Solo con al calare del sole e con lo svanire del profumo floreale, Giyu si accorse di avere sbagliato. Non c'era assolutamente nulla che potesse turbare la quiete di quel villaggio, ma era deciso a trovare la fonte di quella voce.

Il canto riprese; e tute le difese del Pilastro caddero per l'ennesima volta dal suo arrivo in quel luogo che sembrava volerlo allontanare a tutti i costi dalla realtà.

Chiuse gli occhi, affidandosi al suo cuore. Non sarebbe stata la sua vista a condurlo a destinazione. Poteva solo contare sul suo istinto.

La voce che cantava un'ode ai ciliegi riecheggiava per i sentieri deserti del villaggio.

Il Pilastro dell'Acqua seguiva quelle parole ed il profumo che le accompagnava. Ad ogni passo, sentiva il suo cuore alleggerirsi, come se tutte le emozioni negative che aveva provato nel corso delle sua vita perdessero importanza, come se tutte le perdite e le delusioni subite svanissero sotto quel sole calante.

Non c'erano tracce di sete di sangue. Non il minimo sentimento ostile. Giyu non si era mai trovato nei pressi di un luogo così accogliente capace di fargli rivivere i ricordi più piacevoli della sua infanzia. Per una frazione di secondo, involontariamente, sul suo viso perennemente inespressivo si dipinse un lieve sorriso. Tutto sommato gli piaceva quella sensazione di tranquillità. Una pausa dalla vita quotidiana, il cui suo unico scopo era quello di uccidere senza esitazione i demoni che incrociavano la sua strada.

Si spinse al limitare del villaggio. Non si era accorto della boscaglia che si estendeva oltre le case diroccate che costituivano quel paesello. 

Gli ultimi raggi di sole della giornata filtravano tra le fitte foglie degli alberi secolari che fungevano da recinzione naturale, intervallato da radure, dove gli animali che si erano abituati all'aria rarefatta, si abbeveravano da alcune pozze di acqua piovana. Poco distante lo scrosciare di un ruscello infrangeva le parole della canzone che Giyu avrebbe ascoltato volentieri per il resto della sua permanenza in quel villaggio.

Le parole erano sovrastate da altre due voci, più infantili e schiamazzanti. Giyu, che era tornato ad affidarsi alla vista, piuttosto che al suo cuore, spalancò ulteriormente gli occhi azzurri, riconoscendo quel vociare allegro. Per quanto l'intonazione fosse cambiata da quella mattina, si trattava sicuramente dei due bambini che aveva incontrato al suo arrivo.

Il Pilastro dell'acqua fece qualche altro passo in avanti. Sentiva il suo corpo intorpidito dal freddo. Una sorta di malinconia gli attanagliava il cuore, rendendogli più difficili i movimenti.

Seduta su una roccia che affiancava il ruscello, la giovane di cui non era stato in grado di riconoscere i lineamenti la notte precedente cantava le parole di quella vecchia canzone tradizionale.

Sotto i primi raggi lunari, i suoi occhi brillavano come le stelle che a breve sarebbero compare in cielo.

Giyu si asciugò la singola lacrima solitaria che scorreva indomita lungo la sua guancia pallida, senza che se ne fosse reso conto.

"(T/n)?"

La sua voce era debole e incerta, ma era arrivata a destinazione.

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