XVI

Yoongi uscì dalla classe e fece per avviarsi fuori scuola per fumare una sigaretta, quando passando davanti all'aula magna vide un gruppetto di ragazzi e ragazze intenti a guardare qualcosa, o meglio, qualcuno.

Si avvicinò a loro, non era solito impicciarsi e seguire le masse, ma quella volta era davvero incuriosito, così si affacciò, spingendosi sulle punte dei piedi per capire cosa ci fosse di così interessante per attirare l'attenzione di così tante persone; lo capì quando i suoi occhi, che prima vagavano in basso, incontrarono il piccolo palco dell'aula magna, riempito solo da due figure: Jimin, in tutta la sua magnificenza, accompagnato da Jungkook, entrambi intenti a ballare a ritmo di musica.

Yoongi pensò di non aver mai visto una cosa più bella di quella che gli si parò dinanzi: per quanto desiderasse concentrarsi su entrambi, finiva per posarsi sul corpo di Jimin con i propri occhi, ogni movimento che quel corpo compiva era leggero e delicato, ricco di complessità, perfezione e ritmo.

Il verde menta si convinse ancora di più che Jimin fosse un angelo, ed una benedizione quella di averlo conosciuto; era a conoscenza del fatto che Jimin sapesse ballare, ma non lo aveva mai visto farlo né si immaginava che sapesse farlo così bene.

Il biondo continuava a danzare, in perfetta coordinazione, sapeva di essere osservato, d'altronde era nel bel mezzo di una folla estasiata, ma il cuore gli si fermò quando i suoi occhi, aperti ora per curiosare un po', incontrarono quelli di Yoongi.

Sapeva di non potersi fermare, aveva quasi finito le prove con Jungkook, ma sentiva lo sguardo del maggiore bruciargli la pelle, e non riusciva a smettere di pensare che egli lo stesse osservando da chissà quanto tempo.

Fu in quei brevi ma intensi attimi che udì la musica cessare, così scrollò la testa e sviò lo sguardo, rivolgendosi a Jungkook e far colpire le loro mani in un gesto fraterno e d'intesa, per poi incontrare per un'ultimo brevissimo istante gli occhi di Yoongi, sentendo il suo viso diventare ancora più rosso,prima di scendere dal palco.

"Direi che è andata più che bene, non trovi, hyung?" sorrise Jungkook passandosi un asciugamano sul collo.

"Direi proprio di sì" rispose lui, ricambiando il sorriso. "è  un peccato che Taehyung non sia potuto venire a vederti" arricciò il naso.

"Già...ma era preoccupato per il compito quindi ha preferito rimanere a casa per studiare" fece spallucce il minore. "Io ora vado, ci vediamo hyung!" disse poi, allontanandosi e salutandolo con un cenno della mano.

"Okay, a dopo" rispose Jimin, prendendo la sua bottiglietta d'acqua per dissetarsi, poi si girò per uscire dall'aula, scontrandosi proprio con quel ragazzo dai capelli verde menta che gli stava rubando il cuore.

"Oh Dio, hyung" fece impaurito da quello scontro, portandosi una mano sul petto per il colpo preso.

"Ciao Jimin, scusa, non volevo importunarti" rispose lui grattandosi la nuca.

"Cosa...cosa fai qui? Non ti ho mai visto alle prove" domandò il biondo, ancora accaldato.

Yoongi lo osservò a lungo prima di rispondere: il suo volto era arrossato e sudato, il respiro pesante, data la fatica del ballo appena concluso, e il maggiore pensò che quella vista fosse davvero troppo, ma scosse la testa e ritornò coi piedi a terra. "Ho visto tante persone e mi sono avvicinato, Jimin, cristo santo balli meravigliosamente" ammise allora, con un coraggio che non sapeva di avere.

Jimin arrossì e abbassò lo sguardo, insomma...sapeva che fosse bravo, ma sentirselo dire da lui... beh era diverso. "G-grazie hyung...Come uhm... come stanno le mani?" Chiese poi cercando di cambiare discorso.

"Oh, bene grazie, ancora un po' di giorni e passerà completamente, credo" rispose Yoongi, abbassando lo sguardo sulle proprie mani ed osservando le fasce che le coprivano.

Jimin sorrise leggermente, poi accumulò tutto il coraggio che aveva in sé e parlò. "Hyung?" lo chiamò, mordicchiandosi il labbro.

