𝐱𝐯𝐢𝐢. tic-tac
♱ 𝙱 𝙻 𝙾 𝙾 𝙳 𝚁 𝙴 𝚅 𝙴 𝙽 𝙶 𝙴 ♱
───── 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙙𝙞𝙘𝙞𝙖𝙨𝙨𝙚𝙩𝙩𝙚 ─────
⸌ niente dura per sempre ⸍
𝓦ooyoung era rimasto pietrificato alla vista del corpo nudo del ragazzo. Sentiva le sue guance infuocarsi è il suo torace scoppiare, tra le sue gambe un'erezione si faceva sempre più prorompente è il suo cuore non reggeva più tutto ciò che stava succedendo. Cercava di dire qualcosa, o almeno così credeva: aveva la bocca leggermente aperta e non pronunciava una parola da più di tre minuti. I minuti più lunghi della sua vita intera.
« Qualcosa non va, Principino? » sghignazzò il pirata, avvicinandosi di qualche passo.
« Mh.. N.. No. È tutto apposto. Va tutto bene. »
« Lo stai dicendo a me o stai cercando di convincere te stesso? Guarda che lo vedo quanto sei cresciuto là sotto... » continuò.
Il biondo fece un respiro profondo.
« Hai visto cosa mi fai, Sannie? »
Le loro bocche erano a pochi centimetri di distanza tanto che i loro nasi si potevano quasi toccare, i loro capelli si solleticavano a vicenda e i loro respiri erano pesanti ed eccitati; le mani del maggiore si muovevano sinuosamente sulla schiena del piccolo, fino ad afferrargli i fianchi e premere i due bacini l'uno contro l'altro, provocando nel primo un lamento soffocato.
« Cosa ti faccio, Wooyoungie? » chiese San, lasciandogli un bacio ardente e appassionato sul collo, salendo poi sulla mandibola e sul mento.
« Lo sai — sospirò gemendo, mentre il battito del suo cuore accelerava a dismisura — Lo sai cosa mi fai, non farmelo dire. »
« Invece io voglio sentirlo da te, voglio che mi dici quanto vuoi che io— »
Il corvino non fece in tempo a terminare la sua frase quando, con molta forza, Wooyoung afferrò le sue spalle e le spinse verso il basso fino a farlo inginocchiare ai suoi piedi.
Lo guardò negli occhi dicendo « Ecco.. — abbassò i pantaloni — Ecco cosa mi fai, Choi San. »
Poi, senza aspettare una risposta, afferrò i capelli del ragazzo e spinse il suo capo fino a che non mise in bocca tutta la sua lunghezza.
Immediatamente, Wooyoung gemette.
Il suo amato spingeva la testa avanti e indietro il più veloce possible per permettere all'altro di godere il massimo ma, quando il minore fu vicino all'orgasmo, improvvisamente smise.
« Sei scemo? » sbottò il Principe.
I suoi muscoli erano molto tesi e tremavano leggermente, il suo addome aveva muscoli marmorei scolpiti da un artista e le sue labbra erano rosse come il sangue.
« Perché mi fai questo? » continuò bisbigliando.
« Oh, piccolo, farti venire così sarebbe un gioco per principianti. Io voglio che tu mi implori di continuare, voglio sentire la tua voce che si spezza e che grida il mio nome mentre sono dentro di te. » rispose leccandosi un labbro.
« Tu mi odi. » sbottò.
"Il contrario." pensò San.
« Tsk. Da morire. » disse.
Woo si avvicinò pericolosamente alla bocca di dell'altro, facendole sfiorare e respirandosi contro; il pirata gli slacciò la camicia e la gettò a terra mentre veniva spinto verso il materasso.
« Fammi vedere quanto mi vuoi » gli sussurrò all'orecchio il biondo, mentre lasciava degli umidi baci al lobo e al collo.
« Mi stai..? »
« Si, San. Ti sto dicendo che voglio fare sesso con te. Ora che abbiamo chiarito questa cosa.. — si schiarì la gola con una finta tosse — Mostra al Principe di Port Royale quanto lo vuoi. »
Così, lentamente, San spinse il suo membro dentro Wooyoung e, mentre il primo soffocava un'urlo nel cuscino, iniziò a prendere velocità e il dolore che il minore provava inizialmente, si trasformò in piacere. Voleva di più, lo voleva sempre di più.
Il Principe gemeva stringendo le lenzuola tra le dita e guardando negli occhi il pirata, pensò che non si era mai sentito così completo in tutta la sua vita. Sapeva di aver trovato la sua persona e, per quanto fosse stato difficile far funzionare le cose tra loro, i due si appartenevano e facendoli incontrare il destino gli aveva fatto un regalo immenso.
