四 he's a nice guy
𝗟𝗔 𝗦𝗜𝗧𝗨𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗜𝗡 𝗖𝗨𝗜 𝗦𝗜 𝗧𝗥𝗢𝗩𝗔𝗩𝗔 𝗡𝗢𝗡 𝗘𝗥𝗔 𝗣𝗢𝗜 𝗖𝗢𝗦𝗜̀ 𝗡𝗢𝗥𝗠𝗔𝗟𝗘, si era anche chiesta come mai non avesse avuto una crisi isterica o non avesse dato di matto.
Era rinata in un altro corpo e non si ricordava nulla del passato.
Non era una religiosa, non credeva nella reincarnazione, ma sapeva che di solito non si ricordava di aver avuto una vita passata.
E di solito non si reagiva in modo così calmo a una situazione come questa.
No, forse era pazza.
Ma il bambino che aveva appena conosciuto era probabilmente più pazzo di lei.
Era un sollievo.
Forse la cosa più sconvolgente era che dessero per normale avere gli occhi gialli - o in caso del bambino viola - o avere capelli di colore azzurro o verde.
Sì, forse non era lei la più pazza qui.
Lo aveva conosciuto da poco, da cinque minuti e trentasette secondi per l'esattezza, ma aveva già compreso che non era come gli altri bambini.
O almeno, come i bambini che conosceva lei.
Di quelli che riusciva a ricordare, nessuno era come lui.
Così violento verso gli altri.
Probabilmente doveva fermarlo, stava praticamente spaccando la faccia all'altro bambino.
Ma nessuno poteva dire se poi non l'avrebbe spaccata a lei la faccia.
Non voleva finire all'ospedale, aveva altre cose a cui pensare e alla nonna sarebbe venuto un infarto.
Per di più i punti erano fastidiosi, ed erano troppo impegnativi.
Cosa doveva fare?
Era solo una bambina di cinque anni, era arrivata a quel punto.
Morire così l'avrebbe annoiata.
Guardò la scena ancora per un po', si grattò il mento e alla fine decise di giocarsela.
Forse non le sarebbe successo nulla.
Forse era un tipo a cui era stato dato fastidio e c'era stato un malinteso.
Okay, come non detto.
Ritirava tutto quello che aveva pensato.
Il bambino in realtà era un demone, forse figlio del diavolo.
Non solo l'aveva guardata come se avesse voluto ucciderla sul posto appena aveva provato a parlargli, ma si era preso la briga di inseguirla per picchiare anche lei.
Erano ormai tre minuti e ventinove secondi che stava correndo per il parco giochi, ma quel bambino aveva delle fottute pile incorporate?
O non sapeva proprio cosa fosse la stanchezza?
Sentiva che stava invece morendo, forse l'infarto sarebbe venuto a lei.
Vi prego, qualcuno lo fermi.
È Rambo questo bambino.
E vuole uccidermi.
Vide che l'altro - che aveva provato a soccorrere - li stava guardando senza fare nulla.
Forse aveva capito perché l'avesse picchiato, l'avrebbe fatto anche lei dopo.
Certo, se fosse sopravvissuta.
Un essere lassù sembrava averla sentita, perché una voce femminile lo fermò dall'assalirla.
"Kazu! Eccoti finalmente!"
Il bambino - ora rinominato "Kazu" - si fermò, entrambi videro una donna piuttosto giovane e bella all'entrata del parco giochi guardarli.
Aveva gli stessi occhi porpora del bambino, doveva essere la madre?
Sembrava troppo giovane per esserlo.
La donna vide l'altro bambino, ridotto abbastanza male, e tornò a guardare quel diavoletto che a momenti uccideva anche Miyako.
"Kazu! Di nuovo?!"
Di nuovo? Non è la prima volta che c'è un tentato omicidio?
Miyako guardò Kazu, che aveva preferito tenere lo sguardo basso, e guardò poi la donna che si scusò con entrambe le vittime.
Lei lo fissò quando decise di rivolgerle un secondo di attenzione.
Si scusò anche lui, costretto dalla loro salvatrice.
Fece un piccolo inchino, non voleva guardare nessuno dei tre presenti, aveva le guance rosse dall'imbarazzo e stringeva i piccoli pugni arrossati dalla lotta di prima.
Non seppe il perché ma era divertita.
Quindi ti è andata male, eh Terminator?
Quando i due e anche il bambino - che l'aveva ringraziata per aver provato ad aiutarlo - se ne andarono, lei si sdraiò sullo sporco terreno su cui aveva corso non poco prima.
Fissò il cielo così azzurro e interminabile, aveva ancora il cuore in gola a causa della corsa, era sudata e stanca.
Sentiva chiaramente il viso bollire e la sua pelle doveva aver assunto un colorito rossastro.
Alla nonna sarebbe venuto un colpo vedendola in quelle condizioni.
Si mise a ridere.
Forse Kazu non era poi così male.
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