🥀Beccati🥀
Voglio un "Buongiorno"
un bacio
e un caffe'.
~29~
Mi misi in punta di piedi, il cuore che batteva freneticamente, e lui, percependo il mio desiderio, piegò leggermente la testa, avvicinando le nostre labbra.
Il bacio che ne seguì era un'intesa profonda, come se due anime, finalmente riconnesse, si fondessero in un abbraccio di pura passione.
La sua bocca era calda e avvolgente, simile a una coperta di seta che mi accoglieva in un caldo rifugio.
Le nostre lingue si incontrarono e iniziarono una danza avvincente, un balletto di calore che irradiava un fuoco silenzioso e potente sotto la pelle, come se una fiamma ardente si stesse espandendo in tutto il mio corpo.
Respiravo affannosamente contro le sue labbra, ma Damon non interruppe il bacio. Sentivo la sua forza e la sicurezza avvolgermi come una protezione impenetrabile, quasi come se stessi trovando asilo in un angolo sicuro del mondo.
Un flebile mugolio sfuggì dalle mie labbra, e lui rispose con un sorriso, succhiando il mio labbro inferiore con una pressione dolce e punteggiata di una dolce tortura.
Improvvisamente, dei passi pesanti e decisi interromperono la nostra intimità. Mike fece capolino nella cucina, la sua figura emerse come un'apparizione inaspettata, come se il mondo fosse stato interrotto bruscamente dalla nostra scena.
"Allison! Ho fame, c'è qualcosa..." La sua voce si bloccò di colpo non appena scoprì la nostra situazione compromettente.
Mi allontanai di fretta, spingendo Damon via e barcollando all'indietro per qualche secondo, mentre il rossore mi salì alle guance come un'ondata di calore imbarazzante e ineluttabile.
"Oddio ragazzi, un po' di contegno, dai!" esclamò Mike, la voce un misto di sorpresa e ironia. Mi appoggiai alla parete, cercando di ritrovare la lucidità.
Sistemai alcune ciocche di capelli ribelli che mi cadevano sul volto, cercando di nascondere la mia vergogna come una schermatura improvvisata.
Mike, con una calma imperturbabile, aprì il frigorifero, prese un succo di mela e uscì dalla cucina senza darci ulteriori considerazioni, come se nulla fosse accaduto, come se avesse assistito a una scena di vita quotidiana.
Abbassai lo sguardo, il mio volto un misto di imbarazzo e determinazione.
Mi avvicinai lentamente a Mike, afferrandolo per un braccio e sussurrandogli all'orecchio con un tono minaccioso, quasi glaciale: "La prossima volta che ci interromperai, ti ucciderò con le mie stesse mani."
Il mio sussurro era come un veleno lento e mortale, le parole pronunciate con una freddezza gelida, mentre stringevo il suo braccio.
"Oh, e io dovrei avere paura di una ragazzina come te?" Mike si voltò verso di me con un sorrisetto sghembo, che gli illuminava il volto con un'aria di divertimento malizioso, come se si stesse godendo un gioco pericoloso.
"Va bene, ti rinfresco la memoria raccontandoti di come andrà a finire," risposi, la mia voce divenne più ferma e decisa.
"E come? Sentiamo," chiese lui, con una curiosità insolente.
"Prima di tutto, ti legherò a testa in giù e poi ti torturerò fino a quando non cadrà l'ultima goccia di sangue dal tuo corpo." Mormorai, con un sorriso diabolico che si allargava sulle mie labbra, gli occhi scintillanti di una luce minacciosa e maligna mentre lo fissavo.
Le mie parole erano come una promessa oscura, la minaccia di una vendetta tanto desiderata quanto temuta.
Se vi state chiedendo dove fossero finiti mio padre e la sua nuova famiglia, ecco la risposta.
Damon decise di trasferirli in un'altra casa, per garantirne la sicurezza.
Questo gesto sembrava essere dettato dalla necessità di proteggerli, vista l'incertezza dopo il rapimento di Hailey e il fatto che consideravamo questa casa, e soprattutto questo luogo, tutt'altro che sicuro.
I miei due fratellastri, Alex e Noah, erano stati inviati con loro come guardiani.
I loro sguardi erano vigili e protettivi, come sentinelle appostate in una torre di guardia, scrutando ogni movimento con attenzione.
Era giunto il momento di affrontare Elia.
Ma la mia determinazione non era spinta solo da un semplice desiderio di conversazione; cercavo risposte, e solo risposte.
Quando varcai la soglia del salotto con Mike al mio fianco, il tempo sembrò rallentare, come se ogni istante fosse sospeso nell'aria carica di tensione.
La stanza era pervasa da un silenzio denso, mentre Elia, seduto sul divano, si alzava con movimenti lenti e ponderati.
I suoi occhi, di un intenso colore che evocava la profondità di un oceano tempestoso, si rivolsero verso di me con uno sguardo penetrante.
Era come se il suo sguardo potesse perforare la mia determinazione e leggere nel profondo dei miei pensieri, come un radar impassibile che scrutava l'animo umano.
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