Una rosa bianca e una freccia

L'acqua bollente abbracciava il suo corpo. Si rigirava nel tepore della vasca da bagno della sua stanza da un po' senza osare uscirne e rientrare nel mondo reale per non dover ricordare l'orrore della realtร . Era uno di quei momenti in cui lasciava i pensieri oscuri di tutti i giorni in un angolino remoto della mente senza dargli spazio per espandersi e modificare il suo stato di tranquilla prosperitร .
Dopo circa un ora di immobile relax si decise di prendere il sapone elfico all'essenza di abete d'estate, il suo preferito, e sparmarselo su tutto il corpo, poi strofinarsi di nuovo per sciaquarsi. Sentiva qualcuno parlare a voce alta e canti in una lingua che capiva poco provenire dal piano terra.
Evidentemente era arrivato Orik con i suoi nani. Finalmente. La guerra stava andando male. Quelli che prima della vittoria dei Varden erano i sostenitori di Galbatorix stavano vincendo troppe battaglie. E aveva rischiato di morire l'altro giorno, se Roran non avesse visto quel lurido umano prima che finisse l'affondo. Doveva ricordarsi di ringraziarlo di nuovo. Si massaggiรฒ il lungo taglio ormai rimarginato che aveva sul fianco. Non era l'unica ferita che aveva, ma era quello che aveva portato piรน fastidi.
Uscรฌ dalla vasca e si avvolse nell'asciugamano bianco che aveva appoggiato di fianco alla vasca.
Osservรฒ la stanza: adorava la luce soffusa che filtrava attraverso le tende.
Adorava come Nasuada aveva sistemato il palazzo di Ilirea. Lo trovava degno di una giovane ma esperta condottiera come la nuova imperatrice. Adorava anche come lei governava, ma evidentemente non tutti erano del suo stesso parere, altrimenti non avrebbe tutte quelle ferite di guerra sul corpo.
Si infilรฒ i pantaloni e si allacciรฒ la camicia.
Aprรฌ la finestra e sentรฌ i calore solare sul viso. Ricordava quando aveva messo piede fuori per la prima volta piede fuori dopo la lunga e orribile prigionia a Gil-ead. Arya venne scossa da un brivido al ricordo dei giorni infiniti passati nel dolore e la paura in compagnia di Durza. Poi lo spettro venne ucciso da Eragon a Fathen Dรผr.
Chissร  come stava Eragon. Comunque probabilmente lo avrebbe rivisto tra due giorni nella stessa cittร  in qui si erano conosciuti: a Gil-ead.
Uscรฌ dalla camera che le avevano assegnato. Il corridoi era deserto.
Avevano avuto una soffiata da parte di un uomo che ci sarebbe stata una rivolta a Gil-ead appunto tra due giorni.
Lei voleva arrivarci prima di tutti, per avere tempo di smaltire i brutti ricordi che sapeva quella cittร  le avrebbe procurato. Perรฒ voleva anche andare nel vecchio carcere e cercare la sua cella. Voleva lasciarci un suo ricordo.
Una rosa bianca e una freccia sarebbero stati perfetti.
Voleva che quando sarebbe morta qualcuno li avrebbe trovati e avrebbe iniziato a cercare di chi potevano essere. E magari avrebbe scoperto la sua storia e l'avrebbe ricordata.
Avrebbe lasciato Ilirea quella notte dopo il banchetto insieme a Firnien.

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