XI

Era il terzo giorno di seguito che Jimin si faceva trovare sotto casa di Yoongi per poi recarsi insieme a scuola.

Il terzo giorno che Yoongi riusciva a sorridere di prima mattina, perché nonostante non volesse darlo a vedere, sapere che il biondo era lì, sotto casa sua ad aspettarlo, lo faceva sentire meglio.

Cercava sempre, come al suo solito, di essere distaccato e freddo, e ci riusciva, ma Jimin era davvero troppo gentile e si preoccupava per lui, quindi perché trattarlo male?

"Giorno" fece il biondo con un sorriso.

"Ma tu non hai proprio nient'altro da fare la mattina, eh?" gli rispose Yoongi, guardandolo male.

Jimin sbuffò alzando gli occhi al cielo. "No, problemi?"

"Senti" iniziò il più grande, cominciando a camminare. "Facciamo una cosa, io non cerco di seminarti velocizzando il passo, se tu mi fai fumare una dannata sigaretta, ci stai?"

"E se ti dicessi che mi da fastidio il fumo?" replicò il più piccolo incrociando le braccia al petto ed inarcando un sopracciglio.

"Beh allora affari tuoi, perché a me piace e voglio proprio sentire la sensazione che mi dà" replicò lui,

"Ugh, va bene, va bene, fumati questa cavolo di sigaretta" borbottò Jimin alzando gli occhi al cielo.

Yoongi fece un sorrisetto soddisfatto e prese il pacchetto dalla tasca, tirando fuori una sigaretta e portandola tra le labbra, l'accese ed iniziò ad aspirare la nicotina, chiudendo gli occhi.

"Davvero ti piace quella roba?" fece Jimin, mentre continuavano a camminare, girandosi verso di lui.

"Ormai è un vizio, Jimin-ah, ed è un'impresa ardua togliersi un vizio" rispose l'altro ricambiando lo sguardo.

"Non hai risposto alla mia domanda, hyung" insistette lui.

Yoongi sospirò. "Ho iniziato pensando che potesse aiutarmi ad alleviare lo stress, e poi...beh poi capisci che il tuo corpo ormai si abitua e quindi ne ha bisogno fisiologico" spiegò poi.

Jimin rimase in silenzio, annuendo...per quanto odiasse che Yoongi avesse quel maledetto vizio non poteva evitare di pensare che con una sigaretta tra quelle labbra screpolate fosse terribilmente attraente.

"Che c'è?" fece il maggiore, notando i suoi occhi indagatori su di sé.

Jimin scosse la testa, distogliendo lo sguardo. "Come?"

"Mi stavi guardando, cosa c'è?" fece ancora.

"Oh no, niente, stavo solo...stavo pensando" quasi balbettò Jimin, sentendo le proprie guance accaldarsi improvvisamente.

Yoongi annuì semplicemente, ed in pochi minuti arrivarono a scuola, così buttò la sigaretta a terra ed entrò nel cortile, seguito dal piccolo.

"Ci vediamo in quarta ora hyung?" fece Jimin, cercando Taehyung con lo sguardo.

"Sì, a dopo" rispose lui salutandolo freddamente con un gesto della mano ed entrando nella propria classe in completo e religioso silenzio.

➳➳➳➳➳

La quarta ora arrivò quasi con troppa velocità, e subito Jimin si recò in classe, sedendosi accanto al suo compagno di banco e poggiando a terra il proprio zaino. "Come va con l'ematoma sullo stomaco? Stamattina mi sono dimenticato di chiedertelo" domandò girando la tesa verso di lui.

"Oh...bene, insomma...credo stia migliorando con la crema che mi hai dato, quindi uhm...grazie" rispose Yoongi, mentre chiudeva il suo quaderno e lo rimetteva nello zaino, mordicchiandosi il labbro.

"E di cosa? A casa ho praticamente una farmacia" ridacchiò il minore sistemando le cose sul banco, notando che l'insegnante fosse appena entrato.

La lezione iniziò dopo pochi minuti, e fu più noiosa del solito.

Jimin si era pentito di aver fatto bene quell'esame, non voleva seguire quelle lezioni, le riteneva veramente troppo pesanti, anche sapendo di esserne completamente all'altezza, e avendo conosciuto Yoongi, il che era una cosa positiva.

Aveva finalmente trovato la concentrazione per ascoltare il professore che parlava quando sentì il maggiore imprecare silenziosamente.

Jimin si girò di scatto verso di lui. "Che è successo?" chiese a bassa voce.

"Niente" rispose Yoongi alzando di scatto una mano. "Mi scusi professore, potrei andare in bagno?"

Il professore si interruppe ed annuì, allora Yoongi si alzò dalla sedia, uscendo dall'aula a passo veloce, una mano stretta al proprio braccio.

Il biondo era confuso, non capiva perché il più grande fosse praticamente scappato dalla classe, poi il suo sguardo andò a finire sul banco che aveva affianco; impallidì quando vide sopra di esso una macchia rossa.

"Ma che..." mormorò, sempre più consapevole di cosa stesse succedendo, allora alzò la mano anche lui.

"Sì, Jimin?" fece il professore, pazientemente.

"Credo... credo che Yoongi non si senta bene, posso andare a controllarlo?" chiese imbarazzato, sentendo lo sguardo di tutti contro di lui.

"Oh, ma certo, vai pure" acconsentì lui.

Subito Jimin si alzò dalla sedia ed uscì dalla classe, correndo verso i bagni ed entrandovi.

"Yoongi?" Lo chiamò non vedendolo. "Hyung, dove sei?" chiese ancora, girandosi attorno, e vedendo un'unica porta chiusa, bussò ad essa.

