𝐯. c'è un audace marinaio...


















♱  𝙱 𝙻 𝙾 𝙾 𝙳  𝚁 𝙴 𝚅 𝙴 𝙽 𝙶 𝙴  ♱
──── 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙘𝙞𝙣𝙦𝙪𝙚 ────
⸌ tra il sangue, la luna e il rum ⸍















     𝓛a voce del fratellastro, Seonghwa, risuonò rumorosamente in tutto il castello.
« Dove sei stato stanotte, Wooyoung? »
La rabbia dal suo tono era così evidente che quasi si poteva toccare e sfiorare con le dita.
« In camera a dormire, ovviamente. » rispose il minore, senza alzare lo sguardo dal libro dalle pagine ingiallite che teneva tra le mani.  « No, non è la verità. Ripeto: dove sei stato? »

Inizialmente fuori di sé, cercò di ritrovare un poco di calma nel corpo e, dopo aver fatto qualche respiro profondo, si sedette davanti a lui incrociando braccia e gambe: « Dicevamo.. Cosa hai fatto questa notte, fratellino? »
A quelle parole, il sopracciglio destro del biondo si aizzò all'improvviso, « Fratellino? Oh, per favore, Seonghwa caro.. So benissimo quanto poco ti importa di me, quindi, perché non risparmi a te stesso questa pessima figura? » rispose a tono, ridacchiando.

« Voglio solo sapere dove sei stato. Sei l'unico Principe del castello, devi badare a te stesso e a quanto pare non lo sai fare, visto che sei rimasto a fare bald — » il maggiore non fece in tempo a finire la frase che l'altro stava già controattaccando.  Portandosi l'indice sulle labbra lo zittì e poi, con tutta la calma - anche se, più che di calma si trattava di stanchezza - del mondo disse « Baldoria? Oh, no, caro fratello, non sono rimasto tutta notte a fare baldoria come dici tu. Vuoi sapere davvero cosa ho fatto? Bene, la risposta che attendi ti sarà data: sono rimasto seduto su un pontile a parlare con uno spocchioso marinaio mentre cercavo di convincere me stesso che, prendere una scialuppa e remare fino alla nave pirata per uccidere il capitano e vendicare nostro padre, non sarebbe stata la migliore tra le mie idee. Contento adesso? »

« Stai attento alle persone che frequenti, Wooyoung. » lo rimproverò serio.
« Solo questo hai da dire? Ti è mai importato qualcosa? Assolutamente no. Ti importa solo ora, e siccome sei il Re devi mostrare a tutti i tuoi umili e poveri sudditi che hai una famiglia perfetta e che sei riuscito a educare il tuo denigrante fratello. » sputò.
« Senti, non so dove tu abbia trovato tutto il coraggio di rivolgerti a me in questo modo, ma oltre ad essere tuo fratello, sono anche il tuo Sovrano e i miei ordini li devi rispettare. »
« Ordini? Quali ordini? » rispose divertito.

Mentre il minore si consumava l'interno della guancia a forza di morsi e non riusciva a fermare il tremolio continuo della sua gamba, l'altro non si scompose di un millimetro dalla sua posizione impassibile. Il suo sguardo impenetrabile pareva giudicare ogni particella di Wooyoung e, il suo silenzio, valeva più di mille parole. Non contento, però, quest'ultimo lo volle istigare nuovamente.

« Quindi? Io sto spettando! Quali ordini? » domandò alzando un sopracciglio e sorridendo sfacciatamente, incrociando persino le braccia.
« Non uscirai dal castello questa notte, che ti sia chiaro. Le guardie sorveglieranno ogni uscita e, io, ti vieto qualsiasi tipo di incontro clandestino con il tuo amato marinaio. »
« Pensi di ferirmi? Non so che idea tu ti sia fatto, caro Seonwgha, ma a me, del marinaio, non frega proprio nulla. »

"Amato" ripetè a sé stesso.
"Ma che amato e amato!" pensò arrabbiato.

Strinse le dita in un pugno. Era vero, non gli importava granché, ma era pur sempre l'unica persona che l'aveva ascoltato per una notte intera senza volere nulla in cambio.
Alle ultime parole, il maggiore non rispose e si limitò a guardare soddisfatto la sua nervosa reazione. « Buona giornata, fratellino. »

Quando il Re lasciò il salone, il Principe esplose di rabbia. Non era una novità, che il piccolo non riuscisse a controllare le proprie emozioni, però sembrava non provarci nemmeno; tutta l'agitazione che riempiva il suo corpo, in qualche millisecondo, si scaraventò contro la pietra. « Merda » disse soltanto, quando rialzando lo sguardo notò il muro sporco di sangue. A causa dell'adrenalina che ancora era in circolazione, non sentì alcun dolore alla mano distrutta, ma aumentava la preoccupazione per quell'antichissima parete che, un tempo, era color panna mentre ora era tinta di un caldo rosso scuro.

