𝐱𝐢𝐢. fulmini e saette















♱ 𝙱 𝙻 𝙾 𝙾 𝙳 𝚁 𝙴 𝚅 𝙴 𝙽 𝙶 𝙴 ♱
───── 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙙𝙤𝙙𝙞𝙘𝙞 ─────
⸌ tempesta in mare e dentro me ⸍















𝓟erpetuamente in tempesta.
Così era l'anima di San.
Da anni, ormai, cercava ininterrottamente pace per sé stesso. Aspettava impaziente qualcuno che si occupasse di lui ma, con il tempo, aveva imparato a farlo da solo. Voleva una metà, voleva colmare il suo vuoto e il suo cuore.

Poi la svolta, lui.
Eterno romantico e innamorato dell'amore, una scintilla si accese nel pirata pensando di aver trovato quella persona che tanto sperava di incontrare.  Pensava di aver trovato colui capace di entrare nella sua bolla senza distruggerla, colui capace di non farlo sentire solo pur stando in silenzio, colui che avrebbe amato fino alla fine dei suoi giorni.

Wooyoung era stato disegnato per lui.

O almeno questa era la sua certezza prima che il Principe mandasse tutto all'aria con una sola, drammatica e amara frase.  Se avesse saputo che sarebbe finita così, tra loro, San non avrebbe mai voluto baciarlo.  Avrebbe preferito rimanere a parlare con lui senza mai sfiorarlo con un dito o rimanere con quell'insoddisfatto sogno proibito.

Dispiaciuto, amareggiato e pieno di rimorsi remava a bordo della sua scialuppa per raggiungere l'Utopia prima che il temporale alle sue spalle raggiungesse lui.  Continuò a borbottare qualcosa di confuso — probabilmente indirizzato a Wooyoung — fino a che i suoi piedi non toccarono il pontile.

D'improvviso, i ricordi della nottata precedente riaffiorarono nella sua mente: "Seonghwa è stato rapito. Dai pirati." aveva detto il biondo.
Così, rammentando le sue parole, la profonda tristezza che San provava si tramutò in uno smisurato odio e in una cattiveria senza fine.
A passo svelto e deciso raggiunse l'ufficio del Capitano, fece un respiro profondo e, senza bussare, entrò di getto nella stanza.

« San.. Buongiorno. Che sorpresa. » disse alzando lo sguardo dai fogli sulla scrivania.
Digrignando i denti, il quartiermastro si voltò sbattendo la porta con una potenza inaudita e, il boato che fece, risuonò in tutta la barca. In quell'esatto momento, quando la sua rabbia esplose, un fulmine spezzò il cielo a metà e un potente tuono lo seguì dopo qualche secondo.

« Serata difficile? » insinuò il castano, sistemando penna e calamaio come se nulla fosse. « Dobbiamo parlare. » sbottò San.
« Parliamo. » replicò lui, calmo e tranquillo come se fosse sempre un passo davanti a lui.
« Avevamo un piano. » ringhiò.
« Mh? » mugugnò l'altro.
« Avevamo un cazzo di piano, Hongjoong. »
« Non parlarmi così. » sentenziò alzandosi.
« Come hai potuto non dirmi del rapimento? » urlò gesticolando ampiamente, mentre tutto attorno la tempesta esplose.
« Abbassa la voce. » lo rimproverò Joong.
« Credevo fossimo una squadra. » replicò San, con un filo di disgusto nel suo tono di voce.

« Forse non hai capito, mio caro San.. — iniziò a parlare il Capitano, avvicinandosi a lui e puntando l'indice contro il suo petto — Tu ed io abbiamo smesso di essere una squadra nell'esatto momento in cui hai deciso di mandare a puttane tutto innamorandoti di quello stupido Principe. »
Il corvino deglutì.
« Pirati e reali non possono stare insieme. Quale parte di questa affermazione non ti è chiara? » continuò spingendolo al muro.

