vista di Edelweiss, tutto potrebbe diventare soggetto al suo incantesimo. Tuttavia la cosa più particolare ed importante della magia di Edelweiss rimane il suo Grimorio: la strega non si farà mali vedere con il suo Grimorio, ed effettivamente nessuno ne ha mai visto la forma o le sembianze. Questo perché Edelweiss, ancora da adolescente, lo trasformò in civetta, volendo omaggiare la famiglia del padre con il suo simbolo. Ovviamente l'incantesimo è reversibile, le basta uno schiocco delle dita, ma aveva saggiamente pensato che un animale senziente avrebbe destabilizzato chiunque fosse in cerca del prezioso cimelio di famiglia ma soprattutto le avrebbe potuto fare anche compagnia.

❝PUNTI DI FORZA, DEBOLEZZE, PAURE
Edelweiss sicuramente ha dalla sua parte tutta questa sicurezza e tutta questa arroganza, che la portano a mettersi costantemente in gioco e nella stragrande maggioranza dei casi a vincere qualsiasi ostacolo le si posa davanti. Inoltre, ha un'incredibile voglia di apprendere, e si documenta costantemente sulle arti oscure, sulle maledizioni, sulla storia antica di Stushevatsja, sulle vecchie rivoluzioni e sulle divinità della distruzione. È affamata di sapere. Parlando di debolezze invece, non si può non notare il fato che Edelweiss sia sola, completamente sola. E per quanto sia una ragazza solitaria rimane pur sempre una persona fatta di carne, e come chiunque altro ha un bisogno innato di compagnia. Questa continua solitudine a cui è stata soggetta fin da bambina si potrebbe anche tradurre in una concreta e radicata paura dell'abbandono: Edelweiss non si lega alle persone sia per orgoglio, e quindi non ritiene di avere bisogno degli altri, sia perché è consapevole che se qualcuno dovesse uscire dalla sua vita non sarebbe più in grado di raccogliere i pezzi da sola. Più concretamente parlando, aver trasformato il Grimorio in una civetta è una lama a doppio taglio: oltre alle cose positive che può portare nel percorso di Edelweiss precedentemente elencate, una civetta è un animale soggetto come tutti gli altri animali a fenomeni naturali, malattia e morte. E se la civetta dovesse morire? Edelweiss non si sa dare risposta, e spera vivamente di non doversela mai dare.

❝OBBIETTIVI: distruzione
Edelweiss vuole che le sue divinità diventino le divinità di tutti, vuole riportare la distruzione sua terra. Questo perché è convinta che farlo le restituirebbe tutta quella potenza che sente mancare dentro di sé, quella potenza che divora voracemente e che adora avvertire. Inoltre, vuole portare a termine quello che il suo avi Vladimir non è riuscito a fare, forse anche per rendere fieri i propri genitori. Attualmente è contenta del suo incarico all'interno della Confraternita, e non cambierebbe la sua posizione per nulla al mondo. Paradossalmente per la prima volta Nea sua vita si sente in parte realizzata, anche se sa che quel vuoto che le rimane dentro verrà compensato solo da un ipotetico mondo governato da divinità decadute. Anche se forse basterebbe una persona o un luogo che la faccia sentire veramente a casa per colmare quella grossa mancanza che si ritrova nel petto e nello stomaco.

❝PARERI, DIVINITÀ
Come già reso chiaro, Edelweiss ha ideali molto forti e moto selettivi nei confronti del mondo e delle persone che la circondano. Non esiste nessun Autore o stranezze simili con un potere superiore a quello delle sue divinità, così come le divinità altrui sono solo deboli riflessi dai veri dei che lei ha conosciuto. Né sua madre né suo padre si sono mai dimostrati così idealisti, forse questo fanatismo nasce da una continua ricerca di sempre più racconti sulle origini dea sua terra e della sua stirpe. Dunque, dal suo punto di vista, esiste solo una possibile conclusione per la storia della terra in cui si ritrova a vivere: una conclusione che vede le stirpi di Stushevatsja sovrani e le divinità decadute nuovamente in auge.

❝PRONOMI, IDENTITÀ, ORIENTAMENTO
Edelweiss è nata donna e si sente donna, non ha mai messo in discussione questo. Tuttavia non si è mai interrogata sul suo orientamento sessuale, e dunque a questa domanda sicuramente la ragazza non troverebbe risposta su due piedi.

spazio Mic;
È tardissimo, sono in super ritardo con questa scheda, lo so. Queste sono le informazioni essenziali da sapere su Edelweiss, che purtroppo è nata in un periodo un po' turbolento della mia vita. Domani sistemerò la parte estetica e aggiungerò anche qualche flashback sulla sua vita. Chiedo scusa in ginocchio a -lycxris per quanto l'abbia fatta tribolare, spero sia accettabile quello che ti ho consegnato <3

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