10. I want to go home
Yoongi's pov.
"Chi sei?Come osi entrare nei nostri dispositivi, intercettare le nostre chiamate? E rendere fuori uso le telecamere di sicurezza?"
"Ebbene sì sono un hacker" Risposi tranquillo.
Non ero ammanettato, non portavo manette ai polsi cosa che evidentemente quando entrai nella grande struttura li fece sorprendere più di quanto non fossero già sorpresi del fatto che io stesso il colpevole di tutto ciò.
La porta si spalancò.
"Mi hai chiamato Jose-Chi é lui?" Disse scrutandomi.
Ricambiai lo sguardo anche se un po' da stizzito.
Ero un ragazzo probabilmente più grande di me, anche lui coperto da tatuaggi, biondo, sudato, con le labbra rosee e una felpa di jeans che faceva intravedere la spalla e il collo tatuati. Aveva in mano dei fogli da cui capii che lavorava per la compagnia di Jeon e arrivai anche a pensare che fosse lui Jeon Jungkook, colui di cui tanto parla la gente ma non penso.
Jeon Jungkook lo conosco solo attraverso le voci che girano su di lui e a quanto pare é uno stronzo spietato e non penso che la sua prima reazione vedendo un intruso nella sua dimora.
"E' quello che sto cercando di capire ma per ora so che é un hacker e che ha manomesso gran parte dei nostri dispositivi" Disse il tizio mingherlino che se non sbaglio si chiama Josephine.
"Ma quindi avrebbe anche manomesso i nostri..." "No muscolone non sono cattivo fino a quel punto ma potrei farlo...." Dissi con un ghigno sulle labbra.
Ci trovavamo in un enorme hall elegantissima e mi domandai quanto fosse ricco questo Jungkook.
Evidentemente tanto.
Avanzai verso il biondino tatuato porgendogli la mia mano sotto lo sguardo di Josephine
"Yoongi" Dissi.
Afferrò la mano e la strinse con una stretta decisa rispondendomi:
"Namjoon"
Aveva uno sguardo indagatorio, attento, maturo, severo e deciso, sempre all'allerta ma allo stesso tempo leggero e soffice, quando si posava sulla tua pelle non lo sentivi bruciare ma sapevo che ne fosse capace e mi erano bastati quei pochi secondi per capire che lo fosse.
"Bene ci siamo presentati ora dimmi cosa vuoi" Disse.
"Parolina magica" Dissi con un ghigno.
"A che cazzo di gioco stai giocando?"
"Non sto giocando ti sto insegnando ad essere più educato dato che a quanto pare i tuoi non te l'hanno insegnato" Dissi sfidandolo.
"Brutto.." Sospirò "Perfavore..."
"Perfavore cosa?"
"Perfavore dimmi cosa vuoi e levati dai... Hai capito" Mi disse scocciato.
"Se questo é il massimo che posso avere.... Voglio parlare con Jeon Jungkook"
"Aveva un lavoro importante da quanto mi ha detto e non può venire oggi, o prendi un appuntamento o aspetti e vieni dopodomani alle.." " No! Non posso! Se ha affari lui ne ho altrettanto anch'io" Gli dissi arrabbiato.
"Senti non lo so nemmeno io cosa sta facendo mi ha detto solo che viene dopodomani al lavoro"
Lo scrutai negli occhi e mi accorsi, purtroppo che fosse sincero.
"Va bene, ritornerò dopodomani ma voglio che ci sia anche tu con me" Mi guardò titubante, lo rassicurai con lo sguardo e stranamente funzionò.
Taehyung's pov.
Alzai la testa lentamente con gli occhi ancora socchiusi per poi alzarmi mettendomi seduto ed ispezionare dove mi trovassi.
Mi trovavo su un letto a baldacchino matrimoniale con delle tende lunghissime e enormi in una camera da letto moderna arredata alla perfezione con tutti i colori abbinati ai cuscini e molto formali.
Ero estasiato ma poi il panico inglobò la mia mente e il mio cuoricino.
Ero solo, non sapevo dove mi trovavo, il mio zainetto non c'era e ora indossavo una semplice camicia nera ma comunque i jeans erano gli stessi, mi trovavo in una stanza, in una camera che non erano miei, senza la mia mamma...
Un lieve scricchiolare quasi inquietante mi fece sussultare, la porta si aprì e quello che vidi fu a dir poco sconvolgente.
Lo stesso tizio dell'altra sera ora sta appoggiato allo stipite della porta che mi guarda ma ciò che mi procurò un irritazione vera e propria fu il non decifrare il suo sguardo, freddo, gelido e senza emozioni, sembrava che invece lui avesse capito ogni mio singolo sentimento, turbamento o anche solo cosa stessi cercando di fare.
Era la prima persona dopo Jimin che mi vedeva in lacrime, in lacrime di frustrazione assoluta.
Era fermo difronte a me che mi guardava con quello sguardo indagatorio. Mi si avvicinò lentamente per poi far avanzare la propria mano in direzione del letto e allora io mi ritrai toccando con la schiena la testata del letto, a quel punto lasciò stare e si sedette accendendosi una sigaretta e se la mise in bocca con le gambe spalancate; solo allora mi accorsi che il suo smoking fosse di un rosso sangue e non nero come appariva prima.
La mia espressione fece trasparire un lieve disgusto che a lui non passo inosservato. Si tese in avanti con la schiena con la sigaretta tra indice e medio.
La mano avanzò di nuovo ma questa volta non mi mossi.
Jungkook's pov.
Spaventato, indifeso, sottomesso completamente a me.
Mai e poi mai mi é capitato di ritrarre la mia mano da un qualcuno che non desidera essere toccato, mai.
Avanzai di nuovo con la stessa mano e mi fermai un secondo ma questa volta non si ritirò indietro.
E toccai quella liscia, fresca e soffice pelle.
ANGOLO AUTRICE
Cuties scusatemi per il ritardo ma ieri mi si è anche presentato mal di testa, non parliamo del braccio che é meglio....
Arriva anche il secondo capitolo tra poco se finisco in tempo di revisionarlo, vi amo, muah!
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