« Avresti dovuto dirmelo. Sono venuto a sapere del rapimento da Wooyoung, non hai proprio idea degli effetti dei tuoi comportamenti! »
« Tsk. Poco mi importa onestamente. Lui non mi serve più, è solo un intralcio. Anzi, in realtà potrebbe morire che la cosa non toccherebbe minimamente il mio piano perfetto. »
« Vuoi.. Ucciderlo? »

Il sangue si gelò nelle vene di San.
Il suo tono di voce si abbassò d'improvviso e un glaciale silenzio calò nella stanza. Deglutì e si pentì d'aver parlato perché, lui, nemmeno voleva sapere la risposta a quella domanda.

« È soltanto un'ipotesi. Rilassati. Non ho intenzione di ammazzare il tuo fidanzato. »
« Non è il mio fidanzato. » sputò.
« E allora che ti importa se muore? »
Hongjoong lo sfidò alzando un sopracciglio.
Il corvino non avrebbe mai potuto vincere quella conversazione; uccidendo Wooyoung avrebbe ucciso lui.

« È un miracolo che non mi abbia scoperto. »
« Pff.. Se ti scopre non mi interessa, fa ciò che vuoi, la vita è la tua. »
« Uh. Quindi è cosi che stanno le cose ora?
Mi stai rinnegando? Sul serio? »
« Trai tu le conclusioni. »
« Sono sentimenti. Che cazzo c'è di male? »
« Tu sei un fottuto pirata, San. Sei un fottuto pirata e lui un fottuto Principe. Come pensi possa funzionare? — sussurrò circondandogli il collo con le mani e stringendo fino a fargli mancare il respiro. — Come pensi che reagirà quando scoprirà chi sei? Perché ancora non lo sa, non è cosi? Il povero San è innamorato di un viziato che ce l'ha a morte con lui! »
« Mi stai.. Stai.. Joong mi st.. Soff— » balbettò il minore, cercando di staccare la presa e tornare a prendere fiato.
« Non ti soffoco, San. Sei patetico cazzo. Patetico. Dimmi che ho torto! » continuò.

E se avesse ragione?
E se avessero ragione tutti attorno a lui?
Wooyoung? Hongjoong?
Se, davvero, i suoi sentimenti erano sbagliati?
Se non poteva innamorarsi di un Principe?

Socchiuse gli occhi. L'ossigeno sembrava non arrivargli più al cervello. Deglutì. Strinse le dita in un pugno e si concentrò.

« Ha torto, Capitano. »
« Cosa? » domandò fulminandolo con lo sguardo e alzando il sopracciglio sinistro.
« Avete torto e di certo il mio amore non si spegne con un dannato interruttore. »
« Sei un pirata, San. »
« Punto primo: io ne vado fiero, amo essere un pirata. Punto secondo: non è necessario che me lo ripetiate infinte volte, ciò non cambierà il mio punto di vista signore. »
« Cambierai per lui. Tu non capisci, cazzo, non capisci niente! » sbraitò frustrato.
« Non ho più voglia di parlare con te. » sbottò San, lanciandogli un'occhiataccia e uscendo dallo stanzino.

L'acquazzone non si era calmato ma, d'altronde nemmeno l'agonia del pirata l'aveva fatto.  Si gettò sul letto sprofondando tra i cuscini e soffocando un urlo disperato.

Nella stiva nessuno fiatava, tutto l'equipaggio aveva cercato di ascoltare la conversazione per capire il motivo di quell'ira incontrollata.
« Shh! Jongho! Sta fermo con quella spada! » diceva Yunho al tesoriere che, di tutta quella faccenda, non se ne curava minimamente.
« Mon Dieu, Yunho! — rispose con il suo accento francese, fermandosi dall'affilare l'arma — Pense à toi et pas aux autres! » lo rimproverò roteando gli occhi.
« Aah! Non capisco mai nulla quando parli in francese! » replicò sbuffando il biondino.
« Ho detto di pensare per te e non agli altri, Yunho. Non sarà così complesso farsi i fatti propri, vedrai amico. »