"Sì?" fece lui alzando la testa per rivolgergli attenzione.

"Ho.. ho voglia di bubble tea" buttò fuori Jimin, sentendo il viso andargli a fuoco. Ma che diavolo gli diceva la testa?!

Yoongi non riuscì a trattenere un sorriso a quella sua affermazione, e piegò la testa, osservandolo. "Ne ho voglia anche io, ora che mi ci fai pensare. Se ti va possiamo andare a prenderlo dopo scuola" propose.

Gli occhi del più piccolo si illuminarono alle sue parole. "Sì! Va bene... grazie Yoongi" sorrise in imbarazzo.

"Ci incontrano all'uscita di scuola allora" disse il maggiore scompigliandogli un po' i capelli.

Jimin annuì vigorosamente, e poi venne lasciato solo; subito si nascose dietro al muro e si portò le mani al viso.  "Oddio" si disse, sentendo il cuore battere fortissimo contro la sua cassa toracica.

Sarebbero usciti insieme, da soli.

Solo Jimin e Yoongi

➳➳➳➳➳

"Cavolo, è passato davvero un sacco di tempo dall'ultima volta che ho preso un bubble tea" affermò Jimin camminando sulla stradina del parco. "Ne avevo proprio voglia"

"Beh, l'ultima volta che ho preso un bubble tea mi è stato tolto dalle mani da uno stronzo, quindi non me lo sono goduto" arricciò il naso Yoongi, sbuffando leggermente.

Jimin si girò verso l'altro, inarcando un sopracciglio. "In che senso?" domandò incuriosito dalla sua affermazione.

"Un amico di Jun, che come al suo solito non può lasciarmi vivere in pace" spiegò il maggiore, liquidando il discorso con un gesto veloce della mano.

"Oh, capito... grazie comunque hyung" rispose Jimin cominciando a camminare al suo fianco.

"Di cosa?" domandò il maggiore girandosi verso di lui.

"Per avermi offerto il bubble tea" rispose il biondo sorridendogli.

"Di nulla Chim, ricordami che gusto hai preso?" fece lui abbassando lo sguardo sul suo bubble tea.

"Uhm...tè alla pesca con palline alla fragola" disse Jimin portandolo davanti a sé. "Vuoi assaggiare?"

Yoongi lo guardò per un po', poi annuì e avvicinò le labbra alla cannuccia, aspirare leggermente e bere il tè; si allontanò, assaporando meglio, sotto lo sguardo curioso del più piccolo. "Mh...è decisamente dolce"

"Ti piace? È il mio preferito in assoluto" fece Jimin sorridendo ampiamente, dandosi l'aspetto di un bambino piccolo.

"Molto" rispose il verde menta leccandosi le labbra. "Il mio è alla mela con palline al mango"

Jimin non disse nulla, gli prese il bubble tea dalle mani e portò le labbra alla cannuccia per assaggiarlo. "Il mio è migliore" fece con tono di sufficienza.

"Che? Scherzi vero?! Mela e mango sono qualcosa di meraviglioso!" esclamò Yoongi, imbronciandosi lievemente.

"Pesca e fragola di più" replicò lui, facendogli la linguaccia.

"Mi sento colpito nel profondo" incrociò le braccia al petto il menta.

Jimin rise e si avvicinò a lui. "Dai hyung, non arrabbiarti, anche mela e mango è buono" fece un sorrisino. "Ma il mio di più!" urlò poi, scappando via con troppa velocità.

"Cos- IL MIO BUBBLE TEA!" esclamò Yoongi stupito. "PARK!" scattò verso di lui, cominciando a corrergli dietro finché non riuscì ad afferrarlo per un braccio. "Se hai fatto cadere anche solo una goccia del mio tè giuro che ti picchio" disse con il fiatone.

Jimin scoppiò a ridere alla vista del maggiore che per pochi metri non riusciva a respirare regolarmente. "Questo è perché fumi, e no hyung, tranquillo, non ho fatto cadere niente" disse porgendogli nuovamente ciò che era suo.

"Questo è perché non ho mai fatto palestra in vita mia, non perché fumo" replicò lui, riprendendosi il tè e cominciando a berlo, guardando male il minore.

"Yoongi-ah" lo chiamò lui, mordicchiandosi il labbro. "Non credi...ti va di farmi sentire qualcosa al pianoforte?" propose poi.

