56: Bath tub.


-Ehi- sento dall'altro capo della linea. -Tyler- rispondo, senza sapere cosa dire o come comportarmi, finendo per arrossire e dare la colpa al calore dell'acqua. -Dove sei?- mi chiede, e io, tentando di sorprenderlo, rispondo:-Las Vegas- ma lo sento solo sbuffare contento. -Che ci fai là?- chiede, e io rispondo di nuovo, nervosa:-Visito la città. Mi mancavi, così mi sono avvicinata un po' a San Diego- ridacchia, e cerco di rilassarmi un pochino prima di parlare di nuovo:-Te dove sei?- gli chiedo, e lui risponde:-Da mio padre. Lo sto aiutando con la macelleria- mi sorprendo di quanto lavori Tyler, dato che è l'una di notte. -Che ci fai là a quest'ora?- si schiarisce la voce e sento in lontananza il rumore di un coltello che taglia le ossa, un tonfo sordo nel silenzio della notte. -Meglio tardi che mai... Anche tu mi manchi- dice addolcendosi, e addolcendo anche me. -Gerald sa tutto- gli dico, e lui fa un verso, facendomi capire che ha capito. -L'ha presa bene, vedo. Non è ancora venuto a cercarmi- rido, e sento Tyler venirmi dietro in una risata abbozzata:-Come stai?- gli chiedo, e fa una pausa. -Non lo so, ho tante cose a cui pensare e poche a cui penso veramente. Penso a mio padre, che ha bisogno di me, a mia madre, che ormai non ha più bisogno di nessuno, e penso a te, di cui io ho bisogno. Che si fa, Ele? Non so come comportarmi. Non ho mai chiamato nessuna all'una di notte, non ho mai sentito la sensazione di aver paura di dire qualcosa di sbagliato- sorrido e so perfettamente che è nella stessa situazione in cui sono io adesso:-Lo so, è tutto così nuovo anche per me. Mi sento tesa come la corda di un violino, non so di cosa parlare... Ah, sì, un argomento ce l'ho! Hai presente l'ex-fidanzata di Shaq?- risponde di sì, e io continuo:-Beh, mi ha versato del caffè bollente su una gamba durante il volo per Las Vegas, e adesso mi sta ospitando a casa sua mentre aspetta il suo ragazzo. È molto simpatica, e a volte un po' asfissiante, però mi aiuta a distrarmi- lui risponde contento per me:-Che coincidenza. Di cosa parlate voi due? Di Shaq?- e ridacchio:-Certo che no, ma di tante altre cose. Abbiamo parlato anche di te, ma so così poco... Qual'è il tuo cognome, ad esempio? Quando sei nato? Canzone preferita? Cibi che ti piacciono?- sento un coltello conficcarsi da qualche parte, e un asciugamano sfregarsi, probabilmente sulla fronte di Tyler. -Mi chiamo Tyler Jason White, sono nato il 30 dicembre 1994, la mia canzone preferita è "505" degli Artic Monkeys, al momento, e mi piace mangiare piccante. Te, invece?- arrossisco ancora di più e rispondo:-Mi chiamo Eleanor Pierce, sono nata il 3 febbraio 1997, la mia canzone preferita attualmente è "Bonnie & Clyde" di Dean, e non mi piace mangiare, ma se devo scegliere, qualcosa di dolce- lui sbuffa contento, e dice:-E così, sei tre anni più piccola di me, eh?- io rido e rispondo a tono:-Praticamente due, dato che sei nato a fine anno- dopo una brevissima pausa, Tyler mi chiede:-Che stai facendo, adesso?- e io scuoto l'acqua per fargli capire, più o meno, che cosa faccio:-Faccio un bagno- e lui chiede, cambiando completamente l'intera conversazione:-Nella vasca?