Le lancette dell'orologio a pendolo, posto accanto alla porta della stanza del Capitano, sembravano non scorrere mai. I pensieri nella testa di San si facevano sempre più pesanti da sopportare e la voglia di scontrarsi con Hongjoong aumentava ad ogni ticchettio. 
Così, con il cuore in gola che ragionava al posto suo cervello, si diresse nuovamente all'ufficio.  L'avventuriere Yunho, ancora troppo curioso, non poté resistere: dallo spioncino della porta vide passare il pirata e, nonostante gli avvertimenti — e i successivi rimproveri — di Jongho, il maggiore decise di fare di testa sua e di seguirlo per spiarlo di nascosto.

Il quartiermastro spalancò l'entrata con un calcio ma, con sua grande sorpresa, non vi trovò al suo interno Joong. « Disgraziato. » sussurrò arricciando il naso. Si avvicinò alla scrivania ricoperta di fogli e oggetti per la scrittura e, tra tutte quelle scartoffie, una in particolare catturò la sua attenzione.
« Non ci posso credere.. Quel bastardo.. » disse flebilmente San, prendendo quel pezzo di carta ingiallita tra le mani.  « Non può essere.. — continuò incredulo, passandosi una mano tra i capelli e poi sul volto. — Che maledetto ipocrita. » sputò.  Scioccato si sedette e proseguì con la lettura anche se, in realtà, non avrebbe voluto farlo.

Mio dolce Seonghwa,
mi auguro di cuore che al tuo castello la vita proceda nel migliore dei modi. Inoltre, spero che custodiate ancora le mie confidenziali parole di quella notte.
Il motivo della mia lettera, però, non riguarda affatto i nostri molteplici segreti.. Ti scrivo in questa sera uggiosa perché ti penso.
Osservo il mare fuori dall'oblò e alla fioca luce di una lanterna le parole per te sembrano venire da sé, sembrano prendere il sopravvento. In tutta questa solitudine che mi circonda e mi incupisce, io sento la tua mancanza più che mai.
Socchiudo gli occhi e nella mia mente compare l'immagine della tua pelle delicata e pallida che, durante il calar del sole, riflette luce preziosa e dorata quanto te. Riesco ancora a ricordare il tuo dolce sapore, delle tue labbra e del tuo corpo, come se l'avessi assaggiato poco fa. Inoltre, il tuo angelico volto compare in ogni mio sogno, mi parla e mi sussurra al lobo parole dolciastre come te. La tua voce mi parla sempre e

« Vaffanculo. — sbottò stringendo il foglio tra le sue mani e accartocciandone una parte — Vaffanculo per davvero. » continuò alzandosi, picchiando il la mano sulla scrivania.
Con gli occhi ricolmi di ira, San gettò a terra lo scritto e lasciò l'ufficio per raggiungere la stanza del Capitano. « Hongjoong! » sbraitò sbattendo violentemente il pugno contro il legno, « Hongjoong aprimi immediatamente o sfondo questa cazzo porta! » disse urlando.

Il castano, che stava solo cercando di riposare, lo fece entrare nella camera e, in men che non si dica, si trovò appeso al muro con le dita del minore che circondavano il suo collo. Cercò, invano, di liberarsi da quella presa ma ad ogni movimento il quartiermastro stringeva sempre di più e per quanto egli tentasse di ribellarsi, San era più forte, più alto e più muscoloso.  La rabbia che si portava nel corpo era ufficialmente esplosa.

« Come cazzo me la spieghi quella maledetta lettera sulla tua scrivania, mi? » disse a denti stretti a soli pochi centimetri dalle labbra del Capitano.
« Oh, Joongie, non è tanto bello stare da quella parte.. — sussurrò ancora lui, stringendo sempre di più fino a che il suo volto non divenne completamente rosso paonazzo — Non è così?! » finì quasi gridando, lasciando di colpo la presa e indietreggiando. Il castano cadde a terra tossendo e cercando di tornare a respirare normalmente, però, San si avvicinò pericolosamente a lui e lo sollevò dalla maglia.