Yoongi non si aspettava quella domanda, ma rimase piacevolmente colpito, evidentemente il più piccolo voleva passare altro tempo con lui, ma decise comunque di giocare ancora un po'. "Non penso che tu lo meriti, Jimin. Stavo per morire in assenza di ossigeno perché mi hai rubato il tè poco fa" rispose inarcando le sopracciglia.

"Eddai..." disse il biondo lagnandosi un po' e guardandolo con i suoi occhioni.

"Non fare gli occhi dolci con me, non funzionerà" sbuffò lui girando la testa per non guardarlo.

"Dai hyung...per favore" continuò Jimin, prendendogli un braccio e facendo il labbruccio mentre tornava davanti a lui per farsi guardare.

Il maggiore tentò in tutti i modi di allontanarsi ma alla fine cedette. "Aish, okay domani ti faccio sentire qualcosa" disse sbuffando sonoramente.

"Ma io voglio sentire oggi" si lamentò ancora Jimin.

"Jimin, la scuola è chiusa, non ho un pianoforte a casa, non posso di certo inventarmelo" spiegò il maggiore alzando gli occhi al cielo.

"Vieni a casa mia allora" fece spallucce lui, tirando il suo braccio.

"Che? Hai un...?"

"Sì, in una stanza a parte. Non sapevo ti piacesse suonare, per questo non te l'ho mai detto" disse Jimin grattandosi la nuca. "Uhm..scusa, forse avrei dovuto dirtelo"

"Oh Dio, non importa ma Jimin portami subito lì, ne ho bisogno, ti prego" scosse la testa lui, guardandolo quasi con aria di supplica

"Ma certo, hyung" sorrise il minore, intenerito da quella reazione, ed inconsapevolmente strinse la sua mano, mentre si dirigevano verso casa sua. 

➳➳➳➳➳

Le dita di Yoongi toccarono finalmente i tasti del pianoforte dopo mesi, e subito si sentì meglio, più rilassato; era così ogni volta che si avvicinava ad un pianoforte, e quando iniziava a suonare si sentiva finalmente libero, scordava per pochi minuti tutto lo schifo che aveva intorno.

Iniziò a fare pressione sui tasti, ed una dolce melodia riempì la stanza.

Jimin era seduto accanto a lui, ed osservava le sue mani compiere gesti precisi e delicati, per poi alzare lo sguardo e perdersi nella bellezza del viso di Yoongi.

Avrebbe potuto restare così per secoli, sentiva lo stomaco attorcigliarsi ogni volta che Yoongi teneva gli occhi chiusi, facendogli capire quanta passione ci stesse mettendo, e i brividi cominciarono a percorrere inevitabilmente la sua pelle.

Gli era sempre piaciuto il suono che produceva quello strumento, ma suonato da Yoongi era tutta un'altra cosa: era magia pura, una melodia talmente dolce e perfetta da trasportarlo in un mondo ricco di luce e bellezza.

Il maggiore, sentendosi osservato, si fermò arrossendo lievemente e girandosi verso di lui.

"Hyung è stato...bellissimo. Davvero, suoni meravigliosamente" ammise Jimin in un sussurro timido.

Yoongi sorrise teneramente. "Grazie" rispose poi, girandosi verso il suo zaino ed aprendolo; afferrò il suo quaderno azzurro e lo porse a Jimin.

"Cosa...?" fece il biondo, confuso.

"Aprilo. Eri curioso di sapere cosa c'è dentro, no? Quindi aprilo" disse Yoongi spingendolo verso di lui.

"Ma hyung, non fa niente, non sentirti obbligato" scosse la testa portando le mani avanti per allontanarlo.

"Non mi sento obbligato Jimin, voglio farlo, voglio mostrarti ogni singola cosa della mia vita, quindi ti prego, apri quel quaderno" insistette il verde menta, guardandolo intensamente negli occhi.

Jimin sospirò e lo prese, pensando a quante volte avrebbe voluto aprirlo per guardare e capire ciò che il più grande ci faceva; aprì quel quaderno azzurro, che da sempre lo incuriosiva.

Nella prima pagina c'era un semplice disegno, il nome di Yoongi ed una data: 21/10/2015.

Immaginò fosse la data di quando aveva iniziato ad usarlo, così girò pagina e quello che si ritrovò davanti fu un testo.

