𝐢𝐢𝐢. quale è il tuo nome?

















♱  𝙱 𝙻 𝙾 𝙾 𝙳  𝚁 𝙴 𝚅 𝙴 𝙽 𝙶 𝙴  ♱
───── 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙩𝙧𝙚 ─────
⸌ la prima volta al pontile ⸍















     𝓔rano trascorse tre settimane dalla morte del Re Park Sejun ed una sola dall'incoronazione del figlio Seonghwa. 
La vita del Principe procedeva tra alti e bassi, da quando il padre aveva lasciato il mondo terreno, le sue sicurezze andavano frantumandosi giorno dopo giorno.
Inoltre, da quando era al trono, secondo lui, Seonghwa non aveva fatto altro che interventi inutili; se ne stava con le mani in mano cercando di rendersi accattivante e piacevole agli occhi del popolo e Wooyoung lo osservava qualche metro dietro.
Studiava ogni sua mossa, lo giudicava e si credeva persino superiore.  Ah, la sua saccenza prendeva sempre il sopravvento!

Una notte, precisamente nella prima notte di luna piena a maggio, il Principe si munì di spada e arma da fuoco pronto per lasciare il castello.  Era deciso a mettere in pratica il suo piano.  Un piano parecchio stupido, in realtà.

« Principe! » esclamò Yeosang, aprendo la porta della sua stanza e trovandolo in corridoio, « Volevo dire — fece tossendo e correggendosi — Wooyoung, che ci fai qua? »
« Non vedi? Sto uscendo » rispose continuando a camminare sicuro, non degnandolo di uno sguardo.
« È scoccata la mezzanotte, dovresti essere a letto a riposare.. » sottolineò l'amico.
« Sto uscendo di nascosto, Sangie. »
« Non lo stai facendo molto bene però, mi hai svegliato con il tuo passo fatato. » scherzò.

« E dove vai? » insistette mettendosi di fronte a lui e bloccando la sua andatura rumorosa.
« Abbiamo un conto in sospeso con i pirati, no? Beh, io vado sulla loro nave e questa notte li ammazzo tutti. Dal primo all'ultimo. »

Yeosang trattenne un riso che, in quel momento, sarebbe soltanto risultato inopportuno.  Quando poi capì la serietà della persona che aveva davanti, allora si preoccupò.
« Ma ne sei convinto? »
« Guardami negli occhi. Certo. Certo che lo sono, non prendermi per un codardo. »
« Wooyoung, è pericoloso. Saranno loro a uccidere te se non cambi idea. »
« Pensavo stessi dalla mia parte, amico. »
« Io sono dalla tua parte da tutta la vita, ma se pensi davvero di poter sparare da solo a tutta una ciurma di banditi prima che uno di loro spari a te, sei davvero fuori strada. »
Il biondo stette in silenzio per qualche secondo, poi disse: « Che fai? Vieni con me? »

Il moro sapeva che se avesse accettato, avrebbe praticamente firmato per il suo suicidio.
Nonostante ciò, sapeva anche che non poteva lasciare che il Principe affrontasse da solo questo, e non poteva nemmeno permettersi di perdere l'amico.  « Mi vesto, aspettami. »

Dopo una manciata di minuti tornò indossando la sua migliore armatura e, sistemate le armi nelle giuste fodere, fu pronto per partire.
Le guardie, stolte com'erano, non fecero nemmeno una singola domanda e li lasciarono uscire dalle mura indisturbati.
« Quindi quale è il tuo piano? »
« Arriviamo al molo, prendiamo una scialuppa e remiamo fino agli scogli ad est, li raggiriamo ed entriamo nella terza grotta. Secondo i miei calcoli, l'Utopia si trova alla fine di quel buco. » spiegò camminando svelto e guardandosi attorno, forse temendo un agguato come quello del patrigno.
« Mh. So che sono rimaste delle scialuppe a riva dall'ultima escursione, possiamo prendere quelle. » informò Yeosang.

Raggiunsero il pontile traballante, ma di fronte a loro, anziché il vuoto totale, c'era qualcuno.