« Psst! Mingi! »
« Principe? »

La camminata della guardia, spedita e sicura verso la sala del trono, venne bruscamente interrotta da Wooyoung: « Mingi! Entra un attimo! » sussurrò a denti stretti, cercando di trattenere il dolore che nel frattempo iniziava a sfarsi sentire sempre di più.

« È tutto apposto? » domandò il primo, lasciando che l'altro si spostasse per mostrare la chiazza. « Oh.. Quando.. Come è successo? » fu in questo momento che il povero porse la sua mano gonfia e insanguinata.
Rivolse a Woo un'occhiata strana, era un misto tra compassione e rimprovero, poi senza farsi notare raggiunse la cucina e prese il necessario per curare la sua ferita.
« C'entra il Re? » chiese, nonostante già sapesse la risposta.  « Così mi fai male, Mingi » sottolineò il biondo, quando della garza impregnata di qualche disinfettante venne a contatto con la sua mano.

« È un bastardo. Mio fratello intendo, non tu. Tu, se riesci a smacchiare il muro, sei un angelo. Però lui è proprio un bastardo, non lo sopporto. Finge tanto di interessarsi a me quando poi, in verità, gli importa solo di darmi ordini e vietarmi di uscire. »
« Sei abbastanza grande da decidere se puoi o non puoi uscire in autonomia, no? »
« Vallo a spiegare a quell'idiota, magari a te ascolta! » sbottò digrignando i denti.

...

Il sole tramontava quando, al crepuscolo, una valanga di dubbi e perplessità invase la mente del ragazzo.  Fissava il cielo cambiare colore e le nuvole dipingersi di tonalità tenui come rosa o arancione e il volto di San comparve, inaspettatamente, nella sua mente.

Anche solo pensare di ammettere una cosa del genere costava lui molta fatica ma, magari, c'era una possibilità su cento che suo fratello avesse ragione.  "Stai attento alle persone che frequenti" aveva detto; praticamente le sue parole, taglienti come lame di un coltello, lasciavano capire che non si sarebbe mai dovuto fidare di qualcuno conosciuto di notte.

« Sono uno stupido, vero? » disse a sé stesso, parlando con gli occhi rivolti alla luna, come se fosse un'amica, una confidente.  « Se parlo con te, allora forse sono proprio uno stupido. Lo so che non mi puoi rispondere, per intenderci.. » fece a bassa voce, sollevando dal comodino del suo letto un calice di vino rosso.
« Il fatto è che.. — iniziò a parlare, andandosi a sedere sul davanzale in pietra della finestra mentre con le gambe penzolanti verso il vuoto fissava la luce bianca in cielo — Mi sento costantemente giudicato da Seonwgha, e non lo odio, affatto, solo che è davvero difficile da sopportare. » bevve.

« Al castello tutti parlano di lui, in città si sente solo dire quanto sia bello il nuovo Re o quanto sia bravo in ciò che fa.. Anche se, che rimanga un segreto tra me e te, lui non fa nulla. » abbozzò una risatina nervosa.
Ogni tanto si fermava dal pensare, osservava la sua mano dolorante e si pentiva di aver tirato uno stupido pugno ad uno stupido muro.

« E poi quello strafottente di San.. Non mi importa di lui, non mi importa di nessuno, però sai.. Alla fine.. Lui è l'unico fuori da questo castello. Non ha niente a che vedere con me, la mia famiglia.. Non sapeva nemmeno che fossi il principe, e questo è grave eh! Però almeno.. — si fermò, trangugiò il vino rimasto nella bottiglia bevendolo fino all'ultima goccia e poi riprese a parlare — Almeno era diverso, non dico di voler essere una persona migliore, ma siccome lui non mi conosce avrei potuto esserlo.. Spero solo che.. Che non mi inganni o cose del genere.. Merda. Forse un po' mi importa. Anzi, no, a me importa solo di fare tutto ciò che mio fratello non farebbe! »

Faticando leggermente a camminare, un po' per il sangue che pulsava forte nel suo cervello e un po' per l'alcol, si diresse verso lo specchio della stanza.  « Sei molto bello, Principe » fece guardandosi, « Grazie Principe, anche tu sei molto bello » si rispose.