Una poesia, pensò.

Il titolo era Autumn Leaves, poi notò affianco uno spartito musicale, con delle note sopra, e capì.

Non era una poesia, ma una canzone.

Jimin alzò lo sguardo verso il maggiore, stupito e catturato. "Scrivi...canzoni?"

Yoongi annuì, mordendosi il labbro inferiore e guardando il suo quaderno.

"E componi anche la musica?" domandò ancora il minore.

"Sì, non ho molta vita sociale, come ben sai, e questo è il mio modo di estraniarmi da tutto e da tutti, dimenticarmi anche se per poco della merda che mi circonda" spiegò Yoongi.

Il biondo annuì, talmente preso dalle sue parole che neanche riuscì a rispondere; continuò a girare le pagine, piene di parole mai dette e di un talento naturale, finché un titolo non catturò la sua attenzione.

So Far Away

Fu attratto da quel testo, ed iniziò a leggerlo con attenzione.

I'm living because I can't die

Jimin sentì il suo cuore stringersi leggendo quelle parole, il ragazzo che aveva affianco doveva essere così distrutto e stanco di tutto, sofferente, e voleva solamente cercare di farlo stare bene...

"Oh Dio, sei...hai...mai provato a farle leggere a qualcuno? Cristo, è bellissima e sto per piangere" ammise Jimin.

"Perché dovresti piangere?!" inarcò un sopracciglio lui.

"Perché è...non lo so Yoongi, è una canzone così bella e..." fece il biondo arrossendo e distogliendo lo sguardo, arrendendosi al fatto che non sarebbe mai riuscito ad intraprendere una conversazione con il maggiore senza fare figuracce.

"Bene" disse Yoongi, per poi sistemarsi meglio, tirare su le maniche della sua maglia ed iniziare a suonare.

Jimin riconosceva le note musicali, da piccolo aveva preso lezioni di pianoforte, e qualcosa sapeva suonare... non bene come Yoongi certo, ma riconobbe quelle note, erano scritte sullo spartito affianco alla canzone che tanto lo aveva attratto.

Pensò fosse bellissima tutta quella situazione, ed il suo cervello si connesse immediatamente al suono e le parole iniziarono ad uscire dalle sue labbra.

Seguì la musica dettata dal più grande ed iniziò a cantare, la sua voce si espanse per la stanza e Yoongi ne rimase colpito: non aveva idea che Jimin sapesse cantare, ma nonostante il suo stupore, continuò a suonare... la voce del minore sembrava fatta apposta per quelle note, ed era meravigliosa.

Una voce così delicata e forte allo stesso tempo, una voce quasi angelica.

Jimin cantava e Yoongi suonava.

Entrambi credettero che fosse qualcosa di meravigliosamente perfetto.

Passarono minuti di pura magia, poi le note smisero di essere suonate, così come le parole.

"E tu da quando sai cantare?" chiese Yoongi girandosi verso di lui.

"Oh...mi piace da sempre" arrossì Jimin, stringendosi nelle spalle.

"Cavolo, è stato bello" ammise il menta.

Jimin annuì, e se possibile arrossì ancora di più, abbassando il volto, sentiva lo sguardo del maggiore su di lui, e voleva ricambiarlo, ma proprio non ci riusciva... quegli occhi erano così profondi, così pieni di tristezza, eppure così belli.

Riuscì con coraggio ad alzare lo sguardo, che si immobilizzò in quello dell'altro.

Yoongi non avrebbe resistito ancora per molto, la voglia di baciare quelle labbra così belle era troppa, e si avvicinò all'altro quasi impercettibilmente.

Jimin trattenne un respiro, lo sguardo sulle labbra del maggiore, e deglutì a vuoto.

Entrambi morivano dalla voglia di far scontrare finalmente le loro labbra, e il minore pensò che non potesse esserci un momento migliore, così mandò a benedire il suo buon senso e si avvicinò.

Sentiva lo stomaco attorcigliarsi, e sapeva di non essere l'unico ad avere quella sensazione, fece per chiudere gli occhi, non vedeva l'ora che l'altro si spingesse poco più avanti e lo baciasse, ma qualcuno bussò alla porta chiusa della stanza e i due si allontanarono di scatto.

Yoongi vide chiaramente le guance di Jimin diventare rosse, mentre abbassava la testa e si lasciava andare ad un sospiro.

