XVII

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chim_park Appreciate art‼️

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tae.hyung 🌚😏🌚😏🌚😏
chim_park @tae.hyung idiota
jii_sungie ma è il tipo gay sfigato? Cavolo, quando è diventato così figo?
naam.joon @jii_sungie forse non te ne sei semplicemente mai fregata?!
yoon_m CHE CAZZO FAI PARK SEI UN UOMO MORTO
chim_park @yoon_m ma hyung, eri così bellino :(

Yoongi sbloccò il telefono per la centesima volta quella sera, trovandosi notifiche su notifiche.

Le uniche che gli fossero mai arrivate fino ad ora erano di post delle pagine che seguiva o di cose che riteneva interessanti, mentre ora il suo cellulare era pieno di notifiche di nuovi followers, like e commenti alla foto che Jimin aveva pubblicato di lui.

Non si aspettava che pubblicasse una sua foto, ne quantomeno che gli facesse una foto, non se ne era nemmeno accorto.

Park Jimin aveva più di 4000 followers e quella foto era stata dunque vista da centinaia di persone: persone alle quali non era mai importato nulla di Yoongi, gli erano rimaste indifferenti, mentre ora il suo profilo si ritrovava ad avere quasi 800 seguaci.

Fino ad un giorno prima ne aveva poco più di 100, e questa cosa proprio non gli andava giù, era arrabbiato... non con Jimin ovviamente, lui poteva postare tutto ciò che voleva, e al maggiore aveva fatto piacere quel gesto, e di certo non aveva colpe per essere seguito da così tante persone.

Yoongi era invece arrabbiato con tutti coloro che non lo avevano mai calcolato ed ora, come per magia, lo seguivano ed erano interessati alla sua insulsa e triste vita.

La società di oggi è davvero uno schifo, pensò. Non conti niente, poi qualcuno di popolare mette una foto con te o parla di te e diventi famoso in tre secondi.

Ed era vero, purtroppo era così, erano tutti troppo legati ai social, tanto da interessarsi più ad essi che a ciò che era davvero la vita reale.

Jiminie: hyung

Yoongi: che c'è?

Jiminie: se ti da fastidio tolgo quella foto...

Yoongi: no Jiminie non preoccuparti.

Jiminie: ma sembri arrabbiato...

per me non è un problema toglierla se a te non piace

Yoongi: non sono arrabbiato.

o almeno non con te.

Tranquillo.

Jiminie: sicuro..?

Yoongi: sì Jimin.

Jiminie: allora ci vediamo domani?

Yoongi: yep.

Jiminie: okay

Notte hyung, ti voglio bene

Yoongi: anche io.

buonanotte Jiminie.



➵➵➵➵➵

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yoon_m intenti a guardare @kim.seokjin che spegne le candeline, ancora auguri hyung!

P.S. Sono @chim_park e ho fregato il telefono a Yoongi perché non l'avrebbe mai postata anche se è figa, quindi l'ho fatto io per lui

Ph: @tae.hyung grazie bro♡

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sun.yo Park Jimin con i capelli arancioni ORA SVENGO OPPA SEI BELLISSIMO
tae.hyung sarò il vostro fotografo personale per il resto della mia vita uwu@yoon_m @chim_park
itseok_ a quando il matrimonio
yoon_m penso che ucciderò tutti voi 🤦🏻‍♂️

"Mi spieghi chi diavolo ti ha dato il permesso di prendere il mio cellulare?!" esclamò Yoongi buttandosi sulle scale e rivolgendo al minore uno sguardo infuriato.

"Dai hyung, quella foto è davvero figa, non potevo non postarla" alzò gli occhi al cielo Jimin, spingendolo leggermente più in là.

"Sì ma perché sul mio profilo?!" chiese ancora il maggiore mentre sistemava le cose nel suo zaino e lo richiudeva.

"Perché così abbiamo una foto insieme anche sul tuo di profilo" rispose ovvio Jimin stringendosi nelle spalle e facendo un sorrisetto soddisfatto.

"Okay, ma si può sapere come hai fatto a sbloccare il mio cellulare?" domandò il maggiore incrociando le braccia al petto ed osservandolo in attesa di una risposta.

"Ti ho visto farlo migliaia di volte, ed ho una buona memoria...non avrai mica avuto qualcosa da nascondere?" fece Jimin arricciando il naso.

"No, idiota" alzò gli occhi al cielo il maggiore. "Non ho nulla da nascondere, solo che non mi aspettavo che mi rubassi il cellulare per postare la foto" spiegò; non aveva idea che Taehyung gli avesse fatto quella foto, ma Jimin aveva ragione, era davvero figa.

E soprattutto, Jimin era figo, con il nuovo colore di capelli.

Ma Jimin era sempre figo.

Alla festa di compleanno di Seokjin si era divertito, non si aspettava che lo invitasse, ed aveva apprezzato il gesto; in più, Jimin si era presentato solo pochi minuti dopo, con i capelli completamente arancioni.

Yoongi lo aveva osservato a lungo, senza trovare le parole da rivolgergli, per poi optare per un "Wow Jimin, quel colore ti sta da Dio". 

