4: Memories.

Io, Shaq e Logan usciamo dall'aeroporto, e la nostra auto non è niente male: alta, di un azzurro spento e scuro, con il tetto nero e la fattezza da piccolo fuoristrada: "genio, è una Jeep". Do il buongiorno alla piccola me situata in una stanza del cervello e proseguo verso l'auto, preceduta da Logan e Shaq: entrano, mi aprono la portiera e poi mettono un pezzo metal che non conosco, accendendo il motore. Logan ha la guida di una signorina, preoccupato per ogni minimo movimento nel suo campo visivo, ma almeno ci farà arrivare vivi fino alla casa, che come sempre non chiamerò casa, quel posto dove rifugiarsi quando si vuole sparire. Durante il tragitto, mi guardo i segni scuri sulle braccia, controllando con le orecchie se qualcuno si sta girando verso di me, ma i due ragazzi sono intenti ad abbassare i finestrini e godersi l'aria estiva, leggermente autunnale, di San Diego. Se c'è una cosa che ho sempre amato fare, è ammirare fuori dal finestrino ciò che mi circonda, anche se ho già visto quel paesaggio milioni di volte. Mi aiuta a placare i pensieri che fanno vibrare le pareti della mia mente e mi aiuta a mettere in ordine le idee, i progetti che frullano in uno dei tanti scomparti in cui è diviso il mio cervello. Quando si ferma definitivamente l'auto, sono concentrata su una coppia dall'altra parte della larga via circondata e abbellita da palme e piccole siepi in fiore: la ragazza è infuriata, sta puntando un dito sul petto di quello che dovrebbe essere il suo ragazzo, e gliene sta dicendo trecento. Lui ascolta rassegnato, sicuramente convinto, come me, che l'amore è una grande stronzata prodotta dal destino, che gioca sempre brutti scherzi alle persone. La ragazza scoppia poi in lacrime e corre in casa, sbattendo sonoramente la porta; il ragazzo resta ancora immobile, si scuote dallo stato di trance passandosi le mani sulla faccia, poi sale in auto e scompare tra il traffico, diventando subito un volto anonimo. -Ele!- mi sta urlando Logan, e mi risveglio dallo stato di concentrazione che mi aveva avvolta fino a pochi secondi fa. -Eh?- gli dico, girandomi verso di lui: ha degli occhiali da sole tra i capelli biondo platino, i classici capelli di chi non vuole passare inosservato, dal taglio identico ai divi hollywoodiani. -Vuoi entrare?- mi chiede, indicando con la testa la casa, una casa uguale identica a quelle che la affiancano. Annuisco ed esco dall'abitacolo, aspirando l'aria nuvolosa di questo pomeriggio di settembre. Prendo la mia valigia ed entro. Mi accoglie subito un tepore non indifferente, e mi guardo intorno: un ampio salone si distende per tutta la casa, e in fondo scorgo una porta e la cucina, che si affaccia ad un enorme divano a L grigio scuro, facendo contrasto con il tappeto arancione e il pavimento di parquet chiaro.Sopra la mia testa vedo una rampa di scale che raggiunge il secondo piano, caratterizzato da una balaustra che si affaccia all'ingresso. Seguo Logan fino a quella che dovrà essere camera mia, e non mi lamento. È grande, luminosa, con una grande finestra, una bella scrivania e un letto matrimoniale, ma la cosa che preferisco è la seguente: è asettica. Impersonale, vuota, completamente bianca e pulitissima, come gli ambienti in cui ho vissuto per quattordici anni. Sospiro di sollievo e sorrido a Logan, chiudendogli la porta in faccia. Sistemo i pochi vestiti che mi sono portata, attacco le casse e metto con ordine tutti i fogli che mi sono portata sulla scrivania. Tiro fuori l'astuccio e la mia cartella piena zeppa di disegni, e successivamente mi tolgo le scarpe, stendendomi sul letto e facendo partire la voce malinconica e ricca di sentimento di Lana Del Rey,che canta "Music To Watch Boys To". Resto un po' in camera, a disegnare una litigata romantica, a leggere qualcosa, a mandare un messaggio conciso a mio padre e a farmi una doccia. Appena esco per bere qualcosa, mi imbatto in Shaq, che senza maglietta si aggira per casa: senza farmi notare, corro di nuovo nel piccolo bagno situato dentro la mia camera mentre gli spasmi si impadroniscono del mio corpo. Vedo sfocato e qualche lacrima trabocca dalle mie palpebre mentre sento la bile acida salirmi in gola, stuzzicare i miei tasti dolenti e farmi aprire la bocca. Con una mano mi tengo i capelli, mentre con l'altra cerco di eliminare questo sapore acido e forte dal palato. Mi infilo due dita in bocca, e aspetto finché i conati si fanno violenti, a quel punto tolgo la mano e mi aggrappo al lavandino. Con tutta me stessa faccio uscire la colazione di stamattina in un composto costituito solo da tè alla pesca, poi mi lavo i denti e la faccia. Lo so che fa schifo, ne sono pienamente consapevole, ma è più forte di me.

