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[ FIRST THEME : FANFICTION THEMED ]
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SHIP(S) : SEMISHIRA
WORD COUNT : 6216
SONGS YOU CAN LISTEN TO WHILE READING : SCUMBAG - GOODY GRACE ( SLOWED + REVERB ) / CRAWL - CROOKED TEETH ( SLOWED ) / TOUCH - TROYE SIVAN ( SLOWED + REVERB ) / HO HEY - THE LUMINEERS ( SLOWED + REVERB ) / OLDER - BIRDY ( SLOWED + REVERB )
SUMMARY :
onestamente, shirabu adorava il suo ruolo come alzatore. aveva il maggiore controllo sulla palla, riusciva a potenziare al massimo gli attacchi del loro capitano ed asso ushijima e mostrava le sue doti intellettuali e fisiche avanzate, le quali sembravano contrastare la sua giovane età e conseguente inesperienza.
a quest'ultima, però, ci pensava qualcun altro. non che il ragazzo del secondo anno ne fosse particolarmente entusiasta, ma come poteva rifiutare l'evidente bisogno di consigli da parte del precedente alzatore ed attuale addetto al servizio flottante della loro squadra, nonché suo senpai del terzo anno, semi eita? semplicemente, non poteva. questo, però, non gli avrebbe impedito di raggiungere il suo destino.
RATING : GREEN
TAGS : Drag_youtohell
( + -tuttecose -daedalus lil_wrt )
« shirabu, stai usando un'angolazione sbagliata »
quelle parole furono immediatamente seguite da un lunghissimo sospiro, che riempì l'enorme palestra dove i due ragazzi - i quali ormai erano rimasti là dentro da circa due ore, sotto richiesta del minore - si stavano allenando senza sosta. o, per meglio dire, l'uno osservava le alzate dell'altro e lo giudicava in maniera più oggettiva possibile.
shirabu, a dirla tutta, non avrebbe nemmeno dovuto reagire in quel modo. anche se era partito tutto dalla richiesta forzata del coach washijo di insegnargli tutte le tecniche e segreti per plasmarlo nel perfetto alzatore che la shiratorizawa avrebbe usato per arrivare alla vittoria, quello che aveva tutte le ragioni per innervosirsi era proprio semi.
come biasimarlo, dopotutto? era stato proprio il castano a rubargli il posto nella squadra, causando la vergogna e il rancore nel cuore del biondo cenere. e questo lo sapevano tutti gli studenti dell'accademia, che facessero parte del club di pallavolo o meno.
e la cosa più incredibile di tutto quello era che il maggiore non gliene dava una colpa, ma dimostrava la sua maturità da futuro diplomato riconoscendo le incredibili abilità del compagno di squadra. sicuramente gli mancava stare in campo a giocare, e non mancava volta in cui non perdesse la pazienza o facesse qualche commento meno piacevole, ma si sforzava la maggior parte delle volte di essere umile e fare il possibile per aiutare l'alzatore meno esperto.
ciò nonostante, kenjirou non mostrava lo stesso atteggiamento pacato e rispettoso. piuttosto, aveva un carattere irritabile e acido, accompagnato da una lingua tagliente ed a tratti anche volgare. ovviamente nessuno era perfetto, e per questo erano la sua intelligenza e abilità fisica a farlo andare avanti, mentre il suo comportamento lo mettevano spesso nei guai, rovinando abbastanza l'opinione che molti avevano di lui.
ma di questo, lo studente del secondo anno si curava ben poco. l'importante, per lui, era mantenere tra le persone l'idea che lui era una persona con la testa sulle spalle, capace di superare qualsiasi problema con le sue forze. in breve, voleva mostrarsi forte e mai debole. se dovevano anche additarlo come freddo, poco male. non sarebbero state le relazioni che andavano e venivano a garantirgli il successo nella vita.
quando la palla finì di rimbalzare sul pavimento lucido dell'edificio, il più grande alzò un sopracciglio alla chiara espressione di fastidio dell'altro. « è inutile che sbuffi, è la verità » altro fatto inconfutabile, ovvero quello che eita non cercava di ostacolarlo.
era ben chiaro dal fatto che avesse accettato di rimanere anche in orari più tardivi per aiutare il giovane dagli occhi marroncino, che le intenzioni del maggiore erano ben distanti dalla possibilità di mettergli i bastoni tra le ruote. almeno, era ben chiaro a tutti tranne che al diretto interessato, il quale ora si limitava a stringere i pugni ed i denti, mentre rivolgeva all'altro uno sguardo colmo di rabbia.
« come il fatto che non sto imparando un cazzo in queste settimane? » ed eccola, il sarcasmo volgare del più piccolo. era evidente che la sua frustrazione dovuta al voler migliorare e diventare perfetto in breve tempo era tanta, ma riversarla sul suo senpai non avrebbe portato ad altro che problemi.
comunque, quest'ultimo non ricambiò con la stessa moneta, ma prese un bel respiro ed alzò un sopracciglio, incrociando le braccia e sostenendo lo sguardo del minore con il sentimento opposto alla rabbia, ovvero tranquillità analitica. « mi è sembrato di vedere che facevi molti punti, negli allenamenti »
« non grazie a te, questo è sicuro » invece di spegnere il fuoco del fastidio dentro shirabu, l'acqua fatta a ragionamento di semi era stata estinta e trasformata in vapore, semplice e dissolvibile nell'aria, la quale in quel momento si era fatta abbastanza pesante. « non devo certo a te la mia bravura »
a quel punto, eita si sarebbe potuto lasciare andare ad un momento di confronto, rimproverando aspramente il suo kouhai - nessuno lo avrebbe potuto biasimare, in fondo, considerata la situazione in cui era stato posto - oppure insultandolo, ma la sua mente prevalse nuovamente sui suoi sentimenti.
perciò, si distanziò dal minore, prendendo la palla da terra con le mani e tornando a guardarlo solo quando si fu calmato per l'ennesima volta.
