Il piano di Nasuada
Eragon camminava nei corridoi del grande palazzo, accompagnato da Arya, Ryannah, Rielf e Koel.
I cavalieri, scortati da uno dei Falchi Neri (le guardie personali dell'imperatrice), stavano andando a confrontarsi con Nasuada che avrebbe spiegato loro il piano.
Il palazzo di Gil-Ead, non era bianco e luminoso come quello di Ilirea, ma pur sempre maestoso, anche se piรน buio e, in un certo senso, inspirava una certa inquietudine. Ma era comprensibile, visto che le uniche cose che Nasuada e il governatore avevano sistemato erano gli arredi. La struttura e i giochi di luci che rendevano gli spazi, giร scuri di per sรจ visto che era tutto tappezzato di marmo nero, erano gli stessi dell'epoca galbatoriana (aggettivo con cui si aveva iniziato a chiamare il periodo del regno di Galbatorix).
All'improvviso si fermarono davanti ad un portone di legno d'ebano.
Il soldato che li guidava lo aprรฌ e li fece entrare.
I cinque cavalieri si ritrovarono in un grande salone con al centro un tavolo con dieci sedie.
Su quelle piรน sontuose erano seduti il governatore di Gil-aed e Nasuada, la quale indossava un lungo vestito color oro.
Ai loro lati erano disposti Orik con la barba raccolta in tre treccine, secondo la moda nanica del momento, Roran e il capitano dei Falchi Neri.
Tutti si alzarono al loro ingresso.
Roran e Oriksi fiondarono verso Eragon al quale riservarono un amichevole abbraccio a testa.
Arya si avviรฒ verso Nasuada, pensando di doverle delle spiegazioni per essere sparita nel nulla da un giorno all'altro.
Ma appena iniziรฒ a parlare l'imperatrice la bloccรฒ.
<<Lo so. Non mi devi niente, ti capisco. Anzi: non so come mi sarei comportata al posto tuo, ma tu hai fatto la cosa giusta, Arya. Poi non sono la tua regina, non piรน: siamo alleate, ricordalo>>
Detto questo, tutti si sedettero. Eragon presentรฒ Rielf, Koel e Ryannah a tutti e la riunione incominciรฒ.
Nasuada spiegรฒ il piano per contenere la protesta, che avrebbe avuto inizio circa tre ore dopo, e intervenire se ci fossero state delle svolte violente.
Il piano era semplice: parte dell'esercito si sarebbe mischiato ai manifestanti, mentre altri soldati si sarebbero posizionati in alcuni vicoli isolati ma strategici.
Eragon e gli altri cavalieri, a bordo dei rispettivi draghi si sarebbero tenuti pronti sopra la folla, in volo, stando attenti a non farsi notare.
Per non dare nell'occhio ci aveva pensato Angela, l'erborista, che secondo Nasuada e gli altri era stata li giorno prima e aveva lasciato cinque ciondoli magici capaci di donare l'invisibiltร ai cavalieri e hai loro draghi.
Venivano azionati quando chi li indossava sussurrava "Che non mi veda" nell'antica lingua.
Conclusa la riunione tutti corsero ad armarsi e a posizionarsi nelle rispettive basi.
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