Di nuovo.

La bulimia si impadronisce di me nei momenti più disparati, e ne conosco la causa solo dopo aver mandato fuori tutto ciò che ho ingerito. Mi ero ripromessa di non vedere mai più un ragazzo senza maglietta perché l'ultima volta in cui è successo non è finita bene. Non è come pensa la gente, non sono rimasta incinta, ma dopo aver rifiutato per l'ennesima volta di fare sesso, sono stata picchiata talmente tanto forte da farmi desiderare di provare di nuovo quel dolore.

"-Ky, no, non voglio...- sussurro al ragazzo sopra di me, che sta baciando il mio collo con trasporto mentre sento la sua pelle nuda dalla maglietta. -Eleanor, lasciati andare... Lascia che diventi mia- mi divincolo da quel fascio di muscoli. Non voglio perdere la verginità, voglio che almeno qualcosa rimanga nella mia vita. Riesco a liberare le braccia e lo spingo via dal petto. -Non voglio!- mi metto a urlare, consapevole che i genitori di Kyle possono sentirci. -Zitta!- sibila, rosso in viso, mentre si rimette la maglietta. -Okay, okay...Calmati. Ti riporto a casa- mi dice, e mi accarezza una guancia. Sorrido, capendo che, oltre a questo lato stronzo, lui è anche molto dolce e gentile nei miei confronti. Durante il viaggio in auto, sembra che l'episodio di poco prima sia acqua passata ma, all'ingresso della casa di mio padre, Kyle mi guarda in viso con quei suoi bellissimi occhi chiari, pieni di rabbia. -Ma se ti volessi? Se volessi scoparti? Che faresti, eh? Resterai vergine per tutta la vita?!- inizia a urlare, credendo che mio padre accorra preoccupato per sua figlia, ma si sbaglia. Mio padre dorme in una camera insonorizzata: non sento nulla io, non sente nulla lui. -Sì, cazzo! Possiamo finirla con questa cazzata e tornare come prima?!- ride amaramente. -Ma non hai mai aperto gli occhi? "Tornare come prima"? Prima volevo scoparti, ora che non mi dai il permesso è finita- mi dice ridendo, e io inizio a piangere inconsapevolmente. Erano stati i due mesi più belli della mia vita, credevo che lui fosse migliore degli altri, ma evidentemente mi sbagliavo. -Ti prego, dimentichiamo tutto e torniamo alle giornate in cui ci baciavamo, ci tenevamo per mano, quelle in cui mi portavi in giro e ridevamo spensierati- era un piccolo pezzo del mio paradiso, e lui adesso lo sta distruggendo. -Allora scopiamo- e scuoto la testa, per poi sentire la rabbia montare dentro il mio corpo debole e pallido. -Ma non vuoi capire, brutto bastardo?! Non voglio!- sbotto, e spalanca quegli occhi che mi hanno sempre guardata con amore, facendoli diventare di ghiaccio, distanti anni luce da qui. -Non chiamarmi così!- urla, e lo sento. Sento una scossa potente alla guancia, che mi fa ruotare la testa e mi fa cadere. Lo guardo dal pavimento impotente, mentre mi tira un calcio tra le costole, e posso sentire benissimo un osso rompersi. Continua, imperterrito, a picchiarmi come se sapesse che non capisco più nulla, non vedo nulla, sento solo l'odore del sangue e sento i colpi sordi che risuonano dentro di me. Perdo i sensi poco dopo, e finalmente l'agonia finisce, anche se una piccola parte di me voleva che continuasse, perché mi sentivo in colpa. Eppure la colpa non era mia. 

O sì?"



"Hello,it's me..."

Ecco il nuovo capitolo, vi piace? Spero proprio di sì. Tralasciate gli eventuali errori e... Grazie mille delle cinquanta letture! Sono davvero contenta che cinquantadue persone abbiano letto questa storia, in cui sto mettendo cuore e anima. Scrivetemi per eventuali chiarimenti e datemi una stellina ;)

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