- rispondo di sì mentre sento una morsa piacevole chiudermi la gola. Tyler sospira. -Non è il momento di fare certi pensieri- dice, e capisco che è rivolto ad entrambi. Arrossisco e provo a dire qualcosa, anche se mi sento bloccata. Voglio rimanere in questa situazione per più tempo, perché l'acqua si sta scaldando di nuovo e io sento il piacere invadermi la mente. -Ti prego, descrivimi la situazione. Sto morendo dall'eccitazione- dice Tyler, lasciandoci entrambi spiazzati. -Ci sono tante bolle, Arleene mi ha acceso due candele alla vaniglia, che illuminano il bagno, e ho i capelli legati in una crocchia...- sento il respiro di Tyler farsi più pesante quando mi dice:-Hai ancora i miei succhiotti?- e quando sento quella parola, tutte le aree marcate da Tyler pulsano, come a richiamare colui che ha lasciato quei segni passeggeri, quelle rose nel prato distrutto che è il mio corpo. -Sì- il silenzio che c'è tra una parola e l'altra aumenta la tensione, e se chiudo gli occhi posso immaginarmi Tyler qui, seduto di fianco a me, che si sporge verso la vasca e mi tocca la guancia, per poi scendere sul collo, sulle spalle, sul petto, sul ventre... -Sto tagliando dei maiali morti e ho un'erezione. Se mio padre entrasse adesso, avrebbe tante domande da farmi- ridacchio e sento il viso prendermi fuoco, mentre il desiderio carnale accende un falò dentro di me. -Mi sento così sola adesso...- gli rispondo, e lo sento subito sull'attenti. Sorrido con un lato della bocca. -Sono due giorni che penso solo a noi, e mi sto facendo condizionare troppo...- mi sposto nella vasca, e lo sciabordio dell'acqua seguito da un gemito strozzato di Tyler mi fanno capire che ce l'ho in pugno. -Il piacere più puro e dannato del mondo. Una volta che lo provi, non ne puoi fare a meno, Ele. Toccati, violati, fallo pensando a due notti fa...- mi sussurra Tyler, e mi sento sprofondare in un baratro. È la richiesta più stravagante, imbarazzante e intima che qualcuno mi abbia mai chiesto, e normalmente non avrei mai fatto quello che sto facendo, ovvero trascinare la mia mano nell'acqua, sfiorandomi la pelle mentre scendo lentamente e Tyler si rinchiude da qualche parte, probabilmente nel bagno. Le sue istruzioni sono semplici, il modo in cui le dice farebbe impazzire chiunque, con quella sua voce profonda resa roca dai gemiti e dai sospiri, mentre facciamo letteralmente sesso al telefono, lui nel bagno di servizio della macelleria di suo padre, io in un appartamento nel mezzo di Las Vegas. Mentre veniamo mi rendo conto di cosa ho appena fatto, e provo un imbarazzo immenso. Arleene avrà sentito? Cosa penserà? -Menomale ti ho chiamato. Menomale- dice Tyler in un affanno, e ridacchio. -Domani ti richiamo- gli dico, e lui risponde:-Tu mi vuoi uccidere, Eleanor Pierce. Adesso dovrò stare costantemente attento al mio telefono- e sorrido. -Mi mancherai, Tyler Jason White- e lui risponde con calma:-Non farti vedere troppo agli altri, sono geloso di Arleene e di qualsiasi altro essere vivente ti sia vicino. Vivi Las Vegas per altri sei giorni, poi vieni da me, e cercherò di insegnarti cosa vuol dire sopportarmi- rido di nuovo, e gli dico:-Tyler, sarò ben lieta di sopportarti per tutta la mia vita. Nessuno mi aveva mai fatta sentire così spensierata, e te ne sarò infinitamente grata. Pensami. Buonanotte- e lui risponde, poco prima di chiudere:-Sempre. Sogni d'oro-, facendomi sentire terribilmente vuota in una vasca piena d'acqua terribilmente fredda.

Aspettatevi più capitoli di questo tipo, in futuro. Spero che vi piacciano e che vi piaccia la storia, nonostante i vari cambiamenti avvenuti :)

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