63: Arguments.


Dopo una modesta ora di operazione, vengo riposto sul mio letto d'ospedale, che ormai è troppo familiare al mio fondoschiena, e l'infermiera mi inietta una flebo, dato che negli ultimi giorni, eccetto il pasto preparato da Madison, non ho mangiato granché. Stock entra dopo pochi minuti, durante i quali cercavo un canale decente alla televisione, e la prima cosa che dice è:-Ehi, ma è uno di quei camici che lascia scoperto il culo?- e io lo guardo con aria scontata:-Già, è un banale camice d'ospedale...- lui ride, poi però si siede e diventa un pochino più serio. -Volevo dirtelo alla Chimera ma sai come dice Sept...- "l'apparenza conta" ed ha ragione, perché nella malavita bisogna dare prima di tutto una buona impressione; -...vabbé, comunque volevo dirti, da parte mia e di tutti i ragazzi, che ci mancano le nottate passate a scherzare. Ovviamente siamo uomini adulti e anche senza te ce la spassiamo, ma ogni tanto passa alla Chimera, e magari siediti con noi... Beviamo due cose, ci malediciamo a vicenda e poi torni a casa...- apprezzo la gratitudine e sento la nostalgia dei vecchi tempi, dove l'orologio che avevo al polso non esisteva, esisteva solo il presente e nulla era più importante di quello. -Ci penserò. Però tra due mesi devo tornare a casa...- Stock annuisce, e i suoi occhi chiari sembrano scurirsi. -Lo so, lo so, ma passa un'ultima volta. Cazzeggiamo, ci diamo l'addio e poi scappi via- sorrido e gli rispondo:-Certo, passerò- poi ci interrompe Marylin, che entra come un tornado nella mia stanza. Vedere lei e Stock, due vecchie conoscenze, crea nelle mie interiora un miscuglio strano, acido e aspro, però mi ci sto abituando e lo confondo presto con la bile. -Quant'è bello! E poi è gentile, e spiritoso, e dice le cose giuste al momento giusto, e...-Stock la interrompe, stanco quanto me di quelle parole ripugnanti, non richieste:-Di che parli?- le chiede, e lei si appoggia alla porta con fare teatrale:-Dell'infermiere! Non so ancora come si chiama, ma ha dei muscoli...!- si sventola la mano in faccia, e Stock dice, spazientito:-Perché sei qui?- lei tira fuori un telefono e risponde:-Rich ha chiesto se lo chiami, G. Sa tutto, voleva sapere solo quando ti svegliavi per farti visita- annuisco e prendo il telefono, digito il numero di Rich, che so meglio del mio, e aspetto pochi squilli. Come sempre, il mio amico risponde subito, e dice con tono formale:-Pronto?- sbuffo e mi riconosce immediatamente. -Come va? Che è successo?- chiede, e io non esito a risponde:-Sai, una cosa che faccio spesso, ovvero fare da scudo a Sept- lo sento ridere istericamente:-A che pensavi?- alzo le spalle e sospiro, senza una risposta pronta. -Non ne ho idea, l'ho fatto e basta. Forse, in fondo, sono ancora corrotto- anche Rich sospira, ma il suo è un sospiro dolce, malinconico. -Già. E forse non è poi una cosa così brutta. Sei stato molto coraggioso...- sento Madison interrompere la conversazone e urlare:-Sei un'irresponsabile! Quando ho saputo che ti hanno sparato sono quasi morta!- ridacchio e allontano il telefono dall'orecchio, per prevenire un'eventuale rottura del timpano. -Arriviamo tra dieci minuti, appena Madison finisce di pulire questo maledetto locale- sistemo la testa sul cuscino e rispondo brevemente:-A dopo- per poi chiudere la chiamata e restituire il telefono a Marylin. -Il tuo telefono è lì, come tutti gli altri tuo effetti personali. Sept ci aspetta di sotto, ciao G- mi dice Stock prima di andarsene e portarsi dietro Marylin, che comincia a parlargli della sua cotta. Appena mi ritrovo da solo, mi massaggio un attimo le tempie, poi decido di godermi la vita da ospedalizzato e richiamo Rich, chiedendogli se può portarmi i libri che devo studiare.


