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perché. Perche io!
Questo era ciò che si ripeteva con rabbia Cher tra una lacrima e l'altra, nel bagno del bar della scuola.
ma torniamo indietro e ripartiamo dall'inizio; questa mattina la voglia di alzarsi era pari a zero, e il viaggio in pullman sembrò durare un'eternità.
Cher non aveva una gran voglia di vivere, ma secondo i suoi piani quel giorno sarebbe dovuto essere leggero visto che nn aveva nessun test.
primo grande errore.
Alla prima ora il professore di matematica ha fatto un compito a sorpresa, su cose di cui la ragazza nn aveva idea di cosa fossero e consegno in bianco. il resto della mattinata era in programma un progetto sulla sicurezza, ma saltò per dei disguidi e fu quindi rimpiazzato da due ore di interrogazioni.
Quando suono finalmente la campanella che dava inizio all'intervallo Cher si recò a mo di zombi  verso la macchinetta degli snack, ma trovò coda.
era quasi arrivato il suo turno, quando sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla. dopo un piccolo spavento iniziale pensò che fosse una delle sue amiche, ma quando fece per voltarsi si trovò davanti il bidello, che con un volto inespressivo de disse di seguirlo.
Arrivarono in segreteria, dove sua madre era seduta con il viso tra le mani, singhiozzando.
la ragazza non sapeva cosa pensare, cosa fosse accaduto, allora si avvicinò alla donna, che di scatto la abbraccio e la strinse molto forte. Era il primo abbraccio che le dava dopo tanto tempo. dopodiché da fisso negli occhi e le diede la tanto temuta notizia.
Suo padre si era suicidato.


vuoto.
solo vuoto.
tutto il chiacchiericcio dei corridoi era svanito, ora cera solo un fischio nelle orecchie di Cher. Il suo corpo si mosse da solo, e si ritrovò in bagno, in ginocchio in un angolo a fissare il muro. non riusciva a provare nessun sentimento, e si dannava per questo, cazzo era morto suo padre, perché nn era disperata! non stava piangendo o urlando! Eppure non sentiva niente. i bidelli decisero di lasciarla un po da sola, e passò all'incirca mezz'ora. Nella mente della ragazza ricomparse un ricordo semplice, felice di lei e suo padre che giocavano in cortile.
Ed ecco la prima lacrima rigarle il viso, la prima di molte altre.
"È stata colpa mia! " si ripeteva.
avrei voluto abbracciarla e dirle che non era così, ma non potevo.
eppure pensava che la colpa fosse stata  ancora di quell'incidente, avvenuto molti anni prima...

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