Inutile dire che le guance di entrambi si erano tinte di un tenue rosato, Jimin lo aveva ringraziato, ed erano andati al cocktail bar insieme per prendere qualcosa da bere e farsi compagnia.

"Gradirei che le persone mi guardassero di meno, Dio, fino a due settimane fa neanche sapevano chi fossi o mi prendevano in giro, davvero la gente è così superficiale?!" si irritò Yoongi tornando coi piedi a terra.

"Sì sa da tempo che le persone sono superficiali, purtroppo non è una novità" sospirò Jimin alzandosi dalle scale e porgendogli la mano.

"Sì... non è giusto però, odio tutti, dico sul serio" brontolò ancora il maggiore, afferrando la sua mano per alzarsi.

"Invece di lamentarti, vogliamo andare in classe o vuoi fare tardi?" disse Jimin alzando gli occhi al cielo e lasciando la sua mano per sistemarsi lo zaino sulle spalle.

"Voglio fare tardi. Non mi va di fare chimica" sbuffò Yoongi tirando un calcio ad un sassolino e seguendo la traiettoria con lo sguardo.

"Ma è bella" replicò l'arancione imbronciandosi.

"Non è colpa mia se sei una specie di genio avanzato e ami quella materia, Jimin, a me fa davvero schifo" disse ancora il maggiore.

"Disse colui che aveva voti alti in tutte le materie" ribatté il minore entrando nell'atrio della scuola seguito da lui.

Yoongi alzò gli occhi al cielo, fece un ultimo tiro dalla sua sigaretta e la buttò per terra, schiacciandola con il piede. "Andiamo così non rompi le palle" disse poi.

Dio hyung, quanto sei figo pensò Jimin, arrossendo per ciò che si era detto: vedere Yoongi fumare lo faceva arrabbiare perché sapeva quanto il fumo facesse male, ma era così incredibilmente attraente quando lo faceva, che Jimin scordava ogni cosa.

Scacciò quel pensiero dalla testa e raggiunse il più grande, per poi entrare nella classe, sistemarsi al proprio posto, e ricominciare le lezioni. 

➵➵➵➵➵

Era ormai passata la mezzanotte quando Jimin sentì il suo telefono vibrare sul comodino.

Ancora non dormiva, aveva passato tutto il tempo a pensare a quel bacio mancato pochi giorni prima, bastavano solo dieci secondi in più ed avrebbe potuto assaporare le labbra del maggiore, e invece Myung era dovuta entrare proprio in quel preciso istante, rovinando tutto.

Sbuffò sonoramente, immaginando che fosse Taehyung, solo lui era capace di rompere le scatole in piena notte, così si girò dall'altra parte e prese il cellulare, constatando di aver previsto in modo errato, poiché non era stato il suo migliore amico a scrivergli, ma Yoongi.

"Ma che diavolo...?" disse a bassa voce, cercando di abituarsi alla luce artificiale del proprio telefono.

Jimin-ah

Heeey

Sai che seo proprii bwllo?

Jiminie: hyung? Ma che hai scritto?

Yoongi: ce sej bello*

E mu gira la tedta

Poyresti benire a prendermi?

"Cazzo, sei ubriaco Yoongi" si disse alzandosi a sedere ed accendendo la luce dell'abat jour.

ho diciassette anni, non ho la patente Yoongi, come faccio a venire?

Yoongi: nin ctedo di riusvire a tornare da solo

Jiminie: cazzo Yoongi

Dove diavolo sei?!

Yoongi: xanzibat

Jimin: Zanzibar?

Yoongi: sì

ssi dov'è

?

Jimin: sì lo so, arrivo

"Cristo" si disse, e si alzò velocemente dal letto accendendo la luce della camera, si tolse il pigiama e infilò i pantaloni che aveva precedentemente posato sulla sedia.

Cercò di essere il più silenzioso possibile, sua sorella dormiva con Sunhi a pochi metri di distanza, mentre i genitori non c'erano, come sempre.

Erano più le volte che rimaneva a casa da solo che quelle in cui interagiva con loro.

Aprì le ante dell'armadio lentamente, senza fare rumore, e prese una felpa, indossandola piano, si mise il giaccone, prese il cellulare e scese le scale lentamente.

Arrivò in cucina e vide le chiavi della moto della sorella, rimanendo per vari istanti ad osservarle. "Dio...scusa Hyuna, scusami tanto ma devo farlo" sussurrò, per poi prenderle ed aprire la porta che dava al garage.

Prese la moto e silenziosamente la trasportò fuori il più velocemente possibile percorrendo il grande viale della sua villa.

Aprì il cancello e solo allora, una volta lontano, si infilò il casco ed accese il motore.

Sapeva guidarla, la sorella gliela aveva fatta provare più di una volta, ma era comunque senza patente..

Se mi beccano sono fottuto, se mi beccano sono fottuto, se mi beccano sono fottuto

Continuò a ripetersi per tutto il tragitto.

Ma in testa aveva solo Yoongi, la costante ansia che gli potesse succedere qualcosa, o che facesse cose stupide.

