十二 sano's family
𝗟𝗢 𝗔𝗩𝗘𝗩𝗔 𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢 𝗚𝗜𝗔̀ 𝗖𝗢𝗡 𝗞𝗔𝗭𝗨, a Miyako non piaceva correre.
O l'attività fisica in generale.
Era più il tipo da passare le giornate sdraiata sul divano di casa, guardando la televisione e contando i minuti mancanti all'arrivo della sua tanto amata notte, che avrebbe passato di sicuro in bianco.
Quello era già un notevole sforzo fisico per il cervello, ora doveva pure mandare al collasso i suoi organi?
Non aveva firmato per questo.
Perché poi era finita in quella situazione?
Ah, aveva incontrato i fratelli di Shinichiro; ringraziò Kazu per averglielo ricordato.
Per un momento fu tentata di chiudergli la porta in faccia, ma non poteva dato che la nonna era lì, le avrebbe fatto una bella ramanzina.
Si trattenne dal mostrare il fastidio che stava provando, forzando un'espressione cordiale, anche se Shin aveva capito che non fosse assolutamente naturale, voleva quasi mettersi a ridere guardandola.
Miyako però non si era trattenuta e non aveva esitato a tirargli un calcio.
Una volta al dojo, ebbe modo di conoscerli meglio; i fratelli erano a detta sua degli strambi, ciò sorprese il ragazzo e non ci mise poco neanche Kazu a rispondere.
"tu sei anche più stramba"
Inutile dire che Miyako cercò di picchiare l'amico, discutendo su come lui fosse il più strambo.
Shin provando a farli smettere si ritrovò in mezzo quando i due si iniziarono a trovarsi d'accordo sul fatto che l'abbigliamento del ragazzo fosse la cosa più stramba.
Miyako non sapeva se avevano fatto una buona impressione sulla famiglia, vide che però Emma - la più giovane - stava ridendo e Manjiro, che preferiva essere chiamato Mikey, aveva un sorriso divertito stampato sul volto.
Anche il capofamiglia sembrava divertito dalla scena che si era formata.
Miyako li trovò ancora più strani.
Ma sapeva che Kazu avesse ragione e che anche lei non fosse tanto normale.
L'unica cosa però a cui stava pensando in quel momento era di riuscire a sopravvivere.
Apparentemente in quella casa non era concesso di riposarsi, ma non capiva perché quel vecchio volesse allenarla.
Era Kazu quello propenso a quel tipo di attività, perché non allenare lui invece che lei?
Forse aveva capito che era una persona pigra, e forse pensava di poter cancellare quella pigrizia.
Solo che Miyako sapeva essere abbastanza testarda, soprattutto quando c'era di mezzo il riposo.
Quella corsa infernale senza fine - che in verità era durata solo un minuto e venticinque secondi - venne fermata da Miyako, la quale si lasciò crollare sul pavimento di legno, così invitante ai suoi occhi.
Non ci fu bisogno di dirlo che ci mise pochissimo ad addormentarsi, sorprendendo i presenti - Shin e addirittura il vecchio si erano preoccupati che fosse svenuta - Kazu però riuscì a calmarli.
Manjiro era alquanto divertito da quella scena, a tal punto da mettersi a dormire anche lui, vicino a Miyako.
Kazu invece continuò ad allenarsi, ottenendo il favore del capofamiglia, che decise di iniziare ad allenarlo.
Quando Miyako lo venne a sapere non fu tanto sorpresa, sapeva che era solo una questione di tempo prima che il suo amico iniziasse uno sport come quello.
Almeno le risse d'ora in poi sarebbero state più interessanti, e poi a lei piaceva vederlo felice.
Certo, di sicuro lui era felice di sapere che sarebbe stato capace di rompere ancora più ossa, ma a lei andava bene così.
Miyako si ricredette sui fratelli, non era successo nulla, nessuna visione o sentimento strambo, e loro non erano così male.
Manjiro e lei erano diventati amici di merenda, ogni volta parlavano di dolci, e poi la sua natura calma - alcune volte - era un qualcosa di rinfrescante.
Soprattutto rispetto ai gemelli.
Non era sicura di voler farli incontrare.
Non voleva neanche provare ad immaginare cosa sarebbe successo.
E poi era la prima volta che aveva un'amica, Emma sapeva essere meno calma di quanto mostrasse, specie se l'argomento di cui si parlava erano i vestiti o dei film romantici che vedeva ogni fine settimana.
Ma almeno aveva qualcuno con cui parlare di cose femminili, certo, non si aspettava chissà quali argomenti con una bambina, però aveva la sensazione che sarebbero state amiche per molto tempo, quindi avrebbe aspettato.
Era felice.
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