Tutto, in quella stanza, aveva un sapore diverso.
Sapevano di amarsi, dovevamo solo imparare ad accettarlo. « Wooyoung-ah.. » bisbigliò affannato San, continuando a muoversi avanti e indietro, sempre allo stesso ritmo.
« San-ah.. » rispose il minore, affondando le unghie nelle spalle del corvino e lasciandogli qualche graffio. « Sei bellissimo » continuò.
...
La mezzanotte era scoccata da qualche ora.
Un nuovo anno era iniziato e, tra i festeggiamenti fuori e dentro il castello, nessuno si era accorto della mancanza di Jung Wooyoung.
La luna, quella notte, brillava più che mai.
« La luna è bellissima stasera, non è cosi? » chiese il principe, coccolato tra le braccia dell ragazzo. Woo sapeva quanto San amasse il cielo notturno e, a volte, voleva fargli capire che piacesse pure a lui solamente perché era un suo interesse. « Già, è magnifica. » sussurrò accarezzandogli i capelli biondi che, sotto quella luce, sembravano sottili fili dorati.
« Devo dirti un segreto.. » disse il Principe.
« Anche io, in realtà, dovrei dirti un segreto.. »
Il pirata ci aveva pensato molto, anzi, moltissimo. La verità lo stava logorando ogni giorno di più, era come avere una catena con una palla di ferro legata al piede ed essere immerso in mare: ogni giorno sprofondava sempre più verso il fondale e, l'unico modo per ritornare a galla non era agitarsi, nuotare o combattere il destino; bensì rompere la catena spezzando la serie di bugie.
Aveva pensato a tutte le cose che potessero andare storte, a tutti gli scenari possibili, aveva pensato ad ogni dettaglio per giorni e giorni e la conclusione era sempre la medesima: lo avrebbe odiato per il resto della vita. Anzi, forse lo avrebbe persino ucciso. D'altronde aveva ragione. San, ormai, non poteva più cambiare ciò che il fato aveva in serbo per lui e, in questo caso, il fato portava il nome di Jung Wooyoung.
Amava quel ragazzo, da morire.
Si meritava la verità.
« Anche tu mi devi dire un segreto? E cosa? » chiese curioso il minore mentre, con il capo appoggiato sul petto del corvino, disegnava con le dita dei piccoli cerchi sui suoi muscoli.
« Uhm.. Non avere fretta, piccolo Woo.
Parla per primo.. » rispose agitandosi.
« Ho delle regole, per dirti questo segreto. »
« Sentiamo principino » disse ridacchiando.
« Non fare altre domande e, regola più importante, non mi guardare. È molto difficile per me dire ciò che sto per dire, è molto difficile aprirmi e preferisco farlo senza guardarti. »
« Perchè? » domandò.
« Oh, San, tu sai tante cose ma a quanto pare non tutte. Ad esempio, non sai che una persona è più disposta a parlare di sé quando non guarda l'altro negli occhi. Tipo durante una passeggiata o tipo cosi. » rispose con tono saccente.
« Comunque, prima che mi penta, meglio parlare. Oggi pomeriggio volevo confidarti una cosa, però non ho trovato il coraggio. Ti dissi che l'avrei fatto al momento giusto. Ricordi? Non devi rispondere, so che lo ricordi.
Ecco, ciò che volevo dirti era semplicemente che è molto bello questo. Questo che abbiamo, questo che stiamo costruendo. È molto bello che tu sia qua con me stanotte, che rendi il castello un po' meno odioso, che rendi me un po' più felice.
È l'inizio di un nuovo anno e tu sei stato il regalo che mi è stato fatto, non voglio lasciarti andare e... Wow.. È molto più difficile di quanto pensassi — disse asciugandosi una lacrima che, nel frattempo, gli stava rigando la guancia — E.. Mi sento bene con te, con la persona che... Che mi rende un uomo migliore. »
"Con la persona che amo. Questo dovevi dire, Wooyoung. Sei uno scemo. Meglio per te che ci siano altre occasioni per dichiararti." pensò.
« Oh, Wooyoungie.. » sussurrò San, con gli occhi tutti lucidi, cercando di alzare il volto del minore.
« Te l'ho detto: niente sguardi »
« Wooyoung-ah.. »
« È una regola. » continuò.
« E io le regole le rompo. »
Il pirata si ritrovò nel giro di pochi secondi sopra il Principe e, con il pollice, asciugò le piccole gocce sul suo viso fiabesco.
