𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝐷𝑖𝑒𝑐𝑖
Con l'ultimo sforzo, uso il mio attacco speciale, rompendo la maschera posta sulla faccia del mostro. Respiro affannosamente. Finalmente il combattimento era terminato. «Tornerò! Vedrete!», dice l'uomo scomparendo. Faccio un sospiro di sollievo. Non ci avrebbe dato altro fastidio per il momento. Vedo Daisy tornare normale. «Qualcosa non va?», domando infine. «Nulla. È che... Non mi sarei aspettata di esserlo anch'io...», risponde lei, un po' titubante. Sorrido a quel pensiero che poco prima feci anch'io. «Su. Torniamo a casa.», dice dopo un po' lei. Annuisco letteralmente esausta. Avrei dormito per ben un mese intero, se ne avessi avuto l'occasione.
Una volta a casa mi guardo intorno. La maggior parte dei nostri "parenti" è uscita a fare qualcos'altro. Forse in sala giochi, penso. Adoriamo un botto andarci quando ci annoiamo. «Ragazze-coco... Avete già in mente come trovare le altre-coco?» Il silenzio tranquillo si rompe. Ci guardiamo un attimo, ma nessuna delle due ha in mente nulla. «Perché non ci pensiamo domani? Ora sono davvero distrutta...», dico infine, rivolgendomi a Coco. Avrei seriamente dovuto inventare qualche scusa per portarlo con me a scuola. Non si sa mai nella vita. Mi stiracchio e sbadiglio leggermente. «Domani devo andare a scuola, quindi mangio e filo a letto.» Daisy mi guarda titubante. «Da quando vai a letto così presto?» Ridacchio al suo scetticismo. «Ti sembra così strano?», domando, ancora ridendo. Lei fece una smorfia. «Stiamo parlando di un'iper-attiva perenne», aggiunse. Ridacchio nuovamente. Salvare il mondo era davvero estenuante, ma non l'avrei ammesso di fronte a loro. Sorrido ad entrambi, che cercavano di capire il motivo del mio silenzio. Mi alzo distrattamente, dirigendomi verso la cucina e prendendo la prima cosa che mi capita di fronte: takoyaki con cioccolato sopra. Cinque secondi dopo, li avevo già divorati tutti. Daisy si schifava sempre quando mettevo il cioccolato sui takoyaki. Torno in salotto, dirigendomi al secondo piano con un balzo. Entro nella mia stanza, sedendomi sul mio "letto". Man mano che crescevo ho iniziato a dormire in una bara. Fortunatamente ha persino il condizionatore. Ridacchio al pensiero, sdraiandomi. Chiudo solo l'anta delle gambe, lasciando quella della parte superiore del corpo aperta. Poco per volta inizio a perdere i sensi, abbandonandomi al sonno.
Mi sveglio la mattina seguente, al richiamo di Daisy. Avevo di nuovo spento la sveglia senza accorgermene. «Altri cinque minuti...», farfuglio ancora assonnata. «Se non ti alzi, ti butto giù dal letto.» Sbuffai alla sua provocazione, alzandomi. Come ogni mattina, mi preparo più velocemente che posso. Quando esco dalla stanza di corsa, cado giù dalla ringhiera, cadendo col sedere per terra. Almeno sta volta non sono caduta di faccia, penso. Sento i ragazzi ridere. «Sei sempre la solita.», sbuffa Daisy. Mi tocco il sedere dolorante, alzandomi da terra. «Siete cattivi...» Metto un leggero broncio, che fa ridere ancora di più i presenti. Sorrido alla vista dei loro. Adoro quando la gente si diverte - anche se questo può provocarmi del dolore fisico. Mi stiracchio vedendo l'orario. Ho letteralmente un minuto per fare colazione. Trafugo tutto di corsa e corro fuori di casa. Come sempre, la grande porta era spalancata per far entrare la luce del mattino. Da noi non si chiude mai, eccetto se non siamo in casa o se è notte fonda e dormiamo tutti. È il simbolo che accogliamo chiunque ne avesse bisogno.