"Voglio conoscere San" pensò di punto in bianco, ritornando al discorso precedente.
« Seonwgha non lo farebbe mai — bisbigliò fissandosi nello specchio e aggiustandosi i capelli — ma io, fortunatamente, non sono Seonwgha ed è per questo che faccio ciò che voglio. » concluse contento e sorridente.

Sistemò con il solito trucco i cuscini sotto le coperte, chiuse le tende del baldacchino così nessuno l'avrebbe disturbato e, poi, attese il cambio della guardia così da sgattaiolare via.
L'unico problema? Il cambio della guardia, quella notte, non ci sarebbe stato.

« Pensa Wooyoung, pensa più in fretta! » si rimproverò. Se fosse rimasto chiuso in quelle quattro mura tutta la notte avrebbe rischiato di impazzire completamente. « La finestra! Uscirò da lì, è deciso! » tuttavia, quando si affacciò, rimase spiacevolmente stupito nel notare gli svariati piani che separavano la sua stanza dal terreno. « Si, è fattibile tutto sommato.. » disse, non credendo nemmeno alle sue stesse parole.

Cocciuto e orgoglioso non mollò la sua idea e, nonostante avesse una mano rotta, si aggrappò alle piccole pietre del castello rischiando di cadere più volte ma, incredibilmente, atterrò sul prato senza nemmeno un graffio. 
Solo la fasciatura che copriva le sue nocche ancora sanguinanti e aperte era rimasta colpita in questa missione: la garza si era incastrata tra le mattonelle e le ferite di Wooyoung iniziarono di nuovo a gocciolare.

Poi, a seguito di una lunga camminata per evitare i controlli del portone, raggiunse finalmente il molo.  Lo vide lì, a fissare il cielo sdraiato sul legno, chissà se lo aspettava.  Chissà se aveva pensato a lui, almeno un pochino.  San si mise seduto a guardare il mare.  Le onde si infrangevano sui pali del pontile e schiumavano a riva, Wooyoung pensò che quel suono gli portasse un po' di pace dopo quella lunga e straziante giornata.

Quando il pirata si voltò per guardarlo, le loro pupille si dilatarono incollandosi come una calamita ad un frigorifero e, il Principe, perse un battito.  Furono probabilmente i secondi più lunghi della sua vita, l'aria sembrava non arrivare più ai suoi polmoni e il suo stomaco sembrava essere su una montagna russa.

Quando si riprese, egli scosse il capo per scacciare qualsiasi pensiero poco casto e sbagliato e si andò a sedere accanto a lui.
« Ce ne hai messo di tempo per arrivare, ti aspettavo! » esclamò San sorridendo.
L'altro non rispose, fissava il mare con i palmi appoggiati alle assi ricoperte di schegge.  « Non parli questa sera? » continuò il corvino.

In quel silenzio, una goccia di sangue cadde nell'acqua facendo un flebile rumore che suonava come un "tic".  Quando il moro abbassò lo sguardo notò le nocche distrutte del ragazzo: « La tua mano perde sangue, Wooyoung » disse serio.
« Ma va? Cretino, pensi che non lo sappia? »
« Come siamo acidi stasera, Principe »
« So benissimo che la mia mano sanguina, non c'è bisogno che tu me lo dica e poi.. E poi questo cazzo di sangue non si ferma! » borbottò infastidito e parecchio nervoso.

San, che sapeva perfettamente come tranquillizzarlo, gli mise una mano sulla spalla e fece un respiro profondo; senza dire una parola il biondo lo seguì a ruota.  « So io cosa fare, però tu calmati. Intesi? » sussurrò.  « Pff. Fosse facile. » sbottò, « Tu provaci. »

San prese la fiaschetta alla sua destra e, con una facilità mostruosa, strappò un pezzo della sua maglia.  « Ma sei scemo? » fece Wooyoung, « Lasciami fare — rispose trafficando con quel lembo di stoffa — ora dammi la tua mano »

Inizialmente un po' titubante, Wooyoung distese le dita e le poggiò sopra il suo palmo; era la prima volta che le loro pelli si sfioravano e, entrambi, ebbero la stessa sensazione: farfalle.  Farfalle dappertutto, farfalle nello stomaco, farfalle nel cervello, farfalle nel cuore, nell'inguine, nelle gambe e nei polmoni.  «Uhm.. Questo.. Questo potrebbe fare male ma tu non ti spostare. » avvisò San, ritornando in sé.  « Concentrati su di me. » concluse.