« invece di fare il pallone gonfiato, perché non riproviamo l'alzata che dovresti fare a reon? » lo riprese, facendo un passaggio decente e lasciando che l'altro l'alzasse secondo una precisa linea immaginaria, osservando con attenzione i movimenti dell'altro e quelli della palla. erano buoni, ma non perfetti. cliccò la lingua sul palato, scuotendo la testa leggermente.
« troppo alta » enunciò infine, giusto prima che le sopracciglia del più piccolo si accigliassero e un altro mormorio di disapprovazione lasciasse le sue labbra.
« ma sai almeno dire cose incoraggianti di tanto in tanto o hai imparato solo a criticare gli altri? » probabilmente, il motivo per cui shirabu si ostinava a dire quelle cose era sempre mirato all'obiettivo di mostrarsi più forte e il non volere che la stessa persona che lo aveva superato, ma che rappresentava comunque una minaccia, considerasse più debole.
sapeva di essere più capace, quindi chi si credeva di essere eita per giudicarlo in quel modo? era una sorta di protezione, ma simile alle spine di una rosa: potevano lasciarla incolta, ma ferivano chi provava anche solo a sfiorarla.
e semi si stava causando parecchie ferite, a causa di ciò. era comunque umano, con dei sentimenti da prendere in considerazione. senza dimenticare che era stato lo stesso alzatore che aveva portato la shiratorizawa alle nazionali qualche anno fa. nonostante fosse stato sostituito, non cambiava il fatto che lui aveva un grande bagaglio di esperienza. questo si capiva dal modo in cui si sforzo di non cedere alla rabbia, di nuovo.
« dico solo quello che ritengo possa aiutarti a migliorare »
shirabu lo sapeva. era questa la verità, ma il modo che l'altro usava era quello sbagliato per convincerlo di ciò. sentirsi dire solo cose negative era qualcosa che prima si limitava solo a farlo stare male, e poi cominciava a creare nella sua mente immagini poco piacevoli mirate a distruggere sempre più la sua poca autostima, finendo per fargli scaricare quella frustrazione in parole poco gentili e osservazioni taglienti.
« davvero? perché mi sembra che invece tu credi che non sia bravo come alzatore » incrociò le braccia, probabilmente per mostrare la sua voglia di superare il maggiore, anche quando non c'era assolutamente bisogno. sembrava come se si stesse scavando la buca da solo, e vedendo che non era ancora abbastanza profonda, continuava a togliere terra su terra. « eppure, mi sembra più che ovvio chi è il più capace, tra noi due »
ecco, un altro pugnale dritto al cuore del biondo cenere, un rimarco appuntito e doloroso come l'ago di una puntura di veleno inserita nella vena più vicina al cuore - si insinuava lentamente nella mente del più grande, facendolo incrinare e perdere quella forza che stava cercando di mantenere, nonostante stesse lentamente cedendo.
« non ho mai detto una cosa del genere, smettila di fare il moccioso e riprendiamo »
ed il più piccolo avrebbe potuto ascoltarlo, ma non sia mai che avrebbe mollato la presa sul coltello, che sembrava cominciare a stringere per il manico, e spingere contro l'animo del biondo cenere. perciò, strinse i denti, non togliendo le braccia dalla posizione ad incrocio che aveva assunto.
« scordatelo, non obbedirò ad un cretino che ha perso il posto in squadra e bravo solo a dettare critiche »
così, terminò quel combattimento.
semi lo guardò, con le braccia ormai deboli, gli occhi lucidi e le mani strette in pugni. « bene » rispose stizzito, facendosi largo per la palestra e dirigendosi verso la sua borsa, prendendo il necessario ed alzando la cerniera della giacca, una volta indossata, prima di camminare verso l'uscita e fermandosi un attimo per dire una cosa, giusto prima che scomparisse nel buio e lasciasse il minore da solo. « continua a fare lo stronzo, vediamo quanto ciò ti aiuterà »
il giorno dopo - nonostante sembrasse incazzato nero ed intenzionato a non uscire di casa - semi eita venne a scuola, alle lezioni, agli allenamenti della squadra, ma non si presentò alla lezione di shirabu. infatti, quest'ultimo lo aveva visto andare via prima senza dare un motivo apparente. in fondo, siccome non era un titolare, se lo poteva anche permettere. eppure, in quell'ultima mezz'ora, shirabu sentì una sensazione ignota e terribilmente pesante nel petto.
« shirabu » lo chiamò il capitano della squadra, per cui il nuovo alzatore si arrivò subito, muovendosi per raggiungerlo e discutere con lui di qualcosa che, probabilmente, lo stesso shirabu aveva intuito. una volta che si trovarono soli, in un punto più nascosto della palestra con il solo sottofondo dei palloni che battevano contro la superficie della palestra, il maggiore parlò. « che cosa ti prende in questi giorni? stai cominciando a fare errori che prima non commettevi nemmeno una volta »
nonostante avesse temuto questa possibilità, il cuore e la mente di shirabu si fermarono di colpo, impedendogli di pensare o anche solo di respirare. voleva essere perfetto, voleva diventare il migliore alzatore, ed invece- invece stava solo retrocedendo sui suoi stessi passi. guardò in basso, incapace di sostenere ancora lo sguardo dell'altro.
