65: Jealousy.
-"Gillum"? Devo sostituirti la flebo- appoggio una mano sulle tempie e le massaggio con movimenti circolari, cercando anche di coprire il mio sguardo nel panico. Tyler è qui, e sa tutto. Come conferma del mio pensiero, vedo entrare dietro di lui Rich e Madison, entrambi con le code tra le gambe e un'aria di scusa, che si siedono di fianco a me silenziosamente, senza fiatare, perché si sentono in colpa o non vogliono perdersi una parola della discussione che avrò con Tyler, il quale sembra a suo agio, con la situazione sotto controllo. Dovrebbe essere il contrario, ma sono io che mi sento come un pesce fuor d'acqua. Le sue mani rovinate da non so quale lavoro cambiano lentamente la flebo, aspettando una mia spiegazione o una mia giustificazione, ma l'unica cosa che oso pronunciargli è:-Non lo dire a Eleanor. Non merita di essere in pericolo- e lui alza un sopracciglio, per poi girarsi verso di me e fulminarmi con lo sguardo. Letteralmente. Infatti, per la prima volta capisco davvero di che colore siano i suoi occhi, e sono grigi, con mille tonalità diverse e con una striscia viola che ne attraversa uno, che mi inquieta quasi quanto l'occhio di vetro di Sept:-Quale pericolo? L'obiettivo di quel pazzo non eri tu. Oltretutto come può lei, che è solo una tua amica, essere in pericolo? E Madison, e Rich, in che pericolo sono?- mi chiede, facendomi sentire chiuso in un angolo. La sua calma, il suo sguardo che invoca tuoni e le sue parole pungenti mi spiazzano, e non mi permettono di ragionare con la mia solita arroganza; -Sept mi cercherà per lavorare con lui, e non si sa mai cosa potrebbe succedere. Mad e Rich sanno difendersi, Ele no- alza le sopracciglia e prende il sacchetto vuoto, appena cambiato. -Sottovaluti Eleanor e sopravvaluti il pericolo a cui è sottoposta. Gerald, se non vuoi dirglielo per evitare di spiegarle le cose o semplicemente di parlarle, benissimo. Ma io sono onesto, e se dovesse chiedermi di te gli direi tutto- respiro profondamente, tentando di rispondergli con il suo stesso tono, ma non ci riesco. Io non sono lui, e il mio modo per farla franca è provocarlo. -Fatti i cazzi tuoi, Tyler- e lui risponde, leggermente infastidito:-Non quando si tratta dell'amico della mia ragazza- e a quel punto, invece di sentirmi vittorioso per essere riuscito a smuoverlo, sento il sangue ribollirmi nelle vene. -Vedi, è proprio questo il problema! Ti è bastato una notte e sei diventato il suo ragazzo, ciò che io non sarò mai, perciò scusami se voglio solamente distanziarmi da Ele!- Tyler, in piedi accanto a me, sembra una colonna imponente, che fa ombra all'erba e non le permette di crescere. -Egoista- dice solamente, e io rido sommessamente, mentre mi tiro su e comincio a versare parole come acqua su quella terra all'ombra, nell'oscurità. -Io, egoista? Sei tu quello che si è intromesso nella relazione tra me e Eleanor, l'hai corteggiata e quando sapevi che eravamo in crisi, hai utilizzato la scusa del matrimonio per infilarti tra le sue gambe! Non siamo amici ma cazzo, lo sapevi quello che c'era tra me e lei, e hai voluto rovinarlo lo stesso!- urlo, noncurante dei nostri spettatori e delle possibili orecchie che attiriamo. -Non devo giustificarmi con nessuno, tanto meno con te. L'unica cosa che devo dirti è che sei un'egoista del cazzo, perché non ti sei mai chiesto cosa Eleanor cercasse davvero- ammutolito, una parte di me mi urla di fermarmi, di rifletterci, di piangere sulla verità che mi è appena stata urlata in faccia; l'altra parte di me invece mi dice che non posso perderla, che quel bastardo parla solo perché ha avuto la meglio, e se fosse stato al mio posto sarebbe stato nelle mie stesse condizioni. Mi alzo, e con la coda dell'occhio vedo Mad coprirsi la bocca, incredula del battibecco che sta avvenendo davanti ai suoi occhi. -Non c'è bisogno di fare sempre il fenomeno! Ti sto chiedendo delle spiegazioni, perché sto male, perché volevo stare con lei!