« Grazie. Grazie per avermi fatto entrare nel tuo cuore, piccolo Woo. Grazie per avermi permesso di far parte della tua vita, di stare con te nella tua bolla. Sei molto speciale » disse lasciandogli un bacio tenero e pieno di amore sulle labbra.
« E tu cosa dovevi dirmi? »
« Te lo dirò un'altra volta. Questo è stato il
tuo momento e io non voglio rovinarlo. »
E per qualche assurdo motivo, il biondo credette alle parole del maggiore che, ancora una volta, tirò un sospiro di sollievo sentendo però il suo stomaco contorcersi sempre di più.
« Buonanotte, San » bisbigliò accoccolandosi tra le braccia del corvino che, in men che non si dica, lo strinse a sé. « Sogni d'oro, Wooyoung. »
Dopo quella volta, i due capirono che avrebbero riposato veramente solo se l'avessero fatto insieme. Avevano capito che per dormire e dimenticarsi di tutto, dovevano sentire l'uno il respiro dell'altro; che per stare in pace avrebbero dovuto ascoltare i loro battiti sincronizzati.
Il Principe è il pirata avevano capito che si appartenevano, come la sabbia apparteneva al mare, come il sole apparteneva al cielo, come la libertà apparteneva a San e l'eleganza a Wooyoung.
...
Quella notte, tutto sembrava calmo, tutto sembrava in pace. La fioca luce della luna illuminava la stanza reale e il fuoco nel camino, ormai quasi spento, scaldava l'atmosfera. Non si udivano rumori, se non lo scoppiettare del legno, fuori qualche fiocco di neve si posava sul davanzale della finestra o cadeva sul prato, ricomprendo tutta Port Royale di bianco.
Tuttavia, quella quiete non era destinata a durare. Anzi, di lì a poco si sarebbe spezzata forse per sempre.
Erano circa le cinque del mattino quando Wooyoung si svegliò infreddolito: San, che dormiva come un angelo, gli aveva rubato tutta la coperta. « Sei cosi bello che non posso nemmeno arrabbiarmi con te. » disse il Principe, abbozzando un sorriso e coprendogli pure la punta dei piedi, poi, per scaldarsi decise di andare alle cucine per farsi una tazza di latte. Decise che lo avrebbe bevuto davanti al fuoco, osservando il suo amato dormire e, magari, leggendo qualche pagina di un libro.
Uscì dalla stanza ancora mezzo addormentato, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi; aveva i capelli tutti arruffati e i pantaloni del pigiama al contrario, ai piedi aveva le sue pantofole bordeaux e, la vestaglia che indossava slacciata, lasciava intravedere il suo petto nudo e scolpito.
Nel castello tutto taceva; tutti erano nelle loro stanze eccetto per qualche guardia di turno.
O almeno così pensava Woo.
Svoltò entrando nella sala del trono dove, con sua grande sorpresa, scoprì di non essere solo.
Una figura di media statura, con indosso una pelliccia leopardata, gli dava le spalle osservando il trono di Seonwgha. Aveva i capelli castani, pettinati ordinatamente — a differenza dei suoi, completamente scompigliati dopo una notte di passione —, aveva un'aria lussuriosa e ricca eppure, il Principe, avrebbe giurato di non averlo mai visto al castello. Anzi, ne era certo.
« Coff-coff » tossì il biondo per farlo voltare e vedere il suo viso. Non pensava fosse un ladro, non si poteva di certo aggirare così tranquillamente per le vie del castello passando inosservato... Era notte, certo, ma le poche guardi e sveglie non potevano di certo dormire in piedi.
« Wooyoung, immagino. » disse lo sconosciuto.
La sua voce era calma, pacata, sembrava sentirsi totalmente intoccabile è molto più potente rispetto a lui; tuttavia, egli non sapeva che nemmeno il Re era più potente di lui. Wooyoung aveva imparato a sopravvivere in un ambiente che non lo aveva mai accettato, si era costruito da solo, si era sporcato le mani di sangue per arrivare dove era ora. A differenza di ciò che molti pensano, il biondo aveva dovuto sudare per inserirsi nella regalità, aveva dovuto farsi accettare in quanto figlio illegittimo, aveva dovuto sempre dimostrare qualcosa e, di schiaffi in faccia, ne aveva presi molti.
Quindi no, caro sconosciuto, non avresti mai potuto essere più potente di Jung Wooyoung.
« Immagini bene. Con chi sto parlando? »
« Penso tu sappia chi sono. »
« Voltati. »
Nessun movimento.
« Voltati, non lo ripeterò un'altra volta. » ringhiò.