« Hai sempre voluto sapere tutto. Tutto cazzo! Ogni mia mossa, ogni mio pensiero, ogni mia parola! Eppure non mi hai mai dato nulla in cambio! — parlò il corvino, quasi disperato — Stupido io, diavolo, stupido io che ho quasi pensato di— »
« Di? Sentiamo cosa hai pensato tu, tu che penso di sapere tutto. Che hai pensato, San? »
« Ho quasi pensato di abbandonare Wooyoung per te. Ma certe cose non te le spiego nemmeno. Non capiresti. »
« Non capirei, eh? — disse tossendo — Cosa c'è da capire? Quel fastidioso essere ti fa sentore importante, ti fa cadere ai suoi piedi e quando meno te lo aspetti ti saluta, si dimentica di te o peggio, ti fa uccidere perché sei un pirata. »

« Non sviare il discorso, Hongjoong » ringhiò.
« Hai tirato in ballo tu il Principe. »
« Sei innamorato di Seonghwa? »
« Non hai una domanda migliore? Se sei tanto intelligente e capace come dici, perché non risparmi a entrambi domande di cui sai già la risposta? » lo istigò il maggiore.
« Che c'è? Sei troppo codardo per dirmi sì? »
« È da anni che porto il peso di amare quest'uomo, San. Sei hai trovato la lettera, non credo ti servano altre spiegazioni. »

« Sei stato tu. Sei sempre stato tu a dirmi che i reali e i pirati non possono stare insieme. Sei sempre stato tu a dirmi che non ci può essere niente, eppure il primo a voltare alle spalle al tuo stupido codice sei proprio tu.. — disse puntandogli il dito contro il petto — Tu, il suo creatore. » sussurrò fulminandolo.
« I sentimenti non si controllano »
« Buon Dio! — imprecò alzando le braccia al cielo — Fino a quando i sentimenti sono i tuoi allora è tutto perfetto, quando i sentimenti sono i miei è necessario condannarmi. Complimenti Capitano, ottimo esempio. »

Hongjoong sospirò e si mise al bordo del letto. « Siediti » disse fissando il vuoto.
Minuti di silenzio seguirono quell'unica parola.
« Quindi? »
« Dammi un attimo. Sto cercando di trovare il coraggio per dirti che.. »
« Che ti dispiace »
« Che mi dispiace. »
« Dovrai impegnarti un po' di più per il mio perdono. Vuoi un elenco delle cose che mi hai detto o i tuoi ricordi bastano? »

« Scusa, San. Non lo faccio mai quindi sai anche tu che sono sincero. Scusa perché avrei dovuto dirti come stavano le cose, avrei dovuto dirti del piano e non avrei dovuto obbligarti a reprimere il tuo amore. Davvero, davvero mi dispiace. Ti ho trattato in modo orribile solo perché volevo avere tutto sotto controllo ma, comportandomi così, mi sono dimenticato del bene che ti voglio, fratello. »
« Fratello.. » sussurrò guardandolo con gli occhi lucidi pronti al piano.
« Ti considererò sempre tale. Parte della famiglia che mi è stata portata via. »
« Capitano.. Questa carta non dovevi usarla. Sei l'unica famiglia che ho, non ti avrei mai voltato le spalle. » disse flebilmente.

Riportata la pace tra i due, San riuscì a confidarsi con il castano in merito al Principe ed egli, da bravo maggiore qual era, non fece altro che ascoltarlo e offrirgli i suoi più sinceri consigli: « Devi parlargli. Devi dirgli tutto. Se pensi che lui non provi niente per te, sei un idiota. Una persona che non prova nulla non ti bacia, non cerca il contatto fisico, non si confida. Teme solo il giudizio della gente, Seonghwa soprattutto, fidati di me. » diceva.

