XIII

Jimin rimase con Yoongi per l'intero pomeriggio; fuori pioveva da più di tre ore ininterrottamente, e la maggior parte del tempo c'era solo silenzio, scandito dal ticchettio dell'orologio blu e nero sulla parete, mentre Yoongi si rifugiava tra le braccia dell'altro, cercando conforto.

Non c'era bisogno di parole per esprimere ciò che il maggiore provava, soprattutto in quel momento: sofferenza. Pura sofferenza che lo distruggeva interiormente sempre di più.

Non voleva trascinare Jimin con sé, voleva lasciarlo fuori dalla sua vita per il semplice fatto che si sarebbe odiato ancora di più se lo avesse contagiato con la sua tristezza.

Ma Jimin non ne voleva sapere niente: Jimin voleva aiutarlo, a tutti i costi; voleva renderlo felice, perché anche se ancora non lo ammetteva a sé stesso, quello che provava per Yoongi era molto più di un semplice sentimento di amicizia.

Era qualcosa di più profondo.

"Chim..." lo chiamò lievemente Yoongi, allontanandosi di poco dall'altro e distogliendolo dai suoi pensieri ricchi di angoscia. "Io...non voglio che tu prenda parte a tutto questo"

Jimin posò il suo sguardo su di lui. "Cosa significa? Io voglio. Voglio provare a tirarti fuori da questa situazione, perché sei così testardo da non capirlo?" esclamò poi, scostandosi da lui e corrucciando lo sguardo.

"Lo capisco invece, ma...Dio, sei un angelo, Jimin, non posso permetterti di entrare nelle tenebre in cui vivo da una vita, non voglio che tu soffra come ho fatto io" rispose lui, alzando gli occhi sul minore e guardandolo con fare serio.

"E se invece il mio compito fosse quello di portare luce nella tua vita? E di portare via tutto il dolore che ti ha distrutto l'anima? È una mia scelta hyung, voglio restare qui. Lascia che ci provi, ti prego" disse Jimin, prendendo le sue mani e stringendole tra le proprie.

Il respiro di Yoongi si bloccò a quelle parole, tanto sincere quanto in grado di riscaldare il suo freddo e spezzato cuore.

"Yoongi, ascoltami" fece Jimin avvicinandosi. "Io voglio aiutarti. O almeno provarci, voglio farlo, con tutto me stesso, permettimelo hyung... dammi il permesso di aiutarti e io lo farò" disse a bassa voce, guardandolo quasi con aria di supplica.

Il maggiore sospirò, guardandolo... si ritenne così fortunato ad aver conosciuto una persona così magnifica, pura e perfetta come Jimin.

"Va bene" sussurrò poi, mordicchiandosi il labbro inferiore con nervosismo.

"Come?" esclamò Jimin drizzando la schiena e spalancando gli occhi.

"Ho detto che va bene, mi lascerò aiutare" ripeté il maggiore. "Ma solo da te, non voglio sentir parlare di psicologi e robe varie, chiaro?"

"Okay Yoongi, solo da me" rispose Jimin poggiando la testa sul bracciolo del divano sul quale erano seduti, felice che il maggiore avesse accettato il suo aiuto, nonostante non fosse sicuro.

Yoongi lo osservò, e fu quasi tentato di passare una mano tra i suoi capelli biondi e morbidi... Jimin era veramente bellissimo, bellissimo esteticamente quanto interiormente, e si ritenne un miracolato per essere accanto a lui.

"Hyung a cosa pensi?" fece il più piccolo posando lo sguardo su di lui, percependo il suo sguardo su di sé.

Il maggiore scosse la testa, svegliandosi dalle proprie riflessioni riguardo la bellezza destabilizzante di Jimin. "A nulla, solo...penso che accenderò la televisione" disse prendendo il telecomando e premendo il pulsante rosso.

Jimin fece per parlare, ma venne interrotto dalla suoneria di un cellulare. "Oh, è il mio...scusa un secondo" disse alzandosi per andare a prenderlo ed accettare la chiamata.

"Mamma?" chiamò. "Ah...non lo so, io...sì. Va bene, tranquilla, chiedo e poi ti faccio sapere. Sì, non preoccuparti, ciao...sì, ho capito mamma, okay, basta...mh, ciao, di nuovo" sbuffò alzando gli occhi al cielo, per poi attaccare e tornare sul divano.