"Vi ho portato un po' di cose da mangiare!" esclamò allegramente Myung, portando tra le mani un vassoio con una teiera, due tazze e dei biscotti.

"Oh, grazie Myung" disse Jimin schiarendosi la voce mentre lei poggiava il vassoio sul tavolino.

"Uscirebbe proprio un bel duetto, perché non vi esibite da qualche parte?" disse lei. "Suoni benissimo, Yoongi"

"La ringrazio" sorrise timidamente lui, facendo un piccolo inchino in segno di rispetto.

"Vi lascio ai vostri interessi" fece la donna andando verso la porta. "Siete così carini"

Jimin alzò gli occhi al cielo; quella donna aveva la capacità di piombare in ogni dove nei momenti meno opportuni.

Scosse la testa e si alzò. "Quanto ne vuoi?" Chiese al maggiore prendendo la teiera e versando del tè nella tazza.

"Oh, basta così, grazie mille" fece il maggiore bloccandolo con un gesto della mano.

Jimin annuì, gli porse la tazza e avvicinò il piattino con i biscotti. "Facevano prima a farci un bagno ne tè per quanto ne stiamo bevendo oggi" ammise il piccolo sedendosi con la tazza fumante tra le piccole dita.

Yoongi ridacchiò alla sua affermazione, ma beh, di certo non gli sarebbe dispiaciuto farsi un bagno nel tè insieme a Jimin... ma che cavolo dai, non ora Scosse la testa, scacciando via quel pensiero decisamente poco casto dalla sua mente.

Il piccolo prese un biscotto e lo morse.

Yoongi lo osservò.

Era così bello.

E gentile.

E dolce.

E perfetto.

"Sono felice, Jimin" disse ad un tratto, rompendo il silenzio. "Non...non è una cosa che dico spesso. Ma sono sincero, e ora sono felice. E ti ringrazio"

"Ma hyung, non ho fatto niente" disse Jimin a bassa voce, guardandolo titubante.

"Mi sei vicino quando nessun altro lo fa, riesci ad accettarmi quando agli occhi degli altri sono un mostro...e anche ai miei. Questo mi basta per sentirmi un po' meglio" disse Yoongi guardandolo negli occhi.

"Non sei un mostro Yoongi, non pensarlo neanche per scherzo" si agitò Jimin, per poi posare la tazza di tè e avvicinarsi a lui.

"Se non lo sono allora perché tutti mi evitano e mi guardano male?" scrollò le spalle.

"Le persone sono stupide Yoongi, giudicano prima di conoscere e parlano prima di pensare. Tu non sei un mostro. Sono loro ad esserlo" fece il biondo. "Sei un semplice ragazzo, con un passato orribile alle spalle, ma pur sempre un ragazzo. Non sanno cosa hai passato, ma io sì, e credo che tu sia una delle persone più forti che io abbia mai conosciuto. Penso che tu abbia un sacco di talenti, che forse non dovresti tenere solo per te. Potresti conquistare il mondo con la tua musica hyung, anche se qualche persona forse l'hai già conquistata" si bloccò a quelle parole.

Lo aveva davvero detto?

"E penso che tu sia...sì, magari puoi sembrare freddo e distaccato, ma so che non è del tutto vero, non sai esprimere i tuoi sentimenti a parole, eppure guarda che capolavori scrivi, cosa suoni. Dio, passerei l'intero pomeriggio a leggere questi testi o sentirti suonare il piano. Sei fantastico hyung, quindi per favore, non dire mai più che sei un mostro" buttò fuori, rosso in viso e col cuore a mille.

"Jimin..."

"No Yoongi, smettila di dire cose senza senso e dammi ascolto. Anzi ora comincia a suonare perché ho voglia di cantare" impose.

"Ma sto bev-"

"Ne hai già bevuto abbastanza" fece Jimin togliendogli la tazza dalle mani. "Dai hyung, suona qualcosa" lo implorò, per sentirlo ancora, ma anche per cercare di passare avanti a ciò che gli aveva quasi confessato.

Yoongi sospirò, e si girò verso il pianoforte. "E va bene" si arrese.

Iniziò a suonare, ma senza distogliere mai il suo pensiero da tutto ciò che Jimin gli aveva detto pochi istanti prima.


Heilà come va?
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Clau

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