𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝐷𝑜𝑑𝑖𝑐𝑖

Non so minimamente come fermarle. Quando Daisy desiderava ardentemente divertirsi, nessuno poteva più fermarla.
Osservo silenziosamente la scena da un punto abbastanza lontano, vicino ad un albero malconcio per via del combattimento. Continuo a guardarmi intorno per poter trovare un qualsiasi mezzo per fermare quell'inutilissima battaglia, ma senza successo. Dovevo assolutamente porre fine a tutto questo o avrebbero creato più casini del mostro. «Daisy per favore! Smettila di giocare.» Sento un leggero sbuffo provenire dalla ragazza, che si gira a guardarmi mentre schiva, senza alcuna difficoltà, un attacco a sorpresa da parte dell'avversaria. Daisy aveva sempre avuto un sesto senso più sviluppato rispetto agli altri vampiri, che la rendeva abbastanza immune a qualsiasi attacco alle spalle. «Come sei noiosa. Solo perché in teoria dobbiamo "salvare il mondo" non vuol dire che non possa divertirmi facendolo», dice seccata dal mio continuo rimproverarla. Sospiro per l'ennesima volta dalla frustrazione. Come dovevo fare con lei? Sarebbe benissimo stata capace di far esplodere un intero universo solo per noia. Fortunatamente ho portato tutti in salvo, penso, quasi esasperata dall'atteggiamento menefreghista della corvina. Non ho la minima idea di come comportarmi con lei. A passo deciso e felpato, mi avvicino alle due. La nostra avversaria sembrava già sull'orlo di cedere dalla stanchezza. Una volta di fianco a Daisy, le misi un braccio davanti, tentando di tenerla a bada. «Adesso basta.» La mia voce risuonava decisa e seccata al contempo. Ne avevo abbastanza onestamente. Il mio sguardo si sofferma sulla donna di fronte a me, ormai quasi incapace di tenersi in piedi. «Arrenditi e potrei anche fartela passare liscia. Devi però promettermi che ci lascerete in pace.» Daisy mi guarda come per chiedermi se avessi perso tutte le rotelle. Sa benissimo che sono pacifista. Non volevo questo, ma avrei combattuto, se la donna avesse rifiutato. «Ha. Non farmi ridere. Io ubbidisco solo alla mia regina!» Ci rimango un po' male a quella risposta. Speravo vivamente di poter porre fine a quella guerra inutile, che avrebbe solo portato a tante morti innocenti. «Come vuoi... Poi però non dire che non ti ho dato una chance di redenzione», dico infine, abbassando il braccio. «Non so se sei un'idiota o cosa. Forse entrambe», sbuffa la ragazza posta dietro di me di qualche centimetro. Ridacchio leggermente, facendo soffermare, poi, il mio sguardo su quel mostro che stava ancora distruggendo il parco. Sono pronta a liberarmene, ma la donna si scaglia nuovamente contro di noi. Schivo appena in tempo il colpo, facendo vari salti all'indietro. Non riesco a capire se fa sul serio o è solo un modo per distrarci e svignarsela. Il mio sguardo si sofferma su una ragazza dai capelli rossi, molto simile a Rin. È nascosta dietro un albero, intenta a non farsi vedere dal mostro. Inizio a correre più veloce che posso. Quel mostro rischiava di farle del male. Mi posiziono di fronte alla rossa, parando appena in tempo un attacco che per quest'ultima sarebbe potuto essere fatale. «N... Nozomi?» Mi giro verso di lei, nel sentire il mio nome. Rin si è accasciata a terra per lo spavento, guardandomi impaurita. Le offro una mano senza rispondere, per aiutarla ad alzarsi. «Quindi è vero...» Sposto lo sguardo verso la corvina, che di rimando mi fa spallucce. Sospiro, tornando a guardare Rin. «Devi andartene da qui.» Rin mi fissa senza commentare. Non riuscivo a capire se mi avesse sentita o meno. Da come sta, sembra essere in uno stato di shock emotivo. Cerco di aiutarla a rialzarsi, facendola appoggiare contro l'albero lì vicino. «Rin, ascoltami. Devi scappare.» La ragazza sospira in modo stanco, soffermando infine lo sguardo nel mio. «Devi spiegarmi tutto, dopo.» Annuisco, convincendola finalmente a mettersi in salvo. Non avrei perso altre persone importanti. Con l'ultimo sforzo, uso i miei poteri per eliminare il mostro. Tutto torna normale. Faccio un sospiro di sollievo, vedendo che anche la donna se n'è andata. «Spiegherai davvero che sta succedendo?», mi chiede Daisy, leggermente preoccupata per la mia sanità mentale. «Ha tutto il diritto di sapere.» La corvina mi guarda, ancora non del tutto convinta. «La scelta è la tua infondo.» Annuisco, sorridendo leggermente. Avevo deciso di dirglielo, ma come? Come potevo farle capire che io voglio aiutare Coco? In fatto di preoccuparsi per me, è uguale a Daisy. Non avrebbe accettato così facilmente la mia decisione o forse non l'avrebbe fatto e basta.

Una volta tornate normali, ci siamo ri-dirette da Nina, Zero e Ichii. Scherzando e ridendo, ci siamo diretti in sala giochi.
«Oh andiamo!», urlai per l'ennesima volta. Daisy sapeva essere davvero una stronza in fatto di sfide. Ennesima competizione persa. La corvina scoppia in una fragorosa risata, quasi fino a spaccarsi in due. Sbuffo stizzita e gonfio una guancia. Prima o poi l'avrei battuta. Quella frase mi fa tornare alla mente tutte le volte in cui Skikon sfidava Daisy, per poi lamentarsi una volta che perdeva contro quest'ultima. Sospiro a quei ricordi così dolci e tristi al contempo. Mi mancava davvero tanto. Un ragazzo come lui non si meritava affatto quella fine. Guardo lo schermo del video gioco con fare pensieroso. Mi sarebbe davvero tanto piaciuto rivederlo almeno un'ultima volta.

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