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Due anni sono tanti.
Alcuni possono credere che siano addirittura abbastanza.
In due anni ti rifai una vita, che sia bella, brutta, luminosa o altro, è impossibile stare fermo ad aspettare.
Sembra così surreale per quei ragazzi. Dopo tutto quel dolore, quell'angoscia, quelle urla e quel sangue, ad accoglierli c'è stata una nuova pagina.
Due anni di pace in cui niente è successo, in cui andava tutto bene.
Dovrebbero essere sufficienti.
Ma non lo sono.
Non lo saranno mai.

È questa la prima cosa a cui pensa, quando Pietro si risveglia da un incubo che sembra reale. E si sente soffocare, matido di sudore. Chiude gli occhi e li vede: artigli stretti intorno al collo, occhi rossi lo fissano nel buio. Labbra che sorridono nelle ombre.

No.
Non ho finito.
No.
Datemi più tempo.

Due anni sono tanti.
Alcuni pensano possano essere abbastanza.
Pietro no.
Non saranno mai abbastanza.

«Va tutto bene?» gli chiede la dolce voce di Melin, al suo fianco, i capelli rossi sparsi sul cuscino e gli occhi neri brillanti nell'oscurità.

Lui la stringe a sé.

«Sì» risponde. «Va tutto bene».
Dopotutto, era solo un sogno.

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