𝐱𝐢. il momento perfetto
















♱  𝙱 𝙻 𝙾 𝙾 𝙳  𝚁 𝙴 𝚅 𝙴 𝙽 𝙶 𝙴  ♱
───── 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙪𝙣𝙙𝙞𝙘𝙞 ─────
⸌ non mi guardare così ⸍















     𝓛a rabbia...  Un sentimento che ormai, Wooyoung, aveva imparato a conoscere in tutte le sue sfaccettature.  C'erano diversi tipi di rabbia, per lui.  C'era quella logorante che cercava incessantemente di reprimere per non mostrarla a nessuno; c'era quella distruttiva che lo portava a farsi del male per sfogarsi, che lo sfiniva e lo riduceva a terra senza energie; c'era quella dannosa che riversava sugli altri, che lo portava a litigare o a ignorare chiunque.  Però, quella che stava provando, era una rabbia diversa, una rabbia nuova.  Non sapeva come reagire, non sapeva se ne voleva parlare, se voleva stare in silenzio, se voleva spaccare un muro o urlare a squarciagola.

« Buonasera, Principe » salutò sorridente San, quando il minore lo raggiunse al pontile.  Subito capì che quella sera sarebbe stata diversa dalle altre, il biondo era esausto e nervoso, aveva le nocche ancora ricoperte di rosso e vari gonfiori, inoltre, si mordeva con forza l'interno della guancia sinistra.

« Odio tutti. » sbottò proprio lui, facendo qualche smorfia nel sedersi a causa dei dolori.
« E odi anche me? » replicò il maggiore, voltandosi a guardarlo e incrociando i suoi occhi gonfi iniettati d'ira.
« Tsk. Tu sei l'unico che non odio in questo mondo orrendo, San. » rispose pizzicandosi un labbro, fino a farsi uscire il sangue.

Il pirata, visibilmente preoccupato per la sua condizione, pulì la sua ferita alla bocca con il pollice e disse: « Ricominciamo da capo? »
Wooyoung annuì spostandosi dalla presa.
« Buonasera, Principe. »
« Buonasera, marinaio. »
« Che hai fatto alle mani, di nuovo? »
« Un muro mi ha colpito »
« Ah, davvero? E dimmi, si è fatto male pure lui o soltanto tu, mh? »
« Non fare lo spiritoso »
San sospirò, tornò a guardarlo e, afferrandogli le mani, chiese con tono dolce: « Mi dici cosa hai combinato, Wooyoung? »

Il biondo sbuffò e la sua espressione stremata parlava per lui: questa rabbia lo indeboliva.
« San-ah.. Perché tutti sembrano volermi fare del male di proposito? » domandò con un filo di voce tremolante, fissandolo nelle pupille.
« Io non ti voglio fare del male »
« Tu sei diverso. Tu sei tu. Ma gli altri? »
« Parli di tuo fratello? »
« Mh. Non solo »
« Vieni.. — disse afferrandogli le spalle e facendolo sdraiare sulle sue gambe — Ora ti tranquillizzi e, quando vuoi, mi parli. »

« Seonghwa è stato rapito. Dai pirati. »

San sbiancò. Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata, le sue dita - che fino a poco prima giocavano con i capelli dorati del principe - iniziarono a tremare e tutto il suo corpo fu pervaso da un'angoscia mai provata prima di quel momento. « C.. Co-cosa? » balbettò deglutendo a forza.
« E non è la parte peggiore. Vuoi sapere la parte peggiore? Mh? » chiese alzando un sopracciglio e stendendo le gambe.
« Aha. »
« Il mio fratellastro, il Re di Port Royale, parla del Capitano dei pirati come fosse l'amore della sua vita. Che schifo. »

La stessa rabbia che perseguitava Wooyoung, iniziò a torturare anche San: il suo capitano l'aveva tradito. Non si era fidato di lui, aveva agito in solitudine senza dirgli una sola parola, si era mosso senza nemmeno comunicargli l'accenno ad un nuovo piano e, soprattutto, l'aveva tenuto all'oscuro di questo segreto.
Ciò che più tormentava il corvino era essere venuto a conoscenza dei fatti - già compiuti, tra l'altro - dall'unica persona che non avrebbe mai dovuto sapere nulla: il Principe.