"Mia madre ha detto che le strade sono tutte allagate ed è praticamente chiuso mezzo quartiere" fece. "Mi ha pregato di non uscire, quindi mi chiedevo...è un problema o posso restare qui?" arrossì lievemente.

"Ma certo Jimin, avrei dovuto ricambiare prima o poi" disse Yoongi riferendosi alle due volte in cui era rimasto a casa sua, e sorridendogli leggermente.

"Oh, uhm...grazie, allora" sorrise leggermente il più piccolo, baciando la sua guancia e tornando a guardare la televisione.

➳➳➳➳➳

I due ragazzi finirono di cenare velocemente, per poi sedersi nuovamente sul divano, iniziando a vedere un film in TV, che dava l'idea di essere parecchio inquietante, cosa non proprio gradita al minore.

"Yoongi-ah, questo è un film horror, vero?" chiese infatti, arricciando il naso e rivolgendogli uno sguardo titubante.

"Questo? No" rispose Yoongi scuotendo la testa e trattenendo un sorrisetto.

"Si invece..." sussurrò il minore, fulminandolo con lo sguardo.

"E allora?" disse lui inarcando un sopracciglio e girando la testa per osservare il più piccolo.

"Odio i film horror" fece Jimin sottovoce, arrossendo lievemente.

"Naah, lo sai che è finzione" alzò le spalle lui.

"Sì ma ho paura lo stesso" replicò il minore rannicchiandosi dal suo lato del divano con un tenero broncio.

"Di che dovresti avere paura se queste cose non esistono?" domandò poi Yoongi, gli occhi puntati sullo schermo.

"E tu che ne sai se esistono davvero o no?" replicò il biondo sbuffando ed agitandosi un poco.

Il maggiore sbuffò. "Dai Chim, ci sono io qui affianco" disse poi, accarezzandogli un fianco.

"Non ho mai visto un horror neanche con mia madre, figurati se lo vedo con te" disse lui incrociando le braccia e girando la testa con fare bambinesco.

➳➳➳➳➳

"Hyung, cambia per favore..." mormorò Jimin stringendo gli occhi e portandosi le mani al viso.

"No, mancano dieci minuti, voglio sapere come va a finire" replicò Yoongi non dandogli ascolto e continuando a guardare il film come se nulla fosse.

"Fuori c'è il temporale ed è anche peggio..." mugolò il minore sbuffando, nel tentativo vano di fargli cambiare canale.

Una scena raccapricciante non tardò ad arrivare e a stento Jimin trattenne un urlo, stupendosi dell'altro che non aveva mosso un muscolo, allora si girò verso di lui e gli strinse un braccio, poggiando la testa contro il suo petto, che sentì vibrare quando rise della sua reazione.

"Dai Yoongi, per favore...è orribile" mormorò contrariato, inspirando il dolce profumo del maggiore.

"È quasi finito Jimin" disse l'altro accarezzando la sua schiena, così Jimin si rigirò lentamente verso lo schermo della televisione e continuò a guardare il film, non tranquillamente.

Per fortuna finì dopo meno di cinque minuti e il minore subito scattò in piedi, puntando il dito contro Yoongi.

"Questa me la paghi Min" lo minacciò con un broncio e le sopracciglia aggrottate.

Lui alzò un sopracciglio. "M-mh" rispose ironicamente.

Il biondo alzò gli occhi al cielo e si diresse nella camera del più grande, che aveva insistito per farlo dormire lì, mentre lui avrebbe dormito sul divano, e si sedette sul letto.

Odiava gli horror, lo facevano rabbrividire, e di sicuro per una settimana non sarebbe riuscito a dormire perché gli sarebbero venute in mente immagini terribili, come sempre accadeva.

Si osservò intorno, c'era buio, il letto era troppo grande, così come la stanza, in quel momento, fuori la pioggia continuava a scendere ininterrottamente e i tuoni sembravano spaccare il cielo.

Aveva paura, gli sembrava di essere una ragazzina, ma l'istinto lo fece alzare e correre fuori dalla camera, percorrendo il corridoio velocemente.

Andò in salone da Yoongi e lo vide di spalle, intento a togliersi la felpa per indossare il pigiama per la notte.

