38: It's all so strange.


È così strano baciarla: un connubio di emozioni, contrastanti tra di loro, che quando interagiscono con l'esterno provocano reazioni chimiche pari a bombe atomiche dentro di me. È così strano tentare di spiegare cosa provo mentre assaggio le sue labbra semplicemente perché non ho mai baciato nessuna e non ho mai provato queste cose. Come faccio a distinguere un'ossessione dall'amore? Forse, dato che ha un'anima buia, mi attrae più di quanto dovrebbe, forse le sto dietro solo perché ha quell'aria tanto sexy quanto pericolosa, forse sto solo convincendomi di amarla anche se in realtà sono solamente ossessionato da lei.

Eppure, ogni volta che la vedo sorridere il mio cuore si alleggerisce e mi fa sentire meno dannato di quanto sia. Ogni volta che mi dimostra il suo affetto ed ogni volta che esterna le sue emozioni lo fa con talmente tanto trasporto da lasciarmi allibito; ogni volta che la vedo venirmi incontro, ogni volta che apre bocca per parlare, ogni sguardo che mi lancia mi cattura a tal punto da farmi impedire di distrarmi o di concentrarmi su altro. È un problema questo perché tra il lavoro che sto trascurando, la Loyola e tutte queste persone del mio passato che tornano nel presente hanno bisogno della mia razionalità, la quale va a farsi fottere ogni volta che vedo quella maledetta chioma caramello.

Torno a casa con la rabbia di nuovo in me, che aumenta appena vede Marylin sdraiata sul mio divano, ancora addormentata. -Esigo delle spiegazioni. E prima che inizi a spaccare tutto- spiego lentamente a Rich, il quale non ha più paura delle mie minacce; "se mi fai incazzare avrai di nuovo paura di me, e non mi importa se sei più grande". -L'ho trovata addormentata sul bancone della Chimera. Hanno detto che chiedeva di te- impreco e poi tento di calmarmi, portandomi una mano tra i capelli e succhiandomi il labbro inferiore, che sa di Eleanor. -Portala a casa tua. Adesso- ordino impassibile. -Gerald, cercava te...- liquido la giustificazione con un gesto  della mano:-Non me ne frega un cazzo, d'accordo? Due anni fa è lei che si è voluta mettere nei guai, e non l'ho mai voluta tra i piedi. Tu l'hai portata qui, tu la riprendi e te la porti a casa- posso concedere tutto a tutti, ma se c'è di mezzo Marilyn non voglio sentir storie. -Almeno aiutami a portarla...- sussurra seccato mentre prende il suo giacchetto di jeans. -No. Ripeto, sono affari tuoi- non voglio rispondergli male, ma Rich stavolta ha esagerato. Due anni fa ero un'altra persona, lei pure, e adesso tutto quello che voglio fare è dimenticarmi di nuovo, non vederla mai più e non farmi mai più vedere da lei. -Ci sentiamo, stronzo- mi saluta Rich per poi sbattere la porta. Prendo una sedia e la scaravento contro il muro, sentendo una gamba spezzarsi: mi siedo sul divano e fisso il vuoto finché gli occhi non si fanno pesanti e finché non cado in un sonno leggero. 


>Eleanor's P.O.V.<

Mi prende le gambe e lascia che gli fasci i fianchi, asciutti e formati da un fascio di muscoli. La sua presa è talmente forte da farmi male, ma il piacere prevale e mi trovo a respirare affannosamente, con la testa rivolta indietro mentre le labbra di Gerald mi baciano il collo come nessuno ha mai fatto. È talmente delicato ma al tempo stesso carico di passione che mi scombussola dalla mente fino allo stomaco: il mio cervello lavora imperterrito ma non mi comunica niente, mentre nel mio stomaco varie reazioni chimiche fanno sì che le farfalle che ho dentro di me sbattano le ali più velocemente. Dopo un tempo indefinibile gli prendo il viso e lo guardo. Non ci diciamo niente, so che è sobrio ma so anche che è successo qualcosa di grave, per lui. Da domani a un giorno che deciderò io non lo rivedrò più, quindi adesso voglio sfruttare questa sera per accantonare i problemi e lasciare solo noi. Lo bacio con tutto il poco amore che ho, e lui, dopo un secondo di indugio, approfondisce il bacio e mi dimostra che lui, nonostante la vita che conduce, è un uomo fin troppo semplice e tormentato. Quando ci stacchiamo, entrambi respiriamo a fatica e Gerald ha i capelli completamente scompigliati; sorrido leggermente e faccio per rientrare in casa, quando lui mi prende il braccio con delicatezza, come sempre, mettendo le dita tra un taglio e l'altro. -Qualunque cosa accadrà, sappi che riguarderà il mio passato: tu e soltanto tu sarai il mio futuro- e mi bacia il dorso della mano, per poi lasciarmi sul davanzale di casa con un enorme punto di domanda e una falena che batte le sue grandi ali sulle pareti del mio stomaco.

Entro in casa e torno in camera, dove stavo disegnando, e ammiro la mia opera finita. Una ragazza dai capelli rossi sta suonando un violino in mezzo ad un campo di papaveri: nessuno le sta dicendo che è importante, nessuno la sta amando. È sola, sola con un violino senza corde e senza suoni, perché nessuno la vuole ascoltare. Accartoccio il disegno e lo butto nel cestino, poi, nel silenzio e nel buio mi tocco l'unica parte di me che sta respirando: le labbra sono gonfie e sanno ancora di menta, di Gerald, l'unica persona che nella mia vita ha fatto qualcosa di buono nei miei confronti. Ogni volta che ci baciamo l'atmosfera cambia, trasformando un semplice momento romantico nel nostro momento romantico, nelle sue mille sfaccettature di drammaticità e tragedia. Pensando alla tragedia, che sarà successo a Gerald? Che altro ci sarà a ostacolare la nostra strada? Mi addormento mentre le domande mi invadono il camo visivo, cercando di non sognare niente.

Oggi non ho proprio voglia di alzarmi. Sinceramente, non ho neanche voglia di vivere. L'unica cosa che ho voglia di fare è ricevere spiegazioni da Gerald, perché, anche se è passata solamente una notte, sono già stufa di questo segreto fastidioso che si è creato tra noi. Mi alzo, mi taglio e corro da lui.



Non so più che pensare. Questo capitolo è carino, ma non mi soddisfa. Però ehi, i prossimi saranno più carini, quindi votate se vi è piaciuto e aspettate tra qualche giorno, quando aggiornerò ;)

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