🥀La Passione Desiderata🥀
E poi ci siamo
guardati di nuovo.
Cazzo.
~11~
Quella notte fu una delle peggiori della mia vita.
Mi sentivo come se un'inquietudine invisibile mi avvolgesse, una presenza oscura che mi impediva di trovare pace.
Mi giravo e rigiravo nel letto, mentre il minimo rumore sembrava amplificare il mio stato d'animo già teso.
Il costante tamburellare della pioggia contro i vetri della finestra sembrava quasi scandire il battito irregolare del mio cuore, accrescendo il senso di oppressione che mi attanagliava il petto.
Ogni goccia d'acqua era come una spina che si conficcava nella mia anima tormentata, facendo emergere paure e ansie che avevo cercato di seppellire.
Sospirai profondamente, cercando un sollievo temporaneo in quel respiro affannato e allungai il braccio per accendere la lampada.
La luce si accese con un clic secco, gettando un bagliore pallido nella stanza, una calma innaturale che contrastava con il tumulto dentro di me.
Mi alzai lentamente dal letto, sentendo i muscoli irrigiditi dalla tensione.
La stanza, di solito era un rifugio accogliente, ora sembrava un luogo estraneo, immerso in un silenzio irreale.
Le ombre si allungavano sulle pareti, oscure e minacciose, e ogni angolo sembrava nascondere un segreto inquietante.
Era come se la notte avesse rubato i colori e le forme, lasciando dietro di sé solo un vuoto opprimente e freddo.
Due colpi alla porta mi fecero sobbalzare, interrompendo quel silenzio angosciante.
Il cuore accelerò di colpo, e mi voltai di scatto verso la porta, cercando di capire chi potesse essere a quell'ora tarda.
Con un movimento lento, scostai le lenzuola e scesi dal letto, avvertendo il freddo pungente del pavimento sotto i miei piedi nudi.
Ogni passo era carico di esitazione, mentre mi avvicinavo alla porta con il cuore in gola.
La aprii con cautela, trovandomi di fronte Damon.
I suoi occhi, freddi come il ghiaccio, si fissarono nei miei con un'intensità che mi tolse il fiato.
Era alto, slanciato, con una figura che sembrava emergere dalla penombra come un'ombra vivente.
Il contrasto tra la sua pelle chiara, quasi eterea, e i capelli scuri e spettinati lo rendeva ancora più affascinante, quasi surreale, come una creatura emersa dalle profondità della notte.
Con una mano poggiata allo stipite della porta, Damon sembrava dominare lo spazio con la sua sola presenza, e per un attimo mi sentii piccola e vulnerabile davanti a lui.
"Posso entrare?" chiese con una voce profonda e penetrante, che risuonò nelle mie orecchie come un'eco lontana ma impossibile da ignorare.
Non risposi subito.
In silenzio, mi spostai di lato per permettergli di entrare.
Sentii la sua altezza imporsi su di me mentre mi passava accanto, e il suo profumo, un mix inebriante di tabacco e vaniglia, mi avvolse completamente, risvegliando in me sensazioni contrastanti.
Chiusi la porta alle nostre spalle, il rumore del chiavistello che scattava in posizione suonava come il segnale di un punto di non ritorno.
Mi voltai lentamente per affrontarlo, i suoi occhi intensi continuavano a scrutarmi, come se cercassero di penetrare ogni mia difesa, ogni mia barriera.
"Dimmi pure," lo incitai con un filo di voce, un sussurro appena udibile, mentre incrociavo le braccia al petto in un gesto istintivo di autodifesa.
Era come se sentissi il bisogno di proteggermi da quell'ondata di emozioni che minacciava di sommergermi.
Lui si voltò verso di me e il suo volto, con tratti scolpiti e affascinanti, era un'opera d'arte che sembrava essere stata creata per incantare e attrarre chiunque avesse la sfortuna di posare gli occhi su di lui.
"Va bene per te se resto per un po' a vivere qui?" chiese, toccandosi la nuca con un gesto che tradiva un'insolita esitazione.
Non era da lui esitare.
I suoi occhi, solitamente sicuri e decisi, vagavano per la stanza prima di tornare a fissarmi.
Poi, con un sospiro che sembrava liberare un peso invisibile, si sedette sul bordo del letto.
La sua postura, apparentemente rilassata, non riusciva a nascondere la tensione che lo attraversava come una corrente elettrica pronta a scattare.
Rimasi immobile, ferma a fissarlo, le parole bloccate in gola.
La sua richiesta mi aveva colta di sorpresa, e non sapevo come rispondere.
Il mio mondo, che già sembrava sul punto di crollare, si era appena incrinato un po' di più sotto il peso di quella semplice, ma devastante, domanda.
