Un Nuovo Inizio
Jungkook mi sta trascinando con sé verso non so quale direzione e io lo sto seguendo, alla fine non so manco io dove andare adesso. Ad un tratto il ragazzo si ferma, si guarda attorno e poi punta i suoi occhi nei miei.
"Perchè ti sei fatta raggirare in questo modo?" mi chiede e io abbasso lo sguardo sulle mie scarpe per poi sedermi per terra e piegare le gambe.
"Perchè sono una sciocca, semplice" dico come se è una cosa normale. Le persone sono brave a buttare parole spregevoli su sé stesse e non ne risentono mai alcun tipo di dolore, al contrario se le parole provengono da altri.
"Le persone intelligenti sono quelle che sostengono di essere sciocche. Ti sbagli, non lo sei" il ragazzo si abbassa alla mia altezza.
"Sì che lo sono, non vedi a che punto sono arrivata? Mi sono fatta ingannare da una stupida troia come quella soltanto perché pensavo di avere un briciolo di possibilità con un ragazzo che mi ha palesemente fatto capire che non gli interesso" quando pronuncio l'ultima parola lo guardo in faccia dato che prima non avevo il coraggio di guardarlo, anzi, non ci avevo nemmeno pensato.
"Le persone migliori sono quelle che rischiano fino all'ultimo. Se adesso ti butti giù così, pensi che si risolverà qualcosa? Butterai nel nulla solo i tuoi sforzi" mette la sua mano sopra il mio braccio e mi sorride.
"Andiamo a fare un giro così ti rilassi un po', almeno potrai capire che la vita è oltre quello che ci accade di brutto" il suo tono è dolce mentre si alza e mi tende la mano. La afferro e mi alzo anche io.
Mi guardo attorno e noto di essere in un parco per bambini e di fianco a noi c'era anche una piccola gelateria. Solo ora mi accorgo delle voci felici dei piccoli che giocano e d'istinto sorrido inconsapevolmente.
"Vuoi un gelato?" mi chiede poi e io annuisco. Ci vuole proprio qualcosa di dolce in questo momento.
"Gusto?" continua a sorridere mentre mi porge quelle domande e io non faccio altro che sciogliermi.
"Come vuoi te, per me non cambia" dico e lui annuisce.
"Aspettami qui, arrivo subito" mi dice e si allontana da me. Ne approfitto e mi giro per guardare i bambini che giocano, sembra di ritornare all'infanzia.
Mi perdo nei miei pensieri fino a quando vedo una coppia passare e sedersi su una panchina accanto allo scivolo, mentre si tengono per mano. Mi ritorna in mente quel giorno in biblioteca, quando lui era veramente vicino a me e sarebbe accaduto qualcosa se non fosse stato per quella stronza, della quale non mi ricordo manco il nome.
Inizio a sentire un nodo allo stomaco, ma qualcosa davanti a me mi distrae.
"Ecco a lei bella addormentata. A che pensi?" mi chiede mettendo davanti il cono gelato.
"A quanto era bella l'infanzia. Oh, quanto ti devo?" gli chiedo mettendo la mano in tasca per prendere i soldi, ma sfortunatamente non trovo nulla. Accidenti.
"Ma che fai? Ferma, non mi devi assolutamente nulla" mi dice bloccandomi il braccio e io lo guardo, ma lui continua a negare con la testa.
"Ti devo un favore" gli dico e sorridi.
"Quando avrò bisogno-" lo blocco e continuo la sua frase.
"Saprai su chi contare". Sorride e mangia il suo gelato ed io faccio lo stesso.
Passa circa un'ora fino a quando ognuno decide di tornare a casa sua e lui mi accompagna fino ad essa.
"Ci vediamo domani" mi dice e mi lascia un bacio sulla guancia e poi corre via.
"Domani?" chiedo a me stessa e poi scrollo lo spalle ed entro in casa.
Se non fosse stato per lui, questa giornata sarebbe stata una merda con la "m" maiuscola.
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