« mi dispiace, ushijima-san, non so cosa- »
« tu e semi dovevate allenarvi insieme, no? magari potreste parlarne insieme »
ushijima era, probabilmente, il senpai a cui shirabu portava più rispetto. solitamente, il ragazzo dalla frangetta scomposta non era una persona che si tratteneva dal dire le cose, né si fermava quando aveva bisogno di affermare un insulto, o qualsiasi altra parola poco cortese. ma, con ushijima-san, sembrava che questa cosa non succedesse. forse perché, al primo anno, si era convinto di avere una cotta per il senpai dai capelli olivastri? o perché il loro rapporto alzatore - asso lo costringeva a diventare più pacato? non ne era sicuro, ma in quel momento gli veniva difficile andare contro le parole del più grande.
strinse i pugni ai lati dei fianchi, e tornò a guardare wakatoshi. « non penso che semi- » si fermò. no, assumere qualcosa su una persona era comunque sbagliato. era consapevole che i commenti che aveva fatto in palestra erano stati di troppo, in fondo. ma questo non toglieva la sua capacità di essere più testardo di un mulo. « non credo che lui possa essermi di qualche aiuto »
« allora, vuoi dirmi cosa è successo? » chiese tendou. eita alzò un sopracciglio, mentre beveva dalla sua bottiglietta.
« di che parli? non è successo nulla »
con un accenno del capo, il rosso puntò verso shirabu, che stava venendo probabilmente ripreso da ushijima.
ci fu un secondo di silenzio, prima che semi sospirasse. « non c'è niente di cui parlare, lui è un ragazzetto presuntuoso ed non lascia che lo aiuti » prese un altro sorso dalla sua bottiglia, voltandosi per un attimo a guardare il suo migliore amico con un sopracciglio alzato, segno della sua chiara disapprovazione nei riguardi di quello che l'altro stava dicendo. quest'ultimo, sospirò, posando la bottiglia e guardando verso il capitano della squadra e l'alzatore titolare stavano ancora discutendo. « quando vorrà una mano, verrà da me »
ma semi non poteva sapere che quegli stessi pensieri erano nella mente del ragazzo più giovane, il quale non voleva assolutamente dare ragione al povero ragazzo dai capelli olivastri e dall'atteggiamento calmo, che invece stava cercando di farlo ragionare in tutti i modi grazie al suo tono tranquillo.
« forse potresti semplicemente parlargli- » gli fece notare il maggiore, prima di venire bruscamente interrotto per l'ennesima volta. shirabu stava sbagliando su parecchi punti in quanto a rispetto verso i suoi senpai, ultimamente.
« scusami se ti interrompo, ushijima-san, ma se semi-san pensa anche solo minimamente che io vada da lui a pregarlo di aiutarmi, si sbaglia di grosso »
il suo sguardo fu diretto verso semi e tendou, che avevano ripreso a scherzare e parlare quali buoni amici che erano, nonostante uno fosse sul punto di linciare l'altro. il vederlo leggermente felice, comunque, fece scattare qualcosa nel petto del minore che, purtroppo, non riusciva a spiegarsi. « quando avrà capito come comportarsi nei miei confronti, allora potrà stare con me »
e sarebbe potuto andare tutto per il verso giusto, senza alcun problema, se non fosse stato che una cosa tirava l'altra, e gli errori del più piccolo andavano ad aumentare esponenzialmente. la goccia che fece traboccare il vaso, comunque, fu la parola accidentale riguardo i loro mancati allenamenti da parte di goshiki, la quale fu udita dal coach washijo e causò un'occhiataccia per il corvino da parte dell'alzatore attuale, con successivo rimproverò velato dell'alzatore veterano nei suoi confronti.
« in che senso voi non vi allenate più insieme? » chiese severamente l'anziano, guardando i due ragazzi con uno sguardo di fuoco. si poteva percepire nell'aria la tensione, e non solo per il fatto che gli altri loro compagni di squadra si erano allontanati, ma anche perché il tono che aveva usato l'allenatore trasmetteva la stessa ansia di quando si attraversava lo spazio tra due grattacieli su un esile filo: un solo errore, anche accidentale, ed una fine tragica avrebbe seguito.
entrambi si guardarono un attimo, ma distolsero lo sguardo quasi subito. volevano davvero che questa cosa si risolvesse al più presto, tutti e due. però, forse non avevano fatto i conti con il tempismo.
« coach, noi- »
il loro parlare simultaneo fu quella scintilla necessaria a far scattare un nuovo tipo di pericolo, quello di una fortissima discussione tra i due alzatori. entrambi si guardarono per la seconda volta, stringendo i denti ed incrociando le braccia al petto poco prima di voltarsi e sbuffare sonoramente, sempre all'unisono.
« no, prego, shirabu, spiegagli pure il motivo » enunciò il biondo cenere, con un chiaro tono di provocazione.
« credo tu lo sappia meglio di me, semi-san » replicò il castano chiaro, ricambiando il palese sarcasmo.
dopo quel veloce scambio di battute, i loro occhi sembravano già prevedere una risvolta negativa. ma, fortunatamente, c'era sempre un adulto per giudicare questi disguidi e porvi rimedio. perciò - senza farsi notare, siccome i due erano troppo impegnati a uccidersi con lo sguardo - il vecchio ex-giocatore si alzò, dando uno schiaffo alle nuove di entrambi in modo veloce e secco.