"Tranquilla, ne ho già parlato con tuo padre," aggiunse Damon, come se avesse letto i miei pensieri.
La sua voce era calda e rassicurante, ma con un sottofondo di qualcosa di più oscuro, una tensione che non riuscivo a decifrare.
"Va bene," annuii alla sua proposta, anche se nel mio cuore si agitavano mille domande senza risposta.
Damon mi fissò con quegli occhi magnetici, e la sua voce si abbassò a un sussurro, quasi come se stesse parlando a se stesso. "A volte... non capisco chi sei, piccola."
"Sono... io," risposi, cercando di mantenere la calma, ma sentendo il calore salirmi alle guance.
Gli rivolsi un lieve sorriso, sperando di spezzare quel momento di tensione.
"Intendo dire che non so chi sei davvero. Non ti lasci scoprire," replicò, il suo sguardo scendendo lungo le mie gambe nude fino ai piedi scalzi.
Il modo in cui mi guardava mi fece sentire esposta, come se potesse vedere attraverso di me, leggere i miei pensieri più nascosti.
"Non voglio, non voglio che tu scopra niente," sussurrai, deglutendo con difficoltà e stringendomi nelle spalle, cercando di proteggermi da quelle emozioni contrastanti che si agitavano dentro di me.
Feci qualche passo in avanti, e lui rimase immobile, osservandomi attentamente.
L'atmosfera nella stanza sembrava carica di una tensione elettrica, ogni movimento lento e carico di significato.
Arrivai a pochi centimetri dal suo corpo, sentendo il calore che emanava da lui, e il mio cuore iniziò a battere più forte.
La mia pancia era all'altezza del suo volto, e d'istinto gli accarezzai i capelli, sentendo la loro morbidezza tra le dita.
Il profumo di tabacco e vaniglia si mescolava all'odore della pioggia che filtrava attraverso la finestra socchiusa, creando un aroma che sembrava avvolgermi in una bolla fuori dal tempo.
Damon mi rivolse uno sguardo che emanava un calore bruciante, e senza smettere di fissarmi, allungò una mano verso il mio ginocchio.
Le sue mani, calde e forti, si posarono sulle mie ginocchia e lentamente risalirono lungo le cosce, sfiorando il bordo dei pantaloncini con una delicatezza che mi fece rabbrividire.
Il contrasto tra il suo tocco gelido e il calore che sentivo dentro di me creava una sensazione indescrivibile, come fuoco e ghiaccio che si scontravano, generando scintille.
Accarezzò con delicatezza il tessuto dei miei pantaloncini, e risalì ancora, questa volta fino all'elastico.
Sentii il mio cuore accelerare all'impazzata, i brividi che mi percorrevano la schiena, ma non lo fermai quando agganciò l'elastico con due dita.
Mi fece scivolare i pantaloncini lungo le gambe, e io me ne liberai con un gesto deciso, rimanendo con addosso solo le mutandine e la maglietta.
Il tessuto cadde a terra con un fruscio leggero, come foglie che si posano su un manto erboso.
Ci guardammo negli occhi, consapevoli di quello che stava per accadere.
Damon sollevò delicatamente il bordo della mia maglietta e si avvicinò per posarmi un bacio sul basso ventre.
Sussultai al contatto delle sue labbra calde contro la mia pelle, un brivido di piacere che si diffuse per tutto il corpo.
Damon mi rivolse uno sguardo divertito, i suoi occhi brillavano di una luce maliziosa, e io sentii il mio cuore sciogliersi sotto quel suo sorriso.
Con un altro sorriso, Damon continuò a baciarmi l'addome, le sue labbra calde si muovevano sulla mia pelle come una carezza leggera, delicata come il battito d'ali di una farfalla.
Mentre sollevava lentamente il tessuto della mia maglietta, un'ondata di calore e desiderio mi attraversò, come se ogni bacio avesse il potere di sciogliere la tensione accumulata dentro di me.
Senza alcun esitazione, alzai le braccia, facilitandogli il compito di sfilarmi l'indumento.
La maglietta scivolò sul pavimento come una foglia d'autunno che si posa sul terreno, lasciandomi esposta di fronte a lui.
Il suo sguardo si posò sul mio seno nudo con una tale intensità che il mio cuore cominciò a battere più forte, come se volesse uscire dal petto.
Arrossii involontariamente, ma Damon, con una tenerezza inaspettata, mi accarezzò il volto.
Le sue dita sfiorarono la mia pelle come il tocco di un pittore che dipinge un'opera d'arte, facendomi comprendere che non avevo motivo di sentirmi imbarazzata.