Arrivò davanti al locale dopo dieci minuti e si fiondò dentro, cercando disperatamente una testa verde menta nella folla.

La trovò, e corse verso essa: il corpo di Yoongi era per metà sdraiato sul tavolino, cinque cocktail già finiti.

Scosse la testa e picchiettò la sua spalla, richiamando la sua attenzione.

"Oh, ma ciao Jiminie" sorrise l'altro, sbattendo più volte le palpebre.

"Alzati, ti porto a casa, me l'hai chiesto tu ricordi?" disse Jimin tirandogli un braccio, facendolo lamentare, ma portò il braccio dell'altro a circondargli le spalle e lo aiutò a tirarsi su.

A stento il maggiore riusciva a reggersi in piedi, e con difficoltà arrivarono finalmente alla moto, dopo essere passati tra la folla indifferente dello stato in cui si trovava Yoongi..

"Yoongi, devi ascoltarmi ora" disse l'arancione prendendogli il viso tra le mani e tentando di farsi guardare negli occhi.

"Mh..." 

"Devi reggerti forte a me, capito? È già pericoloso visto che non ho la patente, e tu non riesci a tenerti in piedi. Non perdere l'equilibrio ti prego, tieniti forte a me okay?" chiese ancora.

"Sì, mamma, va bene" mugolò l'altro barcollando leggermente.

Jimin gli mise il casco, e salì in sella, accendendo il motore ed aspettando che il maggiore, non senza difficoltà, lo imitasse, sistemandosi sul sedile e stringendosi forte a lui.

Quel viaggio sembrava non finire mai, Jimin era terrorizzato, sapeva di star facendo una stronzata, ma non avrebbe mai lasciato Yoongi da solo in quel locale, anche a costo di beccarsi una multa.

Arrivò sotto casa sua verso l'una e un quarto del mattino e scese dalla moto, aiutando l'altro a fare lo stesso e cercando le chiavi di casa, trovandole nella tasca interna della sua giacca di pelle ed aprendo il portone.

"Si può sapere perché cazzo ti sei ridotto così?!" esclamò portandolo dentro l'ascensore e aspettando che esso partisse.

"Non urlare" fece l'altro infastidito, poggiando una mano sulle sue labbra. "Non hai ancora capito che la mia vita è una merda?"

"Oh certo, e risolvi andando a spendere soldi per ubriacarti, mi pare sensato" fece Jimin, uscendo dall'ascensore che ormai era arrivato al piano, ed aprendo la porta di casa. "Sei un fottuto idiota, mi hai fatto preoccupare capito?!"

"Non rivolgerti così a me, non ne hai il diritto" borbottò il verde passandosi una mano sul viso.

Jimin fece finta di niente e lo portò in camera, facendolo sedere sul letto ed andando in cucina e prendendo un bicchiere d'acqua per portarglielo.

"Sono uno schifo Jimin. Inizierò a bere come quei coglioni di mio padre e mio fratello e voglio morire perché sono un fottuto codardo come mia madre, capisci perché mi odio?" disse bevendo l'acqua aiutato dal più piccolo.

"Sta' zitto e sdraiati, devi dormire ora" fece Jimin spingendolo a sdraiarsi e scuotendo la testa.

"Mh...mi chiedo come tu faccia ad essermi vicino, fossi stato in te me ne sarei già andato. Sono solo un dannato casino" sussurrò Yoongi infilandosi sotto le coperte.

"Smettila hyung. Smetti di dire queste cose" disse Jimin sedendosi accanto a lui e scostando i capelli dalla sua fronte per guardarlo meglio.

"Solo se ti avvicini" chiese lui, aprendo gli occhi e puntando lo sguardo nel suo.

"Uh?" Jimin piegò la testa.

"Avvicinati" ripeté lui, e l'arancione si avvicinò.

"Di più..." richiese ancora il menta, e di nuovo Jimin lo fece.

"Solo un altro po'" sussurrò Yoongi ormai vicino a lui.

Stava per accadere; Jimin sapeva che Yoongi stava per baciarlo, e non si scansò.

"Scusa Jiminie, ma non riuscirei proprio a farlo da sobrio" mormorò il maggiore, e poi allungò il collo verso l'altro; le sue labbra toccarono finalmente quelle di Jimin, dopo tanto, troppo tempo passato a desiderarle.

Il minore chiuse gli occhi, reggendosi con una mano sul petto dell'altro e sentì la bocca di Yoongi aprirsi lentamente sulla sua, lo seguì a ruota ma ricordò che il maggiore fosse ubriaco e che molto probabilmente non si sarebbe ricordato di nulla, quindi tutto quello non aveva senso.

Per quanto stesse amando quel momento in cuor suo così tanto atteso, fece forza sul petto dell'altro e si allontanò.

"Devi riposare ora, hyung" disse sfiorando le sue labbra. "Ci sentiamo domattina per sapere come ti senti okay?"

Yoongi non rispose, le forze lo stavano abbandonando, semplicemente annuì chiudendo gli occhi, e il più piccolo gli rimboccò le coperte.

"Buonanotte hyung" mormorò.

Gli baciò la fronte e si allontanò, per tornare nuovamente a casa sua.




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