𝐱. equilibri spezzati

















♱ 𝙱 𝙻 𝙾 𝙾 𝙳 𝚁 𝙴 𝚅 𝙴 𝙽 𝙶 𝙴 ♱
───── 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙙𝙞𝙚𝙘𝙞 ─────
⸌ la storia di molan e dohyun ⸍















𝓒on la testa appoggiata sulle cosce di San e il cuore che batteva a mille, Wooyoung ascoltava attento e interessato il dolce marinaio parlare. La sua voce lo cullava, lo calmava, il suo tono delicato e armonioso lo mettevano a suo agio e gli facevano capire quanto fosse prezioso. Mentre raccontava, gli occhi del pirata guardavano sognanti il cielo e, al chiaro di luna, luccicavano.

« C'era una volta una ragazza di nome Molan.. Molan era stupenda. Forse la più bella creatura che quella tribù avesse mai visto nascere, ad essere sincero. Aveva gli occhi pieni di vita, gentili e teneri, i capelli lunghi e mori sempre intrecciati con qualche fiore colorato che metteva in risalto il suo viso roseo e amichevole. Insomma, non aveva nulla da invidiare a nessuno; era perfetta.. Aveva anche una vita perfetta come lei.

Era nata in una famiglia benestante, o per meglio dire, la famiglia più ricca di quel clan. Lì non c'era chi comandava e chi era sottomesso, ma chiunque in cuor suo sapeva che più beni possedevi, più eri influente e ascoltato nella banda. Quindi, per farla breve, con la morte dei genitori Molan sarebbe diventata una sorta di regina per quel popolo. Fin dalla più tenera età pensava che la sua condizione fosse un privilegio, un vanto.. Ma, crescendo, si rese conto che tutto ciò che aveva sempre apprezzato le si stava lentamente ritorcendo contro.

Ogni donna che si interessava a lei, non lo faceva per simpatia ma per benefici.
Ogni uomo che si prostrava ai suoi piedi, non lo faceva per amore ma per denaro.
Ogni persona che si le si avvicinava, non voleva Molan ma solo il suo effimero potere.

Un giorno, dopo l'ennesima delusione da parte di un finto pretendente, si rifugiò in riva al mare. Seduta a piedi scalzi sulla sabbia, qualche lacrima le rigava le guance mentre lei, per non sentirsi debole, singhiozzava nascondendo il capo tra le ginocchia. E proprio quando pensava di non meritare l'amore di nessuno, ecco che l'uomo della sua vita le si sedette accanto. Senza dire una parola aprì la sua bisaccia di pelle e tolse un pezzo di stoffa tutto stropicciato, glielo porse e lei lo usò per asciugarsi il viso. "Io mi chiamo Dohyun, sono un viaggiatore e non posso offrirti molto, ma se hai appetito ho del riso in più che possiamo condividere" diceva lui, innamorandosi subito dei suoi occhi. "Io sono Molan. Ti ringrazio per l'offerta ma non ho molta fame" rispose, smettendo di piangere.

Lei si confidò raccontandogli il motivo del suo dolore e le sue paure più profonde, lui la ascoltava attento come se la sua voce fosse il canto di una sirena. "Sai, Molan, credo che tu debba smettere di cercare. Anzi, credo proprio che tu meriti una pausa da questa realtà così opprimente per te. Tutti noi meritiamo amore, non esiste una sola persona al mondo che non voglia amare o essere amata.. A volte è solo una questione di tempo prima di trovare la persona che morirebbe per te, però credimi che arriva. Potrebbe essere un incontro inatteso o chi conosci da tutta la vita, ma quando arriverà, dentro di te lo saprai." la consolava lui.

Trascorsero tutto il resto della giornata a parlare e, più le ore passavano, più entrambi avevano l'impressione di conoscersi da tutta la vita. "Che fai, Dohyun? Ti fermi con la mia tribù per un po'?" chiese lei speranzosa di non dovergli dire addio. "Mia cara, non sai quanto vorrei dirti di sì, ma io appartengo al mondo, alla natura. Io sono nato per viaggiare." rispose a malincuore lui. "Viaggiare.. Ho sempre voluto viaggiare, non ho mai lasciato questo posto." rifletté Molan, scrutando l'orizzonte. "Vieni con me!" esclamò il ragazzo, afferrandole la mano. "Scappiamo, questa notte. Scappiamo insieme" continuò con gli occhi brillanti e supplichevoli, fino a quando lei non accettò quella proposta bizzarra e allettante allo stesso tempo.

