~30~
Il passaggio di vasca in vasca ci sfuggì di mano, e il pomeriggio scorreva veloce, non rendendoci conto che ormai si era fatta una certa ora; il giorno dopo ci toccava ancora un set fotografico, l'ultimo prima del Comeback. Lessi con quel poco che ci vedevo, senza occhiali ne lenti a contatto, l'orologio che c'era appeso su una parete, continuando a strizzare gli occhi per mettere a fuoco le lancette, ma fu impossibile, mi allontanai di poco dai ragazzi che si accorsero che ero scomparsa dal loro radar, notando che stavo uscendo dalla piscina mi seguirono, «Perché esci?» mi cercò di urlare Lou, «In verità volevo leggere l'ora...» indicai l'orologio, «...ma sono senza occhiali e non vedo.» dissi girandomi, con tutti i ragazzi davanti a me con l'acqua neanche a mezzo busto, sorrisi e mi sedetti sul muretto, mentre sbattevo i piedi nell'acqua mi si avvicinò Cobi, bloccandomi le gambe, «E' tardi?» fissò il mio viso, poi l'orario, «Dipende, per cosa è tardi?» abbassai il tono di voce abbassandomi un po' con la testa, avvicinandomi così al suo viso. «Ragazzi! Non è ora di muoversi?» esclamò Ziu intento ad uscire, la mia pancia accennò un leggero brontolio, che fu udito da Jacob, avrei voluto sotterrarmi, lo fissai per capire se aveva sentito e mi sorrise dolcemente, «Direi di si, Zana ha fame!» disse voltandosi verso il resto del gruppo, «Cob!» gli diedi un leggero schiaffo che a contatto con la sua pelle bagnata fece un sonoro 'ciaf', facendo girare anche altre persone nei dintorni, arrossii e mi alzai recuperando l'asciugamano, correndo poi negli spogliatoi femminili. Passai dalle docce per levarmi un po' di cloro e cambiandomi il costume con la biancheria intima che mi ero portata dietro, seduta sulla panchina di legno, mentre infilavo le calze, udii una notifica dal mio cellulare, indossai in fretta i pantaloni e la maglietta recuperando poi il cellulare per leggere il messaggio, 'Ti aspettiamo nell'atrio, cosa vuoi mangiare?', aveva scritto Jacob, ci pensai un po' su, non avevo la minima idea, avevo fame e basta, risposi, 'Non saprei dire, qualsiasi cosa mi va bene!' inviai lasciando anche un cuoricino rosso, presi la felpa e una giacca leggera che mi procurai prima di arrivare lí quel pomeriggio, e uscii dallo spogliatoio recandomi al nostro punto di ritrovo, frizionai un po' i capelli per evitare di farmeli gocciolare troppo sui miei vestiti e inumidirli.
Mentre raggiungevo l'atrio guardavo lo schermo del mio cellulare, la ricerca di cibo mi distrasse da ciò che mi circondava, andando a scontrarmi con un uomo, alzai lo sguardo chiedendo scusa e facendo una leggera corsa verso i ragazzi che erano a pochi passi da lì, mi sembrava un po' irritato dalla mia disattenzione, afferrai il braccio di Cobi un po' spaventata, ma con un suo gesto, mi calmò, mettendomelo attorno alle spalle, tenendo lo sguardo fermo dal lato opposto al signore che stava alle nostre spalle. «Mi è venuto in mente cosa volevo per cena..» dissi girando di poco la testa per guardare con la coda dell'occhio se quell'uomo se ne fosse andato o se mi stava ancora osservando, Jacob mi prese per mano trascinandomi così verso l'uscita, «Cos'era?» sorrise lui riprendendomi le spalle, «I Mandu... Se non mi sbaglio sono ravioli?» rimuginai, riprendendo ad osservare avanti a me incurante dell'accaduto, anche perché io gentilmente mi ero scusata. «Si! Esatto!» annui lui, gli altri non avevano obiezioni riguardo la mia scelta, quindi prendemmo la strada per raggiungere un ristorante che faceva i