VII
"Hyung" si sentì chiamare da una voce in lontananza. "Hey? Hyung, svegliati"
Yoongi girò la testa da una parte, mugugnando qualcosa di incomprensibile, poi aprì lentamente gli occhi, impiegando due minuti buoni per focalizzare la stanza e capire che non era di certo la sua.
"Dove- cosa...perché sono qui?" balbettò, ancora con un piede nel mondo dei sogni e la testa stranamente leggera e riposata.
"Ti sei addormentato ieri pomeriggio sul mio letto, e poco prima avevi detto che era da tanto che non dormivi, quindi ti ho lasciato riposare" spiegò Jimin sedendosi sul letto, accanto a lui.
Yoongi si girò confuso verso quella voce angelica, per poi trovarsi davanti un viso altrettanto angelico; pensò che quello fosse stato uno dei suoi risvegli migliori.
Jimin era di una bellezza a dir poco disarmante, in grado di lasciarlo completamente senza parole, tanto da rendersi conto solo dopo vari istanti di cosa avesse detto il minore. "Io non...scusami, vado subito.." disse con voce roca, facendo per alzarsi.
"No" lo bloccò l'altro, portando una mano sulla sua spalla. "Non è successo niente, stai tranquillo, riposati ancora, se vuoi" disse sorridendo lievemente.
Il più grande sospirò e si passò una mano sul volto per cercare di svegliarsi il più velocemente possibile. "Quanto ho dormito?" chiese poi tornando ad aprire gli occhi.
Jimin guardò l'orologio sulla parete della stanza ed arricciò il naso. "Sono le 11 di mattina, quindi... per sedici ore circa" constatò poi, volgendo nuovamente lo sguardo al maggiore.
Yoongi sgranò gli occhi, incredulo e stupito. "Cavolo, non credo di aver mai dormito così tanto e tranquillamente..." sussurrò poi, trattenendo a stento uno sbadiglio. "Tu...dove hai dormito tu?" chiese poi, preoccupato.
"Oh, tranquillo Yoongi, ho dormito nella stanza di mia sorella" sorrise leggermente. "Beh, almeno ti sei riposato, no? Comunque, vado di sotto a preparare qualcosa da mangiare, vuoi qualcosa in particolare hyung?" chiese poi, alzandosi dal letto.
"Oh, assolutamente niente, ho già disturbato abbastanza, ora me ne vado" si agitò Yoongi scuotendo la testa e togliendo la coperta dal suo corpo, per alzarsi.
"Ma scherzi? Avevi bisogno di riposo e tranquillità, ti ho detto di non preoccuparti, hyung, quindi per favore, ora scendi giù con me e mangia qualcosa" impose Jimin guardandolo negli occhi con serietà.
"Woah okay, scusa, non incazzarti però, porta rispetto ai più grandi" rispose Yoongi con un lieve sorriso, quasi impercettibile, che però Jimin notò subito con piacere.
Scosse la testa ed alzò le mani, come a chiedere scusa silenziosamente, ed il maggiore annuì, sì si alzò dal letto e seguì il minore al piano di sotto.
Continuava a pensare che quella casa fosse eccessivamente grande, ma forse era per il semplice motivo che lui fosse abituato ad un appartamento praticamente minuscolo, e ringraziava il cielo di avere una piccola stanza solo per lui, per stare in santa pace, lontano dal fratello.
Il biondo era davanti a lui e lo guidava per quell'enorme salone, fino ad arrivare in cucina, cercò in tutti i modi di evitarlo, ma il suo sguardo finì inevitabilmente al suo didietro, che, constatò, era davvero perfetto.
"Okay, allora, dimmi cosa vuoi. Myung noona, la domestica, ha fatto una torta di mele, è veramente buonissima, ti va di assaggiarla?" chiese Jimin, distogliendolo dai suoi pensieri.
Il maggiore strinse gli occhi, sentendo le guance accaldarsi, e tornò a guardare i suoi occhi. "Va..va bene" annuì poi, sentendo lo stomaco brontolare e non vedendo l'ora di mangiare qualcosa, così si sedette ed osservò il più piccolo tagliare una fetta di torta per poi porgergliela.
"Tu non la mangi?" chiese allora prendendo il piattino con la fetta di torta e guardandolo.
"Oh no, ho già...ho già fatto colazione, non ho fame" rispose Jimin sorridendo lievemente.
Yoongi annuì impercettibilmente e finì di mangiare la torta silenziosamente e in imbarazzo, fin quando si sentì un'acuta vocina venire dalla porta della cucina.
"Jimin oppa" disse.
Jimin alzò lo sguardo a quella voce, e Yoongi vide i suoi occhi cominciare a brillare.
"Sunhi, ti sei svegliata!" disse alzandosi e andando verso la voce a passo svelto.