Infatti, la reazione scioccata e pressoché sconvolta del pirata, non passò inosservata agli occhi del minore si insospettì nel vederlo tanto coinvolto nella faccenda.  « Come mai tant— » iniziò a parlare lui, venendo subito bloccato da una pronta risposta dello stesso San: « Sono solo stupito del fatto che i pirati siano riusciti ad entrare nel castello.. Insomma, non ci sono le guardie? ».  "Pericolo scampato." pensò.
« Faceva una passeggiata fuori dalle mura.. Sono arrivati, l'hanno preso e lui non si è nemmeno ribellato perché voleva rivedere quello stupido capitano. Hongjoong. » spiegò.

Trascorsero minuti di completo silenzio.  Nessuno fiatava.  I cuori e le menti erano appesantiti da segreti nascosti, da parole rimaste soffocate nella gola e carezze non date perché, entrambi afflitti, non sapevano come consolarsi a vicenda.  Solo quando i pensieri avevano reso quella quiete fin troppo rumorosa, San parlò.

« E tu come ti senti, invece? »
« Pff. A nessuno interessa di come sto io. »
« A me interessa tutto ciò che hai da dirmi »
« Odio le bugie e mio fratello mi mente da tutta la vita, San. Come dovrei sentirmi? »
« Tradito. » disse flebilmente il pirata.
« Tradito. » ripeté annuendo il Principe.

Wooyoung si mise seduto ciondolando le gambe avanti e indietro come un bambino mentre, San, nemmeno lo guardava.  Lo stava tradendo anche lui, da mesi ormai. 

« Wooyoung-ah.. Devo dirti una cosa. »

Doveva dirglielo, doveva confessargli tutto.  Sarebbe stato meglio scoprirlo da lui stesso piuttosto che da altri, no?  Però aveva paura, una paura fottuta.  L'avrebbe odiato.  L'avrebbe odiato per davvero, l'avrebbe odiato più del fratello e non gli avrebbe mai più parlato. 

« Dimmi »

Ci teneva troppo a quel vanitoso Principe per riempirlo ancora di menzogne.  Lo guardava innamorato, come poteva negargli la verità?
Confessare ora sarebbe stato meno doloroso, ma perdere l'unica persona con cui riusciva a stare bene l'avrebbe distrutto.

« No. Nulla. »

Codardo.  Un completo codardo.  Aveva coraggio da vendere per navigare in mare aperto, per uccidere, per far fronte alle tempeste, per rubare ai poveri ma non per parlare.  Gli avrebbe svelato la sua vera identità ma non quella sera, non in quel momento.  

« San. Non farmi arrabbiare. Non anche tu. »
Il pirata si leccò il labbro inferiore mordendoselo compulsivamente e scrocchiò le dita quasi in modo maniacale pensando velocemente ad una scusa da raccontare.
« Non era importante » fece spallucce.
« Ti ho detto di non farmi arrabbiare. »
L'altro, non reggendo lo sguardo profondo e ammiccante, spostò la sua attenzione verso la luna e rimase a fissarla silenzioso.

Così Woo, ormai spazientito, afferrò le sue guance e gli portò con forza il viso a pochi centimetri dal suo.  Si avvicinò ancora facendo sfiorare le loro bocche, poi sussurrò: « Ti prego, dimmi la verità. »
San sospirò, lo guardò dritto negli occhi e, lentamente, gli circondò il collo con le mani. 
Il biondo fu pervaso da un brivido e il suo corpo si scaldò all'improvviso, fece un respiro profondo e posò la fronte sul suo mento.
« Wooyoung-ah.. » bisbigliò disegnando dei piccoli cerchi sulla vena pulsante.

Quando il biondo sollevò il capo, lo sguardo del pirata non potè fare a meno che ricadere sulle sue labbra.  Carnose, rosee e gonfie sembravano volessero dirgli: "baciami".
« Cazzo, non mi guardare così. » implorò.
« Perché no, Principe? » lo istigò l'altro.
« Perché poi mi viene voglia di fare cosi.. »

Wooyoung capì che non poteva più aspettare: avevano creato il momento giusto che cercavano da settimane e non poteva lasciarselo sfuggire. Così, facendo un respiro profondo, si sporse in avanti e gli circondò il collo con la mano e, poi, finalmente lo baciò.

San, colto alla sprovvista, rimase bloccato. Socchiuse gli occhi e per quei pochi secondi tutto il male del mondo sembrava essere scomparso. Si dimenticò della rabbia, della delusione, si dimenticò del dolore e di tutta la realtà attorno a lui. « Mmh.. — mugugnò il Principe, deglutendo e leccandosi le labbra — Finalmente.. Era.. Era da un po' che volevo baciarti in realtà. » disse con un ghigno sul volto, guardalo malizioso.