"Oddio" disse a sé stesso, arrossendo e nascondendosi dietro la parete, aspettando vari istanti prima di apparire di nuovo. "Hyung?"

Lui si girò, sussultando, e piegò la testa. "Sì?"

"Ho paura" disse il biondo mordicchiandosi il labbro inferiore ed arricciando il naso.

"Oh mio Dio..." fece Yoongi portandosi una mano agli occhi, incredulo.

"Posso...puoi uhm...farmi compagnia prima di dormire?" Chiese l'altro abbassando lo sguardo.

"Jimin-ah, mi stai per caso chiedendo di dormire con te?" fece Yoongi cercando di nascondere un sorriso.

Jimin arrossì violentemente e strinse gli occhi. "No no! Io...cioè, ho solo...uhm..." cercò di dire.

Yoongi quasi si sentì sciogliere a quella vista tanto dolce, e si avvicinò a lui, sorridendo leggermente. "Se non è un problema per te, va bene, solo...cosa credi che cambi?"

"Che ho compagnia" rispose Jimin con fare ovvio, alzando nuovamente lo sguardo.

"Quindi pensi che se uno zombie venisse qui, non ti mangerebbe il cervello solo perché dormi con me?" domandò il ragazzo con i capelli verde acqua inarcando un sopracciglio.

"Beh...è probabile, no?" chiese Jimin picchiettandosi l'indice sul mento.

Lui ridacchiò. "Se lo dici tu...Va bene. Andiamo di là allora" rispose poi.

Jimin annuì e si recò nuovamente in quella stanza, battendo le mani felicemente. "Vado...vado a mettermi le cose che mi hai prestato e torno" disse poi, recandosi verso il bagno.

Tornò dopo poco più di cinque minuti, trovando il più grande sdraiato sul suo letto, con il cellulare in mano; alzò lo sguardo su Jimin, che teneva tra le dita le maniche lunghe della felpa, imbarazzato, e sorrise a quella vista.

"Hai intenzione di rimanere lì in piedi?" domandò. "Guarda che io non sono uno zombie o un mostro, tranquillo"

Jimin scosse la testa e si avvicinò al letto, per poi sdraiarsi con lentezza, a distanza dall'altro... poi il suo sguardo ricadde sulle sue braccia, scoperte poiché le maniche della maglietta erano scese verso il basso: fu quella vista a dare a Jimin il coraggio di avvicinarsi.

"Hyung..." lo chiamò. "Non...non farlo più" mormorò alzando lo sguardo su di lui.

Yoongi posò il cellulare e lo guardò. "Non credo di riuscirci, ormai" disse a bassa voce.

Jimin prese il suo braccio sinistro tra le mani e sfiorò con delicatezza ogni singolo taglio. "E se...mi chiamassi ogni volta che hai il bisogno di farlo? Potrei..non so, cercare di fermarti" propose il biondo, con le dita che ancora toccavano il braccio dell'altro.

"Chim, credimi. Non puoi neanche immaginare quanto tu mi stia aiutando anche solo in questo preciso istante" disse Yoongi con un filo di voce.

Il minore trattenne un respiro e si girò verso di lui. "Sì ma..."

Yoongi scosse la testa e posò una mano sulle sue labbra, godendosi quella morbidezza. "Non parliamone adesso, dormiamo, okay? Dobbiamo andare a scuola domani" aggiunse poi.

Jimin annuì, intontito da quel gesto, per poi scuotere la testa. "Se per il prossimo mese non riuscirò a dormire, giuro che ti chiamerò ogni notte per farmi compagnia" borbottò poi, rannicchiandosi sul letto.

"Va bene" ridacchiò Yoongi mettendosi comodo e spegnendo la luce.

"Buonanotte hyung" disse Jimin a bassa voce.

Yoongi lo osservò chiudere gli occhi e stavolta non riuscì a trattenersi dall'accarezzare i suoi capelli.

"Notte" sussurrò poi.

Jimin sospirò al contatto con l'altro, e si addormentò dopo pochi istanti, con tranquillità.

Ma non prima di pensare all'urgenza che aveva di parlare con Taehyung.

Per quanto odiasse dovergli dare ragione, era così.

Perché ormai aveva ammesso a sé stesso che Yoongi gli piaceva, e di certo, non più come amico. 

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