Yoongi si girò incuriosito, per vedere da dove provenisse quella piccola vocina; una bambina di circa tre anni si stava stropicciando gli occhi, sull'uscio della porta della cucina, per poi allungare le braccia verso Jimin, che la prese in braccio con delicatezza.
La bambina circondò il suo collo con le piccole braccia e poggiò la testa sulla sua spalla, sbadigliando e mugolando qualcosa.
Yoongi li guardò curioso e confuso, non riuscendo a capire chi fosse quella bambina che il più piccolo fece sedere sul bancone della cucina.
"Lei è Sunhi, la mia nipotina. Sunhi, saluta Yoongi-hyung" disse finalmente, con un ampio e meraviglioso sorriso sulle labbra.
La bambina si girò verso di lui e sorrise teneramente, per poi alzare una manina e salutarlo teneramente.
Per poco Yoongi non si sentì sciogliere: non aveva mai veramente interagito con un bambino, e si accorse che gli sarebbe piaciuto averlo fatto prima, quella bimba era davvero adorabile per la sua vista, tanto da farlo sorridere a sua volta.
"Piccola, come mai ti sei svegliata?" domandò Jimin rompendo il silenzio e rivolgendosi nuovamente a lei, accarezzandole il visino liscio e chiaro.
"Mi fa male la pancia..." rispose lei toccandosi il ventre e facendo formare un piccolo e adorabile broncio sulle sue labbra.
"Okay, allora preparo la borsa dell'acqua calda e torniamo a letto, devi riposarti, la mamma ha detto che stanotte non hai dormito, va bene piccina?" disse ancora il biondo baciando la sua fronte, per poi girarsi e prendere una pentola, riempiendola d'acqua e mettendola sul fornello per farla scaldare.
La bimba annuì ed osservò a lungo lo zio, per poi girarsi nuovamente verso Yoongi. "Quanti anni hai?" chiese inclinando leggermente la testa verso sinistra, osservandolo curiosamente.
"Io? Diciotto, e tu?" rispose Yoongi sorridendole teneramente.
Sunhi gattonò verso di lui e prese la sua mano, per poi giocare con uno degli anelli che portava alle dita, osservando con attenzione i disegni su di esso. "Quasi quattro... è carino" rispose lei, parlando poi dell'anello ed alzando i suoi grandi occhi marroni verso di lui.
Yoongi sorrise nostalgicamente. "Grazie, anche la tua collanina è molto bella" disse poi, indicando con un dito la collana dorata che portava al collo.
Lei annuì vigorosamente e sorrise. "Me l'ha regalata Jiminie oppa" spiegò poi.
"Sunnie?" richiamò l'attenzione Jimin, rompendo la conversazione tra la piccola e Yoongi. "La borsa dell'acqua calda è pronta, andiamo a letto?" disse mostrandole la borsa arancione, per poi posarla sul tavolo e prendere la piccola nuovamente in braccio. "Hyung scusami, potresti prendere tu la borsa dell'acqua calda, per favore?" chiese poi a Yoongi, andando verso la porta.
"Oh sì, certo" rispose lui annuendo, prendendola con attenzione e seguendo Jimin fino alla stanza della piccola, che si trovava al piano superiore, accanto a quella del biondo.
Jimin la fece sdraiare sul letto e la coprì con le coperte, sistemandole la borsa sulla pancia e facendo attenzione a coprirla per evitare di farla scottare, e le accarezzò i capelli per cinque minuti buoni, fin quando lei non si addormentò di nuovo, poi le diede un lieve bacio sulla fronte e si allontanò.
Yoongi pensò di essere stato benedetto, quel giorno.
Ritrovarsi il viso di Jimin a pochi centimetri dal suo appena sveglio, e vederlo intento a prendersi cura di una bambina erano state delle cose semplicemente meravigliose.
"Così...quanti anni ha tua sorella?" Chiese curioso, una volta che Jimin ebbe chiuso la porta dietro le loro spalle.
"Ventuno...abbiamo cinque anni di differenza" spiegò Jimin cominciando a scendere le scale al fianco del maggiore.
"Ventuno? Ma...?" mormorò Yoongi confuso, gli pareva un'età decisamente bassa per avere una figlia di quattro anni.
"Sì, è rimasta incinta a 17 anni, per quanto sia brutto dirlo Sunhi è stata un errore...ma lei ha voluto tenerla" disse andando a sedersi sul divano, per poi fare segno a Yoongi di fare lo stesso. "Quel bastardo del ragazzo l'ha messa incinta e appena l'ha saputo se l'è data a gambe, lasciandola sola"
"Oh Dio... e come l'hanno presa i tuoi?" domandò ancora Yoongi, stranamente curioso.