« non mi interessa proprio un cazzo del perché non vi alleniate, stasera mi assicurerò personalmente che voi seguiate gli allenamenti » annunciò in modo duro, ignorando i lamenti di dolore provenienti dalle labbra dei suoi due giocatori. fece dietrofront, si allontanò di qualche passo, e poi si fermò.
« ushijima, tendou, voi vi assicurerete che non lascino la palestra per questa sera. è tutto, voi altri potete andare » e detto ciò, tornò dentro il suo ufficio, sotto lo sguardo sconcertato e leggermente terrorizzato di ciascun membro del club. uno dei due ragazzi appena menzionati, comunque, si fece avanti per interrompere quel silenzio agghiacciante, avvicinandosi di soppiatto all'altro nome detto dal coach.
« beh, wakatoshi-kun, vuoi che porto qualcosa da sgranocchiare, una coperta ed un film? » chiese giocosamente, mentre prendeva la sua mano e lo conduceva verso gli spogliatoi del terzo anno. una novità, siccome i continui litigi - si era capito, ormai, di chi - rallentavano il cambiarsi prima e dopo ogni allentamento per tutti.
wakatoshi sorrise leggermente, annuendo di poco.
« non mi dispiacerebbe »
« yay, appuntamento all'aperto! » scherzò il rosso, alzando le mani al cielo e ridacchiando contento.
quelli meno contenti, magari, erano proprio i due rimproverati. il maggiore fu il primo ad osservare shirabu, il quale era completamente furioso, a giudicare da come si mordeva il labbro inferiore. non riuscì nemmeno ad aprire bocca che il minore lo ebbe superato con una spallata, dirigendosi verso lo spogliatoio del secondo anno senza battere ciglio.
in momenti come questi, semi cominciava a vederci nero. infatti, aveva sbagliato a mettersi la giacca tre volte prima di mettersela bene, anche se era diventata ormai tutta stropicciata. a quella vista, semi si buttò sulla panchina, con le mani sul viso.
una sensazione fredda sul dorso della mano destra gli fece aprire gli occhi di nuovo, vedendo una lattina di caffè freddo davanti a lui ed un tendou sorridente seduto affianco. non era nel migliore dei mood, ma decise di accettare l'offerta e non dire altro.
percependo la frustrazione dell'amico, il ragazzo dagli occhi a palla sospirò, dandogli una piccola pacca sulla spalla quando ancora non aveva nemmeno preso un sorso della bevanda.
« non essere arrabbiato, il coach lo fa solo per la squadra » cercò di farlo ragionare, prendendo un sorso del suo succo d'uva ed osservando i movimenti del compagno, che aveva iniziato a sorseggiare velocemente sulla lattina e sbuffato subito dopo.
« almeno tu ti divertirai, con ushijima » mormorò afflitto il biondo, al che l'altro non replicò. almeno, non subito. voleva scegliere le parole giuste da usare per il poverino, che aveva bisogno davvero di capire come sistemare quella faccenda.
« non è facilissimo, farlo divertire » iniziò, attraendo subito l'attenzione di eita come un pesce che abbocca all'amo senza pensarci due volte. il viso di satori era sempre sorridente, ma nei suoi occhi c'era una scintilla molto più lieve, meno giocosa, piuttosto reale e vissuta. « ma, con i mezzi giusti, si riesce »
semi non comprese le parole del suo amico- giusti mezzi? di che parlava? un buon film andava bene per tutti, no? era questa l'idea base di un appuntamento. non c'era bisogno di fare particolari sforzi al riguardo, l'importante era che entrambi si divertissero, stessero a loro agio e-
si fermò un attimo, gli occhi ora un po' più dilatati di prima. tendou, intuendo - non lo chiamavano guess monster solo per attivare questa capacità in capo - che l'altro avesse colto il suo discorso, si alzò lentamente, buttando la lattina e prendendo le sue cose, arruffandogli i capelli.
« penso che, forse, tu potrai divertirti più del previsto » gli disse, allontanandosi dopo avergli fatto un occhiolino come augurio di buona fortuna e canticchiando una delle sue solite canzoni piena di gesti e parole senza senso.
e così, passò un'oretta. ormai, sia shirabu che semi erano rimasti là dentro, e i due senpai erano fuori appostati a fermarli nel caso avessero cercato di fuggire. non parlarono per molto, molto tempo- il tutto per chiari motivi.
comunque, ad un certo punto, fu semi il primo a cedere, finendo di sistemare la rete e prendendo un pallone, guardando negli occhi il minore. sostenere quello sguardo colmo di odio, in quel momento, era una delle cose più difficile che egli avesse mai fatto. ma non poteva rinunciare proprio ora, non adesso che aveva trovato delle risposte.
« beh, siccome ormai siamo qui- »
« non lo farò »
eccola, la solita interruzione. purtroppo, quel muro era davvero un ostacolo enorme, che non permetteva a nessuno dei due di fare alcun passo in avanti, se non veniva abbattuto definitivamente. il castano incrociò le braccia, guardando in basso e voltandosi dall'altro lato.
