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Volevo troppo stare un po' in quella sala prove anche solo con i silenzio, scalza sul tatami ma dopo la mia presentazione, Jacob rientrò e Lou e Ziu se ne andarono; attesi davanti alla porta aperta contemplando il riflesso nello specchio, posai lo sguardo sulle pareti intorno e poi ancora sullo specchio, Jacob stava reimpostando le luci ed ero troppo distratta per accorgermi che mi aveva rivolto la parola, scrollai il capo uscendo dal mio stato incantato e lo osservai confusa, «Hai detto qualcosa?» gli domandai, lui si avvicino accennando una risata, «Se vuoi puoi entrare...» sorrise, facendo segno di entrare con una mano, «...stavo provando una coreografia vecchia» continuò lui, mentre io facevo il mio ingresso in quella meravigliosa stanza, passai i piedi sul tatami strisciandoli di poco come facevo quando a casa provavo a scaldarmi prima di dare libero sfogo alla mia fantasia di ballo, mi affiorò un sorriso sulle labbra, la mia felicità l'aveva percepita anche Jacob che mi fissava con un dolce sorriso in viso. «Non volevo disturbarti, ma ho sempre adorato questo tipo di pavimentazione...» risi, e mi feci da parte per fargli spazio, «Mi piacerebbe vedere la coreografia che stavi facendo se non sono d'intralcio» il mio coreano iniziava a sembrare più fluente, anche se l'espressione sul viso di Jacob si corrucciò, «Non sei d'intralcio...» riprese il suo sorriso serafico, «...anzi, mi aiuta avere pubblico!» così mi sedetti in un angolo della stanza a fare da spettatrice alla sua coreografia; la canzone era armoniosa, seguivo i suoi movimenti con attenzione e meticolosità da dar fastidio, ero incantata dal suo viso serio e impegnato che non mi accorsi del ragazzo che mi si era accostato, in quella luce soffusa, lancia un urlo per lo spavento e colpi con la nuca lo specchio, il colpo non fu così forte da provocare rotture ma io presi una testata da dovermi massaggiare l'intera area. Avevo fatto fermare la performance di Jacob, per il casino che avevo provocato si era precipitato subito in mio soccorso anche se Ayno era già lì a tranquillizzarmi pur non conoscendomi, «Zana, tutto bene?» si avvicinò prendendomi tra le mani il viso e guardarmi negli occhi, sentivo la faccia bollente, gli occhi di Jacob dritti nei miei, e Ayno che ci fissava confuso, «S-sto bene...» balbettai cercando di levarmi le sue mani dal viso, sarebbe stato un momento magico se solo non ci fosse stato il terzo incomodo a fissare, «Tutto bene, Ayno mi ha spaventato, ero immersa nella tua coreografia...» sentivo l'imbarazzo percorrermi da capo a piedi e decisi di uscire, lasciando il cellulare che mi era scivolato nel mentre.
Stavo cercando di far rallentare il battito del mio cuore, camminavo lentamente nei corridoi dell'agenzia diretta verso la sala pausa, scesi le scale che collegavano il primo piano e in poco tempo ero davanti alla porta, non feci in tempo ad appoggiare la mano sulla maniglia che la porta si spalancò, mi trovai davanti un ragazzo super sorridente alla sola mia vista, certo che non aveva mai un espressione di ribrezzo o fastidio sul suo viso, avrei voluto avere lo stesso suo atteggiamento, St.Van era sempre allegro, per quanto lo vedevo io. «Oh scusa...» mi fece spazio per entrare nella stanza, «...sei la ragazza dell'aeroporto!» esclamò indicandomi, guardo il suo gesto e leggermente imbarazzato si mise la mano tra i capelli, io intanto osservavo il suo braccio, ero un'ossessionata di tatuaggi, ne avevo due anche io ma non si vedevano molto spesso, «Si, sono io, esatto...» risi, la sua presenza era confortante e non metteva in soggezione, «...sono Zana, quella nuova.» a quel punto fu lui a ridere, aveva una bella risata e pure contagiosa, ripresi a ridere pure io, poi tastai le tasche della mia giacca per prendere il cellulare con mia delusione di non trovarlo, il panico inizio a salire in me, fissai intensamente St.Van preoccupata, «Credo di aver perso il cellulare...» si fece serio per un secondo poi riprese il sorriso «Andiamo a cercarlo, dove sei stata prima?» usci dalla stanza e mi precipitai verso le scale, rallentai e mi girai in direzione di Geumhyuk «Ero nella sala prove con il tatami!» dissi con tono agitato, mi mise una mano sulla spalla «Tranquilla, se ti è scivolato lì, Cobi l'avrà trovato» sorrise, in quel momento mi sembrava un criceto con le guance piene di semi di girasole, «E' proprio quello il problema!» misi le mani tra i capelli, non volevo farmi vedere di nuovo dopo quello che era successo. Mi ero immobilizzata davanti alle scale, St.Van nel mentre era già a metà rampa, lo guardavo dal basso con un sorriso forzato e iniziai lentamente a salire le scale per raggiungerlo; intanto nel corridoio del piano di sopra Jacob mi stava cercando e intravedendo St.Van lo fermò «Hyung! Hai visto una ragazza con gli occhiali, capelli castano scuro alta più o meno...» tentò di azzeccare l'altezza ma con poco successo; «...in qualsiasi caso ho il suo cellulare» sorrise tutto soddisfatto, mettendo in mostra il mio apparecchio inseparabile dalla parte della sua photocard. St.Van si girò dalla mia parte, il mio imbarazzo era evidente da chilometri di distanza, «Ora capisco perché eri così agitata» mi avvicinai lentamente, «Il nostro Cob è il tuo bias!» lo urlò praticamente da farlo sentire pure nello spazio, «In verità...» mi fermai appena davanti ai due «...è il mio ultimate» il cuore mi riprese a battere insistentemente troppo forte, non volevo farlo sapere a tutti, ma ormai il fatto era venuto a galla; mi mise il cellulare sotto il naso e alzai lo sguardo verso di lui, sorrideva più di prima. Suonò un telefono e St.Van se ne andò di corsa, lasciandomi davanti ad un Cobi super esaltato, gli sorrisi e lo ringraziai facendo un inchino profondo; infine mi invitò a tornare nella sala prove, dicendomi che la mia presenza come pubblico gli dava più motivazione, il quale mi riempi di gioia dimenticandomi la questione del cellulare e della scoperta del mio amore profondo per Zhang Peng, sperando di riuscire a tenerlo ancora un po' segreto.
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