80: Shame.


-Shaq?- le chiedo, incredula. Che avesse usato la salute della madre come scusa per andare da Arleene? E poi, perché dovrebbe andare da lei? Si vuole scusare? -Sì, mi ha chiamato ieri sera per chiedere se possiamo vederci. Tra qualche giorno dimettono la madre dall'ospedale, dato che era caduta e si era fatta male ad un polso, e voleva vedermi per chiacchierare- sospiro di sollievo, rimproverando me stessa per aver dubitato di Shaq; "Stiamo pur sempre parlando di un drogato, per quanto apposto sia". -Che vuoi fare?- le chiedo, e lei esclama:-Volevo chiederlo a te, perché io non lo so. Per quello che lui aveva fatto con Gwen, che solamente adesso è maggiorenne, sono stata anche troppo buona. Abbiamo chiuso bene, lui ha pianto un po' ma è normale. Cosa vorrà riportare a galla?!- chiede infine, come se questa domanda possa trovare la sua risposta da qualche parte, anche se nessuna delle due sa dove. -O forse vuole solamente rivederti, fare due chiacchiere tranquille e aggiornarsi con te. Secondo me dovresti accettare, magari chiedi a Markus se può stare nelle vicinanze, così nel caso te ne vai usandolo come scusa- posso vedere Arleene annuire e scuotere quel capo contornato da quei riccioli definiti e scuri. -Farò sicuramente così. Però non so... Non mi sento più a mio agio con lui- alzo le spalle, ricordandomi tutti i sentimenti che ho provato questa mattina, prima di entrare nella stanza di Gerald. -Ti capisco benissimo. Ma se ritieni che lui possa avere qualcosa da dirti che valga la pena, vai e prendici un caffè. Che male sarà mai?- la sento ridacchiare dolcemente. -Grazie Eleanor. Ti lascio andare da Tyler- dice, prima di salutarmi e attaccare. Dopo qualche secondo nei quali mi chiedo cosa davvero Shaq voglia dire ad Arleene, decido di andare dove Tyler mi ha detto di aspettarlo, ovvero all'ingresso dell'ospedale. Cammino tranquilla, cercando di pensare a meno cose possibili e a godermi il caos dell'ospedale, le penetranti luci a neon e le pareti azzurre alte e tutte uguali. Mentre raggiungo l'ingresso, però, trovo Marylin e Madison che chiacchierano ad un volume troppo alto per essere cortesi ma troppo basso per dare fastidio. "Quest'ospedale sarà enorme, ma riesco sempre a incontrare le solite persone" pensa quella mia vocina insopportabile. Mi guardo intorno cercando di non farmi notare, ma ormai è troppo tardi e cammino riluttante verso Madison che, dato che mi aveva vista, aveva cominciato a muovere il braccio per invitarmi nella loro conversazione. -Elee!- urla Mad, battendo dolcemente la mano sulla sedia alla sua sinistra per invitarmi a sedermi. Il suo sguardo accattivamente non mi permette di dubitare sul suo invito, che viene recepito come un ordine. -Stavo parlando con Marylin della sua nuova cotta- annuisco, mentre il mio pensiero che Marylin fosse ancora innamorata di Gerald aleggia tra le pareti della mia scatola cranica. -Già! Lavora qui, avrà 23 anni circa ed è bellissimo! Ha un tono di voce stupendo, poi sa sempre cosa dire, ha delle braccia enormi e un camice troppo stretto- dice ammiccando, e io la seguo solo per metà, mentre i miei occhi vagano per l'enorme ingresso luminoso alla ricerca di Tyler. -Prova a parlargli, magari comincia chiedendogli di Gerald- le propongo io, e Marylin risponde:-Non sai quante volte l'ho già fatto! Ho pure provato a offrirgli un caffè, ma lui ha sempre gentilmente declinato, dicendo che ha già tante cose a cui pensare. Chissà quanto lavora, e quanto è bravo nel suo lavoro!- mi sembra di ritrovarmi in una di quelle conversazioni che fanno delle vecchie signore mentre aspettano il loro turno alla cassa, quando si mettono ad adulare le cose che fanno come se fossero delle imprese prestigiose, quando in realtà sono solamente atti quotidiani. -Fai finta di sentirti male, e appena siete in stanza insieme gli salti addosso- propone Mad con un sorrisetto perverso. -Ottima idea!- dice Marylin, ma io le dico invece:-Pessima idea! Potrebbe funzionare come primo approccio, ma nel 90% dei casi finirebbe solo per ignorarti- ribatto io, mentre mi viene la nausea al pensiero. Mi immagino l'imbarazzo di quel momento, quella recita fatta male e attuata da un'attrice impacciata, il momento in cui gli salti addosso e gli cingi i fianchi con le cosce, il rifiuto da parte di lui che ti fa arrossire, ti riporta alla realtà con uno schiaffo, il silenzio forzato e fastidioso e infine la fuga, con le lacrime agli occhi, mentre l'ultimo ricordo che si ha è quello della sua mano contro il tuo sterno, a bloccare quel bacio che tanto hai bramato. -Forse hai ragione... Ma io sono brava in quelle cose, quindi al massimo mi cercherà per farlo di nuovo- Mad annuisce, come se quella fosse l'idea del secolo. -Scopamici. Ottimo inizio- poi però Marylin tira uno schiaffetto sul braccio di Mad, sussurrando con prepotenza:-Sta arrivando! Sta arrivando! Ore dodici!- Mad cerca di non farsi vedere mentre dà una sbirciatina, e per poco non scoppia a ridere; "sarà brutto, o ridicolo, o tutti e due" penso mentre mi giro, ma quando capisco chi è la nuova cotta di Marylin, non so se ridere insieme a Mad o morire dall'imbarazzo. -Eleanor- sento chiamare dolcemente, come per ricordarmi che la mia vita è il filo di un gomito in disordine, e io non riesco a trovarne il capo. -Cazzo, questa è nuova- borbotta Madison mentre si alza e saluta Tyler. -Come va, maschione?- gli chiede, e lui sorride:-Ora meglio. Parlavate di me? Siete rosse in faccia- io gli sorrido. -Tu non mi saluti?- mi chiede, e io sospiro, rifiutandomi di girarmi verso Marylin per vedere l'espressione che deve avere su quel bel visino. "Mi dispiace" le mormoro, sperando che il mio pensiero le arrivi nel cervello. Faccio per abbracciare Tyler e lui mi stringe forte a sé, per poi trovare le mie labbra aride e baciarle, donandole vita e facendomi sentire in Paradiso per un attimo. Però poi apro di nuovo gli occhi, sorrido di nuovo a Tyler e mi giro verso Mad e Marylin:-Noi andiamo- dico, e quando finalmente guardo negli occhi Marylin vedo un'espressione mai vista prima. Un'espressione mista alla vergogna, alla tristezza e alla delusione, l'espressione di chi sa di aver commesso un'errore ma di averci già messo anima e cuore dentro. Prima di varcare le porte scorrevoli dell'ospedale, dal riflesso del vetro riesco a vedere Mad che appoggia una mano sulla spalla di Marylin, e questa che, incredula, sembra bloccata nello stesso istante di prima.

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