58: A little flashback.


Spero che non apra mai quel pacchetto. Lo spero davvero.

Per tutta la mia vita, ho avuto la possibilità di scegliere: scegliere se accettare o meno Mills in famiglia, se cominciare o meno a usare quel fottuto soprannome, "G-Eazy", se baciare o meno le ragazze, se tenere o meno Eleanor nella mia vita. E poi, è arrivata Marylin, e tutto è andato in fumo. L'unica volta in cui non ho potuto scegliere cosa fare mi si ritorce sempre contro, in ogni modo possibile e immaginabile. Dopo averla lasciata nelle mani di Rich, quella sera in cui l'avevo trovata sul mio divano, lui l'ha aiutata a ristabilirsi mandandola in ospedale, e ovviamente Tyler, l'infermiere che adesso è amico di tutti meno che di me, è venuto a saperlo, e ha chiesto. Il modo in cui l'ha fatto non mi ha lasciato scampo, e gli ho raccontato tutto, dal primo ricordo fino all'ultimo, e l'ho fatto con le lacrime che scendevano dai miei occhi e mi corrodevano il viso, perché quella ragazza non si è meritata tutto quello che ha passato. Non si è meritata me, e mai potrà. Potrà diventare una puttana, potrà vendersi per poco, ma non è degna di uno come me, che l'ha usata così, perché gli andava. E quando l'ho vista, non riuscivo a guardarla. Io, che credevo finalmente di essere degno di Eleanor, mi sono subito reso conto che non lo ero, e che non sono degno di nessuno, neanche dell'essere più miserevole della Terra, perché esso almeno avrà fatto qualcosa per qualcuno, avrà reso felice qualcuno come io non riuscirò a fare, perché alla fine ciò che amo lo distruggo, ed è sempre stato così. E dopo aver parlato con Tyler, avevo capito che avevo fatto bene a scrivere tutto quello che avevo scritto in quei fogli, rinchiusi in quello stupido pacchetto verde che avevo consegnato in quelle mani angeliche, così morbide e che avevano toccato la mia anima sporca fino a macchiarle per sempre. Ma adesso, adesso sento che se Eleanor avesse letto ogni parola che le ho scritto, non mi rivolgerebbe più la parola. E spero proprio che, mentre vola per Washington, si dimentichi di quel regalo da qualche parte, qualsiasi, e che non lo trovi più. Lì ci ho scritto il mio passato, Marylin, "G-Eazy", perché la amo e perché non la merito. E certe parole feriscono perfino me, perciò non voglio sapere che effetto le faranno. E adesso guido, guido e guido per scappare da nessuna parte.

Rich risponde velocemente al telefono. -Ehi- dice, e io come sempre chiedo:-Marylin?- attanagliato dai sensi di colpa per quella sera, che avevo cacciato quella stupida ragazza via dalla mia casa, che aveva posto solo per le ali ferite del mio angelo, Eleanor. -Sta benone. Forse ha trovato lavoro in un bar. Con le vitamine sembra riprendersi in fretta, e mi parla sempre di te e di come abbia voglia di chiarire. Che faccio?- mi strofino la tempia, confuso. -Lascia passare qualche giorno, poi si vedrà. Forse la vedrò, forse le parlerò, o forse no- Rich attacca e io continuo a guidare. Eleanor, Marylin. Eleanor, Marylin. Perché due donne così diversamente belle si sono dovute affascinare di me? Che ho fatto? Cosa ho di speciale?

Rientro a casa alle quattro di notte, e dopo una dormita di tre ore sul divano, mi preparo per andare alla O.N.C., una compagnia che si occupa dei documenti universitari. Dopo un'attesa di circa quaranta minuti, riesco finalmente ad avere tutti i documenti necessari per entrare alla Loyola, e torno a casa di corsa per poterli compilare e inviarli con i risultati dei test; chiamo mia madre, le faccio sapere che tornerò presto, massimo tre mesi, e che mi manca, poi stappo la mia penna dal tappo mangiato e mi metto a scrivere. Chiedono tante cose, e io sono ben felice di rispondere ad ogni richiesta, ma ad un certo punto, al terzultimo foglio, vedo scritto: "metodo di pagamento per la tassa universitaria". Lo leggo. Mi metto le mani tra i capelli. Chiedono 12.000 dollari per il primo anno, e poi 5.000 i restanti quattro. Impanicato, chiamo la ragazza che mi aveva aiutato a fare i test, ma lei mi dice che, a causa del ritardo con cui ho svolto i test ho perso il diritto di ottenere una borsa studio. E adesso, che faccio? Resto qui, o trovo un lavoro? E chi cazzo assume un alcolizzato con un passato da spacciatore?

-G, so io cosa fare. Dammi retta, e vieni alla Chimera stasera, verso le undici- Madison non mi è mai suonata più ubriaca di così, ma so che quando è ubriaca il suo cervello funziona meglio. -Che cosa vuoi fare?- e lei sbotta, come se la mia fosse una domanda retorica:-Ovvio no? Parlare con Sept, seppellire i vecchi litigi e ricominciare da capo!- io digrigno i denti, e quando sento uno scricchiolio mi tocco la mascella. Forse mi sono scheggiato un dente. -Io non userò più quel soprannome!- e Madison ride:-Beh, mister "adesso sono pulito", vuoi fare soldi facili senza preoccupare la mammina? Metti in campo gli attributi e fai circolare quella droga come si deve!- scuoto la testa. È una pessima, pessima idea. -Andiamo, stronzetto! Ti basterà lavorare bene per due settimane e sarai apposto! Avrai una bella caparra per quell'università del cazzo e pure per fare la spesa alla tua mamma tutti i giorni! Cos'hai che ti preoccupa? Tanto ormai Ele se n'è andata, quindi smettila di far finta di non avere il culo sporco- so che ha ragione, ma so anche che ormai ho chiuso. So che se ricomincerò a lavorare per Sept mi cercheranno tutti di nuovo, e ci saranno di nuovo dei conflitti per avermi da una parte rispetto che da un'altra. So che se tornerò da mia madre mi cercheranno anche lì, e mi minacceranno. E io odio le minacce, perché poi o gli do retta o mi sporco le mani di sangue.



Scusate l'attesa, ma ho voluto aspettare un bel po' per pubblicare di modo che ognuno possa riprendere il filo della storia, io possa trovare una routine che si adegui anche al mio quarto anno di superiori e soprattutto per lasciare un po' di suspance ;)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top