Mi sentivo come una statua antica, scolpita con amore e adorazione, ogni mia imperfezione trasformata in bellezza sotto il suo sguardo ammirato.
Damon era alto e slanciato, la sua figura elegante e ben proporzionata si stagliava contro la luce soffusa della stanza.
I suoi capelli scuri, quasi neri, incorniciavano un volto scolpito, con tratti decisi e maschili: zigomi alti, naso dritto e una mascella forte.
Gli occhi, di un azzurro glaciale, brillavano di una luce penetrante che sembrava andare oltre la superficie, cercando di leggere ogni mio pensiero.
La sua pelle era chiara, quasi eterea, in netto contrasto con la profondità dei suoi capelli.
C'era un'aura di mistero e potenza in lui, come se fosse una creatura delle ombre, in bilico tra il mondo reale e uno più oscuro e inesplorato.
Le sue mani, grandi e forti, si posarono sui miei fianchi con delicatezza, seguendo con grazia le curve del mio corpo.
Era come se stesse modellando un'opera d'arte con le sue dita, ammirando ogni dettaglio, ogni curva, ogni piega della mia pelle.
Le sue dita si muovevano con la sicurezza di un artista esperto, ma il suo tocco era incredibilmente gentile, quasi reverenziale.
Mi stava adorando con tutti i miei difetti, come se ogni segno sulla mia pelle fosse un segreto prezioso da scoprire, un racconto che solo lui poteva leggere.
Mi sentivo vulnerabile sotto il suo sguardo, eppure, allo stesso tempo, incredibilmente potente.
Come se, in quel momento, fossi il centro del suo universo, l'unica cosa che importasse.
Era come se il tempo si fosse fermato, e tutto il mondo si fosse ridotto a quella stanza, a noi due, alla connessione che si stava creando tra di noi.
Ogni respiro, ogni movimento, era carico di significato, e sentivo che niente sarebbe più stato lo stesso.
Damon sollevò lo sguardo, incrociando i miei occhi con un'intensità che mi fece tremare.
Non c'erano più parole tra di noi, solo l'infinita comunicazione dei nostri corpi e delle nostre anime.
Lui era lì, davanti a me, non solo come un uomo, ma come un enigma da risolvere, un universo da esplorare.
E in quel momento, sapevo che avrei voluto conoscere ogni segreto, ogni sfumatura di quell'essere che mi stava adorando come una dea.
Damon avvolse i miei seni con i suoi palmi grandi, le dita lunghe e affusolate si muovevano con una delicatezza che contrastava con la forza che emanava dalla sua figura.
La sua pelle, calda e leggermente ruvida, sembrava fondersi con la mia, e ogni suo tocco inviava onde di piacere che si irradiavano lungo la mia schiena come scosse elettriche.
Si avvicinò a uno dei miei capezzoli con una lentezza studiata, prendendolo tra le labbra con una delicatezza che mi fece trattenere il respiro.
Il tempo parve fermarsi, sospeso in quell'istante in cui il mondo si riduceva a nient'altro che a noi due e al contatto delle sue labbra morbide e calde sulla mia pelle.
Sentii la sua lingua muoversi in cerchi lenti e ipnotici, come se stesse disegnando percorsi invisibili sulla mia pelle, tracciando linee che sembravano lasciare un segno indelebile.
Ogni movimento era un'incisione di fuoco che si propagava dentro di me, incendiando ogni fibra del mio essere.
Chiusi gli occhi, abbandonandomi completamente a quella sensazione che mi travolgeva come un'onda possente, capace di spazzare via ogni pensiero e lasciarmi sospesa in un mare di puro piacere.
Ogni nervo del mio corpo sembrava svegliarsi all'unisono, rispondendo al suo tocco con un desiderio crescente, che si faceva strada attraverso di me, inarrestabile e intenso.
Con un gesto istintivo, posai una mano sul suo collo, sentendo i muscoli tesi sotto la pelle liscia e calda.
Era come toccare una statua di marmo che improvvisamente prende vita sotto le mie dita.
Volevo attirarlo più vicino, sentire il calore del suo corpo contro il mio, desideravo che ogni distanza tra noi scomparisse.
La mia mano si insinuò tra i suoi capelli scuri e morbidi, stringendoli leggermente, come se volessi aggrapparmi a quell'istante, come se lasciarlo andare potesse significare precipitare in un abisso senza fondo.
Lo spinsi dolcemente contro il mio petto, desiderando ardentemente sentire il calore delle sue labbra fondersi ancora di più con la mia pelle.
Un calore profondo si propagò dal punto in cui le sue labbra erano posate sul mio capezzolo, irradiandosi come una corrente elettrica attraverso tutto il mio corpo.