Mi dirigo verso scuola, nuovamente in ritardo. Spero di non dover passare l'ora fuori dall'aula in castigo. Sospiro di sollievo quando arrivo prima della professoressa. Mi siedo al mio solito banco, posto più o meno accanto a quello di Rin. «Giorno!», annuncio entusiasta. Sento un "giorno" un po' stanco come risposta. «Dormito poco?», chiedo titubante. Sento un solito "le solite vendite di prima mattina" sussurrato, seguito da un altro sbadiglio. Ridacchio. Probabilmente oggi non sarei stata l'unica ad addormentarsi in classe. Un altro dei miei problemi. Se non andavo in castigo fuori per il ritardo, ci finivo per essermi addormentata durante la lezione. Guardo distrattamente le materie del giorno: matematica, lingue straniere - inglese e spagnolo -, volo, ginnastica. «Che hai in mente di fare per la lezione di volo?», domando a Rin, girandomi per guardarla. «Probabilmente mi daranno le solite ali magiche per i "non elfi"», risponde lei incerta. Non ha tutti i torti. Vediamo la professoressa della prima ora entrare per fare lezione. Il silenzio regna nell'intera classe appena mette piede in classe. «Oggi ragazzi, compito a sorpresa. Spero abbiate studiato.», dice guardando ognuno di noi, per poi soffermarsi su di me. Fantastico, penso rassegnata e impanicata. Un'altra A con tantissimi zero mi attendeva. Sospiro pesantemente. Daisy si sarebbe incazzata di brutto per l'ennesima volta...
Il compito inizia quasi subito. Il solo vedere tutti quei termini che non capisco, mi fa andare al sonno. Guardo Rin con la coda dell'occhio. Odia più di me la matematica, ma almeno lei se la cava. Sospiro per l'ultima volta, tentando di concentrarmi sul mio compito.
Sento la campanella suonare. Ho finito appena in tempo. Mi alzo per lasciare il compito - che sarà andato uno schifo -, per poi ri-sedermi al mio posto. «Andato male?», domanda Rin, ammiccando un sorriso. «Secondo te? Sai che vado bene solo se Daisy mi aiuta...» Sento una sonora risata. La guardo leggermente male. «E tu sai benissimo che so che non lo fa quasi mai.» Sospiro rassegnata all'evidenza. «Sa essere senza cuore ogni tanto.» La ragazza ride nuovamente. Sorrido al solo pensiero di quando diventa iper-protettiva. «Non è cattiva però.», aggiungo infine. Lei sorride. «Lo so, lo so. Però sa essere una vera stronza.» Rido al pensiero. Non ha tutti i torti. Diventa tale soprattutto quando si annoia a morte, il che avviene tutti i giorni. Per divertirsi si prende leggermente gioco di me o chiunque le sia di fronte in quel momento. Non che mi desse fastidio ovviamente.
Il resto della mattina passa tra una lezione e qualche risata. Speravo di uscire di lì il più presto possibile. Da bambina, prima di decidere di diventare una stilista di moda, volevo fare l'insegnante. Daisy mi ha sempre preso in giro per questo. «Che programmi hai per oggi?», domanda la mia amica, riportandomi al presente. Prendo distrattamente le mie cose, rimettendole nella borsa. «Daisy voleva portarmi in sala giochi per qualche sfida. Ovviamente la perdente fa tutto quello che dice la vincitrice.», rispondo roteando gli occhi. Daisy adora un sacco le scommesse. Ovviamente la perdente sono sempre e solo io, in quanto è impossibile batterla. Sospiro poco dopo. Lei è brava in qualsiasi cosa. Non c'è niente che non sappia fare. «Wow... Dovreste seriamente smetterla. Non è valido, se vince sempre lei.», risponde la rossa. «Lo so, ma è divertente sfidarla.»
«La vostra amicizia è davvero strana...» Rido alla sua affermazione. Non ha tutti i torti. Probabilmente le persone normali pensano che ci diamo fastidio a vicenda perché non ci sopportiamo, ma nella nostra "famiglia" è un modo per passare il tempo tutti insieme. Saluto la ragazza, prendendo il sentiero per tornare a casa. Nessuno poteva trovare quel palazzo nemmeno volendolo. Questo perché è ben nascosto tra gli enormi e alti alberi posti nella foresta tutt'intorno. Anche se iniziava ad essere un po' noioso non conoscere gente nuova.
Arrivo quasi subito a casa. Tutti stavano giocando ad "obbligo o verità" su una delle tante panchine poste nel giardino. Alcuni sono seduti sull'erba. Faccio un respiro profondo, salutando a pieni polmoni. «Bentornata.», dice Kaito vedendomi. Lucia si limita a salutarmi con la mano. È un miracolo che non stiano litigando oggi, penso. Sorrido contenta, anche se mi piaceva mangiare i popcorn guardandoli. Odio più di tutti quando litigano, ma sono anche molto divertenti. Specialmente quando Lucia lo spia da lontano gelosa marcia. Li ri-saluto di rimando, pronta ad unirmi a loro. Avrei ovviamente scelto sempre e solo verità. Con Daisy che gioca, sarebbe meglio andare sul sicuro. Ci saremmo fatti sicuramente delle risate assurde, però.
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