ravioli; il locale quasi mi lasciò senza parole, era tutto in legno, amavo le strutture fatte in quel modo, un tenue color betulla, decorato con foto di albe e tramonti scattati dall'esterno, ci fecero sedere in una stanza privata, le sedute erano scavate nel pavimento dove stavano dei cuscini rossi alti pochi centimetri, ordinare era da pazzi, rimasi davanti al menù per quasi una ventina di minuti c'erano così tante varietà che ero in imbarazzo, «Come diamine è possibile?» sgranai gli occhi rileggendo ancora una volta quello che a me pareva un libro e non un a lista da menù, «Cosa?» alzò lo sguardo dal suo ACE che stava davanti a me, «Non volevi mangiare i Mandu?» chiuse il plico cartaceo e lo appoggio al tavolo versandosi dell'acqua, «Si ma...» alzai lo sguardo, passandogli il mio bicchiere chiedendogli l'acqua, «...pensavo c'è ne fossero meno...» sorseggiai un po' di liquido e feci una smorfia, «...voi avete gia deciso?» fissai Jacob e Ziu, che avevano già chiuso il menù da almeno dieci minuti, Ziu annui compiaciuto e Jacob mi guardava pensieroso, «Cobi! Aiutami!!» ripresi in mano la lista e sventolandola davanti ai suoi occhi, «St.Van, Lou, Ayno, siete i più saggi, come faccio?» cercai di non andare in agitazione, mi fissarono i tre, «Noi tre saggi?» indicò Lou, lui e gli altri due, «Si, Ziu è un bambino, Jacob è abbastanza spensierato e ACE...» rimasi vaga guardandolo, «Non lo so, va beh, mangerò...» feci scivolare il dito su tutta la lista fermandolo su quelli meno improbabili, li approvai per non far aspettare il cameriere e tenerci lì più di quattro ore per dei semplici ravioli per cena.
Mentre mangiavamo scherzavamo e dicevamo battute, quasi dal fami sputare il boccone in faccia a Wooyoung, trattenni tutto cercando di non fare brutte figure, l'unica cosa che mi salvava era che eravamo in una stanza privata e non rischiavo di fami vedere dal altre persone oltre che dai miei sei CEO. Mandai giù il boccone, tossicchiando e prendendo un sorso di soju, risi di gusto dopo una battuta di Ziu, «E poi dite che Ziu non è un bambino!» risi di nuovo, «Nessuno lo ha negato infatti!» esclamò Cobi dando una pacca sulla schiena di Heejun, facendogli andare di traverso l'acqua che stava bevendo, «Oppa non strozzarti!» scoppiai di nuovo a ridere facendo l'occhiolino a Jacob, mi stavo divertendo davvero tanto non volevo che quella giornata finisse, anche se saremmo solo tornati alla normalità a Seoul, nel nostro triste edificio, sarei rimasta con i miei sei amorevoli Idol, gli unici con cui volevo passare il resto della mia vita, chissà cosa sarebbe potuto capitare a rimanere insieme ai VAV. Chiedemmo il conto e dopo aver pagato ci buttammo di nuovo in strada, «Andiamo a bere ancora qualcosa?» chiesi io girandomi verso il gruppo, sorridevo e i miei occhi luccicavano, il cielo anche lui risplendeva di stelle; persa nei mie pensieri avevo iniziato a sentire una brutta sensazione, mi fermai in mezzo al passaggio facendomi raggiungere dai ragazzi, «Zana? C'è qualcosa che non va?» chiese Jacob, non riuscivo più a reggermi sulle gambe e cedetti, non svenni ma quella sensazione mi bloccò e mi preoccupò, sentivo altri sguardi su di me e non capivo da chi provenisse, mi rannicchiai, dopo che Jacob era accorso a sorreggermi, gli altri facevano da scudo, «Torniamo subito a casa!» dissi come ultime parole prima di essere presa in braccio di peso da Cobi che affrettò il passo per tornare verso la nostra abitazione in affitto.
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