Ogni bacio, ogni sfioramento, sembrava accendere una nuova scintilla dentro di me, una fiamma che ardeva sempre più intensamente.
Sentivo quel calore concentrarsi tra le mie cosce, un'energia pulsante che mi faceva tremare le gambe, come se ogni parte del mio corpo rispondesse a un ritmo ancestrale, primordiale.
Damon, con il suo aspetto magnetico e quasi etereo, era un contrasto perfetto tra forza e grazia.
I suoi capelli scuri e leggermente ondulati incorniciavano un volto dai tratti decisi: una mascella scolpita, zigomi alti e un naso dritto che conferivano al suo viso un'aura di perfezione quasi innaturale.
Ma erano i suoi occhi, di un azzurro glaciale, a catturare la mia attenzione; occhi che sembravano scrutare dentro di me, leggendo ogni mio pensiero più nascosto.
La sua pelle, chiara e luminosa, risaltava ancora di più nel chiarore soffuso della stanza, rendendolo simile a una creatura mitica, un essere emerso da un sogno o da un'antica leggenda.
Mentre continuava a esplorare il mio corpo con una devozione che sembrava quasi venerazione, mi sentii trasformare sotto il suo sguardo.
Ogni sua carezza era come un pennello che ridisegnava la mia immagine, rendendo ogni mia imperfezione un dettaglio prezioso, ogni mio difetto una caratteristica unica e amata.
Era come se mi stesse scolpendo in una nuova forma, una forma che esisteva solo nel suo mondo, un mondo dove io ero l'unica cosa che contava.
E in quell'istante, sotto il tocco delle sue mani e delle sue labbra, capii che ero completamente e irrimediabilmente persa in lui.
Damon non era solo un uomo, era il mio tutto, e io ero pronta a lasciarmi consumare da quel fuoco che aveva acceso dentro di me。
Damon continuava a muoversi con una lentezza torturante, come se volesse prolungare all'infinito quel momento, trattenendo ogni istante tra le sue dita.
Ogni suo tocco era carico di un'intensità che faceva vibrare l'aria intorno a noi, e mi sentivo come se fossi l'unica cosa che contava, come se tutto il resto fosse solo un'ombra lontana.
La sua figura, alta e imponente, sembrava dominare lo spazio in cui ci trovavamo, rendendolo più piccolo, più intimo, come se il mondo intero fosse racchiuso in quel minuscolo universo creato dalla nostra vicinanza.
Il contrasto tra la sua pelle chiara, quasi diafana, e i capelli scuri e folti lo rendeva ancora più affascinante, come un dipinto dai tratti netti e decisi, una figura che sembrava uscita da un sogno.
I suoi occhi, un tempo freddi e distaccati come ghiaccio, ora brillavano di un'intensità che mi toglieva il fiato.
Era come se il loro colore azzurro, ora acceso da una luce interna, riflettesse un fuoco segreto, una passione che ardeva solo per me, consumandomi dall'interno.
Ogni muscolo del suo corpo sembrava scolpito nella pietra, come se fosse stato plasmato da un abile scultore.
I suoi tratti erano definiti, perfetti, come un'opera d'arte vivente.
Le spalle larghe e forti, le braccia muscolose e le mani grandi e sicure, erano il simbolo di una forza controllata, di un potere che sapeva esattamente quando essere delicato.
Ogni suo movimento era misurato e preciso, come se volesse imprimere nella mia mente ogni dettaglio, ogni sfumatura di quel momento.
Era un'artista che disegnava sulla mia pelle, lasciando segni invisibili ma indelebili, segni che avrei portato con me per sempre.
Sotto il suo tocco, mi sentivo rinascere, come se ogni parte di me fosse stata risvegliata da un sonno profondo.
Ogni nervo, ogni fibra del mio corpo rispondeva alla sua presenza, amplificando ogni emozione fino a farla esplodere dentro di me.
Ogni sfioramento era un'onda di piacere che si propagava come un incendio, bruciando via ogni dubbio, ogni incertezza, lasciando solo una consapevolezza pura e cristallina del desiderio che provavo per lui.
In quel momento, tutto il mondo sembrava essersi ridotto a quell'unico istante, un istante perfetto e irripetibile in cui il tempo si era fermato.
Ogni respiro, ogni battito del cuore si sincronizzava con il suo, creando un'armonia silenziosa che mi avvolgeva completamente.
Il mondo esterno era svanito, dissolto nell'oscurità, e l'unica realtà che esisteva era quella creata dalle sue mani, dai suoi occhi, dal suo corpo che si fondeva con il mio in un abbraccio che sapevo avrebbe lasciato un segno indelebile nella mia anima.
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