87: Reunion.


Una mano mi accarezza la fronte, scostandomi i capelli finiti sul viso. La carezza continua lungo la guancia, e poi un dito finisce sulle mie labbra, tracciandone il confine. Il dito, passando sul profilo del mio naso, finisce sulle mie palpebre, accarezzandole come se fossero ragnatele, pronte a rompersi in un istante. I peli delle sopracciglia vengono leggermente pettinati dallo stesso tocco dolce, e poi mi vengono sistemati i capelli dietro le orecchie. Mi ricordo quando anche mia madre faceva così, la domenica mattina, quando dormivo fino a tardi e lei non sapeva che fare se non cullarmi gentilmente tra le sue carezze. Solo che non ho più cinque anni, non c'è più mia madre, e non sono in quella vecchia catapecchia che era casa mia. La mano delicata è di Tyler, che mi sveglia dal sonno beato che avevo avuto fino ad adesso nel modo migliore che conosca. Appena le mie palpebre indugiano sull'aprirsi, lui si china sulle mie labbra e appoggia le sue sulle mie, come per capire se sono sveglia. Io spingo la mia bocca contro la sua e faccio schioccare le superfici, ringraziandolo del risveglio. Apro gli occhi appena si allontana e gli sorrido timidamente:-Vieni qui- gli dico, aprendo le braccia come se adesso fosse il suo turno, dato che questa mattina non voglio fare altro se non oziare, cosa che non mi è mai riuscita bene fare. Lui si sdraia sopra di me, premendo sul mio corpo ma senza farmi male, e appoggia la testa sopra la mia clavicola sinistra. Gli accarezzo il viso cercando di imitare la sua gentilezza, e gli chiedo:-Che hai fatto stamattina?- lui mormora, improvvisamente stanco:-Ho aiutato mio padre e sono andato a correre- continuo a pettinargli i capelli con le dita, osservando quei riccioli districarsi dai deboli nodi creati, ma il nostro momento di pace viene interrotto dal mio telefono, che squilla violentemente. Tyler allunga un braccio e me lo passa: il nome di Logan lampeggia mentre la suoneria predefinita, che non ho mai cambiato, suona ad alto volume. -Pronto?- rispondo, assonnata e con la voce impastata. Tyler fa per alzarsi, ma io gli prendo la maglietta con l'altra mano, intimandolo in silenzio di rimanere dov'è. -Ele, ciao. Ti ho disturbato? Sembri stanca- scuoto la testa, anche se non può vedermi. -No tranquillo, mi sono svegliata da poco. Dimmi- sbadiglio e lo sento ridacchiare debolmente. -Shaq torna stamattina da Las Vegas, e io sono senza macchina. Quella Jeep, a quanto pare, non era nuova come ci avevano detto, e ieri mi si è spenta in mezzo alla strada. Lo andresti a prendere tu? Se non puoi glielo dico e chiama un taxi- sorrido quando sento le scuse di Logan, che pensa sia un peso per me andare a prendere il mio amico. -Vado io, non preoccuparti. Quando dovrebbe arrivare?- Tyler mi guarda con le sopracciglia aggrottate, non sentendo bene cosa dice Logan. -Prima di pranzo, verso le 11.30- lo ringrazio e lo saluto, per poi sentire chiudersi la chiamata. -Con che macchina pensa che tu vada a prenderlo?- mi chiede Tyler, e io ridacchio, dato che Logan non ha ben capito che neanche io ho una macchina, e quella che mi porta in giro è di Tyler. -Credo la tua. Ti va di accompagnarmi?- alza le spalle e sorride, un sorriso talmente bello che il Sole che passa dalla tenda di camera sua si ritira, sconfitto e impotente. -Non devi nemmeno chiederlo. Ti porterei dappertutto, pur di vederti seduta sul sedile di fianco a me, a ridere quando mi metto a guidare come uno scemo- rido di nuovo per poi baciarlo dolcemente, perché fino a Tyler non sono stata l'effettiva priorità di nessuno.