Per due anni Molan e Dohyun si sentirono in una luna di miele e si amarono come nessuno si era mai amato prima, poi lei rimase incinta e furono costretti a tornare alla tribù. Riaccolta con gioia e doni, Molan diede alla luce un bambino dallo sguardo pieno d'amore che, nelle sue pupille, sembrava racchiudere tutte le stelle del firmamento.

Vissero felici per sei anni, il piccolo crebbe con due genitori fantastici e imparò da loro l'arte della vita, delle virtù, della gentilezza e della bellezza.. »

San si fermò per qualche istante. Rimase fermo a fissare il cielo blu sperando che Wooyoung non si accorgesse dei suoi occhi lucidi prossimi al pianto. Tuttavia, il Principe, troppo accorto per farsi ingannare, aveva sentito la sua voce spezzarsi nelle ultime frasi, perciò era inevitabile capirlo. Accarezzò la sua mano delicatamente e, guardandolo, chiese: « E poi? », « E poi niente. La parte bella della mia storia termina qua. » rispose il pirata mordendosi un labbro.

« Puoi raccontami comunque la fine? »
« Il senso di questo racconto era farti capire che chiunque troverà, prima o poi, la persona che darebbe la vita per lui. La persona giusta che non si interesserà alle ricchezze ma vorrà amarlo per davvero, Wooyoung. »
« Oh, Sannie, ma io questo l'ho capito. — rispose intrecciando le loro dita — Sono solo curioso di sentire la fine.. Puoi dirmela? »
« Te la racconterò, visto che insisti tanto. Però non ti piacerà per nulla, voglio che tu lo sappia. » avvisò il corvino, stringendo le loro mani fredde che si scaldarono all'istante.

« Poi è successo che, un giorno, il re Sejun attaccò quella tribù di semplici lavoratori credendo che, tra loro, ci fosse nascosto qualche pirata. Attaccarono durante le notte, così che nessuno avesse via di scampo.
La ciurma dell'Utopia venne in soccorso dei poveri contadini della banda ma, quando arrivarono, trovarono tutto raso al suolo. Fiamme ovunque, case a pezzi, campi distrutti e persone uccise.

Non c'era più anima viva, tranne me.
Io, piccolo e indifeso, avevo visto i miei genitori morire davanti i miei occhi uccisi da qualche soldato mandato da tuo padre, avevo perso il bene più prezioso per un bambino e non potevo fare nulla per riaverlo indietro. Non so perché non morii anche io in quegli scontri. Onestamente avrei preferito essere ucciso che sopravvivere rimanendo solo in mezzo a tutto quel sangue, a tutti quei corpi esanimi e alle grida di chi non riusciva a trovare pace.

Venni salvato da qualche pescatore che mi prese sulla sua barca e mi portò via da quel posto decadente, prima che qualcuno si accorgesse di me. Quei marinai mi hanno salvato la vita e mi hanno accudito come se fossi loro figlio, gli devo molto. »

Hongjoong, ecco a chi doveva molto.
Nessun marinaio, nessun pescatore.
Solo un bambino di otto anni che aveva vissuto la stessa scena vedendo madre e padre morire per mano dello stesso uomo.  Il Capitano lo notò in mezzo alle rovine, spaesato e devastato dal dolore, così lo prese sotto la sua ala come se fosse suo fratello.  Due orfani al comando di una nave, in un mondo crudele.

I suoi salvatori non erano dei marinai, ma dei pirati.  Solo che, questo, Wooyoung non l'avrebbe dovuto sapere mai, a costo della vita. E, per l'esattezza, il Principe si era nuovamente bevuto la sua bugia. Infatti, con le lacrime agli occhi e i sensi di colpa per ciò che il suo dannato padre aveva fatto all'unica persona che si era mai interessata a lui, lo abbracciò.

Qualsiasi cosa il biondo avesse detto in quel momento, non avrebbe avuto l'impatto che voleva. Così, cogliendo alla sprovvista San, si sedette sulle sue cosce e gli circondò il collo con le braccia. Inizialmente sorpreso dalla reazione, il corvino, ci mise qualche secondo prima di accettare l'affetto che il minore provava a dargli. Woo lo stringeva forte al suo petto e quando l'altro lo avvicinò al suo corpo prendendolo per la vita, i loro battiti si sincronizzarono creandone uno soltanto.