« Oh, andiamo, principino.. Non riconosci la mia voce? La voce che annunciò la morte del Re? 'Il Re è morto, lunga vita al Capitano!' »
« Kim Hongjoong. » sputò.
« In carne ed ossa, bimbo. » si girò.
Gli occhi di Wooyoung si caricarono di ostilità e ripugnanza, il sangue iniziò a surriscaldarsi nelle sue vene e le sue vene sulla fronte e sul collo pulsavano come mai prima di quel momento.
Non era stato mai cosi rabbioso.
Nemmeno nei peggiori litigi con Seonghwa.
Sentiva un peso sul petto, un peso che lo stava schiacciando sempre di più, sentiva i piedi tanto pesanti che parevano esser fatti di cemento armato, sentiva il battito del suo cuore rimbombargli nel cervello, le unghie conficcate nella carne del palmo della mano, la mente offuscata e la vista appannata, la gola secca e la voce scomparsa, un pugno pronto per essere sferrato e la mandibola serrata da far male.
Stava per esplodere e lo sapeva, poteva finire solo in un modo: uno vivo e uno morto.
Un cazzo di pirata era nel suo castello.
Un pirata. Nel suo castello.
Pirata. Castello.
No, non lo poteva permettere.
Lo avrebbe ucciso.
Lo avrebbe ucciso lui stesso.
Lo avrebbe ucciso a mani nude.
Lo avrebbe ucciso e basta.
Sarebbe stato un segno per i pirati, cosicché quei vigliacchi sapessero che nel castello di Port Royale non ci potevano mettere piede. Mai.
« Non parli? Il gatto ti ha mangiato la lingua, mh? — chiese facendo un paio di passi in avanti — Che c'è, hai paura biondino? » continuò.
« Io, se fossi in te, non mi avvicinerei di più. » abbaiò Woo, facendo cadere a terra la sua vestaglia e rimanendo a petto nudo.
« Altrimenti che fai? Mi mordi? » lo istigò.
« Lascerò che siano i lupi a mordere la tua carne quando mi sarò sbarazzato del tuo cadavere gettandolo in mezzo al bosco. »
« Tsk. Wooyoung Wooyoung Wooyoung.. Quanto siamo aggressivi questa notte! Dormito male? Eppure non mi sembrava fossi solo! » continuò facendo l'occhiolino e aggirandosi per la stanza osservando tutti i beni più preziosi.
Il Principe si chiese come potesse aver saputo di lui e San. Insomma, erano stati molto discreto, fin troppo. Nemmeno il più perfido e astuto dei pirati poteva averli beccati. Ma, questo, non era rilevante, o almeno non in quel momento.
« Che cosa vuoi, Hongjoong. »
« È Capitano. »
« Cosa? »
« È Capitano, per te. Non Hongjoong »
« Io ti chiamo come cazzo voglio »
« Suvvia, piccoletto, non scaldarti. »
Il biondo non poteva credere che stesse facendo il suo gioco. Un battibecco infinito dove l'ultima parola era sempre la sua.
« Non hai risposto alla mia domanda. »
« Perché è una domanda inutile. »
« Decido io cosa è inutile e cosa no, Hongjoong. »
Il corpo di Wooyoung era come una bomba ad orologeria in quel momento. Una bomba ad orologeria che stava per esplodere e trasformare la sala del trono in un ring di combattimento o in una scena del crimine.
Tic-tac.
Si avvicinò.
Tic-tac.
Afferrò la sua pelliccia.
Tic-tac.
Pugno sul naso.
Tic-tac.
...
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꒱࿐ MY SPACE 𓂃୭̥
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ciao amici❤️
sono sparita e lo so, mi dispiace molto per questo :( non avrei mai voluto lasciare la storia, anzi, stavo riprendendo a postare in maniera costante però, purtroppo, non è un bel periodo e spesso non trovo la voglia / le forze di sistemare capitoli o mettermi a crearne degli altri.
mi dispiace molto perché spesso mi sento persa e so che la scrittura potrebbe aiutarmi notevolmente, però è abbastanza difficile mettermi lì e trovare le giuste parole per continuare (in questi momenti mi manca tantissimo Forsythia perché li potevo letteralmente riversare nei capitoli il mio stato d'animo ed era terapeutico, qua è un po' diverso)
tuttavia, non vi preoccupate perché so che starò meglio e che riuscirò a continuate e concludere questa storia a cui sono tanto legata, infatti tra poco inizierò a postare la terza ed ultima parte della storia🥲🥲💔
spero che per voi sia tutto apposto e che stiate passando un bel periodo, se cosi non fosse e aveste bisogno di qualcuno con cui parlare, io ci sono sempre ❤️
giulia
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