-Tyler si avvicina alzando il mento, lo sguardo sempre più burrascoso, che mi fa girare la testa. I fili sistemati sul mio cuore vengono tirati ma rimangono appiccicati alla pelle, mentre tolgo la canula della flebo per poter parlare meglio, senza sentire quella fastidiosa sensazione. -La amavi, Gerald? O volevi solo stare con lei perché ti dava sicurezza? Quale delle due?!- dice, spazientito, ma io non voglio più sentire la sua analisi sul casino che ho in testa, perciò faccio quello che mi riesce meglio, e avvicinandomi velocemente, nonostante il malore alle tempie, tiro un pugno a Tyler, che, sorpreso della mia azione, non muove un muscolo. Io invece sento l'adrenalina dentro, mentre il dolore della ferita quasi scompare e i miei pensieri si rifugiano in un cassetto nel mio cervello. Continuo a colpire, ma il vigliacco non fa che difendersi, tentando di deviare i miei colpi o bloccarli. Non so dove ha imparato, ma la sua bravura mi fa venir voglia di continuare a picchiarlo finché quegli occhi grigi non diventano neri. Rich cerca di fermarmi, ma sappiamo tutti e due che è difficile farlo, perciò anche il mio amico ci finisce in mezzo, e quando Tyler con un colpo mi allontana un pugno e colpisco Rich, lo vedo fermarsi e non provarci più. Vorrei smettere, ma appena guardo Tyler mi ritorna in mente la telefonata di Eleanor, l'aeroporto, la lettera, e continuo a cercare di far male a quello stronzo in qualsiasi modo mentre piango. Rich mi prende le braccia e Madison, accortasi della gravità della situazione, cerca di parlarmi:-G, basta. Non serve a nulla- non la sento, non la sento, non la sento. -G, calmati e torniamo a studiare. Troveremo un modo per sistemare le cose- non voglio sentirla, non voglio sentirla, non voglio sentirla. -G,allora!- dice, e mi prende un braccio. -Mad, allontanati- ringhio, per poi cercare di togliere entrambi i miei amici dalle mie braccia, facendo cadere a terra Mad.
Silenzio.
Io mi fermo, Tyler la guarda:-Sei un egoista del cazzo- ripete lui arrabbiato, con qualche capello fuori posto ma nella sua solita perfezione complessiva, uno dei tratti di Tyler che mi dà più sui nervi, per poi tirarmi un cazzotto dritto sulla ferita, togliendomi il respiro e facendomi cadere a terra. Vedo tutto scuro e opaco mentre le voci si fanno ovattate, e l'adrenalina non basta a coprire il dolore, che si fa lancinante. -Ho dovuto...- sento dire, e poi l'ultima cosa che le mie orecchie riescono a percepire è:-E hai fatto bene. Vaffanculo, Gillum- dalla mia amica. Percepisco delle braccia sollevarmi e rimettermi sul letto, sento la vibrazione della porta che sbatte due volte con due diverse intensità, poi riesco a sentire Rich parlare con qualcuno: poco dopo, due infermieri mi medicano la ferita, che a quanto pare si era aperta e aveva ricominciato a sanguinare, poi mi danno un tranquillante e infine tento di rimanere sveglio, lottando contro le mie palpebre, che si fanno pesanti, mentre sento un circolo continuo di persone nella mia stanza e un circolo continuo di perplessità e dubbi nella mia testa. Non so con quali forze sono riuscito a fare ciò che ho fatto, ma ora mi stanno abbandonando troppo rapidamente.
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