Tra le braccia l'uno dell'altro, trovarono rispettivamente l'amore che non avevano mai ricevuto. Il Principe si sentì accettato, voluto da qualcuno e, il pirata, ritrovò il sapore della famiglia e dell'infanzia che aveva perduto.

« Mi dispiace, San. Mi dispiace tantissimo.. » disse in un sussurro flebile, respirando affannosamente attaccato al collo dell'altro.
« Stai tranquillo, Wooyoung.. — disse lui, accarezzandogli dolcemente i capelli e  la schiena — Non è colpa tua »
« Si, ma lo è di mio padre »
« Appunto. Non devi pagare tu per le azioni che ha scelto di fare . »
« Lo so ma..— »
« Nessun "ma", principino. Ora, per favore, sta zitto e abbracciami più forte. »

Wooyoung prese il viso di San tra le mani e fece scontrare le loro fronti. Socchiuse gli occhi e per un istante, solo per un instante, pensò di aver trovato il coraggio che gli serviva per baciarlo. Entrambi desideravano quel bacio come un prigioniero brama la libertà, come un pirata il tesoro o un reale la corona e il trono. Però, nemmeno quella notte, le loro labbra si unirono.

...

L'alta marea se n'era andata portando con sé il malumore delle ultime settimane. 
Tutto, in quei giorni, pareva andare per il verso giusto.. Ma le cose stavano per cambiare.

Hongjoong era tornato a rivolgere la parola al quartiermastro senza volerlo colpire dritto sul naso mentre Seonghwa aveva imparato a rispettare gli spazi del fratellastro senza intromettersi in ogni sua questione privata.

Tra San e Wooyoung?
Beh, tra i due andava a gonfie vele.
Effettivamente, il loro rapporto era stato l'unico a non aver subito l'influenza luna piena.  Come al solito al crepuscolo si aspettavano e all'alba si salutavano, rimanevano insieme tutte le notti parlando di una vita che non era la loro, inventando bugie e, allo stesso tempo, confessandosi i segreti più profondi.
Si stavano imparando a conoscere sempre più nell'intimità come due normali adolescenti e non come il Principe di Port Royale e il quartiermastro dell'Utopia.

Nonostante ciò, coloro che tenevano tra le mani il loro equilibrio, erano proprio il Sovrano e il Capitano.  Il primo, da quasi un mese, era a conoscenza della vera identità del "marinaio", invece il secondo aveva capito i sentimenti che il suo fidato provava nei confronti dello spocchioso ragazzo.

Ma nessuno fiatava.
Non per codardia, non per paura.
Solo, per un tornaconto personale.
Il tesoro, i beni, la segretezza, la proibizione, l'amore, la passione, il sesso.  Qualsiasi fosse la motivazione che spingeva Hongjoong e Seonghwa a mantenere il silenzio, volgeva a loro esclusivo vantaggio.

Questa sottile linea di confine capace di mantenere armonia tra i piatti della bilancia, venne oltrepassata dal curioso Wooyoung e dal suo leale amico Yeosang.
« Che fai, Principe? » aveva chiesto il castano, notando l'altro spiaccicato contro la porta della sala del trono.
« Shh! sto cercando di sentire! » lo rimproverò sottovoce, invitandolo a unirsi a lui.
« Cosa ascoltiamo di preciso? » domandò innocentemente, quasi intimorito.

Senza staccare l'orecchio dall'uscio, il biondo bisbigliò: « Seonghwa e Mingi. Li ho seguiti perché sembravano sospetti e ora voglio sentire cosa si dicono quei due. »
« Wooyoung, non credi di essere un po' troppo curioso? Magari riguarda la vita privata di tuo fratello, che ne sai.. » replicò l'altro, cercando di farlo ragionare.
« Yeosang: o sei con me, o sei contro di me. » sbottò il primo, innervosito.
Con un ghigno sul volto, l'amici disse: « Bene. Allora sentiamo cosa stanno tramando. »

All'interno della stanza l'aria era pesante, quasi angosciante. La tensione si poteva toccare con un dito e il Sovrano aveva i nervi a fior di pelle.
« Che sia chiaro, Mingi, lo dico a te perché sei l'unica persona di cui io mi possa fidare nel castello. — sentenziò puntando il dito contro il suo petto — Nessuno, ripeto, nessuno, dovrà venire a conoscenza del contenuto di questa conversazione, soprattutto Wooyoung. Se per qualche assurdo motivo dovesse mai scoprire ciò che sto per dirti, sappi soltanto che sarebbe un serio problema per tutti noi. »
« Mi sta spaventando, Sire. »
« Se ne parli a qualcuno, sei morto.
Se lo accenni a qualcuno, sei morto.
Se qualcuno lo capisce — »
« Sono morto, Seonghwa. L'ho capito. »
Il corvino annuì e fece cenno al ragazzo di mettersi comodo.