Entrambi si fissavano perdendosi l'uno negli occhi dell'altro con le pupille incatenate, bramando l'eccesso e ciò che non potevano avere ma che era lì, ad una sola spanna dai loro visi. Il pirata prese il biondo per la vita e lo mise a sedere a cavalcioni sulle sue gambe, le loro labbra si sfioravano e i loro respiri, più veloci e affannati del solito, si mescolavano come faceva ogni notte il cielo con il mare. Impaziente il maggiore annullò la distanza stringendola sé; il bacio era ricolmo di desiderio e di tutti quei giorni trascorsi senza mai sfiorarsi, toccarsi, assaporarsi.  L'atmosfera si fece eccitante e appassionate mentre loro non si fermavano, poiché ogni secondo volevano di più, sempre di più.

E nel frattempo la lussuria prendeva il sopravvento nei loro corpi e delle loro menti, così San assecondava le sue voglie passando le mani lungo il dorso del ragazzo, giù sul fondoschiena, fino a quando non lo sentii abbastanza suo. Anche Wooyoung non si tirò indietro, si strinse forte a lui facendo scontare i loro membri e schiudendo le labbra per permettere al corvino di esplorare la sua bocca. Il Principe aveva lo stesso sapore che il corvino si era immaginato ogni giorno per le ultime settimane: il sapore del divieto, dell'impossibile, dello sbaglio, il sapore dell'adrenalina e della ricchezza allo stesso momento... Aveva un gusto dolciastro, quasi acido, di cui San si era appena innamorato.

Le gambe del pirata erano sospese nel vuoto e, quando egli si sporse leggermente in avanti preso dall'enfasi, a Wooyoung sembrò di cascare nell'acqua.  « Sah-ah.. — lo chiamò con il fiato pesante e le labbra tutte gonfie — Se mi fai cadere ti uccido. » lo informò.
« Oh! — esclamò lui, fingendo di lasciarlo andare — Oh! » continuò divertito, facendogli prendere un colpo.
« Argh! Mi fai passare tutta la voglia che ho di baciarti così. » annunciò imbronciato.

Così, il maggiore, si riattaccò alle sue labbra per poi staccarsi dopo una manciata di secondi.  Il biondo lo guardò confuso e cercò di riavvicinarsi al suo viso perché, ovviamente, non poteva interrompere tutto così.
« Tsk. Vedo come ti faccio passare la voglia, scemo. » ridacchiò San, continuando ciò che aveva iniziato e facendo scontrare i loro bacini.

Wooyoung pensava di essere in Paradiso.  Anche se, a causa di ciò che stavano facendo, avrebbe dovuto ritrovarsi nel girone più basso dell'Inferno.  « Mmmh.. » gemette quando, inaspettatamente, San iniziò a lasciare umidi baci sulla mandibola.  Scese sempre di più, fino a quando prese tra i denti la pelle del suo collo lasciando segni violacei su di essa. Il minore gettò la testa all'indietro e, forse, lo fece con un
po' troppa enfasi: improvvisamente scivolò via dalle braccia del pirata, cadendo malamente in mare. « Cazzo! » esclamò tornado a galla.

« Non ci credo! Mi hai lasciato cadere! » esclamò sgranando gli occhi.
« Non è stata colpa mia! » si difese l'altro, trattenendo qualche risata di troppo.
« Pff.. Come no. Dammi almeno una mano a risalire.. » sussurrò allungando il braccio.
Prontamente il pirata lo afferrò ma, Woo, tirò così forte da farlo cascare in mare insieme a lui: « Che scemo, ti sei fatto ingannare! » disse ridendo divertito. « Ora siamo pari » annunciò subito dopo, nuotando verso il corvino e circondandogli il collo con le braccia.

Lui sbuffò scuotendo il capo, per poi riprendere tutto come se non si fossero mai fermati: sott'acqua si davano baci al sapore di sale e d'amore, come se fossero in superficie.  Risalivano, prendevano fiato ansimando e guardandosi negli occhi e poi, sorridendo, le loro labbra si univano di nuovo. 
Il gelido mare non avrebbe di certo placato l'eccitazione che, al contrario, sembrava aumentare a dismisura.

I loro baci affogavano nella passione, le loro bocche fameliche non smettevano nemmeno per un secondo di cercarsi e, gemendo e godendo, i due provavano sensazioni che non pensavano potessero esistere.

« San-ah.. Ho freddo.. » sussurrò Wooyoung, attaccato al suo viso.
Il maggiore annuì, gli fece cenno di aggrapparsi alla sua schiena e lo portò a riva.