« mi allenerò, ma non voglio sentirti criticare le mie alzate »
purtroppo, anche le richieste non erano qualcosa a cui semi era solito lasciarsi andare. ma, per stavolta, per il bene della squadra, di shirabu, di lui stesso- stavolta, poteva fare un'eccezione. prese un bel respiro, buttando via l'aria e tornando a fissarlo intensamente.
« d'accordo, farò come dici »
questa risposta, infatti, kenjirōu non se l'aspettava affatto. pensava che avrebbe iniziato a dare di matto, a ricordargli quanto quello fosse un allenamento, e che quindi era lui quello che doveva insegnare, e perciò non poteva esentarsi dal dare un giudizio pratico. i suoi occhi strabuzzarono, ma le sue pupille si fecero un po' più grandi quando notò lo sguardo serio dell'altro.
« sei serio? »
« se questo servirà ad aiutarti »
nonostante avesse indugiato, il castano prese la palla tra le mani, guardandola un paio di minuti. sì, se andava così, poteva anche andare bene.
e fu così che " l'allenamento " iniziò, tra corse varie ed alzate imprecise, shirabu cominciò a giocare e muoversi in base a com'era abituato, come pensava fosse meglio fare, il tutto mentre semi lo osservava con attenzione, senza dire alcuna degradazione, come promesso.
dopo l'ennesima alzata fatta come una veloce, shirabu dovette riprendere fiato per qualche secondo. fu quella, l'occasione in cui semi comprese di dover agire. o adesso, o mai più.
« se permetti- »
« avevi promesso di stare in silenzio »
già, le obiezioni. semi si era dimenticato di quelle. ma se shirabu voleva usare questo suo asso nella manica, semi avrebbe giocato al suo stesso gioco, estraendo anche un jolly dal mazzo che era quella strana conversazione.
« no, ho promesso di non criticarle »
ci fu un attimo di silenzio, sia da parte del maggiore per attendere una risposta sia da parte del minore per elaborare quella replica. quest'ultimo era stanco, ma l'altro aveva deciso di essere molto paziente, quell'oggi. in un modo o nell'altro, quella sarebbe stata la notte decisiva per il loro rapporto.
« ed allora- »
« ed allora lasciami finire »
sapete quando si dice, combatti il fuoco col fuoco, no? in questo caso, eita si vide costretto ad interrompere il più giovane come lui aveva fatto con lo stesso senpai prima, tantissime volte. anche a questo asso, shirabu non era preparato.
perciò, per la prima volta dopo tanto tempo da quando si erano conosciuti, shirabu obbedì ad un ordine del biondo cenere. stette in silenzio, aspettando. l'aria, però, non era particolarmente pungente. c'era quell'ansia di sempre, ma ora sembrava come se qualcosa si fosse acquietato dentro gli animi di entrambi.
« la tua tecnica è buona » iniziò il maggiore, lasciando di stucco kenjirou un'altra volta. i complimenti, quelli erano il mezzo giusto- non era qualcosa che si dava spesso, se volevi che qualcuno migliorasse. si tendeva a mirare a perfezionare gli errori, e per alcuni questo metodo andava bene. ma non a shirabu. lui aveva bisogno di sapere che stava andando bene, che quello che faceva era buono, seppur non completamente.
« stai usando un buon metodo. non quello che userei io, ma non è sbagliato » continuò, prendendo una pausa. stava andando bene, poteva farcela. « devi solo perfezionare un poco la tua precisione, ma in quanto a velocità e riflessi ci siamo » detto questo, il giovane si avvicinò di poco verso il punto dove il più piccolo si era posizionato, prendendo un pallone dalla cesta lì accanto e sorridendo di poco. « posso? »
quel momento fu cruciale, e mai prima d'ora semi aveva provato tanta ansia tutta in una volta. ma quando lo sguardo del castano andò alla palla, poi al viso del maggiore, e poi si spostò di poco, quest'ultimo buttò un sospiro di sollievo. era riuscito a creare una breccia, ora doveva solo continuare ad abbattere quelle mura come aveva appena fatto.
« non sono bravissimo a spiegarmi a parole, quindi con le azioni forse andrà meglio »
e così, semi fece un'alzata. era un'alzata semplice, una che aveva fatto milioni di volte, una davvero buona. la palla passò dalle sue mani, toccando solo la punta delle dita, e ricevette quella spinta adatta che la mandò in aria abbastanza da renderla ottima per una possibile schiacciata. come quelle di ushijima, ad esempio.
appena il rumore che l'oggetto di forma rotonda provocò battendo contro il suolo si fermò, semi sorrise, volgendo lo sguardo a shirabu. e il più piccolo era lì, a guardarlo, con gli occhi che riflettevano un luccichio mai visto prima d'ora dal più grande, nel tempo che si erano conosciuti. questa era la reazione che il più grande desiderava: che l'altro lo vedesse, si stupisse e si sentisse ispirato ad imitarlo anche nei minimi particolari, per diventare più forte.
« hai visto? » chiese, poi, aspettando qualche secondo prima di vedere un assenso.
« sì » fu questa la risposta che fece sorridere ancora di più il senpai, felice di starsi facendo strada in quella dura prova.
« okay, riproviamo » dichiarò infine, prendendo un'altra palla e lanciandola in alto, permettendogli di fare quell'alzata molto simile alla sua. non era ancora perfetta, ma stava andando- « meglio, molto meglio »
quel piccolo commento di connotazione positiva lasciò shirabu un attimo confuso, prima di fargli provare una certa serenità nel cuore. semi ne era contento, ma ancora c'era qualcosa da fare, e non poteva lasciare il suo lavoro incompleto.