Il mare si stava lentamente calmando e la tempesta era ormai diretta verso le montagne. L'Utopia aveva appena smesso di oscillare a destra e sinistra quando i due pirati rispolverarono il loro vecchio affetto reciproco di cui sembravano essersene dimenticati.

Tutto sembrava essere al proprio posto.
Tutto sembrava essere tornato pacifico.
I tasselli del puzzle sembravano incastrarsi alla perfezione ma, tra tutti quei pezzi, uno si era smarrito per la nave: Jeon Yunho.

Avventuriere da quando era un adolescente, aveva passato gli ultimi otto anni girando i mari, scottandosi la pelle con il sole e vivendo nel miglior modo possibile.  Si era guadagnato la fiducia del Capitano e persino quella di tutto l'equipaggio a bordo: solare, simpatico, energico e coraggioso, il biondino stava sempre al centro dell'attenzione e nessuno era curioso tanto quanto lui.  Egli era il pirata più informato, sapeva sempre cosa succedeva nel resto del mondo — ma nessuno sapeva come facesse — inoltre era in grado di ricavare informazioni di vitale importanza anche da dettagli all'apparenza insignificanti.

Insomma, Yunho era amato.
Il suo unico difetto era la sua costante sete di conoscenza.  La sua insaziabile necessità di sapere ogni cosa lo rendeva un tremendo impiccione, soprattutto a bordo dell'Utopia.
Per tal motivo, incuriosito dalla stramba situazione tra Hongjoong e San, aveva deciso di seguire il secondo.  Si era appostato in un angolo e spiaccicato al muro lo osservava arrabbiarsi sempre di più nel leggere le scartoffie nell'ufficio del Capitano.
« Che hai trovato Sannie... » sussurrava.

Così, non appena il corvino lasciò la stanza, egli si fondò al suo interno e trovò la stessa lettera letta poco prima dal quartiermastro.  Yunho odiava i reali tanto quanto Wooyoung odiasse i pirati, così, gli ci volle un attimo di tempo prima di elaborare tutto.  Dopo aver letto quelle parole si mise il foglio in tasca e le peggiori idee invasero la sua mente: Hongjoong avrebbe lasciato la nave per andare a vivere in uno sfarzoso castello con il Re.

O almeno, questo pensava lui.

...

















╔═.✵.══════════╗
꒱࿐ MY SPACE 𓂃୭̥
╚══════════.✵.═╝

ciao amici!
questo space sarà un po' lungo, almeno credo, ho delle spiegazioni da darvi. non posto da gennaio e sinceramente mi sono resa conto che me ne pento tantissimo di avere lasciato sospesa questa storia perché ho tralasciato la scrittura che mi ha sempre aiutata e fatta stare bene.

ero sempre impegnata, un po' per la scuola, un po' per la patente, un po' per la mia salute mentale è un po' perché il tempo libero che avevo lo passavo con il mio ragazzo che mi ha sempre aiutata molto.

ora la scuola è finita (per davvero per me, il 30 giugno ho fatto la maturità e sono uscita con 90, devo dire che non è stato poi così difficile questo esame), ho fatto tutte le mie belle vacanze e sono andata a barcellona, in croazia, a riccione, nelle marche e a settembre vado a parigi. insomma, sono sempre stata molto occupata anche in questi mesi, però ho deciso di riprendere tutto.

ora, so che molti di voi nemmeno si ricorderanno l'ultimo capitolo della storia, però sappiate che questo era pronto da un pezzo e sono sempre stata io a non averlo mai postato, non so nemmeno perché. spero comunque che vi possa piacere, io cercherò di essere il più continua possibile perché in questi capitoli ci ho lasciato un pezzo del mio cuore e io stessa sono curiosa di sapere come continua!

vi voglio bene, grazie a chi ancora c'è.❤️

giulia

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top