"So che sei qui dentro, apri, per favore" disse piano. "Yoongi" fece con voce ferma. "Mi sto preoccupando, ho visto del sangue sul tuo banco, per favore, aprimi"

Ma nuovamente non ricevette risposta, allora strinse le mani. "Apri questa fottutissima porta o giuro che lo faccio io prendendola a calci" quasi urlò, sbattendovi sopra un pugno.

Solo allora la porta si aprì di scatto. "Che diavolo vuoi?" ringhiò il maggiore, gli occhi ridotti a due fessure, e Jimin sussultò, ma cercò di rimanere impassibile.

"Vuoi spiegarmi cos'era quel sangue sul banco. per piacere?" chiese mantenendo la calma.

"Niente" rispose lui uscendo dal bagno.

"Oh, certo. Niente. Fammi vedere il tuo braccio allora" impose Jimin, seguendo i suoi movimenti con lo sguardo.

"Non sei nella posizione di dirmi ciò che devo o non devo fare, Jimin" rispose Yoongi guardandolo negli occhi con serietà.

"Va bene allora, hyung, potresti farmi vedere il tuo braccio?" Ormai Jimin stava confermando sempre di più ciò che aveva pensato non appena aveva notato il sangue sul banco di Yoongi.

"No" disse fermamente il maggiore.

"Se non hai niente da nascondere allora perché non posso vederlo?" insistette e gli prese velocemente la mano sinistra, notando il sangue sulla manica della felpa, ma non fece in tempo a fare nulla perché subito Yoongi ritrasse il braccio.

"Ti ho detto di no, porca puttana Jimin! Basta, lasciami in pace, cazzo!" urlò spingendolo via per uscire dal bagno, rosso in viso. "Se non voglio, non voglio, fine della storia, chiaro?! Torna in quella fottuta classe e lasciami da solo, vattene via!" Continuò. "Anzi, me ne vado io, dì al professore che mi sono sentito male e sono andato a casa, cristo"

Disse sbattendo un pugno sul muro prima di uscire dai bagni con passo svelto.

Jimin restò immobile per vari istanti, completamente spaesato, impaurito e preoccupato, sentì una sola lacrima scendergli sulla guancia, addolorato dalle parole dell'altro; poi l'asciugò e tornò in classe, con passo lento.

➳➳➳➳➳

Yoongi tornò a casa frustrato ed arrabbiato, sbatté la porta e corse in camera fiondandosi sul letto, portandosi le mani al viso e cercando di respirare in modo regolare.

"Che cazzo ho fatto" mormorò a sé stesso.

Si sentiva in colpa, per ogni cosa che aveva fatto, ma soprattutto per come aveva trattato Jimin un'ora prima; voleva solo aiutarlo, cercare di capire cosa fosse successo, e lui lo aveva respinto, come il suo solito, ma decisamente con molta più violenza.

Lo aveva spaventato, e di sicuro Jimin non avrebbe più voluto parlargli.

Si maledisse.

Aveva appena perso l'unico amico che aveva, a causa del suo carattere.

Aveva perso l'unica persona che gli voleva bene, e che voleva veramente aiutarlo.

Prese il cellulare e gli scrisse, nella speranza di risolvere qualcosa.

Yoongi: Jimin

Jimin ti prego rispondimi

per favore

mi dispiace per ciò che ho detto, non avrei dovuto, non era mia intenzione

ero così arrabbiato in quel momento

Jiminie, per favore, ho... ho bisogno di te

Visualizzato alle 15:24

"Cristo" disse ad alta voce, lanciando il telefono a terra.

Aveva fatto un casino, lo sapeva, e se ne pentiva.

In quel momento sentì ancora più bisogno di dolore, sentiva di meritarselo, guardò la sua mano, leggermente arrossata per il pugno dato sul muro di scuola e si alzò dal letto per recarsi in bagno, prendendo la lametta, ormai sua amica e compagna di ogni pomeriggio.

La avvicinò alla pelle, che aveva i tagli ancora freschi del giorno prima, causa della perdita di sangue del suo braccio, ma sussultò quando sentì il campanello suonare.

"Che cazzo" imprecò sbattendo la lametta nel lavandino.

Andò alla porta con passo pesante e l'aprì di scatto.

"Avevi dimenticato lo zaino a scuola" sentì la sua voce ancora prima di capire che fosse davvero lui.

"Jimin" sussurrò sentendo i suoi occhi riempirsi di lacrime. 

Non riuscì a trattenere le emozioni, e istintivamente circondò il suo collo con le braccia, iniziando a singhiozzare.

Jimin sospirò e lo strinse a sé, non potendo farne a meno.

"M-mi dispiace..." disse Yoongi tra le lacrime, stringendosi a lui quanto più possibile.

Il più piccolo buttò lo zaino per terra e gli accarezzò la schiena, portando una mano tra i suoi capelli e stringendone alcune ciocche, nel tentativo di farlo tranquillizzare.

"Ssh...non preoccuparti ora, okay?" mormorò stringendolo ancora di più.

Yoongi sarebbe potuto stare tra le braccia di Jimin per un tempo indeterminato, ma dopo vari minuti decise di allontanarsi, tirando su col naso; la sua vista era ancora appannata dalle lacrime che aveva versato, ma Jimin non era un miraggio, era davvero di fronte a lui.

"Scusami Jimin, io..." scosse la testa.

Il più piccolo si avvicinò a lui e gli asciugò le lacrime. "Non fa niente, hyung" disse sorridendogli dolcemente e accarezzandogli le guance, al che Yoongi chiuse gli occhi, per poi farlo entrare in casa.

"Beh credo..." iniziò chiudendo la porta alle sue spalle. "Credo di doverti delle spiegazioni..."

"Direi proprio di sì, Yoongi" rispose lui, guardandolo.

"Sei pronto ad ascoltare una storia dell'orrore, Jimin?"

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