⋅ XXV ⋅

HONEYMOON FADES | vmin

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--------------flash back--------------
<lo sapevate...lo sapevate tutti e non mi avete detto niente!!! Perché!> Urlai nel corridoio facendomi sentire da tutti.
<Vi odio!Non fatevi più vedere!>
<Abbiamo mantenuto la parola a Jimin. Ti prego non avercela con noi> Jin mi abbracciò.
Non esisterà mai una cura a questa ferita così grande e profonda.
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<Fine della storia tesoro.>
<Papà e ora dov'è questo ragazzo?>
Tae iniziò a lacrimare, i suoi occhi parevano un fiume in piena. La ragazza lo strinse forte a sé e lo abbracciò.
<Cosa gli è successo?>
<L-lui è andato via... per sempre.> Singhiozzò.
<Papà...non piangere, è lì che ti guarda e ti sta vicino.> indicò il cielo con la sua piccola manina.
<Si....lui è la Luna. E i suoi raggi sono braccia che mi avvolgono e mi fanno sentire protetto.> Disse mostrando di essere forte agli occhi della ragazza.
<Tu va a dormire io devo andare un attimo fuori.> Taehyung si alzò dal letto ed uscì dalla camera, passando velocemente per il corridoio. Raggiunse il salone dove sua moglie sul divano lo aspettava; ma lui non si girò neanche: prese il cappotto e aprì la porta per uscire in fretta.
<Amore dove vai?!>
<Torno subito!>
<Aspetta!> La moglie lo seguì in modo abbastanza celere prima che potesse sfuggirle.

Taehyung corse sotto la pioggia, cadde, si sporcò e si bagnò e finalmente arrivò davanti alla sacra pietra bagnata del suo amato: Jimin.
Il suo respiro si calmò, le ginocchia si scontrarono pesantemente con l'asfalto sporco di terreno e la pioggia impura cadeva incessante sul suo corpo.

<Jimin, amore mio... perché non me lo hai detto... p-perché...> lacrime grandi e amare caddero dal suo viso.
Il suo corpo scosso da forti singhiozzi. La mano al petto come per fermare il dolore che provava: un enorme bruciore e un grande senso di vuoto che nessuno sarebbe mai stato in grado di guarire.

<Io ti sento Jimin...ti sento qui.> Indicò il suo cuore in un sussurro. La donna, dopo aver assistito silenziosamente a quei gesti liberatori, prese a piangere alla scena del suo amato dolorante.
<Parlami...d-dammi un segno..fammi capire che ci sei.>
<Ti ho anche tenuto tra le mie braccia ignaro che la tua vita fosse finita, proprio lì, proprio vicino a me.>
La donna fu straziata da quelle parole, quindi si avvicinò.
La pioggia diminuì, cadeva ancora sulla pelle candida del moro e della ragazza a lui vicina.
Subito i ricordi raffiorarono nella mente del giovane. Le sensazioni furono paradisiache al ricordo della loro storia, nonostante il vuoto che provava. Presto i ricordi più recenti presero il sopravvento della sua mente in fiamme.
Una cassa bianca contenete quel esile ed inerme corpo si fece strada nei suoi pensieri.
<No!! no..no....no!> Sbatté le mani in testa mentre quell'incubo si impossessava di lui. La moglie lo abbracciò e lo rassicurò.

<Taehyung! Taehyung dove sei?! Taehyung!!!> Chiamava una voce soffice e angelica. La luce bianca circondava la figura del minore che si avvicinava a Tae.
<Jimin..> alzò lo sguardo e sorrise debolmente.
La guancia gli fu dolcemente accarezzata.
<Sei bellissimo...> Sussurrò tra i singhiozzi Taehyung. Udì una risata leggiadra. La figura si allontanò e scomparve a lungo andare.
<No, torna qui!! Torna da me, ti prego...> quella parola sussurrata strinse il cuore ad entrambi.

<Tae...ricordati cosa scrisse Jimin nella sua lettera. Non lo rendi felice così.>
Tae si calmò e pensò a quel biglietto recitandolo a memoria ad alta voce.

<...Non avvicinarti alla mia tomba piangendo. Non ci sono. Non dormo lì. Io sono come mille venti che soffiano. Io sono un diamante nella neve splendente. Io sono la luce del sole in un campo di grano. Io sono la pioggia in autunno. Io sono anche le stelle che brillano, mentre la notte cade sulla tua finestra. Perciò non avvicinarti alla mia tomba piangendo. Non ci sono. Non sono morto.>

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✎❝𝙏𝙝𝙚 𝙚𝙣𝙙❞

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