« Tre settimane fa sono stato rapito dai pirati. » disse tutto d'un fiato, camminando avanti e indietro sotto lo sguardo attonito di Mingi che non riusciva a credere a ciò che aveva appena sentito.  « C.. Cosa? » balbettò il minore, sbigottito dalla noncuranza di Hwa.
« Hai sentito bene, Mingi. Il sole tramontava e io, come al solito, passeggiavo nella natura quando i pirati mi hanno preso. »
« N.. Non so.. Non so che dire.. »
« Non devi dire nulla, lascia che ti racconti tutto. La tua reazione è normale, se non sei a conoscenza della storia completa. »

Così, per la prima volta in tutta la sua vita, Seonghwa raccontò la verità.  Disse tutto a Mingi, a partire dal rapimento di quando era bambino, passando per l'amore di Hongjoong, fino ad arrivare alla morte del deceduto Sejun. 

« Capisci, ora, perché non ho opposto resistenza quando sono stato rapito? Sapevo che avrei rincontrato lui. Me lo sentivo. Non avrei avuto motivo di ribellarmi, ero io il primo a volerlo rivedere, a voler sfiorare le sue labbra, ad assaporare la sua pelle.. » spiegò il corvino, fissando un punto nel vuoto e sorridendo.
« Dalla vostra espressione deduco che abbiate fatto sesso, non è cosi Re? » chiese curioso, sghignazzando e alzando un sopracciglio.
« Ah! Mingi! L'amore. Ecco cosa abbiamo fatto. — disse tornando verso di lui e guardandolo negli occhi. — Ricorda le mie parole: un uomo è morto senza amore. » annunciò sognante, alzandogli il mento con l'indice e il pollice.

Fuori dalla sala reale, con il cuore in gola e un'espressione incredula c'era Wooyoung che, di quella conversazione, non si era perso nemmeno una parola. Le sue gambe tremavano, non per la gioia, non per la frenesia, non per la paura o lo stupore ma per la rabbia. Essa cresceva ogni secondo nel suo corpo impossessandosi della sua ragione e di ogni pensiero positivo, di lì a breve il Principe sarebbe sicuramente esploso distruggendo tutto ciò che avrebbe avuto attorno a lui.
Le sue sopracciglia erano abbassate e la sua fronte corrugata, i suoi occhi erano iniettati di veleno e le sue labbra schiuse.

Le dita del biondo si chiusero per formare un pugno ma, proprio quando egli stava per riversare la sua ira sul muro davanti a lui, Yeosang intervenne afferrandogli il polso e facendolo allontanare: « Ma sei scemo?! — esclamò portandolo via di forza — Così non farai altro che farci beccare e lo sai cosa succede se quelli scoprono che noi sappiamo? Abbiamo finito di vivere in pace, Wooyoung.
Le nostre giornate saranno controllate in ogni fottuto secondo, io non avrò più tempo per me e tu non potrai più fare le tue scappatelle notturne. Cazzo, pensaci. »

Però, il biondo, in quel momento non pensava affatto. Non riusciva: la sua mente era completamente offuscata dalla confessione del fratellastro, ricordare che Hwa fosse innamorato del Capitano dei pirati lo logorava nell'animo e, soprattutto, pensare che egli stesse proteggendo il suo storico rivale per eccellenza, lo distruggeva.

Lui era un reale, lui odiava i pirati.
Questa era la verità, questa era la vita vera.

...

















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꒱࿐ MY SPACE  𓂃୭̥
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ciao ❤️❤️❤️
non sono morta🙂
innanzitutto buon anno e buon rientro a scuola, io sono sparita nell'ultimo mese perché ero piena di cose da fare per la scuola ecc, quindi mi sono presa una pausa da wattpad perché mi sono costantemente dimenticata di postare :) yuppi
chiedo venia

comunque spero che vi piaccia il capitolo, da ora riprendo a postare seriamente e continuo sta storia, AH E QUESTO È L'ULTIMO CAPITOLO DELLA PRIMA PARTE❤️❤️❤️

giulia

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