Poi, sotto i suoi occhi, il ragazzo si spogliò rimanendo in calzoni e mostrando al Principe il suo fisico scolpito.
« Ehm.. Perché ti spogli? »
« Non vorrai stare tutta la notte con i vestiti bagnati addosso, vero? »

Effettivamente San non aveva tutti i torti, pensò.  I suoi abiti regali zuppi d'acqua non avrebbero fatto altro che infreddolirlo, tanto valeva stare a petto nudo.

« Stai tremando.. » bisbigliò il pirata, quando il minore gli si sedette accanto.
Lui alzò le sopracciglia senza guardarlo, « Wow grazie, se non me l'avessi detto tu non mi sarei accorto. » rispose sarcasticamente, raggomitolato tra le sue stesse gambe.
Il corvino sospirò e sbuffò leggermente, poi, inteneritosi a causa del suo viso dolce da bambino, disse: « Dai, su, vieni qua.. ».
Allargando le braccia, Wooyoung corrugò la fronte e lo guardò con due occhi dolci: « Posso davvero? » chiese, quasi timido.
« Si, veloce. Non voglio che ti ammali. »

Così, il minore si catapultò tra le sue braccia rannicchiandosi al suo petto e ascoltando il battito armonico del suo cuore.

...

« Ho pensato ad una cosa.. » disse il minore, fissando il sole fare capolino tra le montagne in lontananza. Il mare era calmo, una leggera brezza spostava di tanto in tanto qualche foglia e il cielo si tingeva di colori pastello.
Tutto, quella mattina, era calmo e tranquillo.

O almeno lo era prima che le parole di Wooyoung accoltellarono il petto di San.

« Che cosa? »
« Tu ed io non possiamo stare insieme. Io sono il Principe, tu un marinaio. — deglutì a forza, non guardandolo nemmeno negli occhi. — Siamo diversi e apparteniamo a due mondi diversi. In più, come se non bastasse tutto ciò, siamo due uomini. »
« E quindi? »
« E quindi dimentica questa notte. Fingi che non sia mai successo nulla tra di noi. »

San era distrutto. Socchiuse le palpebre e inspirò riempiendosi i polmoni di tutta l'aria che poteva permettersi e la rilasciò rimanendo prosciugato. « Va bene, Wooyoung. — disse con tono spezzato — Va bene. » ripeté.

« Allora io vado.. Ci.. Ci vediamo stasera. »
« Si.. Buona giornata. »
« Pure a te. »

Il biondo sapeva di averlo ferito a morte.
Sapeva di avergli causato un male immenso e di aver rovinato qualsiasi cosa ci fosse tra loro.
L'aveva sentito nella sua voce, quel dolore che tanto temeva di provare. Ma lui era una figura importante, lui non poteva essere debole, lui non poteva essere triste. Sapeva che uno dei due sarebbe uscito sconfitto da tutto questo, qualsiasi cosa fosse, e sapeva per certo che quel qualcuno non sarebbe stato lui.

Aveva il cuore di San tra le mani e, dopo averci giocato per un po', lo pugnalò.

Tuttavia, sentiva dentro sé che non avrebbe potuto agire diversamente. Tra lui e San non poteva esserci nulla, lui apparteneva al lusso, al vizio, apparteneva all'oro e al potere, l'altro invece viveva tra le onde, con il vento nei capelli, apparteneva al mare e al lavoro. Non aveva il permesso di provare dei sentimenti per lui, non poteva permettersi di amarlo o baciarlo.

« Scusami, Sannie.. Scusami davvero. » sussurrò quando si ritrovò di fronte al suo castello. Fissava l'imponente struttura con gli occhi lucidi e il cuore pesante e, solo quando si gettò distrutto sul letto, si rese conto di un dettaglio. Forse, il dettaglio più importante.

Si voltò alla sua sinistra e non trovò nessuno steso accanto a lui. Non trovò San. Solo allora comprese che la sua decisione aveva ferito più lui che il marinaio. Aveva perso l'unica persona che si interessasse a lui, che si preoccupasse per la sua salute, che ritenesse le sue emozioni valide. Aveva perso il suo confidente e, soprattutto, il suo vero amore.
« Mi odio. » sbottò passandosi una mano sul viso. « Ho fatto un casino.. » continuò mettendosi a sedere.

« Perdonami. »

...

















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꒱࿐ MY SPACE 𓂃୭̥
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ciao amichetti❤️❤️
questo capitolo palese vi piace o almeno vi piace fino ad un certo punto😅😅 don't worry fa tutto parte del processo :))

comunque
se sparisco o non continuo gli scambi o non leggo i vostri aggiornamenti è perché sto studiando come una disperata per la patente🥲auguratemi buona fortuna😩

giulia

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