Qualche ora prima, il Capitano Kim Hongjoong aveva mandato i suoi migliori pirati sulla terra ferma con l'intento di spiare e studiare i movimenti del Sovrano, delle guardie e delle sentinelle.  Da quella sera San, Yunho e Jongho sarebbero dovuti approdare al porticciolo e dirigersi, senza farsi notare da occhi regali, nei pressi del castello.  Lo scopo finale?  Capire l'orario migliore per agire e rapire il Re.  Non voleva di certo ucciderlo, non era questo il piano di Joong, voleva soltanto parlarci.  Insomma, si trattava di Park Seonghwa, non avrebbe mai ucciso l'unica persona che si era meritata il suo affetto.

Per mimetizzarsi e non venire scoperti, i tre si erano vestiti con gli abiti rubati a dei poveri marinai, avevano persino gettato una rete nella loro piccola barca così da rendere più vero il loro travestimento — e tra l'altro, queste povere anime, la mattina successiva di sarebbero svegliati privi di ogni loro avere.

« Merda.. » sussurrò uno di loro, l'unico rimasto, quando udendo il rumore di passi riconobbe che non apparteneva a nessuno dei suoi compagni.  I pirati avevano un udito particolarmente sviluppato, dovevano prestare attenzione ad ogni dettaglio e il tacchettio elegante di stivali regali non era di certo comparabile ai calzoni indossati da lui.
E poi, gli altri, erano già appostati dietro qualche arbusto, pronti per le lunghe ore di buio; lui invece era tornato alla banchina per prendere il coltello che aveva dimenticato.

Non appena si girò, riconobbe il Principe all'istante.  Quel volto non aveva lasciato la sua mente pacifica per un solo giorno. Proprio il biondo fece un paio di passi in avanti, rimanendo ad un metro da lui.
Fingendo di non averlo mai visto prima, San gli parlò con il suo solito fare arrogante e gli riusciva anche piuttosto bene. A dire il vero, non si curò nemmeno di rivolgersi a lui con il tradizionale pronome di cortesia.

« Quale è il tuo nome? »
« Non sai chi sono? »
« Se te lo chiedo, evidentemente no »
« Ciò mi stupisce, dato che sono il Principe. »

Yeosang raggiunse l'amico affiancandolo e guardando dall'alto in basso il ragazzo.
« Principe Jung Wooyoung e Primo comandante Kang Yeosang. — intervenne proprio il moro, portando le braccia al petto — Tu, invece, saresti? »
« Choi San. — rispose dicendo la verità — Sono solo un semplice marinaio. » concluse.

« C'è poca luce, questo è il motivo per il quale non ti ho riconosciuto, Principe. » fece San, abbozzando una specie di inchino e assumendo un atteggiamento che non gli apparteneva proprio.  Si finse un marinaio, si finse pure educato e rispettoso nei suoi confronti.
« Lascerò correre, suppongo. Cosa ci fai da queste parti? Dobbiamo utilizzare il molo, sarebbe meglio per te andartene. »

Il corvino, cercando di non perdere la poca pazienza che aveva in corpo a causa del suo tono presuntuoso, fece un respiro profondo prima di iniziare il discorso.  « Finivo di sistemare la mia piccola barca per domani. Se posso chiedere, posso sapere il motivo dell'uscita notturna, principe? » chiese.

« Una vendetta contro i pirati. »
« Non sono affari che ti riguardano. »

Wooyoung e Yeosang parlarono all'unisono. 
Il principe, ingenuo e incauto, disse la prima frase; l'altro, sicuramente più scaltro, rispose nel secondo modo. 

Il biondo si beccò una gomitata nel fianco dall'amico, facendolo rendere conto di aver appena rivelato ad un completo sconosciuto le loro azioni che avevano tenuto segrete.

« Non voglio intromettermi ma.. » cercò di parlare San, venendo subito interrotto dal comandante: « Se non vuoi intrometterti, semplicemente non farlo. » sputò.
« Fa' silenzio, Yeosang! — lo rimproverò Woo — Voglio sentire quello che ha da dire. Tu, procedi. » fece alzando il mento.