« pensi di aver capito cosa ci fosse di diverso? » fu una semplice domanda, senza alcun tipo di arguzia o sarcasmo. il minore lo guardò, poi si guardò la mano e annuì.
« credo fosse il movimento del polso » disse poi, le parole che uscivano dalla sua bocca come la risposta ad una domanda di una lezione come tante.
« era troppo statico e rigido, dovevo renderlo un po' più flessibile »
stavolta, furono entrambi quelli sorpresi. da una parte, semi non pensava di poter ricevere quella reazione tanto buona dal più giovane in così breve tempo, e l'altro non pensava davvero di poter dare una risposta talmente precisa e contraddittoria a quello che aveva creduto fino a quel momento.
fu addirittura sul punto di dubitare sé stesso, e tutto quello che aveva fatto- ma alzando lo sguardo e vedendo il ghigno soddisfatto di semi, si sentì bene. stava andando bene, era solo un semplice errore che avrebbe potuto correggere facilmente- anche grazie all'aiuto del più grande, che ridacchiò di poco.
« allora, vuoi continuare? »
in questo modo, a colpi di " stai andando bene " e proposte come " vuoi schiacciarne qualcuna? " lo strambo duo di alzatori stava davvero riuscendo a trovarsi in accordo, per la prima volta da quello che era sembrato troppo, troppo tempo. un'altra cosa che accadde dopo tantissimo tempo, fu anche il loro battersi il cinque e ridere felici dopo che avevano fatto un attacco alzata-schiacciata come primo tempo assolutamente impeccabile.
nonostante quello spirito euforico di prima andò man mano a scemare, i due cominciarono a mostrare una versione più genuina di loro, tramite la felicità di essere arrivare ad un obiettivo tanto ambito insieme, coi loro sforzi. comunque, non ci volle molto prima che si rendessero conto di come avessero assunto un atteggiamento molto più- amichevole di quello a cui erano soliti.
e quel tocco che ebbero, aveva scatenato parecchie scosse, che ora si espandevano nei loro animi, raggiungendo i loro cuori ed impedendo a questi ultimi di cessare il loro battito, il quale come conseguenza portava il sangue a ribollire ed espandersi dovunque nelle loro vene, in modo particolare sul viso e sulle orecchie.
« ben fatto »
« sì »
i visi di entrambi cominciarono man mano a diventare, perciò, sempre più rosei, assumendo sulle guance un colorito più acceso del normale. fu shirabu, però, colui che riprese il discorso.
« possiamo riprovare? » chiese, lasciando che il sorriso di eita si espandesse per l'ennesima volta.
« ovvio »
nel mentre, fuori dalla palestra, altre due figure stavano vicine. loro, però, erano vicine sotto ogni punto di vista, come quello fisico sicché condividevano una coperta. il rosso, sentendo le risate gioiose dalla palestra, si voltò verso di essa e sorrise, prima di udire una voce a lui molto più familiare.
« satori, guarda, una stella cadente » lo richiamò ushijima, puntando verso il cielo e, in particolare, una striscia di luce che si faceva strada in quel blu scuro. Gli occhi lucidi e grandi del minore rifletterono quel segno, prima di sorridere di più.
« woah »
allora, chiuse le palpebre ed espirò, mentre nella sua mente si attanagliavano milioni di pensieri. aveva senso sperare in una cosa talmente banale e scontata? per tendou, amante del destino e del mistero, sì. e, sorprendentemente, aveva già in mente cosa chiedere a quella misteriosa presenza.
« io ho espresso un desiderio, tu? » chiese poi al ragazzo dei capelli olivastri, che probabilmente aveva tenuto gli occhi aperti, ma puntava comunque lo sguardo in alto.
« anche io » satori fu contento di sentire quelle parole, ma il suo fidanzato non fece tardare una sua domanda. « tu che hai espresso? »
a ciò, il più giovane guardò prima la persona accanto a sé - prendendosi il tempo di guardare nei suoi occhi verdastri e meravigliosi - e poi di nuovo la distesa bluastra sopra le loro teste, sorridendo in modo tranquillo, malinconico ma sereno.
« un segreto per una persona » sussurrò, sapendo nella sua mente che un desiderio di quel tipo serviva decisamente a qualcun altro, piuttosto che a lui. per questo, appena il maggiore ebbe finito di osservare le stelle e si fu voltato, chiedendo in modo serio " sono io? ", satori non poté fare a meno di ridere dolcemente di fronte all'innocenza del suo ragazzo.
« no, toshi, con te sto già sognando » disse teneramente, prima di prendere tra le mani il viso del più grande e far coincidere le loro labbra in un leggero bacio a stampo, che terminò dopo qualche secondo di pura magia quando satori si staccò e guardò nuovamente verso la finestra. compiuta anche quest'azione, il rosso si alzò e, schiracchiandosi, porse la mano al ragazzo dai capelli olivastri. « credo che possiamo anche andare »
anche se confuso, ushijima accettò volentieri l'aiuto, alzandosi anch'egli e prendendo le sue cose assieme al suo fidanzato. qualche secondo dopo che ebbero finalmente tolto tutto, il più alto parlò.
« ma non dovremmo tenerli d'occhio? » domandò genuinamente, ma satori aveva ancora lo sguardo puntato verso la palestra, contento che stesse andando tutto per il verso giusto. forse, i desideri, assieme a qualche buon consiglio, si avveravano davvero.
