5. Our life together
Jin's pov.
Era ormai sera inoltrata e il pensiero del fatto che Taehyung non amasse la scuola nonostante fosse così brillante nello studio mi turbava senza ritegno. Quando l'ho visto così distante da me, da i suoi compagni e da ciò che stavo dicendo quasi quasi pensai fosse apatico a prescindere dato che nonostante non stavo parlando con i ragazzi di qualcosa riguardante la lezione ma qualcosa per cui chiunque proverebbe piacere a dire lui era in un altro mondo a fissare intensamente qualsiasi punto nell'aula il suo occhio riuscisse a catturare.
Quel ragazzo sembra molto dolce, adorabile e sensibile...
La preda perfetta per Jungkook. Conoscendolo so bene che lui in fondo in fondo non ha chissà quali intenzioni spietate ma la sua mente sì e purtroppo da anni ormai segue solo la ragione concessa dalla sua mente ormai danneggiata da qualcosa che non é lui.
Appoggiai la testa sulla testata del letto a baldacchino con un lieve sospiro. La mia vita é cambiata tantissimo da quando ho incontrato Namjoon. Ci siamo incontrati per la prima volta in assoluto 10 anni fa, quando stavamo l'università e da lì abbiamo subito provato una certa simpatia per l'altro ma dopo nulla, finì l'anno e di lui non c'era traccia e io avevo voltato pagina. Volevo diventare insegnante e non avrei permesso a niente e nessuno di fermarmi nell'impresa ma evidentemente mi sbagliavo, lui mi ha travolto tutto, mi ha portato al limite della frustrazione, della rabbia e mai e poi mai se non fosse entrato lui nella mia vita avrei scoperto parti di me fino ad all'ora mai vissute, provate, o anche solo desiderate. Lui mi ha insegnato come amare veramente, forse non nel modo che m'immaginavo io ma non me ne pento del momento in cui lo incontrai e accattai i miei sentimenti per lui. Namjoon da quando stiamo insieme ha questo istinto di protezione nei miei confronti che nonostante sia più piccolo di me quando mi parla sembra abbia avuto secoli d'esperienza con la vera e dura realtà di questo mondo e penso che sia stato proprio questo a farmi invaghire di lui: lui é un vero uomo. Sa sopportare per non fare in modo che io sia costretto a farlo, sa aspettare per poter poi avanzare di due passi ancora più in fretta, sa convincere e discutere senza ricorrere alle mani, o almeno questo é ciò che pensavo. Namjoon non mi disse mai di lavorare per una compagnia mafiosa ne che precedentemente avesse ucciso delle persone e quando lo venni a sapere fui devastato, io Namjoon lo amavo già da tempo e scoprire che la persona che amavo faceva cose simili e che per di più il fatto che facesse un lavoro tanto rischioso non mi calmava. Ho smesso di parlargli, chiusi completamente i rapporti con lui o almeno cercai di farlo ma lui non si arrese, cercò in tutti i modi di riavermi e finalmente ci riuscì. Io lo riaccettai solo e solamente per l'amore che provavo nei suoi confronti, per nient'altro. Era passato davvero tanto tempo che ormai stavamo insieme ufficialmente e io stavo cominciando a sognare il nostro futuro insieme; non ero sicuro di quel futuro che in fondo in fondo desideravo con tutto il cuore.
Appoggiai una mano sul mio cuore e chiusi gli occhi per poi immaginare Namjoon: sdraiato sul divano con le palpebre chiuse e un lieve e leggero sorriso accarezzargli le labbra, le braccia possenti e tatuate stringere un piccolo pargolo che aveva la testa sul suo petto.
Per un impercettibile ma intenso secondo mi commossi. Non dovevo sognare un qualcosa che non ero certo sarebbe successo, lo sapevo bene ma almeno quei sogni li potevo vivere a pieno, potevo esserne felice nonostante fossero solo e soltanto una finzione creata dalla mia mente per semplice consolazione.
Viviamo insieme da tempo ormai e questo per me era già un passo in avanti. La nostra casa é una semplice villa con 4 camere da letto abbastanza grandi di cui una camera é collegata alla nostra, la camera più grande, con un letto matrimoniale a baldacchino abbinato alle pareti color crema molto formali e che mi dessero sempre la sensazione di stare a casa, di sentire quel calore che per anni non ho sentito, i mobili del medesimo colore e un divano, un'enorme finestra che porta immediatamente sul giardino sul retro della casa, una sala da pranzo, una cucina, anche essa molto formale di color grigio chiaro collegata al salotto gigantesco. La nostra casa é piuttosto grande ma di certo non é paragonabile a quella di Jungkook e questo mi ha sempre dato fastidio, non so esattamente perché ma mi ha da sempre dato fastidio che noi essendo in due a vivere nella stessa casa avessimo una casa più piccola di quella di Jungkook ma quando venni a sapere cosa facesse di lavoro, bhe rimasi stupito e ritornai impassibile come prima.
Aprii l'armadio tirandone fuori qualcosa di più comodo dei jeans attillati che aveva comprato Nam, ormai indossiamo l'uno i vestiti dell'altro ma i suoi mi stanno comunque un pochettino larghi ma comunque ormai indosso seguendo gli stili che a Namjoon piacciono su di me, ovvero qualcosa di innocente, leggermente femminile e innocuo, perciò optai per un enorme felpa color caffé latte e dei semplici jeans.
A lui così gli piacevo e se piaccio a lui piaccio a me stesso.
Sentii il campanello suonare.
"Arrivo!" Urlai prima di tirare il cappuccio della felpa sulla testa per poi dirigermi alla porta.
Roteai le chiavi nella fessura e aprire la porta.
"Ciao amore" Disse sorridente.
"Ciao" La mia voce anche solo davanti alla sua presenza diventava quasi impercettibile, simile ad un lieve sussurro.
Chiusi la porta alle sue spalle mentre egli entrava in casa.
Mi voltai per poi rimaner allibito davanti al suo bellissimo sorriso mentre guardava chissà cosa sulla televisione.
A volte pensavo come potessi piacere a un Dio della Madonna come Namjoon. Era semplicemente perfetto.
"Che ci fai lì impalato? Vieni qui" Disse aprendo le braccia.
Era piuttosto difficile per me realizzare che quella era la stessa persona che aveva posto fine a chissà quante vite e quanti cuori.
Mi avvicinai e mi sdraiai a pancia in su sul suo petto con lui che mi stringeva forte a se. Annusò i miei capelli mentre io cercavo di nascondermi nell' incavo del suo collo.
Rise "Piccolo ti vergogni ancora?"
Sì, era questa la verità e lui la conosceva meglio di me.
ANGOLO AUTRICE
Buonasera a tutti, come state? Questo capitolo devo dirlo sinceramente fa schifo e non ho continuato (come avrei voluto) perché avrei solo scritto spazzatura, almeno in questo momento. Per questo cercherò di aggiornare il prima possibile quindi la prossima settimana. Mi scuso per non aver aggiornato prima ma calcolate che ieri ho studiato per 6 ore consecutive senza sosta, non voglio giustificare il mio ritardo con questo ma solo per dirvi, se vi trovate in una situazione simile, in cui siete di pessimo umore di non sfogarvi sulle persone a cui volete bene. Come vi chiamate su Pinterest? Io
@Envymycrown
Lasciatemi il vostro nome così vi seguo, baci
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