Mi vesto, bevo del caffè macchiato per colazione, mi trucco leggermente per poi uscire dal bagno e trovare Tyler, con una maglietta rossa e dei jeans strappati neri, ad aspettarmi, facendo fare una capriola al mio cuore. Gli sorrido per poi precederlo e salire in macchina, mettendo un cd dei "The Antlers", uno dei pochi gruppi che conosciamo entrambi, e usare le canzoni come colonna sonora del tragitto tra la casa di Tyler e l'aeroporto. Appena scendiamo dall'auto parcheggiata e raggiungiamo l'entrata dell'aeroporto, vedo Shaq trascinarsi dietro la sua valigia e guardarsi intorno tranquillamente: appena mi vede, sorride e aumenta il passo, per poi abbracciarmi con delicatezza. -Allora, come va?- mi chiede, sapendo tutto quello che è successo da Logan. -Bene- rispondo felice, per una volta sincera. -E tu, come stai?- gli chiede Shaq, cercando di far sentire Tyler più partecipe: quest'ultimo gli sorride e risponde:-Non c'è male. Ti vedo migliorato- gli risponde, e Shaq annuisce contento. -Dovete sapere che ho parlato con Arleene, e fortunatamente sono arrivato alla conclusione che ormai sono troppo vecchio per le droghe. Ho il numero di una comunità che potrebbe aiutarmi, perciò se mi metto d'impegno dovrei poter vivere abbastanza a lungo da vedere mia madre sorridere per me- mentre lo accompagnamo a casa ci facciamo raccontare quello che Arleene gli ha detto, e mi sorprendo della relazione che è rimasta tra i due: sono diventati migliori amici, quasi fratelli, e lui sorride mentre ci fa sapere che lei adesso è ufficialmente fidanzata con Markus, descrivendoci l'anello come prova. Ci dice che adesso vuole rintracciare Gwen, parlarle e chiderle scusa per quello che le ha fatto passare, poi vorrebbe trovare un lavoro, rimanere a San Diego e cominciare una vita pacifica con il suo corpo. -Mio padre una volta faceva lavorare gli ex-drogati da lui. Se vuoi posso chiedergli se può assumerti- dice Tyler mentre si sistema sul divano della casa di Logan e Shaq, mentre facciamo una specie di riunione abbozzata. Logan approva l'idea, ma Shaq sembra dubbioso:-In una macelleria? Sei sicuro che si fidi?- Tyler alza le spalle e poi annuisce, e quando sentiamo bussare alla porta vado ad aprire a Madison e Rich, invitati a questa specie di riunione, finalmente di nuovo tutti nello stesso posto, come quando io dovevo partire per Washington. -Comincia la festa!- grida la mia amica, alzando in aria una busta piena di alcolici. -Tesoro!- urla vedendomi, abbracciandomi stretta. Saluto anche Rich, che la seguiva riluttante, e poi ci sediamo tutti e tre nel soggiorno, mentre parliamo e ci aggiorniamo. Shaq fa un riassunto di tutto quello che ci aveva detto a Mad e Rich, poi Rich mi chiede:-E tu, Ele? Hai deciso che fare?- scuoto la testa. -Mi sono informata su internet, e ho visto un corso di pittura qui vicino, pubblico. Potrei provare a dargli un'occhiata, ma dovrei anche trovare un lavoro per potermi permettere un casa tutta mia- Logan chiede, come se fosse scontato:-Perché non vivi da Tyler?- e io arrossisco, mentre Tyler risponde:-Le mie porte sono sempre aperte per lei, se vuole. Ma non credo voglia- annuisco e continuo:-Cioè... Non sto male con Tyler, ma è la mia prima relazione... Vorrei prenderla con calma- Logan annuisce e Mad sorride perfida, facendomi capire che ha intuito male la frase "non sto male con Tyler". -Se vuoi, dove lavoro io cercano un dipendente. Posso mettere una buona parola su di te- mi dice Rich. -Dove lavoro è una specie di tabacchino che vende un po' di tutto, e basta stare alla cassa. Pagano il giusto e lavori relativamente poco- annuisco, considerando l'offerta. -Pensavo anche di fare l'università, ma dovrei aspettare l'anno prossimo, perciò nel frattempo vorrei provare altro- Tyler mi dice:-Prova a fare anche cose che non faresti mai. Magari ti appassioni e scopri cose nuove- annuisco, considerando anche quella sua opzione, poi chiedo:-Logan, tu rimarrai?- lui scuote la testa, rassegnato:-Non ho abbastanza soldi per potermi permettere una vita a San Diego, in più vorrei tornare dalla mia famiglia, chiarirmi di persona con la mia ex e magari sistemarmi a Austin- Mad lo guarda di sott'ecchi, e io sorrido capendo a che sta pensando. -Se facessi qualche viaggio?- gli chiedo, e lui risponde:-Beh, di sicuro spenderei meno che rimanere qui a San Diego. Prima pensavo di andare a Chicago, ma non so se ne ho ancora voglia- io propongo, divertita:-Seattle?- e vedo Logan arrossire, Madison fulminarmi con lo sguardo e tutti gli altri trattenere una risatina. -... Anche- risponde Logan a voce bassa, ma alta abbastanza da farla sentire chiaramente a Madison, che prende una birra dalla busta che aveva portato e dice:-Beati voi, figli di brave donne. Almeno potete scegliere che fare! Io sono obbligata a finire la mia maledetta università, e dovrò perfino smettere di scopare quando mi pare- stappa la bottiglia con agilità e ne beve un sorso. -Ma ehi, non intristitevi troppo. Appena avrò un giorno libero, tornerò qui a rompervi i coglioni- mentre gli altri ridacchiano, io le sorrido teneramente. In fondo, è una sedicenne nel corpo di una ventunenne. -Che studi?- chiede Tyler. -Belloccio, io studio economia aziendale. Una scocciatura, ma almeno sono brava a negoziare- gli fa l'occhiolino, e Tyler annuisce:-Anche io stavo iniziando a studiarla, però preferisco quella politica- gli occhi di Mad si illuminano e ci fanno capire che per lei, economia è tutto tranne che una scocciatura. -Figata! Avevo provato a farmi ammettere alla Loyola, sezione economia politica, ma sono stata bocciata- alza le spalle, e una volta terminati gli argomenti seri, finiamo per parlare di stronzate, consumando un'intera giornata tutti insieme. Tutti, tranne Gerald. Come sempre.



Quanto amo questo capitolo...

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