Non poteva permettere che quei due raggiungessero la nave e, per quanto egli li reputasse entrambi piuttosto stupidi, era sempre meglio non rischiare di ritornare sull'Utopia trovando il proprio capitano senza vita circondato da pozze di sangue.
« Penso sia rischioso attaccarli ora. Insomma, voi siete soltanto in due e loro hanno un'intera ciurma a disposizione. Noi marinai li conosciamo bene, questi uomini sono estremamente pericolosi e, anche se ne uccidete qualcuno, non tornerete più al castello. Questo è poco ma sicuro. »

Wooyoung alzò la lanterna che portava tra le mani posizionandola vicino al volto del ragazzo che aveva appena chiuso bocca. 
Voleva guardarlo negli occhi e capire se le sue parole erano veritiere o solo una finzione.

I loro sguardi, finalmente illuminati quanto bastava per potersi osservare, si incrociarono per la prima volta.  Il Principe squadrò il pirata, che credeva soltanto un povero navigante, e pensò che, per quanto fosse trasandato, in verità era piuttosto affascinante sotto quegli abiti decadenti e rovinati.
I loro occhi, entrambi scuri, rimasero incatenati per qualche istante; quando poi il biondo ritornò in sé, abbassò la luce e borbottò qualcosa di incomprensibile.

« Cosa mi assicura che non mi stai mentendo? » bofonchiò Wooyoung, voltandosi ad osservare il mare calmo.
« Niente, Principe. Fidati soltanto di me, un bellissimo marinaio con molta esperienza alle spalle.. — per la precisione, nella sua voce c'era ilarità e parecchio sarcasmo — Se mi dai ascolto, avrai salva la tua vita, ma se invece vorrai ascoltare il tuo ego, c'è un alta probabilità che non indosserai mai la corona regale poiché morirai prima. » annunciò inarcando un sopracciglio e facendo comparire sul suo volto un mezzo sorriso.

Infastidito e ammaliato allo stesso tempo, il biondo rimase a braccia conserte per qualche tempo prima di prendere posizione. Non gli piaceva affatto il tono con cui si era rivolto, pareva quasi che si divertisse a prendersi gioco di lui, per questo era dubbioso.
« Yeosang, tu che dici? »
« Potremmo riprovare un'altra notte, magari con un esercito che ci guarda le spalle.. » rispose lui, che fin dall'inizio era contrario a questo stupido piano.
« Mh. » mugugnò l'altro, allontanandosi.

« Immagino che il mio fascino ti abbia convinto, Wooyoung! » esclamò a gran voce il pirata, frenando il ragazzo che già si stava incamminando verso le mura.
« Non solo mi dai del 'tu', ma mi chiami anche per nome! Non mi pare di averti mai dato il permesso di farlo, San. » replicò corrugando le sopracciglia.
« Difatti non è mai successo. Mi sono dato io stesso l'autorizzazione, suppongo. »

Il moro sapeva di doversi fermare, sapeva che sarebbe stato meglio rimanere in silenzio e permettere ai due di andarsene così da portare a termine gli ordini del suo Capitano ma, nonostante tutto ciò risuonasse chiaro nella sua testa, agì impulsivamente. Gli piaceva mentire, amava quell'adrenalina che si scaricava nelle sue gambe e lasciava spazio alla fantasia. Era attratto dalla realtà che poteva inventarsi e per questo le bugie erano le sue migliori amiche; c'era da sottolineare che si divertiva ancor di più se poteva dirle a una delle figure più importanti del suo tempo.

« Sono il Principe, ricordalo. »
« E io un umile marinaio. »
« Umile non credo, visto il tuo arrogante atteggiamento. » rispose avvicinandosi, non dando peso alle parole dell'amico che gli consigliava di gettare la spugna e camminare.
« Non penso di essere l'unico ad avere un atteggiamento arrogante, a quanto sento. »

"Allenta la presa, San.
Ragiona, respira, rimedia."
Pensò.

« Come scusa?! » si inasprì il biondo.
« Niente. La stanchezza parla al posto mio. Mi auguro di poterti rivedere Wooyoung, magari alla luce del giorno. » cosa che, comunque, non sarebbe stata possibile.
« Io spero di no. »
« Questo lo vedremo. » replicò nuovamente, facendogli l'occhiolino proprio mentre stava girando i tacchi per tornare al castello.

I primi raggi di sole disturbarono l'appostamento dei tre pirati che, quando notarono la luce riflettere sui grigi scogli, capirono che era giunto il momento di tornare a bordo dell'Utopia.  La prima notte si era conclusa e, nonostante non fosse iniziata nel migliore dei modi, sarebbe potuta finire peggio: per esempio con San ghigliottinato.