"Beh, inizialmente sono stati veramente duri con lei, mio padre voleva che abortisse, ma lei si rifiutava, così l'hanno accettato e basta. Io invece avevo tredici anni, e nonostante tutto...quando Sunhi è nata l'ho amata da subito, è come una sorellina per me, più che una nipote" spiegò sorridendo ampiamente.
"Si vede che le vuoi molto bene" affermò il più grande osservandolo.
Jimin annuì, confermando. "Stanotte è stata male, ma mia sorella non poteva tenerla perché deve andare all'università, quindi l'ha portata qui. Quando non ci riesce, mi prendo cura io di lei" continuò. "Certo, dato che ho scuola molto spesso lo fa Myung al posto mio, ma comunque..."
"È bellissima" disse Yoongi. "E ti somiglia davvero un sacco" notò poi.
Jimin alzò di scatto lo sguardo su di lui, piegando la testa. "Stai dicendo che sono bellissimo anche io?" fece con un sorrisetto storto.
"Che?! No, intend- aish, Jimin-ah" balbettò arrossendo ed abbassando la testa, stringendo gli occhi per maledirsi.
"Oh, Min Yoongi che arrossisce, questa mi mancava" ridacchiò il più piccolo. "Sei carino con le guance colorate, risaltano un sacco, a confronto con la tua pelle tanto chiara" constatò poi.
"Ma smettila Jimin" si lamentò lui scuotendo la testa e sbuffando.
"Non hai ancora risposto alla mia domanda però, hyung..." insistette il minore, avvicinandosi a Yoongi.
"Non...non posso negarlo" ammise l'altro indietreggiando fino a toccare il bracciolo del divano.
Ma che diavolo gli prendeva? Perché non stava reagendo? Rimaneva lì impalato, con il viso del più piccolo a pochi centimetri dal suo.
Dio, era veramente bellissimo, e lui glielo aveva appena ammesso.
Più ci pensava e più si voleva prendere a pugni da solo, ma fortunatamente il momento venne interrotto dal rumore della serratura del portone che veniva aperta e Jimin si scansò velocemente.
Una donna sulla sessantina, un po' robusta e dai folit e ricci capelli neri si presentò con le buste della spesa ed il respiro affannato.
"Oh, ciao Myung!" disse correndo verso di lei per darle una mano.
La donna si fece aiutare dal minore, lasciando che prendesse due buste della spesa, ed alzò lo sguardo perplessa sul ragazzo moro. "È per caso rimasto a dormire qui?" domandò inarcando un sopracciglio.
Jimin arrossì violentemente e si morse il labbro. "Ecco mh..."
"No signora, avevo scordato un quaderno e sono venuto a riprenderlo. Stavo giusto per andarmene...Piacere, sono Min Yoongi" disse il più grande, porgendole la mano e rivolgendole un sorriso tirato, mentre il minore portava le buste in cucina, tornando subito nell'altra stanza.
"Uhm...piacere di conoscerti" rispose lei stringendo la sua mano. "E dove sarebbe questo quaderno?"
"Oh, ehm..." si schiarì la voce ed abbassò lo sguardo.
"In camera mia, è lì che abbiamo studiato" riprese Jimin, facendo segno a Yoongi di salire, per poi seguirlo subito dopo.
"Sì certo, studiare" mormorò quasi impercettibilmente la donna andando in cucina, ma Jimin la sentì e la fulminò con lo sguardo, provocando in lei un sorrisetto.
Ma che diavolo andava a pensare?
"Mi dispiace aver creato un po' di scompiglio, non era mia intenzione" disse Yoongi una volta arrivato in camera, grattandosi la nuca in imbarazzo.
"Tranquillo, Myung è apprensiva" fece spallucce il minore, scuotendo la testa. "E ora si sarà messa già ai fornelli, scordandosi tutto" rise poi.
Yoongi annuì e si chinò a prendere il suo zaino per poi uscire dalla stanza e scendere le scale seguito da Jimin, fino alla porta.
"Grazie Jimin, sei stato gentilissimo con me, davvero" disse allora girandosi verso di lui, una mano sulla maniglia.
Lui sorrise dolcemente ed annuì. "Non preoccuparti, mi fa piacere aiutare" rispose, allo stipite della porta, per poi allungarsi e lasciare un delicato bacio sulla guancia del più grande, che rimase stupito da quel gesto ed arrossì.
Jimin sorrise nuovamente. "Ci vediamo domani hyung" disse infine, guardandolo uscire.
"A...a domani" mormorò Yoongi, voltandosi e cominciando a camminare verso il cancello, girandosi intorno per osservare nuovamente il grande giardino, per poi sentire la porta chiudersi dietro le sue spalle.
Cavolo, non era abituato a tutti quei gesti carini, e Jimin rischiava davvero di far esplodere il suo cuore, se avesse continuato a comportarsi in quel modo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top