Rich e Madison mi tengono compagnia per delle ore, e onestamente mi diverto: commentiamo quello che c'è in televisione, parliamo degli argomenti più svariati e tutto sembra tranquillo. Finché non suona il mio telefono, e ci troviamo tutti e tre a fissarlo interrogativamente: chi può essere? Eleanor? Forse Tyler ha scoperto cosa mi sono fatto e glielo ha detto. Invece, quando prendo in mano quell'aggeggio infernale, leggo solo la scritta "mamma", e faccio un sospiro di sollievo. -Mamma- rispondo, e lei, adirata come sempre, va dritta al punto:-Ti hanno sparato? Gerald, cos'è questa storia?- sorrido con un lato della bocca e le spiego brevemente l'accaduto. -Perché hai ricominciato a lavorare per Sept? Mi sembravi apposto con i soldi che ti mandavo ogni mese...- ha centrato il punto, solo che non le ho detto tutto. -Lo so, ma per la Loyola servono altri soldi. E sono tanti, tantissimi, e non ce la farei mai in due mesi ad accumularli facendo un lavoro vero... Sept mi ha promesso di darmi quella cifra per soli otto giorni di lavoro- mia madre ha il tono preoccupato, ma sa benissimo che sono fatto così, perciò non cerca di opporsi ma cerca di comprendere. -Naturale, hai preso un proiettile che doveva essere suo! Che cifra è, Gerald?- mormoro i 32.000 dollari, ma lei sente forte e chiaro. -Cazzo... Però potevi dirmelo... Ti facevi aiutare dai tuoi amici a trovare un lavoretto modesto, poi io ne cercavo un altro ed eravamo a cavallo...- scuoto la testa. -Mamma, fai già due lavori e mi hai aiutato anche troppo. E poi, non è così male fare un lavoro che conosci già, e che conosci bene. Non preoccuparti, farò in modo che non accadrà più. Ti voglio bene- mi risponde premurosa ma poi finisce la telefonata, e sento già la mancanza della sua voce melodica. -Che ha detto?- mi chiede Madison, mentre si lima le unghie. -Le solite cose di mamma- rispondo conciso, poi però sento Mad titubare e dire, tutto d'un fiato: -Smetti, G. Mi dispiace di averti inculcato l'idea di lavorare per Sept, ma smetti. Non voglio ti ricapiti di nuovo- annuisco, ma le rispondo in modo negativo:-Mi rimetterò in sesto e chiederò a Sept se ha altre cose da farmi fare, però io devo lavorare per lui. Ho bisogno di quei soldi- Rich interviene:-Sei sicuro? Se ti lasci aiutare, posso farti trovare un lavoro nella mia tabaccheria. Non è molto, ma meglio che rischiare la vita ogni notte...- scuoto la testa. -Lasciatemi stare, avrò la situazione sotto controllo- e Mad battibecca, di rimando:-Quando? Non l'hai mai avuta, tesoro!- ma Rich le tocca la spalla, e lei torna a limarsi le unghie, poi, dopo pochi secondi, sbotta:-Vado a prendere qualche schifezza- ed esce dalla stanza. Sbuffo e tento di rilassarmi, pensando che il problema sta nelle donne, ma Rich mi dice, con la sua solita cadenza:-Prova a capirla. Ti ha fatto avere quel lavoro e dopo pochi giorni ti hanno sparato... E poi sei in pericolo anche se non consideriamo i pazzi che cercano di tendere imboscate- so che hanno tutti ragione, ma io voglio farmi in fretta quei soldi per poi potermi concentrare su come migliorarmi, senza fare le due cose contemporaneamente. -Lo so, ma ho fatto questo lavoro per anni... Rischiare per un'altra settimana non mi sembra tutto questo casino...- Rich sospira e si dichiara sconfitto. Subito dopo, spuntano di nuovo Madison e la sua capigliatura rosso cremisi, che svolazza mentre lei si siede rumorosamente sulla sedia, apre il pacchetto di patatine e mangia, rompendo il silenzio imbarazzante creatosi dopo la breve discussione con Rich. Prendo il telecomando e comincio a cercare un canale adatto a farci ritornare come prima, felici e divertiti, senza quel maledetto buco nel fianco.



Come sempre, non riesco a mantenere le promesse che faccio. 

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