Mentre Yunho remava verso la terza grotta a est, il moro non smetteva un secondo di pensare all'infantile principe. Innanzitutto, non credeva che potesse esistere una persona dall'ego così elevato; in secondo luogo — paradossalmente — non sapeva nemmeno cosa potesse mai aver di tanto speciale da non lasciargli la mente libera per un attimo.
Chiudeva gli occhi e sulle sue palpebre compariva il suo bellissimo volto dalla pelle color miele, si distraeva un istante e nella sua testa risuonava la sua fastidiosa voce.

Chiese al compagno di poter prendere il suo posto, pensando che magari consumare le sue energie in questo modo gli sarebbe stato utile. Tuttavia, non fu così. Per tutto il tragitto, pensò a lui, alle sue parole, a quanto il suo comportamento fosse differente rispetto a quello di un uomo di corte. Come poteva usare tutto ciò a suo vantaggio?

Ma poi gli venne un'illuminazione: San aveva un piano. Un piano perfetto, non come quello di Wooyoung, un piano che avrebbe giovato a tutti sulla nave, ma soprattutto al capitano Hongjoong.  Un piano che avrebbe conciliato tutti i suoi interessi.

Una volta a bordo dell'Utopia, prima di dormire, era giunto il momento di fare il resoconto della nottata al comandante.
San, quartiermastro, prese dalla sacca di cuoio il taccuino su cui erano segnati in modo sparso e disordinato qualche appunto e si diresse nella stiva continuando ad elogiare se stesso per aver pensato al meraviglioso piano.

« Buongiorno, capitano. »
« Cosa hai scoperto? »
« Il resoconto della notte.. — fece allungando la pagina di diario, su cui erano annotati orari e spostamenti — Temo che dopo l'assassino del Re, le guardie cambino schema ogni sera. »
« Temo anche io, San. — replicò Joong, levandosi il cappello dal capo e fissando la carta — Dovrete tornare sull'isola. »
« Ecco.. A proposito di questo io avrei un piano, se vuole ascoltarlo »
« Certo che voglio ascoltarlo »
« Jung Wooyoung. »
« Il Principe? »

San, non tralasciando nemmeno un dettaglio, raccontò della sua avventura precedente, di quanto fosse stato sfacciato il ragazzo e di come lui si fosse finto un semplice marinaio. Una volta finito di parlare, aggiunse: « Il Principe non potrà fare nulla da solo, ma è impertinente, ha un ego smisurato e vuole vendetta per il padre. Sono certo che ci proverà nuovamente durante la notte. » spiegò gesticolando animatamente.
« Quindi, il tuo piano sarebbe..? »

« Lasciate che sia io soltanto ad andare sull'isola e non per osservare il castello, bensì per conoscere Wooyoung. Lo sa, Capitano, la mia prima impressione non sbaglia mai e io so, per certo, di poter ottenere più informazioni dal lui piuttosto che da un appostamento. »

« Non saprei, San. Potrebbe essere rischioso »
« Non si preoccupi, so tener testa al biondino. Mi dia una possibilità, sono certo di poterci instaurare un rapporto. »
« Hai una settimana di tempo. Se per sette giorni consecutivi Jung Wooyoung non si presenterà al pontile, allora torneremo al piano originale.. »
« Si presenterà, ne sono certo. »
« Allora, se succederà come dici tu, ti concederò il tempo necessario. »
« La ringrazio, Capitano. »

...


















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꒱࿐ MY SPACE  𓂃୭̥
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ciao raga!!
so che vi ho fatto aspettare un sacco per questo capitolo, praticamente più di un mese, MA nel frattempo ho finito di scrivere forsythia e ho iniziato a pensare a una nuova storia quindi sono scusata dai...

COMUNQUE sono veramente felice di essere tornata con blood revenge perché io e arigvtow  abbiamo pensato a ogni dettaglio per la trama e non vedo l'ora di scrive tutti hihi

e basta spero che il capitolo vi piaccia, dal prossimo / quello dopo iniziamo ad essere nel 'mezzo' e nel vero sviluppo della trama QUINDI stay tuned 👀👀

giulia

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