錆兎

L'ultima volta che (T/n) vide Sabito fu sei anni prima. Lui e Giyu avrebbero dovuto affrontare l'esame che li avrebbe resi dei cacciatori di demoni. Per più di una settimana aspettò il loro ritorno, domandando costantemente ad Urokodaki quando avrebbe potuto sostenere la loro stessa prova.

Giyu tornò da solo. Più triste e solitario di quanto non fosse prima della sua partenza. (T/n) aveva imparato a conoscerlo. Sapeva quanto poco bastasse perché le certezze del corvino crollassero come delle costruzioni di sabbia esposte alla marea.

(T/n) non seppe mai cosa successe. Nessuno glielo raccontò mai. Sabito era morto e lei non sapeva come fosse accaduto. Lo aveva visto allenarsi con costanza giorno dopo giorno, senza mai demordere. (T/n) avrebbe osato dire che Sabito fosse addirittura migliore di Giyu con l'utilizzo delle katane, per questo le risultava più complicato configurare come fosse possibile che Giyu fosse tornato ma Sabito no. Non dubitava delle capacità del corvino, ma perlopiù nei confronti della scarsa determinazione che aveva mostrato in passato.

Quando smise di pensarci, Giyu era già lontano, a scalare i ranghi del Corpo Ammazza-demoni, ricoprendo il ruolo di Pilastro dell'Acqua. Novità di cui lei non era a conoscenza ma che fu felice di apprendere direttamente dalle labbra del corvino.

Prima che Sabito morisse, loro tre erano stati grandi amici. Dormivano insieme. Mangiavano insieme. Si allenavano insieme. Niente avrebbe potuto separarli. Tranne la morte evidentemente.

Erano loro tre. Non avrebbero mai immaginato che sarebbero potuti diventare due. (T/n) aveva sempre visto nel suo futuro sé stessa accompagnata dai suoi due amici, coloro che rappresentavano quanto di più caro avesse, con Urokodaki ad attenderli a casa.

Quelle sue fantasie sarebbero rimaste tali, a meno che qualcosa oltre la morte gli permettesse di ricongiungersi un'ultima volta. Il suo più grande desiderio era anche il suo più grande timore; la paura che l'aveva spinta a pregare che Giyu stesse bene e che non decidesse di arrendersi di fronte alle avversità della vita che gli si proiettavano davanti.

Avrebbe voluto sapere dove fosse ma non sapeva realmente come approcciarsi al Pilastro. Si era pentita di non essergli stata accanto come avrebbe potuto. Forse sarebbe cambiato qualcosa.

Per la prima volta in anni, Giyu era di fronte a lei. Era così vicino che avrebbe potuto prenderlo per mano, come avrebbe fatto anni prima, per aiutarlo ad alzarsi dal suolo. Era ancora in tempo per risollevarlo?

C'erano tante cose che (T/n) avrebbe voluto dirgli ma che non aveva mai trovato il coraggio di dire. C'erano tante cose che Sabito avrebbe voluto dirgli ma che non avrebbe mai avuto la possibilità di dirgli.

(T/n) non era Sabito e non avrebbe mai potuto sostituirlo. Nonostante lei stessa avesse bisogno dell'aiuto della persona che aveva più visto come un fratello maggiore in vita sua, avrebbe dovuto assumere lei quel ruolo.

Con in sé la fiducia che forse Sabito potesse essere accanto a lei, (T/n) decise di assumersi la responsabilità che aveva evitato. Giyu era ancora vivo, ma per quanto tempo sarebbe riuscito a sopravvivere con il trauma che lo aveva accompagnato ma di cui non aveva mai proferito parola?

(T/n) voleva sapere quale fosse il motivo per cui, sei anni prima, Giyu tornò a casa da solo, tenendo tra le mani ciò che rimaneva dell'haori del loro migliore amico.

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