五 two candies and a slide

𝗡𝗢𝗡 𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗔 𝗗𝗜𝗥𝗘 𝗦𝗘 𝗔𝗠𝗔𝗦𝗦𝗘 𝗟𝗔 𝗣𝗜𝗢𝗚𝗚𝗜𝗔, della sua vita precedente non aveva nessun ricordo inerente ad essa.
Quando pioveva la nonna la faceva sempre rimanere a casa, preoccupata che potesse ammalarsi.

Alcune volte voleva dirle che era un'adulta e che sapeva badare a sé, ma forse quella donna l'avrebbe portata in qualche centro specializzato se avesse detto qualcosa del genere.
Aveva solo cinque anni d'altronde.
Nella sua vita precedente era arrivata alla soglia dei ventisette anni.
Questa cosa le diede abbastanza fastidio.
Solo tre anni e sarebbe arrivata ai trenta.

Non poteva arrivare a quelli e poi schiattare?
Il fatto che fosse morta così era fastidioso.
Si era quindi ripromessa di morire solo dopo esser arrivata a cifra tonda.
Non voleva morire ad esempio ai trentun anni ma ai trenta.
Così come non voleva morire ai ventisei anni ma a venticinque.
Non aveva senso altrimenti e sentiva che sarebbe potuta resuscitare solo per quello.
Di nuovo.

E quello sarebbe stato anche più fastidioso.
Quindi avrebbe fatto di tutto per riuscire nel suo intento.
Non le importava neanche di morire, era già morta una volta.
Magari questa volta sarebbe finita a giocare a carte con i fantasmi.
Era pur qualcosa.
Forse la nonna sarebbe morta a causa sua, più per un infarto.
Più per i suoi pensieri, rifletté Miyako.
A volte persino lei rimaneva sorpresa dei pensieri che poteva avere.
Erano tutti così imprevedibili e privi di alcun senso morale, o senso in generale.

Anche nella sua vita passata era così?
Le visioni erano come i suoi pensieri, senza controllo.
Vide però due figure correre tra le strade, troppo basse per appartenere a due adulti.
Vide che indossavano degli impermeabili, e che di tanto in tanto saltellavano.
Sì, erano due bambini.

La nonna stava cucinando, non se ne sarebbe accorta.
Si diresse verso l'ingresso di casa, dopo aver indossato le scarpe e l'impermeabile, prese anche un ombrello e qualche dolcetto in caso le fosse venuta fame.
Uscì senza farsi sentire e corse verso la direzione presa dai due.
Nel parco giochi.

Li vide correre, saltare nelle pozzanghere, ridere e scherzare.
Li vide andare su quello scivolo a cui ormai si era affezionata, e da cui era caduta più di una volta.

"Chi sei tu?"

Nonostante il rumore incessante della pioggia, riuscì lo stesso a sentire quella domanda.
Era stato proprio uno dei due a chiederglielo.
Due iridi rosso sangue la fissavano con curiosità e anche scetticismo.
Miyako diede uno sguardo anche all'altro bambino, che si stava nascondendo dietro al suo compagno.
Vide che anche lui aveva gli stessi occhi.
Notò però come i loro visi fossero identici.
Gemelli.

Si avvicinò a passo lento, temendo che potesse spaventarli.
Quando ci fu poca distanza tra di loro, il bambino che aveva parlato la studiò, come se stesse vedendo un essere umano per la prima volta.
Quello che Miyako aveva capito fosse suo fratello minore rimase dietro, guardandola di sbieco.
Frugò nelle tasche del suo impermeabile, sotto lo sguardo cauto dei due.
Tirò fuori due caramelle e le porse a loro, che la guardarono sorpresi e incuriositi.

Il maggiore allungò il braccio e con un gesto ne prese una, rigirandosela tra le mani piccole.
Il minore, forse incoraggiato, fece lo stesso.

Miyako sorrise, le guance rosse a causa del freddo e della gioia.
Sembrò stranire i due, che la fissarono.

"Diventiamo amici"

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