97: Brightness.
Ho saputo adesso la data. 13 settembre. Tra due giorni, Gerald salirà su un aereo e non tornerà mai più qui. Rich mi ha detto che il suo desiderio è tagliare i rapporti con tutti per ricominciare da capo, e anche se mi dispiace per Rich e Mad, la parte egoista di me è felice che la smetta di insistere nel volere i suoi sentimenti ricambiati. In più, so quanto ci tiene alla Loyola e a sua madre, e sono sicura che una volta ritornato a New Orleans, tutto avrà un senso, e i tasselli del suo puzzle si potranno completare, come lo stanno facendo i miei. Mentre mi strofino i capelli, sotto il getto tiepido della doccia, mi chiedo cosa dovrò fare dopodomani: vado a salutarlo all'aeroporto o resto a casa e ignoro la sua partenza? Di sicuro, dato che Gerald non mi ha detto nulla, non mi vorrà in aeroporto, ma ho smesso di dargli retta tempo fa, e non vedo perché non dovrei salutarlo. Rich ha chiamato Tyler mentre mi preparavo per lavarmi e gli ha detto che vorrebbe che entrambi raggiungessimo il gruppo per salutare a dovere Gerald, alle 15 di lunedì, e quando me lo ha detto, una manciata di secondi fa, sono rimasta interdetta: prima, io e Gerald condividevamo segreti oscuri su di noi, ma adesso la nostra complicità è svanita. Adesso tutti sanno della mia vita mentre quella di Gerald viene nascosta sempre di più. Non so se sia giusto o sbagliato, dato che non ho voce in capitolo perché sono stata parte della sua rovina, ma spero che le scelte che lui ha fatto siano quelle giuste. Spero che trovi la felicità nelle piccole cose, come sto facendo io adesso, e spero che New Orleans faccia sbocciare il fiore appassito che conserva dentro di sé. Spengo l'acqua della doccia, mi avvolgo un asciugamano intorno al corpo ed esco dal bagno, per poi pettinarmi i capelli e raggiungere la camera di Tyler. Scelgo dei vestiti puliti dalla mia valigia, che viene mantenuta il più ordinata possibile, e dopo essermi vestita ed essermi sistemata l'asciugamano sulle spalle, raggiungo lo studio di Tyler e accendo il suo computer; i capelli gocciolano sullo schienale della sedia grigia mentre io accedo al mio portale di posta elettronica, cercando come tutte le mattine se qualche posto ha bisogno di un dipendente. Gli occhi mi si illuminano dall'entusiasmo quando trovo ciò che cercavo, ciò di cui avevo bisogno, e chiamo Tyler eccitata:-Vieni!- gli dico, e appena mi vede sorridere accorre allo schermo del computer. -"Cercasi dipendente con poca esperienza per lavoro part-time al negozio di ottica Sullivan, reparto fotografia e cinematografia". È l'ideale per te- commenta Tyler dopo aver letto ad alta voce l'annuncio. -Che aspetti? Scrivigli- mi incalza, vedendomi esterrefatta. Mi sblocco dalla tranche che avevo assunto, e cerco l'indirizzo email scorrendo nell'annuncio. Appena lo trovo, scrivo una lunga email usando le parole giuste ma facendo capire al proprietario del negozio che questo lavoro deve essere mio. -Non ci credo! È passato così poco tempo...- dico, riferendomi sia al giorno in cui Rich mi ha iscritto in questo portale online per cercare lavoro, sia al giorno in cui ho deciso che la mia vita non deve andare sprecata in questo modo ignobile. -Te lo meriti. Ti meriti il mondo. Appena ti risponde, chiama tuo padre- sorrido maliziosa a Tyler, sapendo cosa intenda e avendo l'idea perfetta:-Perché disturbare mio padre rendendolo felice di un conseguimento di sua figlia? Meglio chiamare la banca e chiedergli di bloccare le transazioni a lui e a Lilian- lui mi bacia la tempia sinistra con trasporto, felice quanto me per questo mio piccolo, ennesimo trionfo. -Sono davvero fiero di te. Stai finalmente vivendo- mormora premuroso, e io gli rispondo, addentando la mela che costituisce la mia colazione, lasciata lì da prima che facessi la doccia:-Dovrò pur pagarti l'affitto- il suo sguardo diventa enigmatico mentre mi scruta le pupille, cercando di capire a cosa sto pensando. -Affitto? Non volevi andare a vivere in una casa tutta tua?- annuisco ma scrollo le spalle, bagnandomi la maglietta con i capelli umidi. -Volevo dirtelo in modo più romantico, ma mi piacerebbe vivere qui, con te. So che è successo tutto troppo in fretta, che avevo detto che dovevamo prendercela con calma...- vengo interrotta da un suo piccolo bacio innocente, che calma il mio imbarazzo. La montatura dei suoi occhiali, che ultimamente porta solo quando è in casa, sfiora le mie guance rosee. -Sei la benvenuta, lo sai benissimo. Non sai quanto io sia felice, in questo momento- i suoi occhi riflettono i miei, facendo capire ad entrambi che il legame che abbiamo è troppo forte rispetto al tempo durante il quale si è creato. Lo bacio di nuovo, alzandomi leggermente dalla sedia, poi vedo una notifica sullo schermo del computer di Tyler.
"Buongiorno, signorina Pierce.
Il curriculum che mi ha inviato, in allegato alla sua impeccabile presentazione, è anche troppo ricco per il modesto lavoro che offro, ma sarei più che entusiasta in un incontro, anche oggi pomeriggio, per vederci di persona e discutere più dettagliatamente dell'impiego, del contratto e di tutto quello che, secondo lei, ha bisogno di chiarimenti.
Non esiti a chiamarmi o a scrivermi un'altra email in caso di bisogno,
A presto.
Jonathan Lemans"
Salto per aria come una mina appena rispondo nervosa alla email, davvero felice per ciò che mi aspetta: ho lasciato il mio passato alle spalle, e il sorriso di Tyler è il sorriso che il futuro mi rivolge, accogliendomi a braccia aperte.
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