« sai, credo che non ce ne sarà più bisogno » dichiarò piano, mentre si incamminava con l'altro ridendo e scherzando, allontanandosi sempre di più prima di scomparire dalla struttura, la quale invece ancora ospitava due cuori battenti e, ora, veramente felici.
infatti, l'alzata tipica di shirabu dal " polso storto " stava diventando man mano sempre più precisa, in modo che il suo senpai potesse colpirla proprio nel punto desiderato. all'ennesima volta che ciò accadde, il più grande ridacchiò, seguito dal castano.
« ci siamo » disse in un sospiro, guardando il più basso con un sorrisetto smonco, le braccia incrociate ed un sopracciglio alzato, posizione che assunse anche il suo kouhai.
« impari in fretta, per essere una testa calda »
« e tu insegni bene, per essere uno stronzo »
« ah, io sarei lo stronzo, adesso? »
« e chi è la testa calda, ora? »
e così, tra battute sagaci ed alzate perfezionate, i due terminarono la sessione di allenamento più bella di sempre. una delle ultime, comunque, considerando che tra poco sarebbe arrivata la grande partita che li avrebbe dovuto portare alle nazionali.
gli avversari erano tanti, e nessuno di loro era da sottovalutare. loro se l'erano sempre cavata, ma per shirabu era la prima volta che ciò capitava. e semi questo lo sapeva, e sapeva anche che fosse giusto - pur sapendo quanto egli fosse capace - dargli un'ultimo, saggio consiglio.
« shirabu » lo richiamò, quando ormai stava chiudendo la palestra e loro erano fuori da essa, avvolti nelle loro giacche e dall'aria leggermente fresca. il nominato si voltò, lo sguardo che prima poteva essere pieno di astio era diventato non più docile, ma più rispettoso.
semi, all'inizio, vedendo che l'attenzione di shirabu era completamente concentrata su di lui e non si trattava di semplice odio, si fermò, sentendo una strana sensazione nel suo cuore. la stessa di quando prima si erano scambiati quel semplice cinque e le loro mani erano entrate in contatto. comunque, prese un bel respiro, si calmò, e si riprese. « sul campo, passala spesso a wakatoshi, e non ti sbaglierai »
un leggero vento passò entrambi, come se esso volesse portare con sé un pezzetto di quella magia, che impediva a loro di muoversi o anche solo di cambiare la scena in cui si trovavano, dove i loro sguardi si sostenevano a vicenda e i loro cuore battevano all'unisono. se avessero potuto stare così per sempre, probabilmente sarebbe stato tutto molto più facile. ma il mondo è un luogo difficile, e come tale, non poteva lasciare che si godesse il proprio partner per sempre, in quel modo. ad un certo punto, si doveva lasciare andare.
« d'accordo » sussurrò l'altro, distogliendo bruscamente gli occhi dal viso del maggiore, guardando il cielo ormai totalmente scuro e sospirando. non capiva cosa gli stesse prendendo, ed aveva paura a scoprirlo. « si sta facendo tardi, dovremmo andare? »
se fosse finita così, niente sarebbe cambiato, e la normalità avrebbe ripreso il suo corso. chissà, magari semi avrebbe ripreso a bacchettare shirabu e quest'ultimo avrebbe ricominciato ad odiare il suo senpai. ma volevano davvero che tutto riprendesse dal punto da dove erano partiti? lasciare che quegli sforzi, quei momenti, quei sentimenti- scomparissero come niente?
« quando l'anno sarà finito, e io non ci sarò più- spero tu possa ricordarmi senza alcun odio » il maggiore, evidentemente, questo non lo voleva. ma sentendo quelle parole, il castano si volse a guardarlo, sconvolto quando vide ancora quello sguardo magnetico e serio del più grande. la sua mente restava in bianco, e il suo battito accelerava.
« semi-san- »
« non penso continuerò nella pallavolo, e non so se tu farai lo stesso o seguirai un'altra strada, ma sappi che qualunque scelta farai, l'importante è che tu sia soddisfatto alla fine »
a quel punto, senza nemmeno accorgersene o commentare qualcosa, iniziarono a camminare verso casa l'uno di fianco all'altro. era davvero tutto incredibilmente calmo, e silenzioso. troppo calmo e silenzioso.
infatti, gli occhi del biondo cenere notarono immediatamente una nuova espressione dipinta sul viso del più giovane, le linee di piccoli solchi che traducevano uno stato di ansia a cui, ancora, semi non riusciva a dare una motivazione.
« cos'è quello sguardo? » domandò, perciò, cogliendo di sorpresa il più piccolo, che balzò in aria come se qualcosa lo avesse punto. poi, però, rilassò le spalle e guardò in basso, verso le sue scarpe, in modo da nascondere quello che poteva essere un altro segno di cedimento della sua forza.
eppure, la sua bocca non sembrava voler ascoltare la sua mente, ma aveva iniziato a seguire il cuore e cominciare ad essere più sincero. che fosse per l'atmosfera creatasi prima ed ora? che fosse per l'ansia di quella partita vicina? che fosse per un brutto presentimento che stava prendendo il sopravvento della sua ragione? non ne era sicuro.