Qualche goccia d'alcol cadde sulle ferite aperte e una smorfia tremenda comparve sul viso del principe « Ahia! Dannazione, fai piano! » esclamò a gran voce, « Te l'ho detto che avrebbe fatto male. L'alcol disinfetta le ferite, non te l'hanno mai detto? » fece sarcastico.  Poi, parlando gentilmente, continuò: « Ho quasi finito, resisti ancora qualche secondo e.. — tra le continue lamentele dell'altro, il maggiore terminò la sua medicazione e sigillò il tutto con la vecchia stoffa della sua maglia — Ho finito! » disse.  Wooyoung si guardò la mano più volte e, dopo qualche minuto di silenzio, ringraziò con un mezzo sorriso.

« Figurati. Faccio queste cose da una vita. »
« Non so niente di te, San »
« Questo non è vero, Wooyoung. Per esempio sai il mio nome vero, lo sanno in pochi. »
« Si, ma non è quello che intendevo »
« Vuoi bere un po'? Penso che ti serva »
« Ho già bevuto del vino al castello »
« Non mi pare che ci sia un divieto per bere altro alcol dopo che si ha bevuto il vino, no? »
« Dammi quella fiaschetta, ma tu stai sviando il mio discorso. Te ne rendi conto vero? »
« Penso che questa sia una conversazione da avere più tardi, quando siamo un po' più allegri; che dici? »

Il biondo non rispose, sorrise quasi spazientito e poi fece un paio di sorsi di quel liquore fortissimo.  « Tocca a te » insinuò poi, passandogli la bottiglietta.  Bevve anche l'altro e nel giro di qualche minuto si ritrovarono al limite della sbronza.

« Non mi dici come.. Come sì ti.. Come ti sei fatto questo? » domandò il pirata disegnando con l'indice dei piccoli cerchi sul dorso della mano con la fasciatura.
« È colpa di mio fratello »
« Il Re? »
« Il Re. Mi.. Si insomma, mi ha fatto arrabbiare e poi.. Poi ho perso il controllo capito? »

« Mhmh.. So io cosa ti serve per stare meglio »
« Scopare? »
« Con me? »
« Con te »

San scoppiò a ridere, « Mi trovi così tanto attraente? » chiese tutto divertito, continuando la sua risata che avrebbe riscaldato anche il Polo Nord.  « Tu! Tu.. Tu non sei attraente! Io non l'ho mai detto! » si difese Wooyoung, mettendosi in piedi. 
« Non l'hai detto ma vuoi fare sesso con me, come la mettiamo? » replicò l'altro a tono, alzandosi anche lui.  « Era una battuta San! Non sai proprio stare al.. Come è che si dice? Gioco! Ecco, tu non sai stare al gioco! » concluse incrociando le braccia.

« Io, comunque, volevo soltanto ballare un po' e cantare una canzone »
« Ballare e cantare? Ti sembro qualcuno del circo? Io sono il Princi— »
« Principe di Port Royale, va bene! — esclamò quasi seccato, alzando gli occhi al cielo e allargando le braccia — Cercavo solo un modo per farti distrarre dai tuoi problemi » rispose voltandosi ed evitando il suo contatto visivo.

« Hey San.. »
« Che vuoi »
« Balliamo? »

Ridacchiando e scuotendo il capo, il maggiore iniziò a battere mani e piedi a tempo e muoversi per tutto il pontile cercando di non cadere finendo nel mare.  Wooyoung, completamente incapace di muoversi, lo seguiva a specchio barcollando da una parte all'altra con la fiaschetta tra le dita.

" C'è un audace marinaio che attendo
dentro il cuor, non so niente di quell'
uomo, ma ho bisogno del suo amore.
C'è un audace marinaio che attendo
dentro il cuor, non conosco il suo nome,
ma ho bisogno del suo amore!

Quindi, ricapitolando: il Principe voleva conoscere il pirata per una rivincita personale e una ripicca nei confronti del fratello; il pirata che si fingeva un marinaio voleva conoscere il Principe per scoprire i punti deboli del castello e rapire il fratello.

Insomma, nonostante nessuno dei due avesse buone intenzioni, in un modo inspiegabile e spontaneo finirono per parlare ogni notte e innamorarsi l'uno dell'altro seduti su un molo con le gambe penzolanti verso al mare.

...


















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꒱࿐ MY SPACE  𓂃୭̥
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ciao amici❤️❤️
primo capitolo postato dopo la fine di forsythia (e qua si piange) vabbe nulla spero vi piaccia <3 da qua i capitoli e la trama fanno tipo 📈

ok top nulla da dire ho fatto shopping e quindi sono contenta ci si vede presto :) send love

giulia

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