« e se- ci facessi perdere? » borbottò ad un certo punto, con un tono di voce che gli era estraneo: quello di chi aveva paura. paura di non essere bravo o abile abbastanza da superare qualcosa.
ognuno aveva i suoi momenti meno piacevoli, ma shirabu non voleva fosse ora, come il suo senpai - a cui tra l'altro, aveva rubato il posto da titolare - a vederlo in quello stato, né a sentire i suoi pensieri più nascosti ed intimi. eppure, questo suo desiderio non bastò a fermare le parole che volevano uscire dal suo cuore, in modo da liberarsi di questo peso enorme.
« lo sanno tutti che hai più esperienza di me- »
« e sanno anche che sei stato scelto perché sei più abile di me »
in tutta la sua vita, mai kenjirou si sarebbe aspettato di venire interrotto e di sentirsi felice per questo. alzò il viso per guardare il suo senpai, che invece era concentrato verso il cielo. l'impatto con la luce della luna e delle stelle assieme allo scuro del resto di quella serata lo rendeva- davvero splendido. un pregio completamente distante da quella che fu la realizzazione del castano riguardo a quella situazione, e della motivazione dietro quei gesti.
« l'unica cosa che mi dispiace è che dovrò andarmene, e non potrò più né vederti a scuola, né giocare con te »
se liberarsi di un peso era il piano del suo cuore, ora doveva fare i conti con uno stormo di farfalle sullo stomaco. esplosero, sfarfallando leggermente nelle sue interiora, rendendo quel ragazzo - che prima appariva presuntuoso e stupido - come la più bella opera d'arte che shirabu voleva tenere con sé e custodire per sempre.
per sempre.
gli venne quasi da sorridere, ma l'amarezza della realtà fu un duro colpo da digerire, e curvare le labbra in quella linea era ancora più difficile. aveva compreso molto solo ora, ora che ormai era davvero troppo tardi. non si era nemmeno accorto, tra le tante cose, che aveva continuato a fissare il maggiore. perciò, riprese a guardare qualcos'altro.
ma stavolta non guardò in basso. no, guardò in alto proprio come stava facendo eita. e forse, non sbagliava facendo questo: le stelle erano davvero belle, quella sera.
« se solo fossi stato più grande e maturo, forse io- » si fermò. cosa voleva fare? cosa voleva dire? cosa voleva, in realtà? chiuse le labbra, ma poi le riaprì, convinto della sua risposta abbastanza vaga da non sembrare esplicita, ma anche comprensibile quel poco che bastava per lasciare che semi capisse da solo. « sarei potuto venire via con te »
e semi capì? eccome se capì. e voleva davvero poter lasciare intendere un nuovo messaggio al ragazzo, nulla che suonasse troppo sconvolgente o improvviso. il momento era troppo bello per essere rovinato, in fondo.
« anche a me sarebbe piaciuto essere più giovane, per restare con te » replicò, infine, prima di ridere leggermente e guardare il castano con un piccolo rossore. « credo che il destino ci abbia fatto un brutto scherzo, ma- sono contento di aver ricevuto questi momenti in più »
anche se non voleva avvicinarsi troppo, la mano del ragazzo andò ad intrecciarsi con quella del più piccolo, guardandolo negli occhi e portando anche le labbra vicine a quelle del castano.
ed agli occhi di quest'ultimo, semi sorrideva. era splendido, davvero meraviglioso, un ragazzo incredibile in tutto e per tutto.
agli occhi dell'altro, shirabu ricambiava. era bellissimo, incredibilmente fantastico, un ragazzo perfetto in tutto e per tutto.
e mentre quel loro primo gesto d'amore veniva attuato, nulla ebbe più importanza.
né l'odio passato, né gli insulti, né il posto da alzatore titolare, né il coach, né i compagni di squadra, né il cielo, né le stelle, né la luna, né l'imbarazzo, né i loro battiti, né le farfalle, né le risate, né le loro mani, né le loro labbra- solo loro due, insieme. e questo, bastava.
n.a.
OKAY DUNQUE
APPARTE CHE SONO IN RITARDO DI DUE GIORNI GG SONO MEGA QUIRKY /j
ovviamente, mi scuso, sono proprio uno schifo, ma siccome ho dovuto lavorare per prendermi queste vacanze ( e mi sono lasciato trasportare ) non ho avuto proprio il tempo di finirla prima di ora.
comunque, il tema era fanfiction. e cosa potevo fare, io, se non haikyuu, ed in particolare, semishira? /hj
l'idea mi è venuta da questa immagine che appartiene al manga:
ed ho pensato "ma scusa, allora vuol dire che semi gli ha dato dei suggerimenti, e-" momento realizzazione "aspetta" . . . "ma questo vuol dire che-" . . . "lezioni private semishira?????" ( eh sì funziona così il mio cervello /hj ) ma siccome shirabu è bratty canon ( lo dice anche semi nel panel successivo don't judge me ) ho pensato che non potesse essere così accondiscendente all'inizio-
vabbè, i miei filmini, insomma.
also, ushiten perché non fa mai male e platonic semiten friendship che ormai è sicuramente canon, sì.
( ora vi farò ridere dicendo che la oneshot doveva essere più lunga ed avere anche una parte con tanto di shiratorizawa vs karasuno arc + timeskip per completare la semishira ma non ci stava col tema lmao hehe 💔 but forse la pubblico in questi giorni??? forse eh, forse, ma sarà staccata dal contest, quindi solo questa va considerata, e l'altra parte no perché è come una sorta di spin-off che non c'entra con il tema dato, già </3 )
detto ciò, spero che vi sia piaciuta e di non aver sforato per essere andato fuori tema !! </333 ci vediamo alla prossima, mwah mwah !!
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